23 dicembre 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale La luce che manca

Nel periodo più buio dell’anno, almeno nel nostro emisfero, l’uomo ha sempre tentato di celebrare la luce, come segno di speranza e nuova nascita. Una luce che il Vangelo associa a Gesù, definito come “luce vera,
quella che illumina ogni uomo”. A Natale la luce, necessaria per disperdere le tenebre e allontanare la paura, è simbolo religioso e insieme messaggio laico per una società che non vuole rassegnarsi al declino.
Non abbiamo purtroppo visto molta luce nel bilancio regionale votato nei giorni scorsi.
Chi governa la Lombardia è sospeso tra la convinzione che sia sufficiente perpetuare una gestione che ormai appartiene al passato e l’idea che basti la tecnica, o i tecnici, per fa quadrare i conti all'insegna di un’efficienza pragmatica, ormai più proclamata che praticata. Manca persino la capacità di raccontare la Lombardia che si vorrebbe, ci si limita a dire che le cose funzionano e funzionerebbero ancora meglio se ci fossero più soldi.
Si accendono le luci di strade e palazzi, ma si rischia di spegnere la Lombardia e con essa tutti coloro che sarebbero pronti a costruire assieme sviluppo e innovazione, ma non trovano sponda in un’amministrazione che pare avere paura del futuro e di chi vorrebbe iniziare a costruirlo. Il sospetto, che sa di pregiudizio, nei confronti del dinamismo di Milano e delle altre città lombarde è lì a dimostrarlo.
Come PD abbiamo provato a riaccendere la nostra regione con proposte concrete e precise al bilancio 2020, ma non abbiamo trovato grandi riscontri.
Per fortuna, la Lombardia è più grande di chi la governa.
E’ a questa Lombardia, capace di accendere sogni e speranze, che vanno i nostri migliori auguri per un buon Natale e un 2020 che possa davvero portarci nuova luce.

Tantissimi auguri da tutto il gruppo regionale del PD Arrivederci a gennaio!

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21 dicembre 2019

Racconti, Augias: quanta luce e quante storie nascoste nel presepio in cento parole


Cosa significa la parola 'presepio'? Perché la data della nascita di Gesù è così speciale? Cosa simboleggia il solstizio d'inverno e a quali altri nascite mitologiche si accompagna? Risponde Luca Villoresi nel volumetto edito da Donzelli "Purché non manchi la stella", un racconto del presepio in cento parole: da 'albero' a 'zingari'. Se presepio vuol dire 'recinto", quella minima messa in scena raccoglie una simbologia ricchissima. E c'è chi dice che il perfetto asse tra cielo e terra sarebbe metterlo sotto l'albero. Certo è che in un attimo la mezzanotte della nascita del Bambin Gesù raccoglie ogni ora del giorno, ogni luminosità per un bimbo che è la nuova luce della cristianità.

20 dicembre 2019

Cronaca di un fallimento annunciato

Inutile girarci intorno: alla COP 25 di  Madrid si è consumato un fallimento. Che non è solo il mancato accordo sul double counting e sul loss and damage. Ma che è anche e soprattutto lo iato tra il livello di allarme indicato dalla comunità scientifica e l’allegra spensieratezza con cui risponde la gran parte dei governi di tutto il mondo procede, condita (e, dunque, permessa) dalla quasi indifferenza del mondo dei media.

di Pietro Greco - Micron

Inutile girarci intorno: a Madrid si è consumato un fallimento. Che non è solo il mancato accordo sul double counting e sul loss and damage. Ma che è anche e soprattutto lo iato tra il livello di allarme indicato dalla comunità scientifica e l’allegra spensieratezza con cui risponde la gran parte dei governi di tutto il mondo procede, condita (e, dunque, permessa) dalla quasi indifferenza del mondo dei media.
Stiamo parlando, è chiaro, di COP 25, la venticinquesima Conferenza delle Parti che hanno sottoscritto la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, che per due settimane si è inutilmente tenuta nella capitale spagnola.

L’avverbio – inutilmente – non è dettato dalla pancia del cronista che segue il circo dell’ecodiplomazia da più di trent’anni. È piuttosto la sintesi di un bilancio freddo e razionale, tanto amaro perché non prevenuto. Sappiamo infatti che non è facile mettere d’accordo i rappresentanti di quasi duecento paesi più l’Unione Europea, di cui diremo qualcosa (di positivo) di qui a poco. Ma è meglio che giudichi il lettore.

La COP 25 che doveva tenersi a Santiago del Cile ma è poi è stata spostata a Madrid per i noti fatti che hanno sconvolto il paese sudamericano non era programmata per fare la rivoluzione. Era una tappa di avvicinamento per COP 26 che si terrà a Glasgow esattamente tra un anno. Era stato deciso così alla COP 21 di Parigi del 2015. Chiediamo al lettore perdono: sappiamo che non è semplice navigare tra questi numeri e tra questi appuntamenti.

17 dicembre 2019

Piazza Fontana, l'insulto sui social nel giorno del ricordo: ringraziamenti a Ordine nuovo

Il post è stato scritto da Rainaldo Graziani, figlio di Clemente. “Ci hanno insegnato onore e fedeltà”. Così l’estrema destra sta ricostituendo la sua rete

di ANDREA PALLADINO - la Repubblica
12 dicembre 2019

Nessun pudore e nessuna pietà per le vittime. Anzi, la rivendicazione di una storia politica, quella dell’organizzazione nera "Ordine nuovo", nome che riporta direttamente al giro veneto di Freda e Ventura. Nel giorno del cinquantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana è il figlio di Clemente Graziani, Rainaldo, a riaprire le antiche ferite. Lo fa con un post, che suona come un insulto alle vittime dalla bomba di Milano: "Nell'anno 2019 di nostra vita, oggi 12 Dicembre, Io, Rainaldo Graziani, ringrazio...", segue elenco dei nomi dei camerati aderenti ad Ordine nuovo.

Per togliere ogni dubbio Graziani figlio aggiunge subito dopo: "Li ringrazio per averci insegnato l’onore e la fedeltà, (…) li ringrazio per averci donato con le loro lotte, sotto le loro bandiere ed i loro simboli un patrimonio di Idee e di umanità in ordine al quale speriamo di esserne degni". Ordine nuovo – è stato appurato nei tanti processi sulle stragi – ha avuto, attraverso il nucleo veneto di Freda e Ventura, il ruolo da protagonista nella lunga stagione della strategia della tensione. Clemente Graziani – tra i fondatori dell’organizzazione – fuggì prima in Gran Bretagna, aiutato da una complessa e ancora oggi oscura rete nera, e poi in Paraguay, dove acquistò diverse migliaia di ettari di foresta. Riuscì ad evitare l’estradizione – dovuta ad una condanna nel processo contro Ordine nuovo per ricostituzione del partito fascista – anche grazie alle coperture della dittatura militare di Streossner.

14 dicembre 2019

Sardine, il ritorno della partecipazione attiva

Perché un tweet aiuta, ma per la rivoluzione devi uscire di casa...
C'è qualcosa di nuovo in queste piazze piene di sardine e sindaci, operai e donne. Qualcosa di antico. Un ritorno gentile ma perentorio della partecipazione attiva rispetto a quella virtuale. Come se avessimo capito improvvisamente il senso potente dello scendere in strada per unirci agli altri, ai loro odori, ai loro vestiti, ai loro sguardi, non ai loro status. Uscendo per un po' dal nostro smartphone. Dalla facile petizione online dove una firma non si nega a nessuno. Dal like distratto. Dal tweet cesellato con cura per essere più condiviso.

Nel corso del 2019 questa cosa sì è vista ovunque, non solo in Italia: piazze piene in Libano, in Spagna, in Iran, in Cile. Ma soprattutto abbiamo visto milioni di giovani (e qualche vecchio ambientalista dal cuore giovane) invadere le strade del mondo nel nome di Greta Thunberg. A pensarci bene, sono stati i giovani - quelli che alcuni pensano che vivano chiusi in un social network - ad aver innescato questo ritorno della piazza dove alcuni addirittura compiono questo gesto simbolico potentissimo di scambiarsi un libro di carta, non di mandarsi un file con il bluetooth, ma proprio un libro di carta, spesso addirittura la nostra Costituzione (ma lo hanno fatto anche in Russia).
Nel 2010, uno degli autori più apprezzati del nostro tempo, Malcom Gladwell, scrisse un potente saggio sul New Yorker contro l'attivismo da tastiera. Si intitola "Perché la rivoluzione non sarà twittata". Si era appena conclusa la primavera araba, con il suo eccessivo entusiasmo sulla democrazia che arrivava attraverso Facebook. Molti allora dissero che Gladwell si sbagliava, che non aveva capito l'intrinseca potenza positiva della rete. Sono passati dieci anni ed è ora di dire che Gladwell aveva ragione: la rete serve a connettersi, a informarsi, a far circolare idee. Ed è fondamentale per innescare un movimento. Ma poi devi uscire di casa per fare la storia.

13 dicembre 2019

Il Meccanismo europeo di stabilità (MES) e la sua riforma: domande frequenti e risposte

Fosse arrivato un mese fa sarebbe stato meglio. In ogni caso una utile guida della Banca d’Italia al Mes, con annesse smentite e spiegazioni chiare di tutte le ignobili menzogne diffuse negli ultimi 30 giorni da sovranisti e cialtroni vari.



Carlo Cottarelli: Pachidermi e pappagalli. Tutte le bufale sull’economia a cui continuiamo a credere.

L'economia alla prova della disinformazione economica, quarta lezione
del 21° corso di formazione alla politica dei Circoli Dossetti.

Sabato 14 dicembre 2019 dalle 9.30 alle 13, Sala Verde
della Corsia dei Servi, corso Matteotti 14 a Milano (MM S. Babila)

La partecipazione è aperta a tutti versando la quota associativa
di 10 euro alla prima lezione seguita.


11 dicembre 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Compiaciuti della loro libertà

La libertà, cantava Giorgio Gaber, non è star sopra un albero, la libertà è partecipazione.
Nonostante le grandi attestazioni di stima al compianto Giorgio, non sembra essere questa l’accezione con cui in Lombardia si percorrono le strade della libertà. In Lombardia la libertà, più che partecipazione, sembra essere esclusione.
Lo ha fatto notare autorevolmente la Corte Costituzionale, pronunciandosi con chiarezza contro la legge urbanistica che limita la possibilità di costruire luoghi di culto e non riconosce così una delle libertà fondamentali, quella di culto.
Chi governa la regione non pare essere stato particolarmente impressionato dalla sentenza della Consulta, limitandosi a sottolineare come non ci sia alcun motivo per non continuare ad applicare la legge, visto che la sentenza riguarda un principio generale e non una parte specifica della norma. Come dire: prendiamo atto che quello che abbiamo scritto è tutto sbagliato, ma andiamo avanti per la nostra strada, come se nulla fosse.
Non basta. Una decina di giorni fa il Consiglio regionale ha approvato l’istituzione di una Consulta per il dialogo religioso e, a sette giorni di distanza, la maggioranza ha impegnato la Giunta ad essere più puntuale e precisa nell'applicare la legge censurata dalla Corte Costituzionale. Una contraddizione evidente, che conferma come la libertà sia interpretata solo come facoltà di fare ciò che si vuole, anche in barba a logica e valori costituzionali.
Cantando “nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà” Gaber aveva evidentemente anticipato i tempi che oggi sta vivendo la Lombardia.

12 dicembre 1969-2019 Milano è memoria: ecco tutte le iniziative per il cinquantesimo della strage di Piazza Fontana

Cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana

10 dicembre 2019

L'odio non ha futuro

La manifestazione "L'odio non ha futuro" avrà luogo a Milano oggi, 10 dicembre, 71° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, organizzata dal Comune di Milano, insieme ad Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI), Autonomie locali italiane (ALI) e Unione province italiane (UPI), per testimoniare la vicinanza di piccoli, medi e grandi comuni alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio nazista di Auschwitz, oggi sotto scorta a causa di ripetute minacce antisemite.

Per i sindaci lombardi, appuntamento ore 17.00 in via Rovello presso sede di Anci Lombardia, per poi recarsi insieme in gruppo in Piazza Mercanti dove, alle 17.30, prenderà avvio la manifestazione e il corteo che si muoverà in direzione di piazza Duomo per poi attraversare la Galleria Vittorio Emanuele II e fermarsi in piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino.

7 dicembre 2019

Il nuovo PD


Il nuovo statuto del Partito Democratico

Scritto da Redazione del PD di MONZA
Il nuovo statuto del Partito Democratico è un passo importante,
con cui è stata “rinnovata la carta d’identità” del nostro partito,
ma dopo averlo compiuto rimane importante che tutti facciano
avere il loro apporto, vivendo lo Statuto come un nuovo
strumento di partecipazione e coinvolgimento di nuove energie
a partire dai territori.
Anche per questo è stata predisposta una card che riassume i
maggiori punti di innovazione politica introdotti nel documento.

28 novembre 2019

Asfalti Brianza: l'attività è ripresa.

E la giunta di Monza cosa ha fatto? Nulla

Scritto da Gruppo Consiliare Pd Monza   
  
asfalti brianza Notizia di oggi che Asfalti Brianza ha ripreso le attività, dopo che l’autorità giudiziaria ha autorizzato una riapertura parziale dell’impianto. E i cittadini sono, giustamente, infuriati.

Il 21 ottobre avevamo presentato un’interrogazione all’assessore Villa, in cui chiedevamo, in ragione della richiesta effettuata nel frattempo da Asfalti Brianza di poter riprendere in tempi brevi le attività, quali provvedimenti la giunta Allevi intendesse adottare per la tutela della salute cittadini. La risposta dataci in aula dall’Assessore Villa era stata lapidaria:

“… in merito alla vicenda che interessa la ditta Asfalti Brianza sono state dette alcune inesattezze, quindi vorrei sgomberare il campo da queste notizie che non corrispondono al vero e dare le notizie corrette, onde evitare che poi si crei dell’immotivato allarmismo… (…) Quindi, vado a concludere, sono stati tolti i sigilli su disposizione della Procura per effettuare gli interventi di ripristino ambientale. Al termine di quest’operazione certificata dalle autorità del Comune competente, verranno ripristinati i sigilli. Quindi, questa è la situazione attuale, non si prevede nell’immediato e nel prossimo futuro la ripresa dell’attività”

Per ricapitolare. Noi non abbiamo detto inesattezze. Asfalti Brianza ha riaperto, anche se Villa, che ci ha visto lungo, sosteneva l’esatto contrario. In più, nel frattempo, cosa ha fatto la giunta Allevi per garantire la salute dei cittadini? Niente.

27 novembre 2019

La transizione è finita

Luca Caputo in Editoriale del Circolo Dossetti
…ma non come ci aspettavamo.
Proviamo, ancora una volta, a guardare le cose secondo una prospettiva lunga: negli anni ’80 aveva avuto inizio, in Italia ma non solo, una grande fase di trasformazione della società.
In maniera estremamente esemplificata, diremo che la fusione di interessi tra istanze di liberazione del capitale e della finanza e quelle di liberazione degli individui da regole e confini aveva rotto l’unità dei sistemi, statali ed internazionali, allora esistenti, e posto alla politica istanze di profondo cambiamento.
La caduta del Muro di Berlino può essere preso come momento simbolico anche di questo.
La politica tentò di rispondere: in Italia si ebbe un primo abboccamento deciso, con l’ascesa al Governo del PSI guidato da Craxi e, per un altro verso, quella delle forze laiche e tecnocratiche.
Nel mentre, prendevano corpo nella società, e venivano interpretate ed elaborate nella Democrazia Cristiana, istanze ed ipotesi di cambiamento profondo il cui fattore comune era lo spostamento della centralità, dalle istituzioni e dai partiti, agli individui.

22 novembre 2019

Matrimoni civili e religiosi: cambio di costume

I dati Istat sul 2018: il 50,1% delle nozze avviene con cerimonia civile. Sempre più alta l'età media delle prime unioni. In aumento il dato complessivo
di FLAVIO BINI- la Repubblica


20 Novembre 2019
MILANO - Nel 2018, per la prima volta nella storia, i matrimoni con rito civile hanno superato quelli con rito religioso e oggi rappresentano il 50,1% del totale delle unioni, a fronte del 49,5% dell'anno precedente. È quanto mettono in evidenza i dati aggiornati diffusi oggi dall'Istat.

Il "sorpasso", emerge dai numeri, non è ancora scattato per quanto riguarda le prime nozze, dove l'altare batte ancora saldamente la cerimonia in Comune, ma si registra comunque se si guarda il totale delle persone che si sono unite in matrimonio lo scorso anno. Molto forte il divario territoriale: al Nord la quota di matrimoni con rito civile è del 63,9%, al Sud meno della metà (30,4%).

21 novembre 2019

"Tutta un'altra storia" a Bologna

Il futuro del Partito Democratico.
Scritto da Matteo Raimondi – PD Monza
Tre giorni a Bologna per discutere e confrontarci sul Partito Democratico. Questo il senso di “tutta un’altra storia”.
Dopo tre giorni di dibattito, interventi dal palco e a margine del palco, video e immagini, democratiche e democratici da tutta Italia torno a casa decisamente soddisfatto.
Però non basta.
Abbiamo discusso, abbiamo chiarito con fermezza dove siamo e dove dobbiamo andare, ma se questa tre giorni si limita solo a ciò non basta.
Dobbiamo mettere in pratica il progetto riformista e democratico a partire da subito in tutti i territori.
E dobbiamo farlo tutti insieme, dai dirigenti ai militanti.
Solo così sarà tutta un’altra storia.
“Non siamo venuti qui per volare alto, siamo venuti qui per pescare a fondo".  (Gianni Cuperlo)

19 novembre 2019

Padre Costa: «Cattolici in politica, alternativi anche nella comunicazione»

Padre Giacomo Costa
L’appello della Cei, il ruolo dei giovani, la capacità di parlare in pubblico, il rifiuto del populismo e dell’intolleranza, la strumentalizzazione dei simboli religiosi, la ricerca del dialogo senza rinunciare all’identità: confronto a tutto campo con il direttore di «Aggiornamenti sociali»

di Pino NARDI - ChiesadiMilano

«Insieme ai loro coetanei, l’attuale generazione di giovani cattolici è chiamata a riconfigurare la democrazia e a trovare per il mondo di oggi nuove forme per i valori di libertà e uguaglianza su cui essa si fonda». Lo sostiene padre Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti sociali. Nel mondo cattolico c’è un nuovo fermento nel dibattito sull’impegno dei laici in politica. Questa la riflessione del gesuita che guida il mensile di piazza San Fedele, nominato da papa Francesco prima segretario speciale del Sinodo sui giovani, poi consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi.

La Chiesa italiana, attraverso le parole del presidente della Cei, cardinale Bassetti, invita con forza a una nuova presenza di laici cattolici nella politica. Come comprende questo invito?
Si tratta di un appello ricorrente: la Chiesa sa quanto è importante un concreto impegno per il bene comune e non vuole tirarsi indietro. Oggi è fondamentale che sia rivolto soprattutto ai giovani e siano loro a rispondere. La democrazia infatti sta cambiando perché rispecchia una cultura in continuo mutamento. Dopo l’irruzione dei social media, si prepara quella dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi. Non investirà solo l’economia e il mondo del lavoro, ma anche i circuiti di formazione e aggregazione del consenso. Serve anche un dialogo tra generazioni riguardo alla democrazia, come quello che sta portando avanti il Forum nazionale di etica civile di Firenze, attraverso il quale la tradizione e il passato siano una radice generativa dell’impegno e non un ostacolo.

18 novembre 2019

Migranti, Eurispes: sovrastimata la presenza degli stranieri in Italia

I media influenzano l'orientamento. Per il 35% si tratta del 16%, per il 25,4% addirittura del 24, come a dire: un residente su quattro in Italia non è italiano. In realtà, l'incidenza di stranieri sulla popolazione è all'8%.

"Il ruolo dei media nell'influenzare, quando non plasmare almeno parzialmente, l'orientamento degli italiani sembra decisivo soprattutto nell'ambito di temi che toccano la sfera emotiva, esaltando paure, ma anche pregiudizi e sospetti". Lo ha detto Gian Maria Fara, presidente di Eurispes, in occasione dell'incontro "Immigrazione, è ora di voltare pagina", organizzato a Napoli dal Gruppo dell'alleanza progressista Socialisti e democratici al Parlamento europeo.

"Solo il 28,9% degli italiani indica correttamente l'incidenza di stranieri sulla popolazione all'8% - ha spiegato Fara - Un italiano su 10 sottostima la presenza straniera, indicandola al 3%". "Più della metà del campione sovrastima la presenza di immigrati nel nostro Paese - ha proseguito - per il 35% si tratterebbe del 16%, per il 25,4% addirittura del 24%, come a dire c'è un residente su quattro in Italia sarebbe non italiano". "La comunicazione mediatica - ha concluso -  sembra avere esaltato, nella percezione della maggioranza dei cittadini, l'incidenza degli stranieri".

"Molto raramente le questioni costantemente sotto l'obiettivo di televisioni, giornali e social network - ha aggiunto Gian Maria Fara - non vengono di riflesso sentite dei cittadini come cruciali, crescenti, spesso emergenziali". "È una influenza che non risulta identica su ogni individuo - ha aggiunto - né certamente è avulsa dal personale bagaglio cognitivo ed esperienze". Nell'ultima indagine realizzata da Eurispes, sul tema dei migranti relativa al 2018, è stato chiesto ai cittadini di valutare una serie di fenomeni messi in evidenza delle informazioni veicolate dal media. Dall'indagine è emerso che gli stranieri residenti in Italia sono oltre 5 milioni pari a circa l'8% della popolazione residente. Se agli stranieri regolari si sommano quelli non regolari, stimabili intorno alle 500/800.000 unità, si arriva, in base alla ricerca, al massimo di una incidenza del 10% sulla popolazione.

tratto da RaiNews

14 novembre 2019

IL FOSSATO ATTORNO A MILANO SI RIEMPIE CON LA VISIONE, NON CON LE RISORSE

di PIETRO BUSSOLATI -  Gli Stati Generali

Il fossato tra Milano e il resto d’Italia di cui ha parlato il Ministro Provenzano, riaprendo un dibattito cruciale per il centrosinistra nei prossimi anni, si deve colmare ma riconoscerne l’esistenza è un primo passo per poter superare la dicotomia dello sviluppo tra le grandi città ed i piccoli centri.

In seguito alla dichiarazione del Ministro, Viesti ha rincarato la dose, con ragionamenti che ritengo del tutto sbagliati, sostenendo infatti che lo sviluppo di Milano derivi da una distrazione di risorse e attenzioni che andrebbero riservate al resto d’Italia e citando a titolo di esempio l’alta velocità e Human Technopole (l’eredità fisica di Expo).

Anche l’autorevole TheGuardian ha affrontato il tema in un articolo dove affronta lo stesso argomento.

Andiamo con ordine rispetto ai rilievi che vengono posti: Milano “ruba” sviluppo ai territori circostanti? In alcun modo no, nel senso che le fabbriche e i capannoni che hanno garantito crescita a basso capitale investito in tante realtà settentrionali non sono attratte dalla città, ma sono superate da un modello di sviluppo che premia la rapidità di connessione economica (e quindi sociale). Rispetto agli investimenti in capitale privato non è affatto vero che Milano sottrae al territorio circostante contenuti replicabili altrove, non si sono spostati i capannoni dalla provincia alla città ma il terziario avanzato si è affermato come traino economico senza eguali.

Si tratta di un fenomeno difficilmente arrestabile, l’80% degli europei vivrà in grandi agglomerati urbani nel 2050 e questo riguarda anche l’Italia. Il motivo è che le connessioni economiche, fisiche e sociali nelle grandi città portano alla costruzione di meta distretti, spesso di natura digitale, sempre più competitivi.

12 novembre 2019

Come si crea online una campagna di disinformazione

di Gigio Rancilio - Avvenire.it

Ormai dovremmo averlo capito: viviamo nell'era della manipolazione. Tutto ormai può essere distorto. Fatti, pensieri, opinioni, voci e persino interviste video possono essere manipolate con facilità per trasformarle in armi politiche o anche solo di “distrazione di massa”. Già, ma come si crea una campagna digitale di disinformazione? Cioè, come si usano le piattaforme social e i siti di notizie, veri o creati ad hoc, per screditare un avversario politico o per veicolare un'informazione falsa in modo che faccia pendere l'opinione pubblica verso una certa parte?

A queste domande ha provato a rispondere una ricerca del centro studi Data & Society (la trovate qui https://tinyurl.com/y34tyvhg). Lo scenario preso in esame è quello americano, ma le tecniche illustrate sono le stesse che vengono usate anche da noi e in altri 70 Paesi del mondo, nei quali – come abbiamo raccontato qualche settimana fa https://tinyurl.com/yy64yc5o – i social vengono usati per per manipolare l'opinione pubblica. Un allarme rilanciato anche dal rapporto Freedom on the net https://tinyurl.com/y4snxqem che registra una sensibile diminuzione della libertà su Internet: “Quella che una volta era una tecnologia liberatrice è diventata un canale per la sorveglianza e la manipolazione elettorale”.

11 novembre 2019

Il ministro Franceschini ripristina i 25 milioni per il museo dell'Ebraismo di Ferrara

"Lo dobbiamo a Liliana Segre e a quello che rappresenta"

FERRARA - Cancellati dal precedente governo, sono stati ripristinati oggi (9 novembre 2019) dal Mibact con 25 milioni di euro i finanziamenti per il Meis, il museo dell'ebraismo di Ferrara: lo annuncia il ministro della cultura Dario Franceschini. "Lo dobbiamo a Liliana Segre - dice - a lei personalmente e a quello che rappresenta. La conoscenza è il migliore antidoto contro odio e intolleranza".

Fu la stessa Liliana Segre, la scorsa primavera, la prima firmataria di una interrogazione urgente al governo Conte 1, in cui si sottolineava come il museo sia un'opera "di valore internazionale" in riferimento alla storia e alla presenza degli ebrei nel nostro Paese, "sebbene il Governo non lo voglia riconoscere o lo voglia addirittura occultare". L'allora ministro Alberto Bonisoli aveva replicato accusando l'allora giunta di centrosinistra di Ferrara di "strumentalizzazione": Questi soldi - si apprende da fonti dal Collegio Romano - non sono del Mibac e sarebbero andati persi. Invece il ministro ha garantito che quando sarà possibile aprire un cantiere, e questo avverrà solo in concomitanza con il termine dei lavori del secondo lotto che stanno per cominciare, i soldi ci saranno e partirà il bando".

Franceschini ricorda oggi come "Il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah è stato istituito con una legge dal Parlamento nel 2003. Durante lo scorso governo era saltato il finanziamento di 25 mln di euro necessario per il completamento del Museo. Ma un'idea così importante non si può lasciare a metà ecco perché attraverso una rimodulazione dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione del Ministero, abbiamo recuperato il finanziamento che era stato cancellato".

8 novembre 2019

Comunicato stampa del circolo del Partito Democratico di Sovico

Trasmettiamo il Comunicato stampa del circolo del Partito Democratico di Sovico
Necessario e doveroso sostegno.

Sovico merita di più, non sicuramente questo fango che in poche ore ha sommerso il nostro paese in una diffusione mediatica imponente. Una “mamma grida "negro di m." a un bambino in campo, durante l'incontro tra l'Aurora Desio Calcio e la Sovicese”. Non più di qualche mese fa abbiamo assistito a delle svastiche disegnate in piazza davanti alla chiesa e in altri punti del nostro paese. Questo è ciò che non avremmo mai voluto vedere e leggere. Il razzismo è il peggio che l’essere umano può esprimere. Il preconcetto e l’esclusione di altri esseri umani su basi etniche, culturali o religiose è quanto di più gretto e abbietto si possa rilevare. Quando questo accade nel campetto di calcio del tuo paese quando giocano dei bambini si avverte un senso di rabbia mista a delusione. Forse qualcuno, visto il clima, si sente autorizzato a esternare il peggio prima nascosto per vergogna
Questi fatti meritano i riflettori, la condanna senza sottovalutazioni prima di tutto da parte delle istituzioni locali, la comunità sovicese subisce un danno e un giudizio che non le appartiene, il razzismo non è nelle nostre radici.
Partito Democratico circolo di Sovico

6 novembre 2019

Biglietto Unico, mozione Pd a MONZA

Lamperti: "Allevi e Arena poco coraggiosi" 
Scritto da Redazione PD-MONZA

Ancora la vicenda del biglietto unico a tenere banco. Marco Lamperti, consigliere monzese del Partito Democratico ha le idee piuttosto chiare e spiega perché ha presentato una mozione, a forma dell'intero gruppo democratico, sulla questione in difesa dei cittadini (monzesi e non) che tutti i giorni utilizzano il treno per recarsi sul luogo di lavoro.
Scrive Lamperti. "Comprendo che per criticare i compagni di partito che amministrano Regione Lombardia serva un po’ di coraggio, ma qui l’amministrazione di Monza tra Dario  Allevi e Federico Arena non è che dimostri proprio di avere un cuor di leone.
Le compensazioni messe in atto dall’Assessore Terzi a seguito della vergognosa cancellazione di molti abbonamenti è una presa in giro nei confronti dei pendolari ed è finalizzata solo a fare cassa. La cancellazione poi del bonus ritardi è davvero la beffa suprema. Per questo la scorsa settimana ho presentato una mozione - a firma di tutto il Gruppo del PD - che denuncia tutto questo e chiede al Comune di Monza di difendere i cittadini pendolari."

5 novembre 2019

Migranti. La strategia dei «porti chiusi» non ha ridotto partenze e morti

sabato 2 novembre 2019 - Avvenire.it
Michele Cantarella  - Ricercatore di Economia all’Università di Modena e Reggio Emilia

Uno studio dimostra l'inefficacia della politica di deterrenza nel Mediterraneo. I costi «umani» da Minniti a Salvini
 
Nel corso degli ultimi anni, guerre e disordini in Medio Oriente e Africa hanno generato un flusso di rifugiati verso l’Europa d’intensità senza precedenti, molti dei quali hanno tentato di raggiungere le nostre coste attraversando il Mediterraneo: percorrendo le tre tratte, in ordine di intensità, del Mediterraneo centrale, verso Italia e Malta, occidentale, verso la Spagna, ed infine orientale, verso Grecia e Cipro. Questo è ben lungi dall’essere un viaggio sicuro, come testimoniato dalle innumerevoli e ininterrotte tragedie in mare. L’attraversamento del Mediterraneo, infatti, non è solo il modo più veloce per raggiungere le coste europee (spesso è necessario meno di un giorno di navigazione per raggiungere la destinazione) ma, per molti richiedenti asilo, questa è spesso anche l’unica alternativa.

In effetti, l’evoluzione della crisi di profughi e migranti in un disastro umanitario ha dominato il discorso politico e creato non pochi attriti tra gli Stati membri dell’Ue (e all’interno dei Paesi: basti pensare allo scambio di accuse sui dati degli ultimi sbarchi tra l’attuale ministro dell’Interno Lamorgese e il suo predecessore Salvini). Mentre le Ong hanno tentato di sopperire con mezzi propri alle mancanze nazionali ed intergovernative, gli Stati membri dell’area mediterranea si sono trovati ad affrontare, per lo più da soli, un problema a cui linee di pensiero diverse hanno dato risposte contrastanti: da un lato, abbiamo l’approccio idealista, a difesa dell’obbligo morale al soccorso; dall’altro, un approccio, che si potrebbe definire realista, a sostegno della tesi per cui la riduzione dei soccorsi ridurrebbe gli sbarchi e, di riflesso, anche le morti.

4 novembre 2019

Buone pratiche per invertire la rotta

Riportiamo un contributo tratto dalla rivista 
"SCARP DE TENNIS" utile a concretizzare ciò che in molti di noi sembra essere una realtà lontana e teorica.
Realizzata in Italia, in Trentino a pochi chilometri da Sulbiate, in una zona agricola, e quindi applicabile anche a noi.













29 ottobre 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Se due anni vi sembran pochi

A due anni dal referendum sull'autonomia, francamente, era lecito attendersi qualcosa di più.
La lega in Consiglio regionale ha inteso celebrare l'evento con un flash mob, così si definiscono oggi le sceneggiate che si mettono in atto in mancanza di argomenti su cui puntare dal punto di vista politico, a base di magliette. La sensazione è che in 2 anni non si sia fatto un solo passo avanti e che la Lega sia sempre alla ricerca di qualche nemico per tentare di giustificare i propri insuccessi lungo il percorso dell'autonomia. Il nemico di giornata è stato il ministro Boccia, accusato di voler bloccare l'autonomia e impegnato, in realtà, nella ricostruzione di un percorso che i 14 mesi del governo giallo-verde hanno messo fortemente in discussione. L'unico obiettivo raggiunto dalla Lega di governo è quello di rendere antipatica l'autonomia alla maggior parte degli italiani: ora per il ministro Boccia, c'è il problema di ricostruire una credibilità di un percorso che è stato fortemente minato dalle velleità di una Lega assolutamente inconcludente, come inconcludente pare anche essere la prospettiva con la quale ci si sta muovendo in Lombardia. Il Presidente Fontana non ha trovato nulla di meglio da dire agli stakeholders riuniti nel Tavolo per lo sviluppo che un generico, “diminuiremo la pressione fiscale”. Il classico passepartout valido per tutte le stagioni per un centro-destra che non hai idee e non ha alcuna prospettiva per una regione che dovrebbe trainare tutta l'Italia e pare solo al traino di una propaganda ormai stucchevole e sterile.

26 ottobre 2019

Servizio Civile Universale, approvato il Piano triennale 2020-2022

«Sono particolarmente soddisfatto dell’esito del paziente e impegnativo lavoro che abbiamo condotto in questi mesi», ha commentato il Ministro Vincenzo Spadafora, 
«e non solo  perché siamo finalmente giunti alla realizzazione del Piano triennale 2020-2022 e del Piano annuale 2020, che aspettavano da troppo tempo di venire alla luce, ma soprattutto per il metodo con cui abbiamo scelto di procedere. Anche nei momenti di discussione più intensi, quando si è trattato di trovare i giusti equilibri tra le esigenze di ciascuno, ci siamo ritrovati nell’approccio costruttivo e propositivo che deve necessariamente animare un mondo come il nostro. Nei prossimi giorni, quando verranno pubblicati i documenti approvati, si potrà apprezzare lo sforzo compiuto per contemperare le priorità del Paese, le esigenze dei territori, la capacità progettuale degli enti, la necessità di garantire un’esperienza di servizio civile che sia effettivamente formativa per i giovani e che ne valorizzi le competenze, e l’opportunità di rafforzare il sistema servizio civile nel suo complesso».

22 ottobre 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Che cosa pensano i pendolari quando viaggiano

Che cosa pensa un pendolare mentre calcola il ritardo del treno su cui viaggia per capire se e quando riuscirà arrivare al lavoro? Probabilmente al fatto che l’80 e passa per cento dei convogli in Lombardia sta viaggiando in orario. E probabilmente sorride soddisfatto. Questa pare l’opinione di chi ha la responsabilità politica del trasporto ferroviario lombardo. Ritardi, cancellazioni e disagi sui treni si possono senza alcun dubbio spiegare dal punto di vista tecnico, ma non basta: nel momento in cui un cittadino acquista un biglietto o, meglio ancora, un abbonamento, stipula un contratto con chi gestisce il servizio per conto della regione e ha il diritto di vederne rispettate le condizioni. Se il contratto non viene onorato, viene meno la fiducia tra le parti e per la politica questo è particolarmente grave. Ma non pare che chi governa da decenni la Lombardia se ne dia più di tanta pena.
I tecnici non possono fare miracoli se non hanno indicazioni e prospettive chiare e sostenibili da chi ha la responsabilità politica di programmare il servizio. Anni di mancati investimenti e di scarsa manutenzione delle infrastrutture hanno portato a una situazione difficile, anche a fronte della crescente domanda di trasporto pubblico. La mancanza di programmazione è il più grave errore che la politica può fare.
Per questo il Partito Democratico sarà nelle stazioni e nelle piazze per chiedere un servizio ferroviario più adeguato. Invece di difendere l’indifendibile, Regione Lombardia dovrebbe chiedere scusa ai pendolari e ammettere i propri errori.

20 ottobre 2019

Fermate il massacro del popolo curdo

L'appello di Roberto Saviano per Repubblica, firmato da intellettuali e premi Nobel, in difesa degli abitanti del Nord della Siria attaccati da giorni dalle forze militari turche. Con un impegno: "Non possiamo abbandonare i curdi al loro destino" 
di ROBERTO SAVIANO

In Turchia la parola guerra è vietata: Erdogan e i suoi seguaci hanno attaccato i civili curdi ma hanno chiamato l'invasione militare "operazione": anzi, Operazione Fonte di Pace, con uno sfacciato disprezzo della verità.

Chi parla di guerra dunque è un traditore. Per le poche voci libere in Turchia ci sono ritorsioni atroci, carcere, diffamazione, morte civile. Non è permessa alcuna dissidenza. Il massacro dei curdi, la cancellazione della loro indipendenza, dei loro diritti, dei loro sogni, è presentata da Erdogan come una necessità vitale per il popolo turco.
Ecco, contro tutto questo, contro il racconto falso della realtà l'Europa deve essere unita, forte e coesa. Non possiamo abbandonare i curdi al loro destino. Dopo il tradimento di Trump, l'Europa è l'unico argine possibile per il presente e il futuro.

La causa curda ci riguarda perché le guerre si combattono con armi fabbricate e vendute da noi (tardiva anche se necessaria la presa di posizione dei ministri contro la vendita delle armi), ci riguarda perché i curdi sono stati gli unici in grado di fermare l'avanzata di Isis, ci riguarda perché
la Turchia riceve soldi dall'Europa per fermare i migranti siriani.

Tutto questo ci riguarda perché l'Europa, che qualcuno vorrebbe distruggere, deve dimostrare di esistere come entità politica, territoriale, economica e soprattutto culturale. Un luogo in cui la democrazia esiste e, per quanto in pericolo, resiste.

Hanno promosso l'appello:
Svetlana Aleksievic    Fernando Aramburu    Marc Augé   Martin Caparros    Annie Ernaux
Elena Ferrante  Eugenio Scalfari    Bernard-Henry Levy   Hanif Kureishi   Herta Mueller
Salman Rushdie   Luis Sepúlveda    Mario Vargas Llosa Levante   Alessio Boni   Irvine Welsh
Catherine Dunne Valeria Luiselli   Erri De Luca   Gino Strada   Cecilia Strada
Francesco Vignarca (portavoce Rete Disarmo)



Dal PD avanti tutta per il progetto della metro fino a Vimercate

Con un incontro che ha visto coinvolti i rappresentanti a tutti i livelli del Partito Democratico in Parlamento, Consiglio Regionale, Provincia e dei Comuni coinvolti di Brugherio, Agrate, Concorezzo e Vimercate il 7 ottobre 2019 è emersa una solida condivisione del sostegno al nuovo progetto di collegamento tra Cologno Nord e Vimercate.

Ridurre i costi, accelerare i tempi di realizzazione, garantire un numero di fermate che permetta il collegamento anche tra i comuni e i principali punti attrattivi di lavoro e di aggregazione, garantire frequenza e velocità dei collegamenti.

Questi gli elementi chiave che porteranno a una scelta progettuale che deve avvenire entro ottobre per poter partecipare ai bandi di finanziamento e avere un obiettivo di realizzazione breve, magari collegato alle olimpiadi invernali.

Ci sono tutte le condizioni perché questo sia una delle due priorità sostenute anche dal Comune di Milano. La condivisione tra i diversi enti coinvolti e anche la trasversalità del sostegno politico sono uno dei punti di forza del progetto.

Dalla riunione, tenuta ed organizzata lunedì sera dalla Federazione Provinciale del PD di Monza e Brianza esce anche la divisione dei compiti che vedrà tutti i presenti coinvolti a sollecitare i propri livelli di governo, dal senatore Rampi, al Consigliere Ponti, ai Sindaci fino all'Assessore Granelli che, ancora una volta ha dimostrato disponibilità e concretezza.

19 ottobre 2019

La Lega attacca il PD e i sindaci per coprire il suo fallimento sui trasporti

Gettare fumo negli occhi: è quanto sta facendo la Lega per cercare di gestire le innumerevoli proteste dei 25.000 pendolari ferroviari che dal 1 ottobre si ritrovano un aumento del 40% per lo stesso inqualificabile servizio. È di ieri l’ultimo tentativo, ai limiti della spudoratezza, di cercare di addossare la responsabilità degli aumenti al Partito Democratico e ai sindaci del centrosinistra, a partire da quello di Milano Beppe Sala per arrivare a quelli della nostra provincia, in particolare a Roberto Corti, Alberto Rossi e Roberto Invernizzi, già Presidente della Provincia di Monza Brianza.

Facciamo chiarezza: grazie al lavoro degli amministratori locali e dell'agenzia di bacino, dal 15 luglio è in vigore la tariffazione integrata per i trasporti pubblici, che consente semplificazione e notevoli risparmi a chi utilizza treno, metropolitana, bus e tram in tutta la Città Metropolitana, nella Provincia di Monza Brianza e nel nord di quella di Lodi. Misura che aiuta notevolmente dal punto di vista economico i pendolari che tutti i giorni raggiungono Milano per studio o lavoro, e che infatti ha visto il sostegno convinto del Partito Democratico e di vari sindaci di centrosinistra della nostra provincia. Peccato che il 31 luglio, con una mossa a sorpresa in piena estate, la Lega in Regione Lombardia abbia deliberato che non fosse più possibile acquistare gli abbonamenti solo ferroviari da parte di chi invece del bus o della metro non ha bisogno: questo significa per chi utilizza solo il treno un aumento fino al 40% del costo dell’abbonamento. Il tutto a fronte dello stesso servizio ai limiti della decenza che da anni siamo costretti a vedere.

A fronte delle proteste crescenti e dopo un goffo tentativo da parte di Trenord di rimediare al danno proponendo farraginose procedure per fantomatici rimborsi, la Lega – al governo in Lombardia da 25 anni con i disastrosi risultati che vediamo sia nei trasporti sia in sanità - non trova di meglio da fare che attaccare il Partito Democratico e i sindaci protagonisti.

Da parte nostra, solidarietà ai sindaci attaccati, che hanno lavorato per il bene dei pendolari brianzoli a differenza della Lega che ha aumentato le tariffe del 40% e non fa nulla per migliorare il servizio, e l’impegno a tutti i livelli per cancellare questa ingiustizia.

Federazione provinciale PD di Monza e della Brianza

Una raccolta firme per dire basta a Trenord


18 ottobre 2019

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Martedì, 15 Ottobre 2019

IL TAGLIO DELLE POLTRONE
L’aspetto più negativo, a mio avviso, della legge con cui è stato ridotto il numero dei parlamentari è la sua “narrazione”. Il solo motivo che ne avrebbe potuto motivare l’opportunità, cioè il rendere più efficienti i lavori delle Camere, non è stato per nulla considerato. Forse lo sarà attraverso la riforma dei regolamenti parlamentari, certamente non con la differenziazione delle funzioni nè col superamento del bicameralismo perfetto. Tutto è stato ridotto alla mera ragione economica: un risparmio poco più che simbolico facilmente ottenibile in altro modo. Ma il punto è proprio questo: ai 5 stelle importava il simbolo, tanto da averlo preteso quale precondizione dell’accordo di governo. E l’equazione seggio parlamentare = poltrona è simbolo manifesto di cultura antiparlamentare, populista, in sintesi antidemocratica. Purtroppo questa è la cultura di fondo ancora prevalente tra i pentastellati: spero che il mio partito dopo aver dovuto bere l’amaro calice ora sappia arginare nuove derive.

15 ottobre 2019

Fermiamoli. Stop alla guerra. Solidarietà con il popolo curdo


Una fiaccolata di solidarietà con il popolo curdo e contro l’offensiva siriana martedì 15 ottobre alle ore 19 al Pantheon: a lanciare l’appello sono forze politiche e sociali, dal Pd a +Europa, da Carlo Calenda ad Articolo 1.

Fermiamoli. Stop alla guerra. Solidarietà con il popolo curdo“, viene spiegato nell’appello: “L’offensiva turca contro il Kurdistan siriano è inaccettabile e rischia di far precipitare la Siria in una nuova spirale di violenze, insicurezza e distruzione che sta già causando i primi morti e migliaia di profughi.

“I curdi”, sottolineano i promotori, “in questi anni sono stati una delle forze sul campo che hanno fermato e sconfitto Daesh e hanno stabilizzato e pacificato il nord-est della Siria. Un attacco ingiustificato contro di loro è inconcepibile e va fermato.

In gioco non c’è solo il futuro di un paese, la Siria, che ha già sofferto troppo, c’è anche la stabilità della regione e la lotta contro il terrorismo di Daesh.

Il voltafaccia del presidente Trump che ha abbandonato le forze curde e il ricatto di Erdogan non devono spaventarci. L’Europa deve rispondere unita e con fermezza a una azione sconsiderata”.

Di qui l’invito: “Scendiamo in piazza al fianco del popolo curdo per dire no alla guerra e per chiedere che l’Italia, insieme agli alleati europei, faccia il possibile nelle sedi europee, NATO e ONU per fermare questa invasione, evitare il disastro umanitario e i rischi di sicurezza.

14 ottobre 2019

Milano scende in piazza al fianco del popolo curdo!


LUNEDI 14 OTTOBRE ORE 18,00
CONSOLARO DI TURCHIA
VIA ANTONIO CANOVA 36 - MILANO

La Turchia ha invaso il nordest della Siria.
Mentre il presidente Trump volta le spalle al popolo curdo, che in questi anni è diventato simbolo mondiale di Resistenza e sconfitto l'Isis in un Paese martoriato dalla guerra sacrificando tantissime vite, Erdogan invade Rojava, la regione curda siriana.
Le parole del presidente americano usate per giustificare l'invasione turca offendono il popolo curdo e il ricatto di Erdogan - che minaccia di utilizzare i profughi come arma per costringere l'Europa a non intervenire - è meschino.
Tutto questo deve essere fermato!

L'Italia, l'Europa e gli organismi internazionali non possono restare indifferenti: si metta in campo ogni sforzo possibile per bloccare l'invasione della Turchia in Siria.
Fermatevi!

Roberto Cenati
Presidente ANPI Comitato Provinciale di Milano

12 ottobre 2019

Trattativa con i trafficanti libici, piovono interrogazioni e richieste di una commissione d'inchiesta

Arrivano smentite sul ruolo di governo e servizi italiani
By Umberto De Giovannangeli - HuffPost 

La “Trattativa segreta” agita le acque della politica italiana. “Dalla Libia a Mineo, il negoziato tra l’Italia e il boss”. L’inchiesta del giornalista de l’Avvenire Nello Scavo, documenta, con tanto di foto, l’incontro avvenuto l’11 maggio 2017 presso il Cara di Mineo, con la partecipazione, del “numero uno dei trafficanti di esseri umani, Bija, e delegati inviati dal Governo”. “Le numerose immagini ottenute da Avvenire attraverso una fonte ufficiale, documentano quella mattinata rimasta nel segreto – scrive Scavo -.  Accusato dall’Onu di essere uno dei più efferati trafficanti di uomini in Libia, padrone della vita e della morte nei campi di prigionia, autore di sparatorie in mare, sospettato di aver fatto affogare decine di persone, ritenuto a capo di una vera cupola mafiosa ramificata in ogni settore politico ed economico dell’area di Zawyah, aveva ottenuto un lasciapassare per entrare nel nostro Paese e venire accompagnato dalle autorità italiane a studiare ‘il modello Mineo’, da dove in questi anni sono passati oltre 30mila migranti. Accordi che proseguono anche adesso, nonostante le reiterate denunce delle Nazioni Unite“.

11 ottobre 2019

11 ottobre 2018 - 11 ottobre 2019


Ciao Gino
un anno fà ci hai lasciato e siamo rimasti un pò orfani.
Sarebbe istintivo piangerci addosso, ricordando situazioni del passato. 

Ma la prima cosa che ci hai insegnato è quella di andare sempre oltre e guardare al futuro!
Non ci si può fermare alle incomprensioni, alle diversità di vedute, anche se hai pagato di persona.
E' vero, siamo chiamati a costruire il futuro con passione, coerenza e determinazione, per rispetto ai giovani.
Cosa hai lasciato ai più giovani ?
Tante belle cose...
Non accontentiamoci delle informazioni approssimative, superficiali, ma ricerchiamo sempre la verità.
Non cerchiamo cose grandi da fare, perchè è nelle piccole e quotidiane che si costruisce il mondo migliore.
Ci hai insegnato che interessarsi degli altri, delle loro esigenze, delle loro difficoltà, è anche bello.
Certo il momento che stiamo vivendo, non aiuta: ma credere che comunque valga la pena, è fonte di speranza.
Grazie Gino per averci accompagnato lungo questa strada!

Migranti. Caso Bija, il sottosegretario Sibilia: «Ora verifiche su scambi con scafisti»

Angelo Picariello 
Intervista all'indomani della rivelazione di Avvenire: il trafficante di uomini libico seduto allo stesso tavolo degli 007 italiani. «Ma sui migranti il governo ha voltato pagina»
 
Grande risonanza sui media di tutto il mondo ha avuto l'inchiesta di Nello Scavo sulla presenza al Cara dei Mineo in Sicilia, l'11 maggio 2017, del trafficante di uomini libico Bija al tavolo dei negoziatori con gli 007 italiani. Obiettivo dell'incontro era "studiare il modello Mineo". L'Italia stava allora negoziando con le autorità libiche il blocco delle partenze di profughi e migranti. Bija, nel mirino dell'Onu per le sue attività di schiavista, è ancora tra i capi della Guardia costiera libica.

«Andremo certamente a fondo. La meritoria inchiesta giornalistica di Nello Scavo si riferisce al 2017, dovremo essere certi che non vi sia alcuno scambio con gli scafisti. Non è certo questa la maniera di risolvere la questione dei migranti irregolari». Parte subito con un impegno netto Carlo Sibilia, riconfermato sottosegretario all’Interno (lo era già nella gestione Salvini): eliminare anche solo i sospetti che vi siano trattative con chi traffica esseri umani.

«Ci stiamo adoperando in una direzione chiara, perché siano accelerate le procedure di rimpatrio di quanto non hanno diritto di stare nel nostro Paese. Adesso, con il nostro decreto, c’è uno strumento in più», afferma il sottosegretario. Che conferma, poi, il cambio di passo nell’approccio, prima ancora che nella normativa, avvenuto con l’arrivo al Viminale di Luciana Lamorgese: «Abbandonata la linea della propaganda i fatti ci stanno dando ragione. C’è chi ha deciso di scappare di fronte alle responsabilità e chi se le è assunte, neutralizzando l’aumento dell’Iva», è l’attacco di Sibilia a Salvini.

10 ottobre 2019

La trattativa nascosta. Dalla Libia a Mineo, il negoziato tra l'Italia e il boss

Nello Scavo - Avvenire.it
Le foto dell’incontro nel 2017 tra il numero uno dei trafficanti di esseri umani, Bija, e delegati inviati dal governo. Il viaggio del boss in Italia: Bija visitò altri centri migranti.

L’incontro di Mineo del maggio 2017 cui prese parte il trafficante libico Bija, l'unico con il volto non pixellato, a sinistra con la barba (foto Avvenire)

Quando il minibus coi vetri oscurati entra nel Cara di Mineo, solo in pochi conoscono la composizione della misteriosa delegazione da Tripoli. È l’11 maggio 2017. L’Italia sta negoziando con le autorità libiche il blocco delle partenze di profughi e migranti. Oggi sappiamo che quel giorno, senza lasciare traccia nei registri d’ingresso, alla riunione partecipò anche Abd al-Rahman al-Milad, il famigerato Bija. (IL PROFILO)

Le numerose immagini ottenute da Avvenire attraverso una fonte ufficiale, documentano quella mattinata rimasta nel segreto. Accusato dall’Onu di essere uno dei più efferati trafficanti di uomini in Libia, padrone della vita e della morte nei campi di prigionia, autore di sparatorie in mare, sospettato di aver fatto affogare decine di persone, ritenuto a capo di una vera cupola mafiosa ramificata in ogni settore politico ed economico dell’area di Zawyah, aveva ottenuto un lasciapassare per entrare nel nostro Paese e venire accompagnato dalle autorità italiane a studiare «il modello Mineo», da dove in questi anni sono passati oltre 30mila migranti. Accordi indicibili che proseguono anche adesso, nonostante le reiterate denunce delle Nazioni Unite.

All’incontro, partecipavano anche delegati nordafricani di alcune agenzie umanitarie internazionali, probabilmente ignari di trovarsi seduti a fianco di un signore della guerra dedito alle peggiori violazioni dei diritti umani. Non deve essere un caso se, pochi giorni dopo, le Nazioni Unite in un durissimo rapporto del Consiglio di sicurezza denunciavano: «Abd al-Rahman Milad (alias Bija) e altri membri della Guardia costiera sono direttamente coinvolti nell’affondamento di imbarcazioni migranti utilizzando armi da fuoco». Si chiede il congelamento dei beni e il divieto di viaggio di Bija al di fuori della Libia. Nel dossier quel nome viene citato per sei volte: «È il capo del ramo di Zawiyah della Guardia costiera. Ha ottenuto questa posizione grazie al supporto di Mohammad Koshlaf e Walid Koshlaf». Questi erano a capo della “Petroleum Facilities Guard”, controllavano la locale raffineria disponendo di una milizia di almeno duemila uomini.
Sembra impossibile che le autorità italiane non sapessero chi era l’uomo seduto al tavolo dello strano convegno.

9 ottobre 2019

Via libera al taglio dei parlamentari: tutto quello che c'è da sapere sulla riforma

Il disegno di legge costituzionale giunto al quarto e ultimo passaggio è stato approvato a larga maggioranza. Elimina di netto 345 seggi, riducendo a 400 i deputati e a 200 i senatori elettivi
di MONICA RUBINO (Repubblica) 08 ottobre 2019

La legge costituzionale sul taglio dei parlamentari è sbarcata in aula alla Camera è ha ottenuto il via libera definitivo con 553 Sì. Il provvedimento, cavallo di battaglia del M5s, punta a ridurre il numero dei deputati a 400 dagli attuali 630 e dei senatori a 200 dagli attuali 315: in tutto si tratta di 345 seggi eliminati di netto. Questo taglio decorrerà dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della riforma. Trattandosi di una proposta di legge di modifica della Costituzione, l'esame ha previsto quattro letture parlamentari (una doppia lettura conforme di Camera e Senato). Oggi per l'appunto c'è stato l'ultimo e definitivo passaggio del provvedimento.

A seguito della riforma, il numero degli abitanti per deputato aumenta da 96.006 a 151.210. Il numero di abitanti per ciascun senatore cresce da 188.424 a 302.420. Questo comporterà la necessità di ridisegnare i collegi con un'altra legge.

Nei successivi tre mesi, come recita l'articolo 138 della Costituzione, dal momento che la legge ha ottenuto la maggioranza assoluta dei due terzi alla seconda votazione soltanto alla Camera (e non al Senato), il testo può essere sottoposto a referendum confermativo. Il referendum può essere richiesto da un quinto dei membri di una Camera, da 500 mila elettori o da cinque consigli regionali. Se questo dovesse avvenire, si voterebbe a maggio-giugno 2020 e da lì, nel caso in cui il testo venisse confermato, scatterebbero i 60 giorni concessi al governo per ridisegnare i collegi.

Le forze di maggioranza hanno inoltre messo nero su bianco il documento sulle riforme che faranno da contrappeso al taglio degli eletti, con tanto di impegni concreti e precisi sui singoli interventi e scandito da un timing concordato, che si svilupperà attraverso tre step:

1-  entro il mese di ottobre, gli emendamenti da presentare al ddl costituzionale sul voto ai 18enni per l'elezione del Senato, all'esame di palazzo Madama.

2-  entro dicembre, la riforma costituzionale per modificare la platea che elegge il presidente della Repubblica, con la riduzione dei delegati regionali, e la modifica dell'elezione del Senato non più a base regionale.

3- sempre entro l'anno, l'avvio della riforma elettorale. La maggioranza, cioè M5S, Pd, Italia Viva e Leu, si è impegnata a bilanciare il taglio dei parlamentari con una nuova legge elettorale da presentare entro dicembre. Si va verso un sistema elettorale proporzionale corretto, con premio di maggioranza per garantire la governabilità. Mentre Matteo Salvini ha depositato in Cassazione il quesito per un referendum per introdurre un maggioritario spinto.