2 ottobre 2018

Ecatombe in Indonesia, oltre 1200 morti tra tsunami e terremoto

Si aggrava ancora il bilancio delle vittime, sepolte in fosse comuni. Nel paese è il caos: migliaia di detenuti evasi e 600mila bimbi alla fame. La polizia non ferma gli sfollati che saccheggiano i negozi a caccia di cibo e acqua. L’Ue stanzia 1,5 milioni per l’emergenza
di Giuseppe Gaetano - Corriere della sera

Continua a salire il bilancio delle vittime in Indonesia: l’agenzia nazionale per i disastri comunica che, a quattro giorni dal terremoto di magnitudo 7.5 e dal successivo tsunami, sono 1.234 i morti accertati. Si tratta comunque di cifre destinate a salire visto che molte zone isolate restano ancora irraggiungibili per i soccorsi e che ci sono 800 feriti gravi. Nonostante la mancanza di attrezzature e le difficoltà di comunicazione, si continua a scavare a Palu e Dongala, le due cittadine costiere ridotte a cumuli di detriti, ma non ci sono molte speranze di trovare sopravvissuti sotto le macerie. I volontari sotterrano i cadaveri in gigantesche fosse comuni: sono alti, infatti, i rischi sanitari causati dai corpi in decomposizione. Circa 1.200 detenuti sono scappati via da tre carceri durante il sisma, ed è scattato anche il fenomeno sciacallaggio: i pochi negozi rimasti in piedi sono saccheggiati dalla popolazione affamata e la polizia, consapevole della disperazione, non interviene per fermarla.