9 maggio 2018

Impastato, 40 anni dall’uccisione la sua voce è più viva che mai

Peppino Impastato aveva trent’anni quando quarant’anni fa, il 9 maggio del 1978, venne trovato morto, dilaniato da 4 kg di tritolo sui binari della linea Palermo-Trapani, dove il suo corpo fu portato già privo di vita.

Peppino era l’anima di Radio Aut, l’emittente che da Cinisi, il paese del boss Gaetano Badalamenti, denunciava a voce alta la potente mafia locale, quella che all’epoca si nutriva soprattutto di omertà, sbeffeggiandola e rivelandone crimini, soprusi e affari illeciti.

Ma Peppino era anche un militante di Democrazia proletaria – era tra i candidati al consiglio comunale alle elezioni che si sarebbero svolte di lì a una settimana -. E tanto bastò agli inquirenti che si occuparono del caso, il maggiore dei carabinieri Antonio Subranni – oggi condannato nel processo sulla trattativa Stato-mafia – e il maresciallo Alfonso Travali, per archiviare quella morte come un fallito attentato, o al massimo un suicidio.

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Aldo Moro e la lezione del dialogo oltre le ideologie


Quarant’anni dalla morte di Aldo Moro, uno dei più grandi riformisti della storia italiana. Dopo cinquantacinque giorni di martirio il 9 maggio 1978 ha pagato con la vita l’impegno al servizio dell’Italia. Intellettuale e professore universitario in “prestito” alla politica, la sua visione resta a tutt’oggi fra le più significative.

Tante parole sono state scritte, perché immenso è stato il contributo di pensiero di Aldo Moro. Personalmente desidero ricordare uno dei “padri costituenti” con questa meravigliosa fotografia. Un’immagine presente anche in tanti circoli del Pd capace ancora di fare battere il cuore. La stretta di mano insieme a un altro gigante della storia, Enrico Berlinguer.