3 dicembre 2014

Il parere di Pippo Civati

Per seguire Pippo Civati sul suo blog CLICCA QUI!!!!

Il gioco dell’oca (selvaggia)

Allora, ricapitoliamo: due anni fa non si riuscì a fare un governo per approvare una nuova legge elettorale e alcune poche cose con il sostegno (anche esterno) dei 5s e se ne fece uno con Berlusconi (molto interno) per fare anche la riforma della Costituzione, sanare i problemi economici del Paese (sì, ciao) e fare un sacco di riforme bipartisan grazie alla collaborazione feconda degli avversari di sempre.
Per questa ragione soprattutto fu rieletto il Presidente della Repubblica uscente, cosa mai accaduta prima, con una sorta di mandato a tempo, collegato appunto alla riforma della Costituzione (con una curiosa inversione, perché il mandato del Presidente della Repubblica è così lungo proprio perché sia libero e non strettamente vincolato alla contingenza politica). L’obiettivo della riforma della Costituzione ci aveva portato a immaginare un governo che stesse in carica per due anni, per portare al voto il Paese nel 2015, anno in cui il Presidente rieletto si sarebbe – indicativamente – dimesso (l’aveva spiegato, tra applausi scroscianti, il giorno dell’insediamento, con un’altra inversione: o fate le riforme, o me ne vado: «Ma ho il dovere di essere franco : se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese»).
I grillini non si erano fidati e non si fidarono (a parte alcuni di loro che votarono Grasso e forse Prodi), il Pd scelse di seguire le decisioni prese in segreto dai 101 (che ci sono ancora e secondo me sono pure aumentati) ed eccoci qui.
Poi certo Berlusconi decadde, il Pd esultò, due mesi dopo esultò nell’ospitarlo al Nazareno, poi votammo di corsa – ma in una sola camera – la legge elettorale, senza poter cambiare nulla, perché vigeva il patto, poi votammo di corsa la riforma del Senato – ma anche in questo caso in una sola camera.