29 ottobre 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Se due anni vi sembran pochi

A due anni dal referendum sull'autonomia, francamente, era lecito attendersi qualcosa di più.
La lega in Consiglio regionale ha inteso celebrare l'evento con un flash mob, così si definiscono oggi le sceneggiate che si mettono in atto in mancanza di argomenti su cui puntare dal punto di vista politico, a base di magliette. La sensazione è che in 2 anni non si sia fatto un solo passo avanti e che la Lega sia sempre alla ricerca di qualche nemico per tentare di giustificare i propri insuccessi lungo il percorso dell'autonomia. Il nemico di giornata è stato il ministro Boccia, accusato di voler bloccare l'autonomia e impegnato, in realtà, nella ricostruzione di un percorso che i 14 mesi del governo giallo-verde hanno messo fortemente in discussione. L'unico obiettivo raggiunto dalla Lega di governo è quello di rendere antipatica l'autonomia alla maggior parte degli italiani: ora per il ministro Boccia, c'è il problema di ricostruire una credibilità di un percorso che è stato fortemente minato dalle velleità di una Lega assolutamente inconcludente, come inconcludente pare anche essere la prospettiva con la quale ci si sta muovendo in Lombardia. Il Presidente Fontana non ha trovato nulla di meglio da dire agli stakeholders riuniti nel Tavolo per lo sviluppo che un generico, “diminuiremo la pressione fiscale”. Il classico passepartout valido per tutte le stagioni per un centro-destra che non hai idee e non ha alcuna prospettiva per una regione che dovrebbe trainare tutta l'Italia e pare solo al traino di una propaganda ormai stucchevole e sterile.

26 ottobre 2019

Servizio Civile Universale, approvato il Piano triennale 2020-2022

«Sono particolarmente soddisfatto dell’esito del paziente e impegnativo lavoro che abbiamo condotto in questi mesi», ha commentato il Ministro Vincenzo Spadafora, 
«e non solo  perché siamo finalmente giunti alla realizzazione del Piano triennale 2020-2022 e del Piano annuale 2020, che aspettavano da troppo tempo di venire alla luce, ma soprattutto per il metodo con cui abbiamo scelto di procedere. Anche nei momenti di discussione più intensi, quando si è trattato di trovare i giusti equilibri tra le esigenze di ciascuno, ci siamo ritrovati nell’approccio costruttivo e propositivo che deve necessariamente animare un mondo come il nostro. Nei prossimi giorni, quando verranno pubblicati i documenti approvati, si potrà apprezzare lo sforzo compiuto per contemperare le priorità del Paese, le esigenze dei territori, la capacità progettuale degli enti, la necessità di garantire un’esperienza di servizio civile che sia effettivamente formativa per i giovani e che ne valorizzi le competenze, e l’opportunità di rafforzare il sistema servizio civile nel suo complesso».

22 ottobre 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Che cosa pensano i pendolari quando viaggiano

Che cosa pensa un pendolare mentre calcola il ritardo del treno su cui viaggia per capire se e quando riuscirà arrivare al lavoro? Probabilmente al fatto che l’80 e passa per cento dei convogli in Lombardia sta viaggiando in orario. E probabilmente sorride soddisfatto. Questa pare l’opinione di chi ha la responsabilità politica del trasporto ferroviario lombardo. Ritardi, cancellazioni e disagi sui treni si possono senza alcun dubbio spiegare dal punto di vista tecnico, ma non basta: nel momento in cui un cittadino acquista un biglietto o, meglio ancora, un abbonamento, stipula un contratto con chi gestisce il servizio per conto della regione e ha il diritto di vederne rispettate le condizioni. Se il contratto non viene onorato, viene meno la fiducia tra le parti e per la politica questo è particolarmente grave. Ma non pare che chi governa da decenni la Lombardia se ne dia più di tanta pena.
I tecnici non possono fare miracoli se non hanno indicazioni e prospettive chiare e sostenibili da chi ha la responsabilità politica di programmare il servizio. Anni di mancati investimenti e di scarsa manutenzione delle infrastrutture hanno portato a una situazione difficile, anche a fronte della crescente domanda di trasporto pubblico. La mancanza di programmazione è il più grave errore che la politica può fare.
Per questo il Partito Democratico sarà nelle stazioni e nelle piazze per chiedere un servizio ferroviario più adeguato. Invece di difendere l’indifendibile, Regione Lombardia dovrebbe chiedere scusa ai pendolari e ammettere i propri errori.

20 ottobre 2019

Fermate il massacro del popolo curdo

L'appello di Roberto Saviano per Repubblica, firmato da intellettuali e premi Nobel, in difesa degli abitanti del Nord della Siria attaccati da giorni dalle forze militari turche. Con un impegno: "Non possiamo abbandonare i curdi al loro destino" 
di ROBERTO SAVIANO

In Turchia la parola guerra è vietata: Erdogan e i suoi seguaci hanno attaccato i civili curdi ma hanno chiamato l'invasione militare "operazione": anzi, Operazione Fonte di Pace, con uno sfacciato disprezzo della verità.

Chi parla di guerra dunque è un traditore. Per le poche voci libere in Turchia ci sono ritorsioni atroci, carcere, diffamazione, morte civile. Non è permessa alcuna dissidenza. Il massacro dei curdi, la cancellazione della loro indipendenza, dei loro diritti, dei loro sogni, è presentata da Erdogan come una necessità vitale per il popolo turco.
Ecco, contro tutto questo, contro il racconto falso della realtà l'Europa deve essere unita, forte e coesa. Non possiamo abbandonare i curdi al loro destino. Dopo il tradimento di Trump, l'Europa è l'unico argine possibile per il presente e il futuro.

La causa curda ci riguarda perché le guerre si combattono con armi fabbricate e vendute da noi (tardiva anche se necessaria la presa di posizione dei ministri contro la vendita delle armi), ci riguarda perché i curdi sono stati gli unici in grado di fermare l'avanzata di Isis, ci riguarda perché
la Turchia riceve soldi dall'Europa per fermare i migranti siriani.

Tutto questo ci riguarda perché l'Europa, che qualcuno vorrebbe distruggere, deve dimostrare di esistere come entità politica, territoriale, economica e soprattutto culturale. Un luogo in cui la democrazia esiste e, per quanto in pericolo, resiste.

Hanno promosso l'appello:
Svetlana Aleksievic    Fernando Aramburu    Marc Augé   Martin Caparros    Annie Ernaux
Elena Ferrante  Eugenio Scalfari    Bernard-Henry Levy   Hanif Kureishi   Herta Mueller
Salman Rushdie   Luis Sepúlveda    Mario Vargas Llosa Levante   Alessio Boni   Irvine Welsh
Catherine Dunne Valeria Luiselli   Erri De Luca   Gino Strada   Cecilia Strada
Francesco Vignarca (portavoce Rete Disarmo)



Dal PD avanti tutta per il progetto della metro fino a Vimercate

Con un incontro che ha visto coinvolti i rappresentanti a tutti i livelli del Partito Democratico in Parlamento, Consiglio Regionale, Provincia e dei Comuni coinvolti di Brugherio, Agrate, Concorezzo e Vimercate il 7 ottobre 2019 è emersa una solida condivisione del sostegno al nuovo progetto di collegamento tra Cologno Nord e Vimercate.

Ridurre i costi, accelerare i tempi di realizzazione, garantire un numero di fermate che permetta il collegamento anche tra i comuni e i principali punti attrattivi di lavoro e di aggregazione, garantire frequenza e velocità dei collegamenti.

Questi gli elementi chiave che porteranno a una scelta progettuale che deve avvenire entro ottobre per poter partecipare ai bandi di finanziamento e avere un obiettivo di realizzazione breve, magari collegato alle olimpiadi invernali.

Ci sono tutte le condizioni perché questo sia una delle due priorità sostenute anche dal Comune di Milano. La condivisione tra i diversi enti coinvolti e anche la trasversalità del sostegno politico sono uno dei punti di forza del progetto.

Dalla riunione, tenuta ed organizzata lunedì sera dalla Federazione Provinciale del PD di Monza e Brianza esce anche la divisione dei compiti che vedrà tutti i presenti coinvolti a sollecitare i propri livelli di governo, dal senatore Rampi, al Consigliere Ponti, ai Sindaci fino all'Assessore Granelli che, ancora una volta ha dimostrato disponibilità e concretezza.

19 ottobre 2019

La Lega attacca il PD e i sindaci per coprire il suo fallimento sui trasporti

Gettare fumo negli occhi: è quanto sta facendo la Lega per cercare di gestire le innumerevoli proteste dei 25.000 pendolari ferroviari che dal 1 ottobre si ritrovano un aumento del 40% per lo stesso inqualificabile servizio. È di ieri l’ultimo tentativo, ai limiti della spudoratezza, di cercare di addossare la responsabilità degli aumenti al Partito Democratico e ai sindaci del centrosinistra, a partire da quello di Milano Beppe Sala per arrivare a quelli della nostra provincia, in particolare a Roberto Corti, Alberto Rossi e Roberto Invernizzi, già Presidente della Provincia di Monza Brianza.

Facciamo chiarezza: grazie al lavoro degli amministratori locali e dell'agenzia di bacino, dal 15 luglio è in vigore la tariffazione integrata per i trasporti pubblici, che consente semplificazione e notevoli risparmi a chi utilizza treno, metropolitana, bus e tram in tutta la Città Metropolitana, nella Provincia di Monza Brianza e nel nord di quella di Lodi. Misura che aiuta notevolmente dal punto di vista economico i pendolari che tutti i giorni raggiungono Milano per studio o lavoro, e che infatti ha visto il sostegno convinto del Partito Democratico e di vari sindaci di centrosinistra della nostra provincia. Peccato che il 31 luglio, con una mossa a sorpresa in piena estate, la Lega in Regione Lombardia abbia deliberato che non fosse più possibile acquistare gli abbonamenti solo ferroviari da parte di chi invece del bus o della metro non ha bisogno: questo significa per chi utilizza solo il treno un aumento fino al 40% del costo dell’abbonamento. Il tutto a fronte dello stesso servizio ai limiti della decenza che da anni siamo costretti a vedere.

A fronte delle proteste crescenti e dopo un goffo tentativo da parte di Trenord di rimediare al danno proponendo farraginose procedure per fantomatici rimborsi, la Lega – al governo in Lombardia da 25 anni con i disastrosi risultati che vediamo sia nei trasporti sia in sanità - non trova di meglio da fare che attaccare il Partito Democratico e i sindaci protagonisti.

Da parte nostra, solidarietà ai sindaci attaccati, che hanno lavorato per il bene dei pendolari brianzoli a differenza della Lega che ha aumentato le tariffe del 40% e non fa nulla per migliorare il servizio, e l’impegno a tutti i livelli per cancellare questa ingiustizia.

Federazione provinciale PD di Monza e della Brianza

Una raccolta firme per dire basta a Trenord


18 ottobre 2019

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Martedì, 15 Ottobre 2019

IL TAGLIO DELLE POLTRONE
L’aspetto più negativo, a mio avviso, della legge con cui è stato ridotto il numero dei parlamentari è la sua “narrazione”. Il solo motivo che ne avrebbe potuto motivare l’opportunità, cioè il rendere più efficienti i lavori delle Camere, non è stato per nulla considerato. Forse lo sarà attraverso la riforma dei regolamenti parlamentari, certamente non con la differenziazione delle funzioni nè col superamento del bicameralismo perfetto. Tutto è stato ridotto alla mera ragione economica: un risparmio poco più che simbolico facilmente ottenibile in altro modo. Ma il punto è proprio questo: ai 5 stelle importava il simbolo, tanto da averlo preteso quale precondizione dell’accordo di governo. E l’equazione seggio parlamentare = poltrona è simbolo manifesto di cultura antiparlamentare, populista, in sintesi antidemocratica. Purtroppo questa è la cultura di fondo ancora prevalente tra i pentastellati: spero che il mio partito dopo aver dovuto bere l’amaro calice ora sappia arginare nuove derive.

15 ottobre 2019

Fermiamoli. Stop alla guerra. Solidarietà con il popolo curdo


Una fiaccolata di solidarietà con il popolo curdo e contro l’offensiva siriana martedì 15 ottobre alle ore 19 al Pantheon: a lanciare l’appello sono forze politiche e sociali, dal Pd a +Europa, da Carlo Calenda ad Articolo 1.

Fermiamoli. Stop alla guerra. Solidarietà con il popolo curdo“, viene spiegato nell’appello: “L’offensiva turca contro il Kurdistan siriano è inaccettabile e rischia di far precipitare la Siria in una nuova spirale di violenze, insicurezza e distruzione che sta già causando i primi morti e migliaia di profughi.

“I curdi”, sottolineano i promotori, “in questi anni sono stati una delle forze sul campo che hanno fermato e sconfitto Daesh e hanno stabilizzato e pacificato il nord-est della Siria. Un attacco ingiustificato contro di loro è inconcepibile e va fermato.

In gioco non c’è solo il futuro di un paese, la Siria, che ha già sofferto troppo, c’è anche la stabilità della regione e la lotta contro il terrorismo di Daesh.

Il voltafaccia del presidente Trump che ha abbandonato le forze curde e il ricatto di Erdogan non devono spaventarci. L’Europa deve rispondere unita e con fermezza a una azione sconsiderata”.

Di qui l’invito: “Scendiamo in piazza al fianco del popolo curdo per dire no alla guerra e per chiedere che l’Italia, insieme agli alleati europei, faccia il possibile nelle sedi europee, NATO e ONU per fermare questa invasione, evitare il disastro umanitario e i rischi di sicurezza.

14 ottobre 2019

Milano scende in piazza al fianco del popolo curdo!


LUNEDI 14 OTTOBRE ORE 18,00
CONSOLARO DI TURCHIA
VIA ANTONIO CANOVA 36 - MILANO

La Turchia ha invaso il nordest della Siria.
Mentre il presidente Trump volta le spalle al popolo curdo, che in questi anni è diventato simbolo mondiale di Resistenza e sconfitto l'Isis in un Paese martoriato dalla guerra sacrificando tantissime vite, Erdogan invade Rojava, la regione curda siriana.
Le parole del presidente americano usate per giustificare l'invasione turca offendono il popolo curdo e il ricatto di Erdogan - che minaccia di utilizzare i profughi come arma per costringere l'Europa a non intervenire - è meschino.
Tutto questo deve essere fermato!

L'Italia, l'Europa e gli organismi internazionali non possono restare indifferenti: si metta in campo ogni sforzo possibile per bloccare l'invasione della Turchia in Siria.
Fermatevi!

Roberto Cenati
Presidente ANPI Comitato Provinciale di Milano

12 ottobre 2019

Trattativa con i trafficanti libici, piovono interrogazioni e richieste di una commissione d'inchiesta

Arrivano smentite sul ruolo di governo e servizi italiani
By Umberto De Giovannangeli - HuffPost 

La “Trattativa segreta” agita le acque della politica italiana. “Dalla Libia a Mineo, il negoziato tra l’Italia e il boss”. L’inchiesta del giornalista de l’Avvenire Nello Scavo, documenta, con tanto di foto, l’incontro avvenuto l’11 maggio 2017 presso il Cara di Mineo, con la partecipazione, del “numero uno dei trafficanti di esseri umani, Bija, e delegati inviati dal Governo”. “Le numerose immagini ottenute da Avvenire attraverso una fonte ufficiale, documentano quella mattinata rimasta nel segreto – scrive Scavo -.  Accusato dall’Onu di essere uno dei più efferati trafficanti di uomini in Libia, padrone della vita e della morte nei campi di prigionia, autore di sparatorie in mare, sospettato di aver fatto affogare decine di persone, ritenuto a capo di una vera cupola mafiosa ramificata in ogni settore politico ed economico dell’area di Zawyah, aveva ottenuto un lasciapassare per entrare nel nostro Paese e venire accompagnato dalle autorità italiane a studiare ‘il modello Mineo’, da dove in questi anni sono passati oltre 30mila migranti. Accordi che proseguono anche adesso, nonostante le reiterate denunce delle Nazioni Unite“.

11 ottobre 2019

11 ottobre 2018 - 11 ottobre 2019


Ciao Gino
un anno fà ci hai lasciato e siamo rimasti un pò orfani.
Sarebbe istintivo piangerci addosso, ricordando situazioni del passato. 

Ma la prima cosa che ci hai insegnato è quella di andare sempre oltre e guardare al futuro!
Non ci si può fermare alle incomprensioni, alle diversità di vedute, anche se hai pagato di persona.
E' vero, siamo chiamati a costruire il futuro con passione, coerenza e determinazione, per rispetto ai giovani.
Cosa hai lasciato ai più giovani ?
Tante belle cose...
Non accontentiamoci delle informazioni approssimative, superficiali, ma ricerchiamo sempre la verità.
Non cerchiamo cose grandi da fare, perchè è nelle piccole e quotidiane che si costruisce il mondo migliore.
Ci hai insegnato che interessarsi degli altri, delle loro esigenze, delle loro difficoltà, è anche bello.
Certo il momento che stiamo vivendo, non aiuta: ma credere che comunque valga la pena, è fonte di speranza.
Grazie Gino per averci accompagnato lungo questa strada!

Migranti. Caso Bija, il sottosegretario Sibilia: «Ora verifiche su scambi con scafisti»

Angelo Picariello 
Intervista all'indomani della rivelazione di Avvenire: il trafficante di uomini libico seduto allo stesso tavolo degli 007 italiani. «Ma sui migranti il governo ha voltato pagina»
 
Grande risonanza sui media di tutto il mondo ha avuto l'inchiesta di Nello Scavo sulla presenza al Cara dei Mineo in Sicilia, l'11 maggio 2017, del trafficante di uomini libico Bija al tavolo dei negoziatori con gli 007 italiani. Obiettivo dell'incontro era "studiare il modello Mineo". L'Italia stava allora negoziando con le autorità libiche il blocco delle partenze di profughi e migranti. Bija, nel mirino dell'Onu per le sue attività di schiavista, è ancora tra i capi della Guardia costiera libica.

«Andremo certamente a fondo. La meritoria inchiesta giornalistica di Nello Scavo si riferisce al 2017, dovremo essere certi che non vi sia alcuno scambio con gli scafisti. Non è certo questa la maniera di risolvere la questione dei migranti irregolari». Parte subito con un impegno netto Carlo Sibilia, riconfermato sottosegretario all’Interno (lo era già nella gestione Salvini): eliminare anche solo i sospetti che vi siano trattative con chi traffica esseri umani.

«Ci stiamo adoperando in una direzione chiara, perché siano accelerate le procedure di rimpatrio di quanto non hanno diritto di stare nel nostro Paese. Adesso, con il nostro decreto, c’è uno strumento in più», afferma il sottosegretario. Che conferma, poi, il cambio di passo nell’approccio, prima ancora che nella normativa, avvenuto con l’arrivo al Viminale di Luciana Lamorgese: «Abbandonata la linea della propaganda i fatti ci stanno dando ragione. C’è chi ha deciso di scappare di fronte alle responsabilità e chi se le è assunte, neutralizzando l’aumento dell’Iva», è l’attacco di Sibilia a Salvini.

10 ottobre 2019

La trattativa nascosta. Dalla Libia a Mineo, il negoziato tra l'Italia e il boss

Nello Scavo - Avvenire.it
Le foto dell’incontro nel 2017 tra il numero uno dei trafficanti di esseri umani, Bija, e delegati inviati dal governo. Il viaggio del boss in Italia: Bija visitò altri centri migranti.

L’incontro di Mineo del maggio 2017 cui prese parte il trafficante libico Bija, l'unico con il volto non pixellato, a sinistra con la barba (foto Avvenire)

Quando il minibus coi vetri oscurati entra nel Cara di Mineo, solo in pochi conoscono la composizione della misteriosa delegazione da Tripoli. È l’11 maggio 2017. L’Italia sta negoziando con le autorità libiche il blocco delle partenze di profughi e migranti. Oggi sappiamo che quel giorno, senza lasciare traccia nei registri d’ingresso, alla riunione partecipò anche Abd al-Rahman al-Milad, il famigerato Bija. (IL PROFILO)

Le numerose immagini ottenute da Avvenire attraverso una fonte ufficiale, documentano quella mattinata rimasta nel segreto. Accusato dall’Onu di essere uno dei più efferati trafficanti di uomini in Libia, padrone della vita e della morte nei campi di prigionia, autore di sparatorie in mare, sospettato di aver fatto affogare decine di persone, ritenuto a capo di una vera cupola mafiosa ramificata in ogni settore politico ed economico dell’area di Zawyah, aveva ottenuto un lasciapassare per entrare nel nostro Paese e venire accompagnato dalle autorità italiane a studiare «il modello Mineo», da dove in questi anni sono passati oltre 30mila migranti. Accordi indicibili che proseguono anche adesso, nonostante le reiterate denunce delle Nazioni Unite.

All’incontro, partecipavano anche delegati nordafricani di alcune agenzie umanitarie internazionali, probabilmente ignari di trovarsi seduti a fianco di un signore della guerra dedito alle peggiori violazioni dei diritti umani. Non deve essere un caso se, pochi giorni dopo, le Nazioni Unite in un durissimo rapporto del Consiglio di sicurezza denunciavano: «Abd al-Rahman Milad (alias Bija) e altri membri della Guardia costiera sono direttamente coinvolti nell’affondamento di imbarcazioni migranti utilizzando armi da fuoco». Si chiede il congelamento dei beni e il divieto di viaggio di Bija al di fuori della Libia. Nel dossier quel nome viene citato per sei volte: «È il capo del ramo di Zawiyah della Guardia costiera. Ha ottenuto questa posizione grazie al supporto di Mohammad Koshlaf e Walid Koshlaf». Questi erano a capo della “Petroleum Facilities Guard”, controllavano la locale raffineria disponendo di una milizia di almeno duemila uomini.
Sembra impossibile che le autorità italiane non sapessero chi era l’uomo seduto al tavolo dello strano convegno.

9 ottobre 2019

Via libera al taglio dei parlamentari: tutto quello che c'è da sapere sulla riforma

Il disegno di legge costituzionale giunto al quarto e ultimo passaggio è stato approvato a larga maggioranza. Elimina di netto 345 seggi, riducendo a 400 i deputati e a 200 i senatori elettivi
di MONICA RUBINO (Repubblica) 08 ottobre 2019

La legge costituzionale sul taglio dei parlamentari è sbarcata in aula alla Camera è ha ottenuto il via libera definitivo con 553 Sì. Il provvedimento, cavallo di battaglia del M5s, punta a ridurre il numero dei deputati a 400 dagli attuali 630 e dei senatori a 200 dagli attuali 315: in tutto si tratta di 345 seggi eliminati di netto. Questo taglio decorrerà dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della riforma. Trattandosi di una proposta di legge di modifica della Costituzione, l'esame ha previsto quattro letture parlamentari (una doppia lettura conforme di Camera e Senato). Oggi per l'appunto c'è stato l'ultimo e definitivo passaggio del provvedimento.

A seguito della riforma, il numero degli abitanti per deputato aumenta da 96.006 a 151.210. Il numero di abitanti per ciascun senatore cresce da 188.424 a 302.420. Questo comporterà la necessità di ridisegnare i collegi con un'altra legge.

Nei successivi tre mesi, come recita l'articolo 138 della Costituzione, dal momento che la legge ha ottenuto la maggioranza assoluta dei due terzi alla seconda votazione soltanto alla Camera (e non al Senato), il testo può essere sottoposto a referendum confermativo. Il referendum può essere richiesto da un quinto dei membri di una Camera, da 500 mila elettori o da cinque consigli regionali. Se questo dovesse avvenire, si voterebbe a maggio-giugno 2020 e da lì, nel caso in cui il testo venisse confermato, scatterebbero i 60 giorni concessi al governo per ridisegnare i collegi.

Le forze di maggioranza hanno inoltre messo nero su bianco il documento sulle riforme che faranno da contrappeso al taglio degli eletti, con tanto di impegni concreti e precisi sui singoli interventi e scandito da un timing concordato, che si svilupperà attraverso tre step:

1-  entro il mese di ottobre, gli emendamenti da presentare al ddl costituzionale sul voto ai 18enni per l'elezione del Senato, all'esame di palazzo Madama.

2-  entro dicembre, la riforma costituzionale per modificare la platea che elegge il presidente della Repubblica, con la riduzione dei delegati regionali, e la modifica dell'elezione del Senato non più a base regionale.

3- sempre entro l'anno, l'avvio della riforma elettorale. La maggioranza, cioè M5S, Pd, Italia Viva e Leu, si è impegnata a bilanciare il taglio dei parlamentari con una nuova legge elettorale da presentare entro dicembre. Si va verso un sistema elettorale proporzionale corretto, con premio di maggioranza per garantire la governabilità. Mentre Matteo Salvini ha depositato in Cassazione il quesito per un referendum per introdurre un maggioritario spinto.