4 aprile 2011

Volantino: PROCESSO BREVE VERGOGNA.

Pedemontana: ultime news.


MILANO (MF-DJ)--L'autostrada Pedemontana Lombarda ha vissuto una settimana intensa, culminata nella riunione del consiglio d'amministrazione di venerdi' 1* aprile, nel corso del quale e' stata affrontata la delicata situazione patrimoniale dell'infrastruttura controllata dalla Provincia di Milano tramite Serravalle.

Il problema, scrive Milano Finanza, sono i soldi. A disposizione ne sono rimasti pochi: c'e' chi dice tra 45-50 milioni e chi sostiene si arrivi a fatica a 30. I veri ostacoli pero' sono altri e riguardano la liquidita' per far fronte agli espropri e soprattutto la copertura necessaria per l'aggiudicazione della seconda tratta della Pedemontana. I conti sono stati fatti da Cal (Concessioni Autostradali Lombarde).

Nel corso dell'ultimo Cda di Pedemontana i consiglieri hanno esaminato la possibilita' di lanciare un aumento di capitale da 100 milioni, ma hanno poi scelto di rinviare la decisione in attesa di verificare il reale stato di salute del progetto infrastrutturale. Si tratta, secondo alcuni osservatori, di una delle fasi piu' delicate mai attraversate dalla societa'.

Lo snodo e' cruciale e chiamera' in causa i principali protagonisti della vicenda: dai vertici di Serravalle a Guido Podesta' (presidente della Provincia di Milano), dalle banche ai soci industriali. Nei prossimi giorni si procedera' dunque alla verifica delle reali necessita' di Pedemontana. Secondo le prime ricostruzioni, ci potrebbe essere bisogno di circa 900 milioni entro dicembre, di cui 300 sotto forma di equity. Se dunque in seguito alle verifiche verra' confermata questa ipotesi, Pedemontana potrebbe deliberare un primo aumento di capitale da 100 milioni in aprile e un secondo sempre da 100 milioni in giugno, cosi' da consentire la copertura finanziaria per l'aggiudicazione dell'appalto della seconda tratta. Ô possibile che il punto della situazione venga fatto ufficialmente nel corso dell'assemblea di Pedemontana, convocata per il 18 aprile, nel corso della quale oltre ad approvare il bilancio 2010 i soci verranno informati sulle necessita' finanziarie della societa'. red/lab

Fonte : sito Borsa Italiana

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PGT sostenibile. Un altro modo di amministrare è possibile.

Segnalimo questa interessantissima serata che si svolgerà a Macherio mercoledì 20 aprile. Tra i relatori Domenico Finguerra, Sindaco di Cassinetta di Lugagnano. Qui Il sito.

In Teorema ne avevamo già parlato in questo post, pubblicando il video di un intervista a Report del Sindaco Finiguerra: Il Sindaco che ha decisio di cambiare strada.

Il piano per l'emergenza immigrazione del PD. Bersani -video-.

Foto notizia de l'Unità di domenica 03/04/2011.

La Gestione dell'emergenza immigrazione è vergognosa. La situazione caotica è dovuta ad una gestione incerta ed improvvisata del nostro governo. Priva di una chiara direzione, sta provocando confusione, rischi per la sicurezza, e pericolose tensioni. Niente può trattenere chi fugge da guerra e povertà, verso la vita e la libertà. Certamente non una tendopoli.

«L'incapacità del governo nell'affrontare l'emergenza dovuta all'ondata di profughi che vengono dal nord Africa è sotto gli occhi di tutti». Lo ha dichiarato in una nota la presidente del gruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro, che ha aggiunto: «Questa incapacità è accompagnata da una contraddittorietà di indirizzi e di volontà dovuta alla visione ideologica di tanta parte dell'esecutivo nella gestione dell'emergenza».

Il governo ha puntato tutto su repingimenti e tagli alle politiche migratorie. La strada giusta è quella adottata dal centrosinistra negli anni della crisi dei Balcani. Le tendopoli sono disumane ed insicure. Il Governo che ha tagliato le risorse alle politiche sociali in nome delle sussidiarietà e del dono perchè non ha coinvolto il volontariato aprendo un tavolo permanente con le associazioni?

Il Partito democratico responsabilmente propone le sue soluzioni.

Siamo un paese che ha saputo affrontare gestire e risolvere ben altre emergenze profughi.
Nel 1999, caso Kosovo, si registrarono 50mila arrivi. Non accadde niente di simile!

L'intervista di Pier Luigi Bersani al TG3: emergenza immigrazione, le soluzioni del PD.


Don Colmegna; le tendopoli sono una follia, si dia il permesso di un anno a tutti.


L’IDEA DEL “RESPINGIMENTO DI MASSA” E QUELLA CONCENTRAZIONARIA DELLE MEGATENDOPOLI PER I PROFUGHI NORD-AFRICANI SI PONGONO PERFETTAMENTE IN LINEA CON QUELLA DELLA CRIMINALIZZAZIONE DELL’ACCESSO NON AUTORIZZATO - E CONTRIBUISCONO TUTTE AD AGGRAVARE IL PROBLEMA, RENDENDOLO IRRISOLVIBILE.

Intervista curata da Zita Dazzi a don Virginio Colmegna, presidente della Caritas ambrosiana, pubblicata su la Repubblica del 2 aprile 2011

Don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità, cominciano ad arrivare a Milano i primi clandestini e profughi sbarcati a Lampedusa. Ed è subito panico.
«Prima di tutto cambiamo il linguaggio, parliamo di migranti. Certo, la situazione è difficile: nella massa ci sono richiedenti asilo ma anche giovani tunisini in fuga. E non si sa nemmeno come gestire quest’ emergenza perché subito si è affibbiato a tutti il reato di clandestinità previsto dalla legge BossiFini».
Se non come clandestini, come classificarli?
«Se sono imputati del reato di clandestinità, e privi di altro status giuridico, non è possibile né accoglierli né farli transitare verso gli altri paesi europei, la loro vera destinazione, come la Francia».
Quindi?
«Con gli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, dopo aver consultato anche Laura Boldrini, portavoce dell’ Alto commissariato Onu per i rifugiati, abbiamo firmato un appello che chiede al governo di emettere un decreto per concedere un permesso di soggiorno temporaneo in Italia, per un anno, a chi sbarca a Lampedusa».
Le diranno che è matto.
«È già stato fatto ai tempi degli sbarchi degli albanesi. Non invento nulla».
A che scopo?
«In attesa di una stabilizzazione politica in Tunisia e quindi di una più ordinata gestione dei flussi migratori, bisogna che l’ Italia e gli altri Paesi Ue possano occuparsi di queste persone in una situazione di legalità. Senza documenti, anzi colpevoli di un reato, non potranno nemmeno circolare in Europa. Intanto bisogna continuare la trattativa con la Tunisia per contenere l’ esodo, per quanto possibile in questa situazione di caos».
E quando le migliaia di profughi saranno messe in regola “temporaneamente” dove le si ospiterà?
«Bisogna distribuirli su tutto il territorio nazionale, quindi anche in Lombardia. Ma non in tendopoli da 1200 persone, che saranno ingestibili anche se si pensa di militarizzarle. Bisogna creare strutture attrezzate di piccole dimensioni, da 100-150 persone in tutto».
Colmegna, si immagina che reazione avrebbero i territori di fronte alla sua ipotesi di mettere in regola i diecimila di Lampedusa?
«Mi immagino anche la reazione che avranno gli abitanti delle località prescelte per allestire le tendopoli. Vedremo la gente fare le barricate, si rischia di innescare la rabbia delle popolazioni con conseguenze inimmaginabili. A Lonate Pozzolo sono già pronti a scendere in piazza».
A livello politico, dal governatore Formigoni al sindaco Moratti, non sembra che la pensino come lei.
«Chi distingue fra profughi e clandestini è miope e capirà presto che, con il filo spinato e con gli slogan, questa situazione diventerà esplosiva. Bisogna rimboccarsi le maniche, trovare un profilo legale per quanti vengono qui a chiedere aiuto e poi pensare come farli tornare a casa o andare in altri paesi europei».
Il governo ha minacciato di procedere a un rimpatrio coatto di massa.
«Ridicolo.E impossibile da realizzare. Nessuna convenzione internazionale lo permetterebbe. È solo propaganda. L’ unica soluzione realistica per il diritto internazionale è creare soluzioni di accoglienza dignitose e rispettose dei diritti umani. Stiamo invece trasformando l’ Italia in un grande Cie, i centri di identificazione ed espulsione. Ma i migranti scapperanno dalle tendopoli e che si creerà un’ emergenza diffusa».
Il tempo stringe e le tendopoli sono veloci da allestire, Lampedusa va svuotata.
«Credo che l’ Italia e anche la nostra regione siano in grado di mettere in gioco le grandi risorse di solidarietà per creare ospitalità temporanea per queste persone, uscendo dalla logica della criminalizzazione».
Quanti tunisini e altri profughi secondo lei la Lombardia è in grado di accogliere?
«Non mi sembra opportuno mettersi a fare i ragionieri in questa situazione d’ emergenza. Tutti devono farsi sotto perché la crisi è appena cominciata».
Anche la Chiesa?
«Certo, anche la Chiesa. Mi pare che indicazioni in questo senso vengano anche dalla Caritas, ma tutti siamo pronti a fare la nostra parte, noi come le parrocchie».

La nota del mattino del 04 aprile 2011


IMMIGRAZIONE, GIUSTIZIA, ECONOMIA: UNA SETTIMANA DA LETTROSHOCK.
1. IMMIGRAZIONE. GOVERNO CHE NON C’E’, MAGGIORANZA ALLO SBANDO TRA SLOGAN ELETTORALI, SHOW IN TV E TENTATIVI DA DILETTANTI.
Oggi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sarà a Tunisi per trattare con il governo tunisino un maggior controllo sull’immigrazione verso l’Italia. E’ certo che “il cavaliere ipercinetico”, come lo ha definito oggi Ilvo Diamanti su La Repubblica, farà un nuovo show ad uso e consumo delle televisioni. Ma non è affatto sicuro che risolva il problema. Il ministro degli Esteri, Frattini, ha precisato in una intervista a La Stampa: «Si tratta di aiutare un governo provvisorio a prendere decisioni difficili. Confermerà personalmente l`impegno italiano, una linea di credito di 150 milioni di euro per aiutare i giovani a sviluppare microcredito, artigianato, commercio, piccole attività che allevino la disoccupazione, che è a un tasso del 30 per cento, e aiutino l`economia a ripartire. Con la rivoluzione la Tunisia ha perso tra i 4 e i 5 miliardi di dollari».
In Italia intanto è il caos totale. La Lega di Umberto Bossi continua a lanciare slogan e proclami contro gli immigrati, per coprire con le grida il fatto che il ministro leghista dell’interno, Roberto Maroni, deve affrontare il problema (e infatti propone il permesso temporaneo). Il governo, per far contenta la Lega vorrebbe allestire solo campi recintati con migliaia di persone dentro. Ma intanto dai campi recintati esistenti gli immigrati sono stati lasciati fuggire a migliaia. Comuni, Province e Regioni si rifiutano di utilizzare un metodo così barbaro nella concezione e tanto inefficace nella soluzione del problema. Nel frattempo, migliaia di persone sono sparse per l’Italia, cercano di passare in altri paesi, si arrangiano. E a Lampedusa, dove doveva esserci il miracolo, ovviamente la situazione è ancora un disastro. Livia Turco, Anna Finocchiaro e Rosy Bindi hanno duramente criticato ieri il governo. Da l’Unità: «Di fronte alle incapacità del governo diventa difficile, se non impossibile, collaborare anche per quegli amministratori che vorrebbero farlo», dice Anna Finocchiaro. Rosy Bindi parla di «debacle del governo» e di «vergogna dell`Italia»: «La gita di Berlusconi a Lampedusa è stata un`amara presa in giro, così come la giravolta di soluzioni annunciate e continuamente modificate. Il governo riconosca il proprio fallimento». Su La Repubblica Tito Boeri oggi descrive punto per punto il disastro compiuto da “Il governo che non c’è”, mettendo in luce mancanza di pragmatismo e incapacità ad affrontare i problemi, oltre che le divisioni nella maggioranza.
Ernesto Galli della Loggia mette direttamente il dito nella piaga su Il Corriere della Sera: “La crisi della leadership berlusconiana a stento riesce a mascherare un`altra crisi che sta esplodendo in questi giorni: la crisi della Lega. ….Bossi ha un bel dire agli immigrati «fuori dalle palle». Il suo ministro non è capace neppure di trattenerli dietro una rete: non dico neppure, naturalmente, di respingerli in mare lasciandoli al loro destino, così come invece, ascoltando le grida di Bossi, qualche ingenuo e feroce leghista forse si è immaginato che potesse accadere. Ma evidentemente un conto sono i comizi a Pontida, un altro conto fare seguire alle parole i fatti. La verità è che quanto accade in questi giorni sta mostrando l`impossibilità/incapacità della Lega ad
essere un vero partito di governo. Con l`ideologia leghista si può essere ottimi sindaci di Varese e perfino di Verona, ma non si riesce a governare l`Italia”.

2. GIUSTIZIA. OGGI PROCESSO MEDIATRADE, DOMANI IN PARLAMENTO PRESCRIZIONE BREVE E CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE. MERCOLEDI’ PROCESSO RUBY. OPPOSIZIONE DEL PD ALLA CAMERA E NELLE PIAZZE.
Oggi riprende al tribunale di Milano il processo Mediatrade, dove Berlusconi è imputato di frode fiscale. Domani alla Camera riprendono i lavori sul tema del processo breve (con annessa prescrizione breve per Berlusconi, utile soprattutto per il processo Mills per corruzione) e si avvia il dibattito sul voto relativo al conflitto di attribuzione, cioè sul voto destinato a sollevare presso la Corte Costituzionale (che intanto ha perso per scadenza del mandato il presidente considerato non amico dal centrodestra) la richiesta di assegnare il processo sul caso Ruby al tribunale dei ministri, togliendolo al tribunale di Milano. Mercoledì, al tribunale di Milano, prima udienza per il processo Ruby, che vede imputato Berlusconi per concussione e prostituzione minorile.
Il Pd sarà impegnato in Parlamento e nelle piazze (domani parla Bersani alle ore 18 a piazza del Pantheon a Roma, mercoledì notte bianca della scuola e della giustizia a Milano, Torino, Bologna e Napoli) nella battaglia di opposizione alle leggi vergogna. Sarà uno scontro durissimo, perché Berlusconi e il Pdl vogliono andare fino in fondo e risolvere il problema dei processi di Berlusconi in modo definitivo, con un colpo di spugna. Nel frattempo in molte zone del Nord sono stati affissi i manifesti contro la Lega, con lo spadone afflosciato e la scritta che ricorda come con le norme per salvare Berlusconi si aiuteranno molti delinquenti a non essere puniti, con buona pace della sicurezza e delle posizioni della Lega su questi temi.

3. BERSANI: IL GOVERNO E’ INCAPACE, SI VOTI.
Intervista del segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, a La Repubblica su tutti i temi più importanti. - «Alfano è arrogante come Berlusconi e servile a Berlusconi». Dunque si scordi il confronto, il «fumoso» dialogo. «Quando annunciò la sua epocale riforma della giustizia - ricorda Pier Luigi Bersani- dissi che entro 15 giorni saremmo tornati alle leggi ad personam. Da martedì voteremo una prescrizione costruita su misura del premier e sul fatto che Ruby è la nipote di Mubarak. Più chiaro di così». Domanda. È allarmante anche l`appello alla piazza del ministro della Giustizia? «Mi allarma innanzitutto l`immagine di Alfano come emerge dall`intervista a Repubblica. Un ministro impastato di arroganza e servilismo. Un ministro che tradisce il suo mestiere e ha uno stile sartoriale perché adatta sempre i suoi provvedimenti ai voleri del capo. Quanto alla chiamata del popolo è un`affermazione sconsiderata. Ma lo avverto: è difficile arrampicarsi sulle piazze quando ci si arrampica sugli specchi». Domanda. Il Pd, rifiutando ogni confronto, rischia di apparire conservatore e succube dei magistrati. Ha messo in conto gli effetti negativi di questa posizione? «Non siamo il partito dei giudici. Anzi, siamo pronti a disturbare i magistrati in nome di un servizio più efficiente per i cittadini come persino Alfano può arguire leggendo le nostre proposte di legge. Mala riforma costituzionale ha un punto essenziale che è inaccettabile: dà alla politica un potere improprio nell`esercizio della giustizia. Contro questo e contro le leggi ad personam combatteremo in Parlamento e nelle piazze». Domanda. Il Guardasigilli è convinto
che il vostro no sia dettato dalla fretta. Per molti dirigenti del Pd, dice, il tempo è quasi scaduto.
«Faccia bene il suo mestiere e queste cose le lasci dire al suo capo». Domanda. Sicuro che il Pd riuscirà a reggere senza fratture il doppio binario in piazza e in Parlamento?
«Sarebbe una novità davvero singolare che un grande partito popolare dicesse no alla piazza o no alle aule parlamentari. Non conosco partiti popolari che si facciano di questi problemi». Domanda. Ma nel Pd qualcuno invoca l`Aventino e qualcun altro teme civolamenti verso il dipietrismo. «Allora chiariamo. Noi combattiamo in Parlamento. Lo rispettiamo e non l`abbandoniamo. Poi ci sono le tattiche parlamentari. Ma Aventino è una parola grossa. Significa andare via dal Parlamento, non uscire dall`aula in certe occasioni». Domanda. E la piazza? I vostri potenziali alleati capiranno? «Noi vogliamo avere un colloquio diretto con i cittadini che a loro volta hanno voglia di essere protagonisti. Martedì saremo al Pantheon. Poi, le notti bianche sulla scuola diventeranno anche per la democrazia. I manifesti contro la Lega tappezzeranno il Nord. I cittadini sono parte di questa battaglia. In modo democratico e civile. Non siamo noi quelli delle monetine». Domanda. Lei chiede le elezioni anticipate. Sotto sotto non pensa ancora a un governo tecnico? «Ho detto e ripeto: qualsiasi soluzione è migliore dello sfascio attuale. Ma dopo il 14 dicembre e la scesa in campo dei mitici responsabili - che hanno creato un cestino dove si mettono le uova che puoi comprare ovunque - il governo di transizione più che indebolito è tramontato. Per questodico: si vada subito al voto. Il governo ha prodotto la scossa all`economia finita in un comunicato stampa, con la riforma epocale della giustizia invece siamo sempre intorno a Ruby, la posizione ambigua sulla Libia, Parmalat, Edison e tutta la moda che volano verso l`estero».
Domanda. Sull`arrivo dei profughi il governo sbandiera il successo dei trasferimenti da Lampedusa. «Invece è un disastro. Noi abbiamo avanzato una proposta. A Tunisi Berlusconi chieda di bloccare i flussi. A chi è già qui si dia lo status temporaneo per circolare in Europa come è successo ai tempi del Kosovo. No alle tendopoli, sì all`accoglienza diffusa. Ma se lo spettacolo è che ogni mattina un ministro dice solidarietà e l`altro fora di ball, allora fanno da soli». Domanda. Condivide l`idea di Tremonti: frenare lo "shopping" in Italia con una nuova Iri? «I buoi sono scappati e loro hanno dormito per due anni. La nostra posizione è chiara: non si possono allestire strumenti pubblici senza avere uno straccio di idea sulle politiche pubbliche. Quando ero all`Industria proposi degli indirizzi di politica industriale. Il governo faccia lo stesso e siamo pronti a discuterne. Ma faremo una battaglia dura contro ipotesi di Iri o Mediobanche organizzate nella versione del sistema di potere». Domanda. Proprio martedì e mercoledì al Senato si decide sull`arresto del senatore Pd Tedesco. Alcuni democratici vorrebbero votare contro. Rischiate un cortocircuito con le piazze and-Berlusconi? «Ho detto ai senatori: leggete bene le carte e fatevi un vostro legittimo convincimento perché in ballo c`è la libertà personale. E sappiate che il partito non ha niente da tutelare ». Domanda. Lei come voterebbe? «Bisognerebbe conoscere bene gli atti giudiziari. Ma posso dire che il Pd ha a cuore un profilo di assoluto rigore». Domanda. Ad appena 51 anni Zapatero annuncia che non si ricandiderà alle prossime elezioni. Un fenomenale spot per il rottamatore Renzi. «Penso esattamente il contrario». Domanda. In che senso? «È una straordinaria pubblicità alla nostra idea di leadership». Domanda. Come dice? «Dopo due legislature è assolutamente necessario un ricambio del leader». Domanda. Il vostro album di famiglia è sempre lo stesso da decenni.
«Ma la differenza con l`esperienza spagnola e con altre, non è il ricambio, è la stabilità. Le maggioranze sono garantite per un`intera legislatura e questa garanzia viene dai partiti non dal ghe pensi mi». Domanda. Il nuovo può essere Montezemolo? «Ho trovato positivo il suo appello alle classi dirigenti e agli imprenditori che conoscono benissimo il crollo di credibilità dell`Italia nel mondo. Lo dico da tempo: chi tace oggi come potrà parlare domani?». Domanda. Quindi tifa per un suo impegno in politica? «Tutto quello che mette nuova energia nella cosa pubblica è benvenuto. Purché sia chiaro un punto. Il tramonto di Berlusconi deve coincidere con la fine di un`illusione: una sola persona non ha la bacchetta magica. Il Pd vuole innovare, riformare le istituzioni e i partiti. Ma proprio per avere sia le istituzioni sia i partiti. È il tempo di leadership che siano dentro un collettivo. Solo in Italia si pensa che i problemi si risolvono con la scelta di una singola persona».

4. OGGI ALLA BERTONE DI GRUGLIASCO SI DECIDE SUGLI INVESTIMENTI FIAT E LE PROPOSTE DI FLESSIBILITA’. LA FIOM E’ IN MAGGIORANZA.
Oggi nella Bertone di Grugliasco si discute sulla proposta Fiat di un investimento di 500 milioni per produrre una nuova Maserati, ma in cambio di flessibilità e di una nuova organizzazione del lavoro. La differenza rispetto ai casi di Mirafiori e Pomigliano è che qui la Fiom ha la assoluta maggioranza degli iscritti (in pratica due terzi dei lavoratori).

5. MERCOLEDI’ CDA GENERALI: SFIDA AL VERTICE DEL CAPITALISMO.
Mercoledì 6 aprile si riunirà il consiglio di amministrazione delle Assicurazioni Generali, convocazione straordinaria chiesta da numerosi consiglieri dopo gli scontri che hanno visto per protagonisti il presidente Cesare Geronzi, il francese Bollorè, l’amministratore Perissinotto, e alcuni azionisti come Della Valle. E’ la più importante sfida sul potere al vertice del capitalismo italiano.

6. GIOVEDI’ LA BCE AUMENTA I TASSI. IL COSTO DEL DENARO IN SALITA UN COLPO PER CIASCUNO E PER L’ITALIA.
Dopo quasi due anni a tassi di interesse ai minimi storici nella riunione di giovedì 7 aprile la Banca centrale europea si appresta ad alzare nuovamente il costo del denaro. L`ipotesi più probabile è una stretta di un quarto di punto, per portare il tasso di riferimento all`1,25 per cento su base annua. Ma sono molti gli esperti che prevedono anche altri rincari fino a fine anno. L’impatto sui singoli cittadini ma anche sull’intero paese non sarà affatto leggero. Un punto in più sui tassi di interesse per l’Italia significa in pratica una spesa pubblica più alta dai 10 ai 15 miliardi di euro l’anno, a causa del maggior costo del debito pubblico. Quanto ai singoli, secondo il centro studi della Confindustria, nel tempo le piccole e medie imprese sarebbero costrette a fare i conti con il rincaro di un punto percentuale degli interessi sui finanziamenti inferiori al milione di euro. Per l’insieme delle imprese con meno di 20 dipendenti la Confindustria ha calcolato una maggiore spesa di 2,3 miliardi di euro da pagare nel medio periodo.

7. EVASIONE FISCALE, IL GOVERNO DEI CONDONI E DELL’ABBATTIMENTO DELLE NORME DI CONTRASTO VOLUTE DAL CENTROSINISTRA ORA CERTIFICA IL DISASTRO. BERSANI: LE NOSTRE PROPOSTE PER IL FISCO.
Da l’Unità: “L`Agenzia delle Entrate sforna nuove elaborazioni sull`evasione fiscale: la «montagna» resta altissima. Vicina al 18 per cento nella media italiana, ma se si depura il dato dai redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, dai conti correnti e dai titoli (tutti casi in cui c`è il prelievo alla fonte), la percentuale schizza a altre il 38%. Ogni 100 euro si sottraggono al fisco 38 euro e 41 centesimi”. Bersani all’Unità: «Una lotta seria all`evasione si può fare, è la destra che non vuole farla. La politica del solo intervento a valle dell`evasione, dei continui condoni, della cancellazione delle norme predisposte dal centrosinistra si è accompagnata all`aperta condiscendenza berlusconiana verso chi ostacola il fisco come si ostacolerebbe un intruso». Secondo il leader dell`opposizione, piuttosto che fare passi avanti si è andati in retromarcia. «Dal 1996 al 2001 i dati dicono che 1` evasione Iva calò di 20 punti - continua - Nel 2007 si ridusse di 5 punti, tornando a crescere appena tornò la destra». Ripetendo questi dati, il segretario del Pd ricorda che nessuno vuol fare il giustizialista. «Semmai si vuole riportarel`Italianeglistandard europei - conclude - Noi abbiamo fatto una proposta: ogni euro recuperato andrà ad abbassare le aliquote. Aspettiamo una risposta dal governo, che parla tanto di riforma».
Sull’Unità intervista a Vincenzo Visco (ministro dal 1996 al 2001 e viceministro nel 2007).

8. GIAPPONE. NON SI CHIUDE LA FALLA AL REATTORE 2 DI FUKUSHIMA.
I tecnici non sono riusciti a chiudere la falla del reattore due dalla quale esce acqua che finisce nell’Oceano. Due i tentativi falliti, prima con iniezioni di cemento e poi con altri materiali. La situazione resta critica.