30 gennaio 2020

Caro Attilio Fontana, sono disabile ma non imbecille. E voto con la mia testa.

Il Governatore lombardo Attilio Fontana sostiene che la vittoria del PD in Emilia Romagna è avvenuta anche grazie al trasporto attrezzato di anziani e persone con disabilità ai seggi da parte del partito. Una dichiarazione forzata che vuole giustificare la sconfitta in un modo molto discutibile.

di Iacopo Melio - Fanpage.it

Caro Attilio Fontana, fra un mese ho ventotto anni, fra una settimana una laurea in Scienze Politiche, e da sempre una malattia rara. E da quel sempre, Governatore, succede ad ogni campagna: cittadini con disabilità come merce di scambio elettorale.

Quante ne ho viste e quante ne ho lette, sa? Anche sulla mia stessa pelle. Illusioni per famiglie disperate, spesso impraticabili o pericolose: penso all’istituzione (fortunatamente scomparsa) del Ministro per la Disabilità, che tra l’altro portava il suo stesso cognome, inutile in quanto “senza portafoglio” ma soprattutto discriminatorio dato che, ancora una volta, sottolineava la specialità e non l’inclusività di certe questioni universali. Un ennesimo recinto, per di più associato alla Famiglia, con quel velo pietistico e caritatevole che non vorrà mai un disabile adulto, indipendente, autodeterminato… Ma al quale siete fin troppo aggrappati, come Matteo Salvini agita con violenza il rosario, a soffocare coscienza se mai ne abbia.

Non le è bastata una propaganda basata sul regresso, ha voluto strafare perché di avvoltoi non ce n’è mai abbastanza: di quelli che smembrano le dignità e si rifocillano di speranze altrui. E allora giù sui disabili, a picco, e poi gli anziani, affondati. Perché se abbiamo problemi fisici, troppi anni sulle spalle, disagi mentali, è risaputo: oltre ad essere un peso per la collettività, siamo anche dei completi imbecilli. Probabilmente.