1 maggio 2020

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Presidente, è ora di cambiare

Stiamo per affrontare la fase più delicata dell’emergenza: la riapertura di molte attività. Non sarà un passaggio facile, soprattutto per una regione come la nostra che ha subito le conseguenze più pesanti dell’epidemia.
La disinvoltura con cui il presidente Fontana è passato da mesto annunciatore del bollettino quotidiano dei contagiati a fautore della necessità di rompere ogni indugio e riaprire tutto il prima possibile, per poi chiedere al governo di rispondere a problemi che dovrebbe contribuire a risolvere più che a sollevare, è davvero stupefacente. Ma è solo la conferma di una gestione dell’emergenza che ha avuto come unica costante il tentativo di addossare ad altri responsabilità che Fontana avrebbe dovuto prendersi con i suoi assessori.
Non possiamo dimenticare quello che è accaduto in Lombardia: una rincorsa dell’epidemia che ha dimostrato l’inadeguatezza politica di chi doveva gestire la crisi. L’emergenza sanitaria è stata superata solo grazie alla generosità degli operatori e alla responsabilità dei cittadini. L’epidemia ha decretato il fallimento del progetto di sanità regionale immaginato da Formigoni, rinnovato da Maroni e confermato da Fontana: la produzione ospedaliera ha cancellato la prevenzione e la medicina di prossimità territoriale, lasciando campo libero al virus che ha preso tutta la velocità possibile sul territorio prima di schiantarsi sugli ospedali. Questi hanno retto, ma a quale prezzo?
Ora serve un deciso cambio di passo. La fase 2 non può iniziare senza un forte investimento sulla sanità territoriale. Avevamo chiesto un commissario per la sua gestione, ora chiediamo un deciso cambiamento nella guida dell’assessorato al welfare. Non possiamo continuare come se nulla fosse. Decida Fontana se questo cambiamento debba passare anche dalle dimissioni dell’assessore Gallera (che crediamo inevitabili), ma decida in fretta. La Lombardia ha già sofferto abbastanza.

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1 MAGGIO 2020