28 gennaio 2020

Cerimonia della posa della Pietra d’Inciampo per Mattavelli Angelo

Sulbiate, 26 gennaio 2020
Questo è il testo che Daniela Mattavelli ha letto a nome di nipoti e pronipoti tutti.

Desideriamo ringraziare l’Amministrazione Comunale e il Comitato delle Pietre d’Inciampo di Monza e Brianza perché questa iniziativa volta a “fare memoria” e a mettere in guardia le generazioni di oggi e di domani contro il male che l’uomo è capace di coltivare e di compiere, rappresenta per Angelo e per i suoi familiari anche un Atto di Giustizia.

Un piccolo Atto di Giustizia, se lo rapportiamo agli atroci patimenti che Angelo ha dovuto subire, alla sua morte insensata e al dolore che ha lacerato i suoi cari per il resto della loro vita.

Ma, nello stesso tempo, un grande Atto di Giustizia, perché questa pietra con il suo nome scolpito – a restituirgli l’identità strappatagli dalla barbarie nazista - questa mattonella lucente sul selciato, d’ora in poi sarà sotto gli occhi di tutti i passanti, attirerà l’attenzione dei bambini e qualcuno, leggendone l’iscrizione, si domanderà chi era Angelo e forse proverà sentimenti di pietà per la sua giovane vita spezzata.

Angelo era solo un ragazzo di 19 anni che ebbe la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un ragazzo normale, le cui uniche colpe furono il desiderio di aiutare la sua famiglia, il senso del dovere e la speranza di un futuro migliore. Tali erano certamente le motivazioni che lo spinsero ad andare a lavorare in città in una grande fabbrica (la Breda), e – forse – si sentiva fortunato per non essere stato ancora arruolato e mandato a combattere al fronte. Così, mentre infuriava la guerra, lasciando il più tranquillo paesino natio, affrontò i maggiori rischi che inevitabilmente si correvano a Milano, dove nel marzo 1944 si assisteva a una recrudescenza delle rappresaglie tedesche in risposta agli scioperi degli operai nelle maggiori fabbriche.