8 dicembre 2014

I rifiuti? Non esistono. dal blog di Pippo Civati


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Tutto quello che non sapete e nessuno vi racconterà sui rifiuti

Lo trovate nel libro di Marco Boschini e Ezio Ortes, I rifiuti? Non esistono, Emi 2014. E vi troverete anche i motivi per cui ho votato contro lo Sblocca Italia, all'articolo 35 e alla politica che, con quel decreto, il governo interpreta e ahinoi propone, (come se non ci fosse un domani).
Sappiamo, per esempio, che le migliori esperienze europee nei servizi di raccolta differenziata sono italiane? E sappiamo che sono tutte gestite da società e consorzi pubblici? Società che, a un’Italia che arranca attorno al 40% di raccolta differenziata e annovera un’emergenza dietro l’altra, contrappongono gestioni oculate e servizi di eccellenza: elevatissimi livelli di raccolta differenziata, bilanci in utile e tariffe eque. Esperienze di punta che hanno favorito l’occupazione e la crescita in molte regioni di una new economy strutturata del riciclo e creato le condizioni per lo sviluppo di filiere industriali che recuperano la materia proveniente dalla raccolta differenziata.
E poi, facendo riferimento allo studio che parte da un altro consorzio che ha fatto cose formidabili:
Lo studio, coordinato dal Consorzio intercomunale Priula di Treviso, ha messo in evidenza che le società pubbliche virtuose hanno una media di raccolta differenziata del 73,5% contro una media nazionale del 31,7% largamente sotto gli obiettivi minimi previsti dalle linee di indirizzo dell’Ue. I cittadini serviti da queste società caratterizzate da servizi di raccolta domiciliare porta a porta, che intrinsecamente comportano un maggior grado di coinvolgimento e responsabilizzazione degli utenti, hanno nel tempo ridotto la loro produzione totale di rifiuti fino a 414 kg per abitante all’anno rispetto ai 532 della media italiana e, più di ogni altra cosa, differenziano quasi tutto. Quello che rimane e va a finire in discarica è poco meno di 92 kg a testa all’anno, contro i 346 della media nazionale.
E i costi, si chiedono gli autori?
Il costo medio per abitante/anno delle gestioni pubbliche virtuose è di 107 euro contro i 175 della media italiana, e ogni famiglia paga in media 162 euro di bolletta all’anno al posto dei 240 euro che è la media delle bollette italiane.
L'esempio pontalpino è folgorante e non si capisce (o forse lo si capisce benissimo) perché non è portato a modello per tutto il territorio nazionale: