25 febbraio 2021

Editoriale di Brando Benifei, Febbraio 2021

“Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell'Unione Europea. Senza l'Italia non c'è l'Europa, ma fuori dall'Europa c'è meno Italia.
Non c'è sovranità nella solitudine, c'è solo l'inganno di ciò che siamo, nell'oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere”.

Questo è un passaggio molto significativo del discorso del Presidente Draghi al Senato, perché illustra in maniera chiara il nostro rapporto con la costruzione europea: unirci per riappropriarci della sovranità democratica nel governo dei grandi fenomeni globali, dal cambiamento climatico all'avvento dell’intelligenza artificiale. Sovranità che oggi stentiamo a esercitare e che si può rafforzare con la condivisione europea, rompendo con l'illusione nazionalista dei sovranisti.

Secondo alcuni commentatori la divisione tra sovranisti ed europeisti, che ha scandito la politica italiana e internazionale di questi ultimi anni, è oramai sorpassata dalla fine dell'amministrazione Trump a cui corrisponde in Italia l'improvvisa conversione europeista della Lega. Essi sostengono che si tratti di un cambiamento di tale portata da essere destinato a rimettere in discussione l'identità del Partito Democratico, che in questi anni difficili di euroscetticismo e sovranismo ha fatto da argine proteggendo l'Italia dal rischio di un'involuzione pericolosa e dannosa come quella a cui stiamo assistendo in Gran Bretagna.