16 luglio 2022

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Ma non era come nelle favole?

Nel giro di poche ore siamo passati dallo sconcerto per la fine della favola di Ilary e Totti allo stupore per la scelta di Mario Draghi di dare le dimissioni per la non sfiducia dei senatori del Movimento 5 Stelle.
Ma come, allora le favole non esistono? Non ha ragione Vasco quando canta: “Quello che potremmo fare io e te, senza pensare a niente, senza pensare sempre; quello che potremmo fare io e te, non si può neanche immaginare”?
Pensavamo che la favola di Ilary e Totti potesse sopravvivere a tutto e che le reciproche libertà fossero un modo per farci sognare che la responsabilità possa essere sempre di altri e mai nostra.
Pensavamo che, quando si è coperti dalla credibilità di uno come Mario Draghi, si potesse dire e fare un po’ quello che si vuole, perché, in fin dei conti, quello che conta in politica è prendere i voti, mica risolvere i problemi. Pensavamo che a quelli ci pensasse super Mario.
Pensavamo che agli italiani piacessero le favole e che noi potessimo vivere proprio come nelle favole, dove qualsiasi cosa accada, un lieto fine lo si trova sempre, senza pensare a niente.
Ma sì, anche la guerra, il cambiamento climatico, la pandemia, la crisi economica, prima o poi, sarebbero passati e noi avremo potuto, come nelle favole, continuare a raccontare cose che piacciono a chi le ascolta e ci fanno sembrare simpatici.
Draghi si è preso la responsabilità di darci uno scossone e di ricordarci che le favole sono belle, ma la politica serve a dare risposte ai cittadini e per questo deve prendersi la responsabilità di scegliere.
I sogni sono fondamentali per spingere le persone a impegnarsi per un futuro migliore, ma trovano gambe solide in chi fa scelte responsabili, non in chi racconta favole. D’altronde, non si può mica solo e sempre sperare che arrivi il Principe Azzurro o, come spera il presidente Fontana, la pioggia.

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