28 novembre 2019

Asfalti Brianza: l'attività è ripresa.

E la giunta di Monza cosa ha fatto? Nulla

Scritto da Gruppo Consiliare Pd Monza   
  
asfalti brianza Notizia di oggi che Asfalti Brianza ha ripreso le attività, dopo che l’autorità giudiziaria ha autorizzato una riapertura parziale dell’impianto. E i cittadini sono, giustamente, infuriati.

Il 21 ottobre avevamo presentato un’interrogazione all’assessore Villa, in cui chiedevamo, in ragione della richiesta effettuata nel frattempo da Asfalti Brianza di poter riprendere in tempi brevi le attività, quali provvedimenti la giunta Allevi intendesse adottare per la tutela della salute cittadini. La risposta dataci in aula dall’Assessore Villa era stata lapidaria:

“… in merito alla vicenda che interessa la ditta Asfalti Brianza sono state dette alcune inesattezze, quindi vorrei sgomberare il campo da queste notizie che non corrispondono al vero e dare le notizie corrette, onde evitare che poi si crei dell’immotivato allarmismo… (…) Quindi, vado a concludere, sono stati tolti i sigilli su disposizione della Procura per effettuare gli interventi di ripristino ambientale. Al termine di quest’operazione certificata dalle autorità del Comune competente, verranno ripristinati i sigilli. Quindi, questa è la situazione attuale, non si prevede nell’immediato e nel prossimo futuro la ripresa dell’attività”

Per ricapitolare. Noi non abbiamo detto inesattezze. Asfalti Brianza ha riaperto, anche se Villa, che ci ha visto lungo, sosteneva l’esatto contrario. In più, nel frattempo, cosa ha fatto la giunta Allevi per garantire la salute dei cittadini? Niente.

27 novembre 2019

La transizione è finita

Luca Caputo in Editoriale del Circolo Dossetti
…ma non come ci aspettavamo.
Proviamo, ancora una volta, a guardare le cose secondo una prospettiva lunga: negli anni ’80 aveva avuto inizio, in Italia ma non solo, una grande fase di trasformazione della società.
In maniera estremamente esemplificata, diremo che la fusione di interessi tra istanze di liberazione del capitale e della finanza e quelle di liberazione degli individui da regole e confini aveva rotto l’unità dei sistemi, statali ed internazionali, allora esistenti, e posto alla politica istanze di profondo cambiamento.
La caduta del Muro di Berlino può essere preso come momento simbolico anche di questo.
La politica tentò di rispondere: in Italia si ebbe un primo abboccamento deciso, con l’ascesa al Governo del PSI guidato da Craxi e, per un altro verso, quella delle forze laiche e tecnocratiche.
Nel mentre, prendevano corpo nella società, e venivano interpretate ed elaborate nella Democrazia Cristiana, istanze ed ipotesi di cambiamento profondo il cui fattore comune era lo spostamento della centralità, dalle istituzioni e dai partiti, agli individui.

22 novembre 2019

Matrimoni civili e religiosi: cambio di costume

I dati Istat sul 2018: il 50,1% delle nozze avviene con cerimonia civile. Sempre più alta l'età media delle prime unioni. In aumento il dato complessivo
di FLAVIO BINI- la Repubblica


20 Novembre 2019
MILANO - Nel 2018, per la prima volta nella storia, i matrimoni con rito civile hanno superato quelli con rito religioso e oggi rappresentano il 50,1% del totale delle unioni, a fronte del 49,5% dell'anno precedente. È quanto mettono in evidenza i dati aggiornati diffusi oggi dall'Istat.

Il "sorpasso", emerge dai numeri, non è ancora scattato per quanto riguarda le prime nozze, dove l'altare batte ancora saldamente la cerimonia in Comune, ma si registra comunque se si guarda il totale delle persone che si sono unite in matrimonio lo scorso anno. Molto forte il divario territoriale: al Nord la quota di matrimoni con rito civile è del 63,9%, al Sud meno della metà (30,4%).

21 novembre 2019

"Tutta un'altra storia" a Bologna

Il futuro del Partito Democratico.
Scritto da Matteo Raimondi – PD Monza
Tre giorni a Bologna per discutere e confrontarci sul Partito Democratico. Questo il senso di “tutta un’altra storia”.
Dopo tre giorni di dibattito, interventi dal palco e a margine del palco, video e immagini, democratiche e democratici da tutta Italia torno a casa decisamente soddisfatto.
Però non basta.
Abbiamo discusso, abbiamo chiarito con fermezza dove siamo e dove dobbiamo andare, ma se questa tre giorni si limita solo a ciò non basta.
Dobbiamo mettere in pratica il progetto riformista e democratico a partire da subito in tutti i territori.
E dobbiamo farlo tutti insieme, dai dirigenti ai militanti.
Solo così sarà tutta un’altra storia.
“Non siamo venuti qui per volare alto, siamo venuti qui per pescare a fondo".  (Gianni Cuperlo)

19 novembre 2019

Padre Costa: «Cattolici in politica, alternativi anche nella comunicazione»

Padre Giacomo Costa
L’appello della Cei, il ruolo dei giovani, la capacità di parlare in pubblico, il rifiuto del populismo e dell’intolleranza, la strumentalizzazione dei simboli religiosi, la ricerca del dialogo senza rinunciare all’identità: confronto a tutto campo con il direttore di «Aggiornamenti sociali»

di Pino NARDI - ChiesadiMilano

«Insieme ai loro coetanei, l’attuale generazione di giovani cattolici è chiamata a riconfigurare la democrazia e a trovare per il mondo di oggi nuove forme per i valori di libertà e uguaglianza su cui essa si fonda». Lo sostiene padre Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti sociali. Nel mondo cattolico c’è un nuovo fermento nel dibattito sull’impegno dei laici in politica. Questa la riflessione del gesuita che guida il mensile di piazza San Fedele, nominato da papa Francesco prima segretario speciale del Sinodo sui giovani, poi consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi.

La Chiesa italiana, attraverso le parole del presidente della Cei, cardinale Bassetti, invita con forza a una nuova presenza di laici cattolici nella politica. Come comprende questo invito?
Si tratta di un appello ricorrente: la Chiesa sa quanto è importante un concreto impegno per il bene comune e non vuole tirarsi indietro. Oggi è fondamentale che sia rivolto soprattutto ai giovani e siano loro a rispondere. La democrazia infatti sta cambiando perché rispecchia una cultura in continuo mutamento. Dopo l’irruzione dei social media, si prepara quella dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi. Non investirà solo l’economia e il mondo del lavoro, ma anche i circuiti di formazione e aggregazione del consenso. Serve anche un dialogo tra generazioni riguardo alla democrazia, come quello che sta portando avanti il Forum nazionale di etica civile di Firenze, attraverso il quale la tradizione e il passato siano una radice generativa dell’impegno e non un ostacolo.

18 novembre 2019

Migranti, Eurispes: sovrastimata la presenza degli stranieri in Italia

I media influenzano l'orientamento. Per il 35% si tratta del 16%, per il 25,4% addirittura del 24, come a dire: un residente su quattro in Italia non è italiano. In realtà, l'incidenza di stranieri sulla popolazione è all'8%.

"Il ruolo dei media nell'influenzare, quando non plasmare almeno parzialmente, l'orientamento degli italiani sembra decisivo soprattutto nell'ambito di temi che toccano la sfera emotiva, esaltando paure, ma anche pregiudizi e sospetti". Lo ha detto Gian Maria Fara, presidente di Eurispes, in occasione dell'incontro "Immigrazione, è ora di voltare pagina", organizzato a Napoli dal Gruppo dell'alleanza progressista Socialisti e democratici al Parlamento europeo.

"Solo il 28,9% degli italiani indica correttamente l'incidenza di stranieri sulla popolazione all'8% - ha spiegato Fara - Un italiano su 10 sottostima la presenza straniera, indicandola al 3%". "Più della metà del campione sovrastima la presenza di immigrati nel nostro Paese - ha proseguito - per il 35% si tratterebbe del 16%, per il 25,4% addirittura del 24%, come a dire c'è un residente su quattro in Italia sarebbe non italiano". "La comunicazione mediatica - ha concluso -  sembra avere esaltato, nella percezione della maggioranza dei cittadini, l'incidenza degli stranieri".

"Molto raramente le questioni costantemente sotto l'obiettivo di televisioni, giornali e social network - ha aggiunto Gian Maria Fara - non vengono di riflesso sentite dei cittadini come cruciali, crescenti, spesso emergenziali". "È una influenza che non risulta identica su ogni individuo - ha aggiunto - né certamente è avulsa dal personale bagaglio cognitivo ed esperienze". Nell'ultima indagine realizzata da Eurispes, sul tema dei migranti relativa al 2018, è stato chiesto ai cittadini di valutare una serie di fenomeni messi in evidenza delle informazioni veicolate dal media. Dall'indagine è emerso che gli stranieri residenti in Italia sono oltre 5 milioni pari a circa l'8% della popolazione residente. Se agli stranieri regolari si sommano quelli non regolari, stimabili intorno alle 500/800.000 unità, si arriva, in base alla ricerca, al massimo di una incidenza del 10% sulla popolazione.

tratto da RaiNews

14 novembre 2019

IL FOSSATO ATTORNO A MILANO SI RIEMPIE CON LA VISIONE, NON CON LE RISORSE

di PIETRO BUSSOLATI -  Gli Stati Generali

Il fossato tra Milano e il resto d’Italia di cui ha parlato il Ministro Provenzano, riaprendo un dibattito cruciale per il centrosinistra nei prossimi anni, si deve colmare ma riconoscerne l’esistenza è un primo passo per poter superare la dicotomia dello sviluppo tra le grandi città ed i piccoli centri.

In seguito alla dichiarazione del Ministro, Viesti ha rincarato la dose, con ragionamenti che ritengo del tutto sbagliati, sostenendo infatti che lo sviluppo di Milano derivi da una distrazione di risorse e attenzioni che andrebbero riservate al resto d’Italia e citando a titolo di esempio l’alta velocità e Human Technopole (l’eredità fisica di Expo).

Anche l’autorevole TheGuardian ha affrontato il tema in un articolo dove affronta lo stesso argomento.

Andiamo con ordine rispetto ai rilievi che vengono posti: Milano “ruba” sviluppo ai territori circostanti? In alcun modo no, nel senso che le fabbriche e i capannoni che hanno garantito crescita a basso capitale investito in tante realtà settentrionali non sono attratte dalla città, ma sono superate da un modello di sviluppo che premia la rapidità di connessione economica (e quindi sociale). Rispetto agli investimenti in capitale privato non è affatto vero che Milano sottrae al territorio circostante contenuti replicabili altrove, non si sono spostati i capannoni dalla provincia alla città ma il terziario avanzato si è affermato come traino economico senza eguali.

Si tratta di un fenomeno difficilmente arrestabile, l’80% degli europei vivrà in grandi agglomerati urbani nel 2050 e questo riguarda anche l’Italia. Il motivo è che le connessioni economiche, fisiche e sociali nelle grandi città portano alla costruzione di meta distretti, spesso di natura digitale, sempre più competitivi.

12 novembre 2019

Come si crea online una campagna di disinformazione

di Gigio Rancilio - Avvenire.it

Ormai dovremmo averlo capito: viviamo nell'era della manipolazione. Tutto ormai può essere distorto. Fatti, pensieri, opinioni, voci e persino interviste video possono essere manipolate con facilità per trasformarle in armi politiche o anche solo di “distrazione di massa”. Già, ma come si crea una campagna digitale di disinformazione? Cioè, come si usano le piattaforme social e i siti di notizie, veri o creati ad hoc, per screditare un avversario politico o per veicolare un'informazione falsa in modo che faccia pendere l'opinione pubblica verso una certa parte?

A queste domande ha provato a rispondere una ricerca del centro studi Data & Society (la trovate qui https://tinyurl.com/y34tyvhg). Lo scenario preso in esame è quello americano, ma le tecniche illustrate sono le stesse che vengono usate anche da noi e in altri 70 Paesi del mondo, nei quali – come abbiamo raccontato qualche settimana fa https://tinyurl.com/yy64yc5o – i social vengono usati per per manipolare l'opinione pubblica. Un allarme rilanciato anche dal rapporto Freedom on the net https://tinyurl.com/y4snxqem che registra una sensibile diminuzione della libertà su Internet: “Quella che una volta era una tecnologia liberatrice è diventata un canale per la sorveglianza e la manipolazione elettorale”.

11 novembre 2019

Il ministro Franceschini ripristina i 25 milioni per il museo dell'Ebraismo di Ferrara

"Lo dobbiamo a Liliana Segre e a quello che rappresenta"

FERRARA - Cancellati dal precedente governo, sono stati ripristinati oggi (9 novembre 2019) dal Mibact con 25 milioni di euro i finanziamenti per il Meis, il museo dell'ebraismo di Ferrara: lo annuncia il ministro della cultura Dario Franceschini. "Lo dobbiamo a Liliana Segre - dice - a lei personalmente e a quello che rappresenta. La conoscenza è il migliore antidoto contro odio e intolleranza".

Fu la stessa Liliana Segre, la scorsa primavera, la prima firmataria di una interrogazione urgente al governo Conte 1, in cui si sottolineava come il museo sia un'opera "di valore internazionale" in riferimento alla storia e alla presenza degli ebrei nel nostro Paese, "sebbene il Governo non lo voglia riconoscere o lo voglia addirittura occultare". L'allora ministro Alberto Bonisoli aveva replicato accusando l'allora giunta di centrosinistra di Ferrara di "strumentalizzazione": Questi soldi - si apprende da fonti dal Collegio Romano - non sono del Mibac e sarebbero andati persi. Invece il ministro ha garantito che quando sarà possibile aprire un cantiere, e questo avverrà solo in concomitanza con il termine dei lavori del secondo lotto che stanno per cominciare, i soldi ci saranno e partirà il bando".

Franceschini ricorda oggi come "Il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah è stato istituito con una legge dal Parlamento nel 2003. Durante lo scorso governo era saltato il finanziamento di 25 mln di euro necessario per il completamento del Museo. Ma un'idea così importante non si può lasciare a metà ecco perché attraverso una rimodulazione dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione del Ministero, abbiamo recuperato il finanziamento che era stato cancellato".

8 novembre 2019

Comunicato stampa del circolo del Partito Democratico di Sovico

Trasmettiamo il Comunicato stampa del circolo del Partito Democratico di Sovico
Necessario e doveroso sostegno.

Sovico merita di più, non sicuramente questo fango che in poche ore ha sommerso il nostro paese in una diffusione mediatica imponente. Una “mamma grida "negro di m." a un bambino in campo, durante l'incontro tra l'Aurora Desio Calcio e la Sovicese”. Non più di qualche mese fa abbiamo assistito a delle svastiche disegnate in piazza davanti alla chiesa e in altri punti del nostro paese. Questo è ciò che non avremmo mai voluto vedere e leggere. Il razzismo è il peggio che l’essere umano può esprimere. Il preconcetto e l’esclusione di altri esseri umani su basi etniche, culturali o religiose è quanto di più gretto e abbietto si possa rilevare. Quando questo accade nel campetto di calcio del tuo paese quando giocano dei bambini si avverte un senso di rabbia mista a delusione. Forse qualcuno, visto il clima, si sente autorizzato a esternare il peggio prima nascosto per vergogna
Questi fatti meritano i riflettori, la condanna senza sottovalutazioni prima di tutto da parte delle istituzioni locali, la comunità sovicese subisce un danno e un giudizio che non le appartiene, il razzismo non è nelle nostre radici.
Partito Democratico circolo di Sovico

6 novembre 2019

Biglietto Unico, mozione Pd a MONZA

Lamperti: "Allevi e Arena poco coraggiosi" 
Scritto da Redazione PD-MONZA

Ancora la vicenda del biglietto unico a tenere banco. Marco Lamperti, consigliere monzese del Partito Democratico ha le idee piuttosto chiare e spiega perché ha presentato una mozione, a forma dell'intero gruppo democratico, sulla questione in difesa dei cittadini (monzesi e non) che tutti i giorni utilizzano il treno per recarsi sul luogo di lavoro.
Scrive Lamperti. "Comprendo che per criticare i compagni di partito che amministrano Regione Lombardia serva un po’ di coraggio, ma qui l’amministrazione di Monza tra Dario  Allevi e Federico Arena non è che dimostri proprio di avere un cuor di leone.
Le compensazioni messe in atto dall’Assessore Terzi a seguito della vergognosa cancellazione di molti abbonamenti è una presa in giro nei confronti dei pendolari ed è finalizzata solo a fare cassa. La cancellazione poi del bonus ritardi è davvero la beffa suprema. Per questo la scorsa settimana ho presentato una mozione - a firma di tutto il Gruppo del PD - che denuncia tutto questo e chiede al Comune di Monza di difendere i cittadini pendolari."

5 novembre 2019

Migranti. La strategia dei «porti chiusi» non ha ridotto partenze e morti

sabato 2 novembre 2019 - Avvenire.it
Michele Cantarella  - Ricercatore di Economia all’Università di Modena e Reggio Emilia

Uno studio dimostra l'inefficacia della politica di deterrenza nel Mediterraneo. I costi «umani» da Minniti a Salvini
 
Nel corso degli ultimi anni, guerre e disordini in Medio Oriente e Africa hanno generato un flusso di rifugiati verso l’Europa d’intensità senza precedenti, molti dei quali hanno tentato di raggiungere le nostre coste attraversando il Mediterraneo: percorrendo le tre tratte, in ordine di intensità, del Mediterraneo centrale, verso Italia e Malta, occidentale, verso la Spagna, ed infine orientale, verso Grecia e Cipro. Questo è ben lungi dall’essere un viaggio sicuro, come testimoniato dalle innumerevoli e ininterrotte tragedie in mare. L’attraversamento del Mediterraneo, infatti, non è solo il modo più veloce per raggiungere le coste europee (spesso è necessario meno di un giorno di navigazione per raggiungere la destinazione) ma, per molti richiedenti asilo, questa è spesso anche l’unica alternativa.

In effetti, l’evoluzione della crisi di profughi e migranti in un disastro umanitario ha dominato il discorso politico e creato non pochi attriti tra gli Stati membri dell’Ue (e all’interno dei Paesi: basti pensare allo scambio di accuse sui dati degli ultimi sbarchi tra l’attuale ministro dell’Interno Lamorgese e il suo predecessore Salvini). Mentre le Ong hanno tentato di sopperire con mezzi propri alle mancanze nazionali ed intergovernative, gli Stati membri dell’area mediterranea si sono trovati ad affrontare, per lo più da soli, un problema a cui linee di pensiero diverse hanno dato risposte contrastanti: da un lato, abbiamo l’approccio idealista, a difesa dell’obbligo morale al soccorso; dall’altro, un approccio, che si potrebbe definire realista, a sostegno della tesi per cui la riduzione dei soccorsi ridurrebbe gli sbarchi e, di riflesso, anche le morti.

4 novembre 2019

Buone pratiche per invertire la rotta

Riportiamo un contributo tratto dalla rivista 
"SCARP DE TENNIS" utile a concretizzare ciò che in molti di noi sembra essere una realtà lontana e teorica.
Realizzata in Italia, in Trentino a pochi chilometri da Sulbiate, in una zona agricola, e quindi applicabile anche a noi.