8 aprile 2019

Basta col teatrino, Salvini e Di Maio si dimettano

Ci risparmino inutili sceneggiate mentre i cittadini e le imprese stanno continuando a pagare il dilettantismo e l’incapacità di questo governo
Di Nicola Zingaretti
 

Oggi per la prima volta, come noi denunciamo da tempo, il governo ha ammesso che dovranno tagliare importanti servizi ai cittadini e alle imprese per due miliardi di euro a causa della drammatica situazione in cui hanno portato i conti pubblici. Nel prossimo autunno tra clausole di salvaguardia IVA e sforamento dei conti derivanti dalla bassa crescita economica rischiamo una manovra correttiva da oltre 30 miliardi di euro. Ora basta. Così non possiamo andare avanti. Sono mesi che stiamo denunciando la gravità della situazione in cui questo governo ci ha portato e il pericolo di pesanti tagli ai servizi per i cittadini. Purtroppo il governo non sta facendo nulla per cambiare questo stato di cose. Il "decreto crescita" appare del tutto inadeguato a fronteggiare la gravità della recessione in cui è caduta l'economia italiana. Da quando sono in carica è crollata l'occupazione: 116 mila occupati in meno, di cui 88mila in meno a tempo indeterminato. L'Italia è andata in recessione e per il 2019 si prevede una contrazione dell'economia dello 0,2%, è crollata la fiducia delle imprese del 5% e quella dei consumatori è ai minimi degli ultimi 20 mesi, è diminuito dello 0,5% il reddito disponibile reale delle famiglie.

SettegiorniPD in Regione Lombardia

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L'Editoriale Una politica in stallo

La scusa delle imminenti elezioni, amministrative ed europee, potrebbe anche essere buona, ma non riesce a coprire una realtà che presenta una Giunta sostanzialmente ferma e un Consiglio regionale caduto in uno strano letargo primaverile. Poche sedute, pochissimi progetti di legge in commissione, completa assenza di prospettive che vadano al di là di proroghe, rinvii e atti dovuti.
Questa è la Lombardia che si appresta ad andare al rinnovo amministrativo di quasi 1000 comuni e che dovrebbe giocare un ruolo da protagonista nella decisiva consultazione elettorale per il nuovo Parlamento Europeo. Possiamo ormai parlare di un vero e proprio stallo politico. A Roma, per i reciproci veti tra Lega e 5 Stelle con un Presidente del Consiglio che pare ormai una sorta di mediatore alle prese con un matrimonio che sta per scoppiare e nel quale i coniugi non paiono avere nessuna intenzione di riconciliarsi. In Lombardia non c’è alcuna crisi coniugale, anche perché la regione pare una famiglia mono-genitoriale, con una Lega che fa il bello e il cattivo tempo.
Qualcuno l’ha definita “pax salviniana”, ma il fuoco potrebbe covare sotto la cenere, come dimostrano i casi di due città alle porte di Milano: a Legnano e Corsico la maggioranza di centrodestra si è sgretolata. Nella città del Carroccio sono in atto strane manovre per restare aggrappati al potere, con un prefetto che non decide e un difensore civico regionale “costretto” a un’inedita forzatura: ma il popolo non doveva essere sovrano?