L'Editoriale La presidenza alternativa
Quando
la politica non fa il suo mestiere, altri decidono al suo posto. La
sentenza con cui il TAR della Lombardia ha sospeso l’ordinanza che
prorogava fino al 24 gennaio la didattica a distanza alle superiori
fornisce una nuova conferma a questo assunto. Il presidente Fontana,
sulla scorta di indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico che erano
note solo a lui, ha deciso che il mondo della scuola non fosse pronto a
ripartire con le lezioni in presenza. Con questa decisione la regione ha
cancellato il lavoro che da settimane scuole, comuni e agenzie dei
trasporti stavano facendo per garantire un corretto rientro in classe.
Dov'era la regione in quelle settimane? Se lo è chiesto anche il TAR
della Lombardia che ha deciso di sospendere il provvedimento
considerandolo “irragionevole” perché vieta la didattica in presenza,
senza individuare in essa il reale problema per l’eventuale diffusione
del contagio. Come dire che la regione, non riuscendo a risolvere altri
problemi, si accanisce contro il mondo della scuola. Parole pesanti che
certificano la confusione con cui la Giunta sta affrontando anche questa
fase dell’epidemia, tanto che la nostra regione rimane, purtroppo, una
di quelle a maggior rischio di contagio. In questo clima, pare
proprio che in Lombardia si sia inaugurata la stagione della doppia
presidenza. Dopo la verità alternativa che la regione ha provato a
raccontare da marzo in poi, si affaccia ora la presidenza alternativa.
Letizia Moratti si sta muovendo, infatti, come se fosse una sorta di
ingombrante doppio di Fontana. La neo assessora, ad esempio, ha
convocato per lunedì i capigruppo del Consiglio regionale, cosa che il
presidente aveva promesso di fare nella seconda fase dell’epidemia e non
stava facendo da almeno due mesi. Ben venga una nuova stagione di
confronto, ma non vengano a raccontarci che la regione non è stata
commissariata. |
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Da domenica la Lombardia torna in zona rossa |
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