27 aprile 2021

Piano nidi: più che quanti posti, conta dove

Redazione di VITA

Un servizio omogeneo sul territorio è la precondizione affinché l'asilo nido rivesta una funzione educativa e non solo sociale. Nord/sud e Centri urbani/comuni periferici sono le due principali linee di frattura odierne. Mancano almeno 100mila posti per arrivare al 33% di copertura, obiettivo che il PNRR promette di raggiungere entro il 2026. Ma il tema vero è un altro: «Se l'obiettivo del 33% verrà raggiunto potenziando solamente le aree del paese già più "infrastrutturate" significa che le risorse europee, nonostante il conseguimento del target, non saranno servite per abbattere le distanze esistenti», dice Con I Bambini

Diciotto posti e mezzo: è questa la misura del gap fra nord e sud del Paese, rispetto agli asili nido. A fronte di un Centro-Nord che ha 32 posti ogni 100 bambini con meno di 3 anni e quindi ha quasi centrato l'obiettivo europeo del 33% di copertura, nel Mezzogiorno i posti ogni 100 bambini sono solo 13,5. Concretamente, mentre a Bolzano ci sono quasi 7 posti ogni 10 bambini in età da nido, a Catania e Crotone i posti sono quasi 5 ma non su 10 bensì su 100 bambini. Forte anche la differenza tra comuni polo e comuni periferici e ultraperiferici: 13,8 punti. La prima provincia italiana per posto in asilo nido è Ravenna, con 46,8 posti ogni 100 bambini; ultima è Caltanissetta, con 6,2% posti. Tutti i 10 capoluoghi con meno posti rispetto all'utenza potenziale si trovano nel Mezzogiorno, e in particolare in Sicilia, Campania e Calabria. Tutti i 10 capoluoghi con più posti sono nell’Italia settentrionale, eccezion fatta per Sassari, al quinto posto, con 55,3 posti ogni 100 bambini under3.

22 aprile 2021

Giornata Mondiale della Terra. Bisogna cambiare strada

Una riflessione di Sarah Brizzolara, Attivista ambientale e Responsabile Ambiente e Transizione Ecologica dei Giovani Democratici lombardi.

Pedemontana ci preoccupa. Non solo come strada. È un modello passato che si ripropone. E per cambiare strada prima di tutto dobbiamo cambiare noi. Perché in una società ossessionata dall’io, servono sempre nuove strade.

A cinque anni dalla firma degli Accordi di Parigi e dall’Agenda ONU 2030 sullo Sviluppo Sostenibile, il Mondo è molto distante dal compiere un passaggio di rotta e una vera transizione ecologica che guardi anche alla giustizia sociale.
Dal 2015 ad oggi, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera ha continuato a salire, raggiungendo lo scorso 3 aprile la quota storica di 421,21 di parti per milione all’Osservatorio di Manua Loa alle Havaii. Un secolo e mezzo fa eravamo attorno alle 278 parti per milione. Dati che, nonostante la crisi economica portata dal Covid 19, dal 2019 a oggi sono comunque cresciuti.

Il dubbio è che la crisi climatica sia anche qualche cosa di più profondo, una crisi di modello antropologico, di un modello di sviluppo e di consumo e, in fondo, una crisi di egocentrismo.

Che mette in luce il nodo di fondo di questa economia capitalistica del consumo, globalizzata e forsennata.

19 aprile 2021

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Le due torri

Nella saga del Signore degli Anelli le torri sono simbolo di poteri contrapposti, in perenne lotta per la supremazia di una Terra di Mezzo che non trova mai pace, squassata da perenni tensioni e irrisolte diatribe tra bene e male. Anche nel cielo del potere lombardo si stagliano due torri.
In cima all’una, siede un sempre più evanescente e scosso presidente Fontana, che fatica a recuperare credibilità e autorevolezza dopo aver capito assai poco della pandemia e aver tentato, inutilmente, di proporsi come alfiere di una ripresa economica che tarda a manifestarsi.
In vetta all’altra, abita l’algida vicepresidente Moratti, chiamata tre mesi fa a dare la scossa alla regione e ora invischiata in percorsi che pagano lo scotto di divisioni, sottovalutazioni e incongruenze che hanno caratterizzato la gestione lombarda della pandemia.
Tra le due torri c’è la gran palude del centrodestra lombardo, piena di insidie e incognite.
I rampanti guerrieri della nazionalpopolare Meloni disertano le sedute di giunta per manifestare disagio per mancate valorizzazioni di loro protetti nel sempre aperto cantiere delle nomine regionali. Anche in questo campo le tensioni tra le due torri affiorano in modo evidente, lo dimostra il freddo commento della Moratti sull'avvicendamento al vertice del prestigioso Besta di Milano.
La mancata costituzione di parte civile della regione nel processo sulla Film Commission e gli imbarazzi su Aria Spa, oggetto di severi rilievi da parte della Corte dei Conti, sono altri pantani della palude regionale.
E così le torri, che dovrebbero essere rassicuranti segnali di un’autorità al servizio di cittadini, rimangono segni di un potere che vuole perpetuare se stesso e prova a spartirsi quanto resta dell’eccellenza lombarda.

21 aprile 21 Coltiviamo il futuro

agricoltura-copertina

14 aprile 2021

Letta: «Servono nuovi partiti con al centro l’idea di un’Italia europeista»

Intervista di Monica Guerzoni a Enrico Letta, 

Corriere della Sera

«Non ho intenzione di candidarmi alle Europee».
È appena tornato e già si tira fuori dalla mischia? «No, al momento sto facendo politica in altro modo – guarda avanti l’ex premier Enrico Letta – Ho creato una scuola di politiche che è già al quarto anno. Tra i 400 ragazzi che si sono formati io vedo la nuova classe dirigente potenziale».
Ma il centrosinistra, come ha detto Prodi, ha bisogno di un leader e di un progetto subito. Davvero lei non ci pensa? «Io oggi non sono dentro una dinamica di questo genere, sto dando il mio contributo in modo diverso. Ho appena scritto un libro, che è anche un instabook, Ho imparato, in cui evito la trappola di dire subito qual è la soluzione. Il centrosinistra è un campo di Agramante, terra bruciata. Bisogna ricostruire, senza ritorni all’indietro. Non si sono ancora fatti i conti con la sconfitta e, se si pensa che sia colpa degli elettori che non ci hanno capito, non si ricostruirà nulla di vincente».
Da dove ripartire, allora? «Conosco decine di persone che hanno votato M5S senza essere populisti o antieuropeisti. Bisogna ripartire da lì e rendere profonda questa autocritica. Davvero pensiamo che il referendum del 4 dicembre 2016 e le Politiche del 4 marzo siano stati due momenti di stupidità collettiva? Pensiamo che ora gli elettori rinsaviranno e ci richiameranno? Non accadrà. Servono schemi nuovi, facce nuove».
L’ex ministro Calenda ha raccolto 120 mila adesioni al suo Fronte Repubblicano. Perché lei lo critica? «Il protagonismo di Calenda è utile e positivo, c’è voglia di unità in giro. Però il vero guaio del nostro Paese è stata la saldatura tra M5S e Lega e una narrazione élite contro il popolo, antipopulisti contro i populisti, rischia di rafforzarli. Io ho voluto mettere in guardia Calenda da questo rischio forte».

11 aprile 2021

Alleanza contro la povertà: il nuovo portavoce è Bruno Di Giacomo Russo della presidenza delle ACLI lombarde

da Aggiornamenti Sociali
“Dopo un anno di emergenza epidemiologica e i suoi pesanti impatti sulle famiglie italiane e lombarde, l’impegno nel contrasto della povertà, o, meglio, delle diverse povertà, è una priorità e una grande responsabilità” queste le prime parole di Bruno Di Giacomo Russo, membro di Presidenza delle ACLI Lombardia.
Eletto all’unanimità dai rappresentanti dei soggetti aderenti nell’Assemblea odierna, Di Giacomo Russo si è unito ai ringraziamenti espressi dai partecipanti per il prezioso lavoro di Paola Gilardoni, Segretaria regionale Cisl Lombardia, Portavoce dell’Alleanza nel precedente triennio, la quale ha voluto a sua volta ringraziare tutti i soggetti partner per la collaborazione e il supporto di questi anni.
L’importanza della collaborazione e della collegialità come stile di governance e lavoro è stata confermata dal nuovo portavoce Di Giacomo Russo, il quale ha proseguito ricordando “la necessità di mantenere un ruolo propositivo, in sinergia con l’Alleanza nazionale e con il Forum regionale del Terzo Settore, nel confronto relativo al prossimo riparto regionale del Fondo Nazionale Povertà, e nel lungo e complesso processo di revisione della Legge sul sistema sociosanitario lombardo: due ambiti che ci devono vedere subito impegnati nel portare all’attenzione istituzionale i nostri contributi e le nostre proposte.”

10 aprile 2021

Italia quasi tutta arancione, i cambi scattano da lunedì 12 aprile

L'Italia torna in prevalenza arancione, saranno soltanto quattro le regioni che resteranno in zona rossa. L'ordinanza del ministro della Salute Speranza entrerà in vigore lunedì 12 aprile. Torna in zona rossa la Sardegna e si aggiunge alla Campania, alla Valle d'Aosta e alla Puglia. Passano in zona arancione Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Toscana e Calabria. Si vanno ad aggiungere ad Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sicilia, Umbria, Veneto e alle province autonome di Bolzano e Trento. Nelle regioni che passano in arancione aprono negozi, parrucchieri e centri estetici. Sono consentiti gli spostamenti all'interno del proprio Comune, tra le 5 e le 22, senza autocertificazione. Tornano in classe anche i ragazzi di seconda e terza media mentre per le superiori le lezioni sono previste al 50% in presenza e il restante in Dad.

1 aprile 2021

Caos Vaccini.

Comunicato Stampa del Partito Democratico Monza
Scritto da Redazione PD Monza
Una lettera firmata da 29 sindaci della Brianza per denunciare il caos vaccini in Lombardia a corollario di un non-governo che grava come un macigno sulle spalle e sulla pelle dei cittadini della nostra regione. Tra i firmatari di questo appello direttamente rivolto ai vertici di Regione, al governatore AttilioFontana, all’assessore Letizia Moratti e a Guido Bertolaso, anche il sindaco di Monza, Dario Allevi.
Non è l’unico primo cittadino in quota Forza Italia o Movimento 5 Stelle a mettere la firma – e la faccia – in calce a quella che è l’ennesima denuncia nei confronti della gestione leghista di ormai un anno di pandemia. Una imbarazzante sequela di errori e incompetenza che sugella quasi 30 anni di governo di centrodestra in quella che non senza boria veniva descritta come la Regione “locomotiva d’Italia” ma che alla prova dei fatti ha rivelato di essere esposta e fragile e mai tutelata da amministratori non all'altezza, da decenni.
E dunque la Lega viene scaricata anche dai sodali di sempre, quel centrodestra che con un po’ di pudore non volta la testa dall’altra parte davanti a cotanto scempio. L’attacco diretto all’inadeguatezza del sistema sanitario lombardo, e nel merito brianzolo, giunge attraverso la lettera dei Sindaci rivolta agli alti vertici, in particolare vedendo gli scarsi risultati delle sedi vaccinali di prossimità.
I Sindaci di Monza e della Brianza chiedono a gran voce la possibilità di proseguire nel percorso di attivazione dei Medici di Medicina Generale, in modo tale da rendere reale la costituzione dei centri vaccinali. Ritenendo inoltre urgente una nuova modalità di comunicazione che veda i Sindaci non unicamente come semplici ratificatori delle decisioni, ma parte attiva e integrante del processo discelta.
“Penso sia notevole sottolineare come la Lega, sia rimasta isolata all’interno del centro destra dal momento che anche Sindaci di Forza Italia (fra cui Dario Allevi) hanno firmato la lettera. – il commento di Matteo Raimondi, segretario del Partito Democratico Monza – Se anche gli alleati si smarcano dalla gestione imbarazzante di Regione Lombardia, mi chiedo come sia possibile per qualcuno continuare a negare il disastro lombardo”.
“A Monza è tutto fermo. - commenta invece il capogruppo del Partito Democratico Egidio Riva - Anche le vaccinazioni. Se ne è finalmente accorto anche il sindaco Allevi che, seppure in forte ritardo, chiede all’assessore regionale Letizia Moratti e alla ATS gli interventi e le risposte che tutti da tempo attendiamo. Meglio tardi che mai, si è soliti dire. Ma a Monza siamo ormai abituati all’inerzia e ai ritardi delle amministrazioni di centrodestra, sia in città sia in Regione. Speriamo solo che questo strazio finisca presto, per il bene di tutti noi”.