9 novembre 2010

Acqua pubblica per noi.

Pubblichiamo un articolo di Marco Bianco sul tema dell'acqua pubblica, sperando contribuisca al dibattito:


Acqua pubblica per noi.

L'acqua oggi è un bene comune solo a parole: il concetto stesso di "acqua" non è diviso dal concetto di "servizio" che muove enormi interessi economici e politici.
Le schiere si dividono in faziosi della "gestione" privata per un bene che dovrebbe essere pubblico, piuttosto che in portatori (a volte sedicenti) della bandiera per l'acqua pubblica di nome e di fatto.

Anche a Sulbiate una presa di posizione che dovrebbe essere banale non è stata presa perché non tutti i membri del consiglio comunale si sono trovati d'accordo, dunque chi si dovrebbe occupare della questione non trova una sintesi efficace (la troveranno sul nucleare o altre questioni?).

Non potrebbero essere i cittadini allora a prendere posizione per farla poi valere ribaltando il "senso unico" delle decisioni? Forse si, ma quanti sono quelli che manifestano reale apprezzamento per l'acqua del rubinetto e che difendono la scelta di utilizzarla? Penso che la maggioranza rappresenti quelli che l'acqua la comprano in bottiglia e non sono sensibili alla questione o ne hanno un'idea confusa (come del resto per il biologico, il chilometro zero, le polveri sottili, chi più ne ha…) che sfocia nella critica e mai nell'approfondimento.
Provate a difendere per esempio l'acqua del rubinetto, o il latte in polvere per neonati a basso costo: sebbene per il resto del mondo siano questioni reali, approfondite, controllate, discusse, in questo paese sarete quasi certamente presi per puntigliosi a cui piace rischiare la pelle, detto magari da persone che bevono acqua di marca mentre si accendono una sigaretta, si fanno una lampada, passano le giornate nel traffico, eccetera.
Eppure questo non deve bastare a lasciar perdere, allora provo a dare il mio personalissimo contributo sul tema perché le questioni importanti vanno sperimentate e diffuse sulla propria pelle: non nascondo il fatto che le motivazioni sono anche economiche (come per molti la crisi colpisce anche il mio reddito) ma ancor più sono comportamentali. Economia va di pari passo con Ecologia ed Intelligenza secondo me e se davvero tutti consumassimo l'acqua di casa a nessuno sarebbe venuto in mente di decretarne una gestione privata.
Da molti anni la mia famiglia beve solo acqua del rubinetto ed ho deciso che "l'acqua del sindaco" può andare bene persino per dare il latte in polvere alla mia bambina.
Sono matto? Non credo.
Cosa distingue le acque? La composizione. E dove si trova la composizione? Sull'etichetta.
Se devo scegliere in base ad una etichetta allora preferisco un etichetta dove c'è scritto tutto e non solo una parte di informazione: le etichette delle acque minerali in commercio riportano solo alcuni valori rispetto a tutti quelli possibili: perché? Non si trovano o non li hanno misurati? Oppure non erano commercialmente accattivanti?
Per esempio solo alcune acque minerali in commercio riportano i valori misurati per la silice, alcune non riportano i fluoruri, altre si dimenticano di nitriti o solfati… perché? perché non ce ne sono? eppure spesso non si trova il valore "0" ma un "n.d.": non dichiarato.
Insomma se si va a leggere bene si scopre che l'etichetta più corposa delle analisi dell'acqua è quella fatta sull'acquedotto (oltre 40 le voci del Vimercatese, mediamente 10 sulle etichette delle bottiglie).
Per i valori comuni si può fare un confronto diretto tra alcune marche famose ed i valori misurati sull'acquedotto di Sulbiate (ho aggiunto anche le misure che ho effettuato personalmente al mio rubinetto di casa con un kit apposito che misura alcuni parametri)


Dunque a confrontare le informazioni si legge che:
  • i valori dell'acquedotto si contendono spesso il "primato" per le voci riportate
  • i valori dell'acquedotto sono gli unici che riportano i minimi e i massimi registrati, cosa che dovrebbe essere normale visto che le analisi delle acque sono la media di molti campioni ed ogni risultato di tipo scientifico dovrebbe tenere conto del minimo e del massimo o dello scarto sulla misura.
  • le analisi vengono fatte almeno due volte all'anno dalle ASL, mentre i laboratori delle acque private vengono fatti lavorare una tantum: alcune marche riportano analisi del 2008, altre addirittura del 2007.

Per fare ulteriore chiarezza aggiungiamo i fatti che dovrebbero essere ormai ben noti:
  • anche l'acqua del rubinetto è classificata come Oligominerale e non è corretto associare una presenza di calcio o carbonati ad una minore purezza (sono particelle utili all'organismo anche quelle).
  • l'acqua in bottiglia costa dai 10 ai 50 centesimi al litro (e oltre) mentre il costo del rubinetto è 0,05 centesimi al litro: da 200 a 1000 volte più economica!
  • le sorgenti delle acque imbottigliate non sono certo dietro casa, quindi paghiamo la marca, il trasporto, l'imballaggio, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti plastici.
  • il pvc ed il pet contengono ftalati, particelle che vengono rilasciate dal contenitore al contenuto e che di certo non sono naturali (fanno bene o male? pare che siano responsabili di disfunzioni ormonali… nel dubbio perché mettersele in bocca?).

Allora siamo sicuri di cosa beviamo? e qual'è la scelta migliore? Facciamoci un pensiero.


Marco Bianco
Sulbiate

1 commento:

  1. Info sul referendum acqua pubblica:
    -firme raccolte 1.4 milioni.
    -periodo previsto per lo svolgimento del referendum primavera 2011.
    -se cadesse il governo (finalmente!)la legge prevede che il referendum si svolga nel 2012.
    -a quel punto il servizio dell'acqua potabile potrebbe essere già privatizzato.
    -a meno che il nuovo parlamento faccia una legge che permetta il suo svolgimento in periodi non previsti dalla legge (è già successo in passato).
    -comunque sarebbe una presa in giro nei confronti di chi ha firmato e da chi ha raccolto le firme.

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