«È una vergogna – continua Allevi – non sono le province la panacea di tutti i mali dello stato. Ci sono costi da limare, certo, ma come in tutti gli enti pubblici. Se si vuole parlare di disorganizzazione allora è necessario farlo dalla a alla z, senza slogan e senza demagogia. Si leggono molte bugie, come il presunto risparmio di 9-10 miliardi di euro dal taglio delle province: il reale beneficio in termini di patrimonio rientrerebbe tra i 120-130 milioni di euro, su una manovra da 55 miliardi: briciole».
«È stata indetta per domani (ndr:oggi 06/09) una riunione con i presidenti delle province lombarde, faremo sentire la nostra voce, che sarà ferma e unica. Ci appelliamo ai parlamentari: si levino la giacca e capiscano che una retromarcia è doverosa. Senza considerare il clamoroso autogol per un governo che ha fatto del federalismo, e quindi del maggior potere agli enti locali, un cavallo di battaglia da anni».
Eppure, una limatura, da qualche parte negli enti provinciali, la si potrà pure dare...
Certo, come ho specificato prima. Ma deve essere un discorso valido per tutti. Anche le regioni, in Italia, sono troppe. Anche le province, perché no: l'Ogliastra, in Sardegna, non arriva a 60.000 abitanti: meno della metà della sola città di Monza. E allora una scrematura come da prima proposta in finanziaria, che abolisca le province sotto i 300.000 abitanti, avrebbe molto più senso.
In termini finanziari, quali sono i numeri della provincia di Monza e Brianza?
360 dipendenti, esclusa la giunta e i 36 consiglieri. Abbiamo 104 milioni di euro di entrate tributarie, che diventano 160 milioni con i mutui. Il costo totale della democrazia è di 900 mila euro. Numeri che parlano chiaro.
C'è anche chi dice che l'Italia è l'unico paese occidentale che prevede tre livelli di sub-governo...
Le province ci sono anche in Francia e in Germania, è la dimostrazione che questi livelli intermedi sono utili e io li difenderò, in tutte le sedi possibili e comunque vada a finire.
Fonte MBNEWS - Andrea Meregalli.
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