Commemorare la scomparsa di un Presidente della Repubblica inserendo un articolo sull’organo informativo dell’Amministrazione di Sulbiate, firmato dal nostro Vice Sindaco Cavenaghi A. , è un atto di corretta e lodevole attenzione istituzionale. Diffonde il giusto cordoglio e rispetto che si deve ad un uomo che ha avuto in sorte di interpretare il ruolo della più alta carica dello Stato che ha l’onere e l’Onore di rappresentare tutti i cittadini italiani.
Rispettabile l’opinione di Andrea Cavenaghi, opinabile il giudizio personale che esprime, e che si desume dallo suo articolo.
Noi non siamo tra quelli che come Scalfari nell’editoriale pubblicato tempo fa da Repubblica descriveva con la seguente affermazione il Presidente Cossiga, personaggio pirandelliano, uomo depresso:
“Naturalmente nelle fasi euforiche del suo male l'istinto del Narciso prendeva il sopravvento su ogni altra considerazione. I due ultimi anni del suo settennato al Quirinale furono dominati dal narcisismo. I giornali davano quasi quotidianamente la prima pagina alle sue sortite, ai suoi discorsi, ai sassolini che si toglieva dalle scarpe, ai colpi di piccone che assestava all'ordinamento costituzionale.
Oggi riposa in pace. Ha ricoperto tanti ruoli e tutti di grande importanza ma la sua vita è stata profondamente infelice ed è passata come una meteora nella politica italiana”.
Ma non siamo neppure tra coloro che indicano nella figura di questo presidente il più eminente esempio a cui attingere per l’esercizio di questa alta funzione. Non possiamo dimenticare quanti dubbi e perplessità in molti italiani, abbia sollevato la difficile e complessa personalità di Francesco Cossiga. Se la carica ricoperta gli attribuiva il diritto dovere di rappresentare tutti gli italiani, non è stata sufficiente per essere considerato un Presidente amato da tutti. Straordinaria la sua carriera politica. Cossiga è sempre stato un politico scomodo. Coerentemente così è rimasto fino alla fine.
Ringraziamo Francesco Cossiga per il Servizio reso allo Stato.
Precisiamo, però, che al funerale di Francesco Cossiga non solo è stato sepolto un uomo, abile, capace, anche se discusso, geniale politico, tanto stimato da guadagnarsi il più alto ruolo riconosciuto dalla nostra Carta Costituzione; ma anche, purtroppo, un importante e prezioso testimone di un periodo ancora ad oggi troppo oscuro della nostra storia comune; misteri, segreti, inesplicabili, forse inconfessabili, verità.
Maurizio Sarchielli
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