Pier Luigi Bersani è molto preoccupato e non lo nasconde.
Il segretario del Pd martedì illustrerà alle parti sociali e all`opinione pubblica il piano dei Democratici per superare la crisi che ha investito il vecchio Continente e che rischia di travolgere l'Italia. Ma intanto non ci sta a passare da «irresponsabile», l`accusa che gli è stata lanciata dal centrodestra per aver messo le mani avanti sui rischi di un nuovo autunno caldo.
Cicchitto le ha dato dell`avventurista per aver ipotizzato tensioni.
«C`è una totale incomprensione da parte di questa maggioranza di come il Paese sta vivendo questo momento. Gli italiani sono angosciati per le incertezze dell`oggi e del futuro. Assistono impotenti allo spettacolo di una classe politica che si divide sul nulla dopo aver raccontato per anni favole sulla situazione reale. Registro un grave e crescente distacco della popolazione dalla politica. Quando un governo ha esaurito il rapporto con il Paese deve andarsene. Ci sono insomma molti elementi di tensione soprattutto sul tema del lavoro, dell`occupazione.
Irresponsabile è chi fa finta di non capire, o peggio non ha la percezione della realtà».
Beh ma la crisi è mondiale, non si potrà addebitare solo al governo.
«Ovvio ma noi siamo sul fronte più esposto e a questo francamente non c`era nessuna ragione di arrivarci. Quando Berlusconi è tornato al governo il debito pubblico era al 104% del Pil, e avevamo un avanzo primario. Poi le nostre banche non hanno avuto bisogno di essere salvate. Oggi il quadro è decisamente cambiato, adesso siamo in una situazione complicata e molto difficile.
Ma la risposta è ancora una volta inadeguata, oltre che iniqua. E pensare che io, tre giorni prima che il governo approvasse il decreto in Parlamento, a Tremonti e al governo avevo chiesto di non farsi tremare i polsi».
Non c`è niente da salvare nella manovra del governo?
«E`un provvedimento ingiusto e iniquo. Lo hanno approvato all`unanimità, ora mi pare che siano i primi a chiedere di riscriverlo. Vogliono far pagare il conto a quelli che lo pagano sempre. Non c`è nulla sull`evasione fiscale, ci sono ta- gli sciagurati agli enti locali che si tradurranno in macelleria sociale e c`è il prelievo su chi già paga le tasse. La nostra manovra va tutta in un`altra direzione: deve pagare chi ha di più e chi non ha mai pagato. E bisogna mettere in campo qualcosa per stimolare la crescita e dare un po` di lavoro ai giovani».
Nella manovra targata Pd c`è la patrimoniale?
«In nessun Paese si chiama così. C`è un contributo ordinario sulle grandi proprietà immobiliari, progressivo e con larghe esenzioni. E c`è una "una tantum" dal 15 al 20% sui capitali scudati. Niente di rivoluzionario, è la stessa percentuale che è stata pagata in altri paesi europei sui capitali riportati in patria. Questi fondi potrebbero essere utilizzati per dare una spinta all`economia.
Magari la pubblica amministrazione potrebbe cominciare a pagare i suoi fornitori e le piccole imprese creditrici.
Con un`altra quota di queste risorse i Comuni potrebbero fare investimenti. Sono misure che potrebbero avere un buon impatto sulla ripresa».
E poi?
«A saldi invariati abbiamo un piano serio sulle liberalizzazioni, un piano in 8-9 punti su benzina, professioni, rc-auto. Un pacchetto di risparmi sulla pubblica amministrazione. La nostra prima proposta è di- mezzare il numero dei parlamentari, tagliare i costi della politica, semplificare il rapporto con le istituzioni. Abbiamo misure collaudate per scovare l`evasione fiscale, la vera piaga sociale dell`Italia, e contro il riciclaggio.
Il governo propone la tracciabilità dei pagamenti a partire dai 2500 euro, noi chiediamo di abbassarla a 1000 euro.
Inoltre non sarà più possibile pagare in contanti sopra i 300 euro prestazioni e servizi.
Il nostro è un piano alternativo di governo. Presenteremo quello che avremmo fatto noi al governo».
Vi muoverete di concerto con le altre opposizioni?
«Cercherò contatti con tutti, ci sono convergenze obiettive come il no al contributo di solidarietà per chi già paga le tasse e non per gli evasori».
E sulle pensioni?
«Il sistema è in equilibrio dopo le riforme. Se si vuole innalzare l`età pensionabile media si può anche discuterne, a patto che sia previsto un sistema flessibile e volontario. Ma bisogna fare attenzione quando si parla di pensioni soprattutto ora che con i tagli agli enti locali si rischia di massacrare il sistema dell`assistenza».
Ce la farà il Paese a superare la crisi?
«Restiamo il settimo Paese industrializzato del mondo e siamo al decimo posto per la ricchezza. La rimonta non sarà facile, è inutile farsi illusioni. Ma la rimonta non potrà basarsi solo sulle risorse economiche che sapremo mettere in campo, oggi ci vuole una rimonta anche morale. Ci serve una riscossa di civismo. Questo Paese è stato addormentato da una maggioranza e un governo che hanno strizzato l`occhio per anni ai furbi. Ecco, questa fase è finita, altrimenti sarà dura chiedere agli italiani sacrifici».
Il Tirreno - Maria Berlinguer
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