IN UNA SITUAZIONE GRAVISSIMA E IN COSI’ POCO TEMPO ERA DAVVERO DIFFICILE COSTRUIRE UNA MANOVRA MAGGIORMENTE CENTRATA SULLA RIDUZIONE MIRATA DELLA SPESA PUBBLICA E SULLE DISMISSIONI; MA ALCUNI ASPETTI DEL DECRETO POSSONO ESSERE MIGLIORATI IN PARLAMENTO
Pensioni: le misure adottate colpiscono soltanto una generazione (la mia) che è stata sistematicamente privilegiata nei due decenni passati; in sostanza, le vengono estesi, ma ancora molto parzialmente, alcuni aspetti del trattamento pensionistico già da tempo previsto per le generazioni successive; vengono comunque fatte salve le situazioni particolari dei lavoratori in mobilità e alcune altre. Rinvio a quanto ho detto in proposito nell’intervista a Repubblica di giovedì. Voto: 8,5
Aumento della pressione fiscale: il grosso dell’aumento della pressione fiscale è concentrato sulle proprietà immobiliari, con esenzione per la fascia bassa; vengono colpite anche auto di lusso, aeromobili, yacht; attraverso l’imposta di bollo sulle transazioni finanziarie si lancia un messaggio favorevole alla Tobin Tax. Fin qui bene. Aumento dell’Iva (differito all’anno prossimo): male; l’auspicio è che lo si possa far rientrare, compensando con i risultati della lotta all’evazione e della spending review (v. sotto). Voto medio: 6
Riduzione del costo del lavoro, e in particolare di quello femminile: bene; ma è urgente anche una riduzione dell’Irpef sui redditi di lavoro, almeno nella fascia fino a mille euro. Inoltre occorre avviare subito la sperimentazione con metodo scientifico sulla detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile. Voto: 6,5
Lotta all’evasione fiscale: bene le riduzione drastica del limite dei pagamenti in contanti (da 2500 a 1000 euro), ma avrei sperato che il limite venisse abbassato addirittura a 300 euro (nei giorni scorsi si era parlato di 500); spero che in Parlamento si riesca a ridurlo. Voto: 7
Liberalizzazioni: forse in 17 giorni non era possibile mettere a punto disposizioni più estese e incisive; ma occorrerà farlo nel prossimo futuro. Voto: 5
Tagli mirati della spesa pubblica: bene l’intervento riduttivo sulle province e su alcuni organi dello Stato; per il resto, una rigorosa spending review è già prevista nella legge 14 settembre n. 148 (conversione della manovra di agosto): qui non è più materia di interventi legislativi, ma soltanto di capacità politica e amministrativa, che deve investire, insieme a tutte le altre amministrazioni, anche quelle dei due rami del Parlamento e delle Regioni. Il giudizio sull’operato del nuovo Governo su questo punto non può che rimanere sospeso (ma nella conferenza stampa di ieri sera Mario Monti avrebbe dovuto, a mio avviso, enunciare i propri intendimenti su questo capitolo con maggiore enfasi). Voto: n.c.
Dismissioni del patrimonio pubblico poco o male utilizzato: anche questa è materia importantissima, che però non richiede nuovi interventi legislativi; giusto, dunque, che non se ne parli nel decreto-legge e che su questo punto il giudizio sull’operato del Governo resti sospeso (ma anche su questo Mario Monti avrebbe potuto enunciare i propri intendimenti in modo più incisivo). Voto: n.c.
Mercato del lavoro: la riforma preannunciata nel discorso programmatico del 17 novembre non può ovviamente essere oggetto di un decreto-legge; è stato comunque opportuno che nel corso della conferenza-stampa di ieri sera sia il Presidente del Consiglio sia il ministro del Lavoro abbiano confermato che la consultazione con le parti sociali su questo capitolo cruciale del programma verrà avviato nelle prossime settimane. É comunque ancora presto per una valutazione. Voto: n.c.
Capacità di comunicazione: nel corso della conferenza-stampa di ieri sera Mario Monti mi è piaciuto molto, anche per la sincerità con cui è riuscito a esprimere la fatica del compito che si è assunto e la limpidezza dei suoi intendimenti. Bravi e convincenti anche Elsa Fornero, la cui crisi di commozione non ha tolto nulla – anzi, semmai ha aggiunto qualche cosa – alla sua credibilità personale, e Corrado Passera. Un po’ più impacciati mi sono parsi Piero Giarda e Vittorio Grilli. Voto: 8,5
La mia pagella:
RispondiElimina1- necessità della manovra dopo il fallimento Berlusconi/Bossi = 10
2- autorevolezza della manovra = 8
3- equità = 3
4- crescita = 4
5- lotta all'evazione = 4
La mia pagella (dopo aver riflettuto meglio):
RispondiElimina1- necessità della manovra dopo il fallimento Berlusconi/Bossi = 10
2- autorevolezza della manovra = 5
3- equità = 0
4- crescita = 1
5- lotta all'evasione = 0
Al massimo la discussione parlamentare potrà alzare il voto all'equità da 0 a 0,5