20 giugno 2013

Intervista al gruppo Caritas



Teorema intervista

Alberta Codogno e Bianca Stucchi 
 


della


CARITAS di Sulbiate 
Comunità Pastorale Regina degli Apostoli



I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA COMUNITÀ'


Potreste dirci brevemente, per chi non vi conoscesse, chi siete e quante sono le persone che richiedono la vostra assistenza?
La Caritas di Sulbiate è un gruppo Parrocchiale attivo da diverso tempo ma l’attività di distribuzione pacchi viveri e indumenti alle persone e alle famiglie in difficoltà economica ha avuto inizio nel 2010.
Siamo partite sostenendo, per il primo anno, un massimo di due, tre situazioni critiche. Oggi le persone che si rivolgono al nostro centro sono mediamente una cinquantina.

Potreste fornirci maggiori dettagli?
Le persone  di Sulbiate sono circa 28. Ad alcune  forniamo regolarmente il  pacco alimenti e, se richiesti, vestiti, scarpe ecc. In maggioranza sono extracomunitari. Si rivolgono a noi anche donne e uomini che arrivano da Bellusco, Cornate, Aicurzio, Calco, Mezzago, Concorezzo, Brugherio: a 30 persone forniamo solo indumenti e qualche volta alimenti. L’età è molto variabile va da 20 a 50 anni. Solitamente a richiedere e a ritirare il pacco sono le donne accompagnate dai bambini, anche di pochi mesi.

Operando oggi in una Comunità Pastorale siete in relazione con altri gruppi caritativi? Esiste un coordinamento tra voi?
Siamo l’unico piccolo gruppo della Caritas Ambrosiana  concretamente operativo in questa Comunità Parrocchiale.  Spesso ci confrontiamo e collaboriamo con il Centro d’Ascolto di Bernareggio: una realtà più grande di noi.  Il Centro d’ascolto di Bernareggio non è un gruppo parrocchiale, è costituito in buona parte da volontari  e da  personale, tra cui
alcune persone  preparate  e competenti, per fornire non solo viveri e indumenti ma anche particolari assistenze e consulenze.  Noi non siamo un centro d’ascolto perché non abbiamo risorse né qualifiche necessarie per svolgere questo compito.  Ad esempio, a Bernareggio, per verificare l’effettivo stato di necessità, richiedono particolari documenti, tra cui il 740 e fanno firmare gli opportuni moduli per la tutela della privacy… verifiche e “controlli” che noi non possiamo permetterci di fare. Nonostante ciò è giusto dire che non ci limitiamo alla sola consegna dei beni, perché è facile intuire che il primo approccio, il primo incontro, il primo dialogo, la prima relazione con le persone che si rivolgono alla nostra sede per chiedere aiuto, siamo noi. Con tutti i nostri limiti e le nostre capacità siamo le prime persone che incontrano e che guardano negli occhi. Di fatto, sul campo, siamo anche noi informalmente un centro di ascolto. Spesso le persone che si rivolgono a noi hanno desiderio di parlare e di raccontare la loro storia. Quando ci accorgiamo che il problema è più complicato o la questione esula le nostre possibilità, consigliamo e le indirizziamo a Bernareggio.  Collaboriamo anche con la Caritas di Vimercate.  Ma non c’è niente di strutturato o organizzato. Il successo o l’insuccesso della collaborazione è affidato alla buona volontà, sensibilità  e disponibilità  degli operatori volontari delle diverse realtà.

Quindi, la vostra azione non si manifesta  solo nella consegna di beni di prima necessità ma, individuato il bisogno, il problema  da risolvere,  di fatto agite come un Centro di Ascolto che indirizza la persona  verso il Centro o l’ente specifico di riferimento utile a trovare la  possibile soluzione?
Sì, proprio così.

Insomma, voi siete la prima linea, “armata” di viveri e d’indumenti, contro la povertà. Corretto?
Noi siamo la prima risposta immediata. Alla prima richiesta non diciamo mai di no. Siamo la prima risposta per la sopravvivenza della persona, che a volte va oltre le necessità materiali: un sorriso, un volto amico, una stretta di mano.

Che cosa contiene il pacco viveri? E come siete organizzate per la distribuzione?
Generalmente  pasta, riso, lenticchie, pomodori, scatolame, farina, latte a lunga conservazione.  All’inizio distribuivamo il pacco tutte le settimane. Oggi, dopo esserci confrontate con altre realtà, la distribuzione avviene ogni  15 giorni. Solo in cinque casi, che si trovano in condizioni difficilissime, è ancora settimanale.
 Il pacco a volte è preparato secondo le esigenze e le condizioni del richiedente aiuto. A volte capita di distribuire a chi non dispone neppure di un fornello perché vive in cascine diroccate. In genere sono ragazzi extra comunitari. In questo caso sarebbe inutile consegnare prodotti da cucinare.

Vi siete mai trovate in difficoltà con scorte insufficienti per soddisfare tutte le richieste?
Completamente sprovviste no. E’ capitato, però, di poter distribuire solo pasta. In generale  siamo sempre al limite. Pur non avendo risorse illimitate siamo sempre riuscite a far fronte a tutte  le emergenze. Nessuno se n’è mai andato a mani vuote. Le scorte alimentari andiamo ad acquistarle dove costano meno, generalmente presso i discount della zona.

Da dove arrivano le risorse?
Dalla carità dei parrocchiani, dai cittadini di Sulbiate, da particolari iniziative organizzate dai ragazzi dell’oratorio e non solo, anche dal mercatino che organizziamo come Caritas di Sulbiate ogni anno, che per noi è la più importante occasione di autofinanziamento e… lasciacelo dire…dalla Provvidenza.
A volte, con l’armadio quasi vuoto, è capitato di dover  anticipare di tasca nostra. Quando ciò accade, attiviamo un “passaparola” e fino ad oggi non abbiamo mai avuto grossi problemi. A questa manifestazione di disinteressata prodigalità non partecipa solo Sulbiate; recentemente anche parrocchiani residenti ad Aicurzio si sono dimostrati molto generosi.

Non siete in collaborazione con il Banco Alimentare?
No, perché per lavorare con il Banco Alimentare una di noi dovrebbe occuparsi  di registrare e compilare i dati relativi alla distribuzione dando le informazioni sulle famiglie e sulla loro situazione ( cosa che noi non possiamo fare). Il Banco vive e distribuisce anche il fresco (Latte fresco, formaggi, …) e prodotti che arrivano dallo Stato e di cui devono a loro volta rendere conto. La nostra struttura è necessariamente più agile e meno burocratica. E’ un peccato ma non possiamo gestire questa collaborazione.

Come vi relazionate con la Pubblica Amministrazione?
Abbiamo un buon rapporto con l’Assistente sociale. Ci scambiamo informazioni e collaboriamo. Ci sentiamo anche per telefono. Recentemente l’Assistente ci ha indirizzato delle persone in stato di grave necessità. Loro non possono distribuire pacchi viveri. Si occupano di altro e lo fanno in modo ovviamente più competente e professionale del nostro. 
Le segnalazioni dall’Assistente dovrebbero essere aiuti a sostegno di situazioni d’indigenza provvisorie e momentanee (due/tre mesi); ma spesso non è così. Il provvisorio e l’eccezionale, purtroppo, a causa di questa grave crisi economica, diventa stabile e ordinario.
Dall’Assessore ai Servizi Sociali e dall’Assistente, siamo state recentemente convocate a un incontro. Era presente anche il Centro d’Ascolto di Bernareggio. In quell’occasione abbiamo osato chiedere se era possibile avere risorse aggiuntive da destinare al nostro “ARMADIO MAGAZZINO”. Purtroppo, si sono messe amaramente a sorridere.
 I mezzi a disposizione anche per l’Amministrazione comunale di questi tempi sono quelli che sono. Però, in funzione di conoscenza e di maggior efficace coordinamento delle forze in campo che agiscono nella stessa direzione contro il disagio economico/povertà, crediamo sia stato un appuntamento positivo. Attendiamo di verificare i frutti. Da parte nostra, per quello che possiamo, c’è assoluta disponibilità. E’ importante parlare delle situazioni,condividere le informazioni.

Ma non vi siete mai accorte che qualcuno vi stesse prendendo in giro?
Sì a volte è capitato. Per questo è importante condividere le informazioni anche con altri gruppi o enti. E’ l’unico modo per smascherare i furbi che, senza dire niente, magari raccolgono il pacco in più punti di distribuzione.  Un maggior coordinamento potrebbe giovare non poco, proprio per evitare che qualcuno bussi alla nostra porta pur non avendone necessità.
E’ vero, a volte siamo tentate dalla frustrazione, dalla rabbia e da un vago senso d’impotenza. Ma sono stati d’animo negativi passeggeri che se ne vanno in fretta.  Perché per tanti maleducati, pretenziosi e furbi  che ci è capitato d’incontrare, abbiamo conosciuto tante altre persone che vivevano e vivono la situazione di disagio economico con seria preoccupazione e sincera umiltà e che sanno esprimere, anche senza tante parole, autentica riconoscenza  e dignitosa gratitudine.  Per loro il nostro impegno ha senso e significato. Sempre e in ogni modo.
Le raccontiamo un piccolo fatto increscioso:  spazientite dai modi di fare di una persona, per capire se dicesse il vero quando affermava di essere senza lavoro e di abitare a  Sulbiate,   decidemmo  di seguirla con la macchina.  Non affermava la verità perché abitava a Brugherio.  Oltre all’amarezza che i nostri dubbi erano fondati in quell’occasione ci capitò pure di fare un piccolo incidente con la macchina.

Quante volte avete detto no?
Non è facile. Ma capita di doverlo fare. Il problema è non guardarli negli occhi. Se lo fai sei “fregata”. Non riusciamo ad essere molto severe. Capita che, alternativamente vestiamo, i panni delle “dure”, ma se siamo insieme quando una si mostra ferma e rigida l’altra abbastanza regolarmente concede. …. Anche se ci prendono in giro e raccontano bugie, si fa fatica a dire di no. E poi: … bugie raccontate perché si è poveri  o si ha fame sono ancora da considerarsi bugie?

Ma se siete un gruppo Parrocchiale, le Suore e il Parroco non vi sono d’aiuto?
Sono molte le persone che si rivolgono alle Suore alla casa Madre di Brentana e nessuno torna a casa a mani vuote.  Le Suore offrono a tutti i bisognosi che bussano alla porta del convento qualcosa da mangiare e altro.  Don Paolo non ha soldi. Don Paolo aiuta ancora delle famiglie che da Maresso, sua precedente parrocchia, si rivolgono ancora a lui in cerca d’aiuto. Quando ciò accade viene in sede a prendere i pacchi viveri che poi consegna personalmente. Ma la Parrocchia ci ha offerto il locale, paga tutte le spese, elettricità, riscaldamento; dal Comune invece nulla in denaro da investire per soddisfare i bisogni, solo la collaborazione per lo scambio di informazioni e la segnalazione di casi che hanno bisogno del pacco viveri.

Non sono mai capitate richieste di denaro?
Noi non diamo soldi. E’ capitato solo un caso estremo ed eccezionale. I soldi che abbiamo richiesto all’Assistente sociale li avremmo usati per acquistare alimenti da distribuire. Ultimamente registriamo che sta aumentando la rabbia poiché le persone sono più stressate a causa di questa crisi. E’ capitato che qualcuno, certamente esasperato perché senza lavoro,  perdesse la pazienza e si rivolgesse a noi in malo modo, magari anche gridando: “… ma insomma io cosa mangio? Il comune mi ha mandato da voi!...”.

Quali sono le principali richieste oltre a quelle che abitualmente riuscite a soddisfare?
Il lavoro e l’abitazione. Ma come già spiegato noi possiamo fare ben poco se non indirizzare presso altri enti che sono meglio organizzati di noi per cercare queste soluzioni. Per gli extra comunitari anche l’esigenza di pulizia personale/igiene spesso è una priorità, ma non avendo a nostra disposizione i mezzi non possiamo essere d’aiuto.

Ma quando vi serve qualcosa di particolare quali mezzi usate per comunicare e per appellarvi alla solidarietà o alla carità dei cittadini di Sulbiate?
Appendevamo alcuni avvisi nella bacheca posta all’interno della Chiesa ma abbiamo capito che a qualcuno non sembrava il luogo giusto per questo tipo di comunicazioni. Allora fuori dalla sede quando è necessario appendiamo un cartello con scritto: “ABBIAMO BISOGNO DI…”

Se ci autorizzate Teorema potrebbe senza problemi fornire uno spazio on line, un banner con il vostro logo per segnare e aggiornare l’elenco delle vostre richieste e necessità. Vi potrebbe interessare?
Certamente.

Insomma ci sembra di capire che la  vostra non è un’ azione di volontariato tra le più facili e, lasciatecelo dire, anche tra le più gratificanti. Qual è la ragione ultima che vi spinge ad andare avanti?
La certezza che nonostante i furbi di cui vi abbiamo parlato molti hanno veramente bisogno di una mano e, senza la Caritas o enti  che svolgono la stessa funzione, per poter continuare a vivere con un minimo di dignità a chi si possono rivolgere? E poi c’è quella frase del Vangelo:  «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». 40E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me». Ebbene… c’è ragione più grande? Per questo siamo disposte anche a farci prendere in giro.

Un’ultima richiesta?
Mah … l’ultima richiesta?...che tutte le persone di buona volontà ci aiutino per aiutare loro.


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