Teorema intervista
Alberta Codogno e Bianca Stucchi
della
Alberta Codogno e Bianca Stucchi
della
CARITAS di Sulbiate
Comunità Pastorale Regina degli Apostoli
Comunità Pastorale Regina degli Apostoli
I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA COMUNITÀ'
Potreste dirci brevemente, per chi non vi conoscesse, chi siete e quante sono le persone che richiedono la vostra assistenza?
La Caritas di Sulbiate è un gruppo Parrocchiale attivo da
diverso tempo ma l’attività di distribuzione pacchi viveri e indumenti alle
persone e alle famiglie in difficoltà economica ha avuto inizio nel 2010.
Siamo partite sostenendo, per il primo anno, un massimo di due,
tre situazioni critiche. Oggi le persone che si rivolgono al nostro centro sono
mediamente una cinquantina.
Potreste fornirci maggiori dettagli?
Le persone di
Sulbiate sono circa 28. Ad alcune forniamo regolarmente il pacco alimenti e, se richiesti, vestiti, scarpe
ecc. In maggioranza sono extracomunitari. Si rivolgono a noi anche donne e uomini che arrivano da Bellusco, Cornate, Aicurzio,
Calco, Mezzago, Concorezzo, Brugherio: a 30 persone forniamo solo indumenti e
qualche volta alimenti. L’età è molto variabile va da 20 a 50 anni. Solitamente
a richiedere e a ritirare il pacco sono le donne accompagnate dai bambini,
anche di pochi mesi.
Operando oggi in una Comunità Pastorale siete in relazione con altri gruppi caritativi? Esiste un coordinamento tra voi?
Siamo l’unico piccolo gruppo della Caritas Ambrosiana concretamente operativo in questa Comunità
Parrocchiale. Spesso ci confrontiamo e
collaboriamo con il Centro d’Ascolto di Bernareggio: una realtà più grande di
noi. Il Centro d’ascolto di
Bernareggio non è un gruppo
parrocchiale, è costituito in buona parte da volontari e da personale, tra cui
alcune persone preparate e competenti, per fornire non solo viveri e indumenti ma anche particolari assistenze e consulenze. Noi non siamo un centro d’ascolto perché non abbiamo risorse né qualifiche necessarie per svolgere questo compito. Ad esempio, a Bernareggio, per verificare l’effettivo stato di necessità, richiedono particolari documenti, tra cui il 740 e fanno firmare gli opportuni moduli per la tutela della privacy… verifiche e “controlli” che noi non possiamo permetterci di fare. Nonostante ciò è giusto dire che non ci limitiamo alla sola consegna dei beni, perché è facile intuire che il primo approccio, il primo incontro, il primo dialogo, la prima relazione con le persone che si rivolgono alla nostra sede per chiedere aiuto, siamo noi. Con tutti i nostri limiti e le nostre capacità siamo le prime persone che incontrano e che guardano negli occhi. Di fatto, sul campo, siamo anche noi informalmente un centro di ascolto. Spesso le persone che si rivolgono a noi hanno desiderio di parlare e di raccontare la loro storia. Quando ci accorgiamo che il problema è più complicato o la questione esula le nostre possibilità, consigliamo e le indirizziamo a Bernareggio. Collaboriamo anche con la Caritas di Vimercate. Ma non c’è niente di strutturato o organizzato. Il successo o l’insuccesso della collaborazione è affidato alla buona volontà, sensibilità e disponibilità degli operatori volontari delle diverse realtà.
alcune persone preparate e competenti, per fornire non solo viveri e indumenti ma anche particolari assistenze e consulenze. Noi non siamo un centro d’ascolto perché non abbiamo risorse né qualifiche necessarie per svolgere questo compito. Ad esempio, a Bernareggio, per verificare l’effettivo stato di necessità, richiedono particolari documenti, tra cui il 740 e fanno firmare gli opportuni moduli per la tutela della privacy… verifiche e “controlli” che noi non possiamo permetterci di fare. Nonostante ciò è giusto dire che non ci limitiamo alla sola consegna dei beni, perché è facile intuire che il primo approccio, il primo incontro, il primo dialogo, la prima relazione con le persone che si rivolgono alla nostra sede per chiedere aiuto, siamo noi. Con tutti i nostri limiti e le nostre capacità siamo le prime persone che incontrano e che guardano negli occhi. Di fatto, sul campo, siamo anche noi informalmente un centro di ascolto. Spesso le persone che si rivolgono a noi hanno desiderio di parlare e di raccontare la loro storia. Quando ci accorgiamo che il problema è più complicato o la questione esula le nostre possibilità, consigliamo e le indirizziamo a Bernareggio. Collaboriamo anche con la Caritas di Vimercate. Ma non c’è niente di strutturato o organizzato. Il successo o l’insuccesso della collaborazione è affidato alla buona volontà, sensibilità e disponibilità degli operatori volontari delle diverse realtà.
Quindi, la vostra azione non si manifesta solo nella consegna di beni di prima necessità ma, individuato il bisogno, il problema da risolvere, di fatto agite come un Centro di Ascolto che indirizza la persona verso il Centro o l’ente specifico di riferimento utile a trovare la possibile soluzione?
Sì, proprio così.
Insomma, voi siete la prima linea, “armata” di viveri e d’indumenti, contro la povertà. Corretto?
Noi siamo la prima risposta immediata. Alla prima richiesta
non diciamo mai di no. Siamo la prima risposta per la sopravvivenza della
persona, che a volte va oltre le necessità materiali: un sorriso, un volto
amico, una stretta di mano.
Che cosa contiene il pacco viveri? E come siete organizzate per la distribuzione?
Generalmente pasta,
riso, lenticchie, pomodori, scatolame, farina, latte a lunga conservazione. All’inizio distribuivamo il pacco tutte le
settimane. Oggi, dopo esserci confrontate con altre realtà, la distribuzione
avviene ogni 15 giorni. Solo in cinque
casi, che si trovano in condizioni difficilissime, è ancora settimanale.
Il pacco a volte è
preparato secondo le esigenze e le condizioni del richiedente aiuto. A volte capita
di distribuire a chi non dispone neppure di un fornello perché vive in cascine
diroccate. In genere sono ragazzi extra comunitari. In questo caso sarebbe
inutile consegnare prodotti da cucinare.
Vi siete mai trovate in difficoltà con scorte insufficienti per soddisfare tutte le richieste?
Completamente sprovviste no. E’ capitato, però, di poter
distribuire solo pasta. In generale siamo sempre al limite. Pur non avendo risorse
illimitate siamo sempre riuscite a far fronte a tutte le emergenze. Nessuno se n’è mai andato a
mani vuote. Le scorte alimentari andiamo ad acquistarle dove costano meno,
generalmente presso i discount della zona.
Da dove arrivano le risorse?
Dalla carità dei parrocchiani, dai cittadini di Sulbiate, da
particolari iniziative organizzate dai ragazzi dell’oratorio e non solo, anche dal
mercatino che organizziamo come Caritas di Sulbiate ogni anno, che per noi è la
più importante occasione di autofinanziamento e… lasciacelo dire…dalla Provvidenza.
A volte, con l’armadio quasi vuoto, è capitato di dover anticipare di tasca nostra. Quando ciò accade,
attiviamo un “passaparola” e fino ad oggi non abbiamo mai avuto grossi
problemi. A questa manifestazione di disinteressata prodigalità non partecipa
solo Sulbiate; recentemente anche parrocchiani residenti ad Aicurzio si sono
dimostrati molto generosi.
Non siete in collaborazione con il Banco Alimentare?
No, perché per lavorare con il Banco Alimentare una di noi
dovrebbe occuparsi di registrare e
compilare i dati relativi alla distribuzione dando le informazioni sulle
famiglie e sulla loro situazione ( cosa che noi non possiamo fare). Il Banco
vive e distribuisce anche il fresco (Latte fresco, formaggi, …) e prodotti che
arrivano dallo Stato e di cui devono a loro volta rendere conto. La nostra
struttura è necessariamente più agile e meno burocratica. E’ un peccato ma non
possiamo gestire questa collaborazione.
Come vi relazionate con la Pubblica Amministrazione?
Abbiamo un buon rapporto con l’Assistente sociale. Ci
scambiamo informazioni e collaboriamo. Ci sentiamo anche per telefono.
Recentemente l’Assistente ci ha indirizzato delle persone in stato di grave
necessità. Loro non possono distribuire pacchi viveri. Si occupano di altro e
lo fanno in modo ovviamente più competente e professionale del nostro.
Le segnalazioni dall’Assistente dovrebbero essere aiuti a
sostegno di situazioni d’indigenza provvisorie e momentanee (due/tre mesi); ma spesso
non è così. Il provvisorio e l’eccezionale, purtroppo, a causa di questa grave
crisi economica, diventa stabile e ordinario.
Dall’Assessore ai Servizi Sociali e dall’Assistente, siamo
state recentemente convocate a un incontro. Era presente anche il Centro
d’Ascolto di Bernareggio. In quell’occasione abbiamo osato chiedere se era
possibile avere risorse aggiuntive da destinare al nostro “ARMADIO MAGAZZINO”.
Purtroppo, si sono messe amaramente a sorridere.
I mezzi a
disposizione anche per l’Amministrazione comunale di questi tempi sono quelli
che sono. Però, in funzione di conoscenza e di maggior efficace coordinamento
delle forze in campo che agiscono nella stessa direzione contro il disagio
economico/povertà, crediamo sia stato un appuntamento positivo. Attendiamo di
verificare i frutti. Da parte nostra, per quello che possiamo, c’è assoluta
disponibilità. E’ importante parlare delle situazioni,condividere le
informazioni.
Ma non vi siete mai accorte che qualcuno vi stesse prendendo in giro?
Sì a volte è capitato. Per questo è importante condividere le
informazioni anche con altri gruppi o enti. E’ l’unico modo per smascherare i
furbi che, senza dire niente, magari raccolgono il pacco in più punti di
distribuzione. Un maggior coordinamento
potrebbe giovare non poco, proprio per evitare che qualcuno bussi alla nostra
porta pur non avendone necessità.
E’ vero, a volte siamo tentate dalla frustrazione, dalla
rabbia e da un vago senso d’impotenza. Ma sono stati d’animo negativi
passeggeri che se ne vanno in fretta. Perché
per tanti maleducati, pretenziosi e furbi che ci è capitato d’incontrare, abbiamo
conosciuto tante altre persone che vivevano e vivono la situazione di disagio
economico con seria preoccupazione e sincera umiltà e che sanno esprimere,
anche senza tante parole, autentica riconoscenza e dignitosa gratitudine. Per loro il nostro impegno ha senso e
significato. Sempre e in ogni modo.
Le raccontiamo un piccolo fatto increscioso: spazientite dai modi di fare di una persona, per
capire se dicesse il vero quando affermava di essere senza lavoro e di abitare a Sulbiate,
decidemmo di seguirla con la macchina. Non affermava la verità perché abitava a
Brugherio. Oltre all’amarezza che i
nostri dubbi erano fondati in quell’occasione ci capitò pure di fare un piccolo
incidente con la macchina.
Quante volte avete detto no?
Non è facile. Ma capita di doverlo fare. Il problema è non
guardarli negli occhi. Se lo fai sei “fregata”. Non riusciamo ad essere molto
severe. Capita che, alternativamente vestiamo, i panni delle “dure”, ma se
siamo insieme quando una si mostra ferma e rigida l’altra abbastanza
regolarmente concede. …. Anche se ci prendono in giro e raccontano bugie, si fa
fatica a dire di no. E poi: … bugie raccontate perché si è poveri o si ha fame sono ancora da considerarsi bugie?
Ma se siete un gruppo Parrocchiale, le Suore e il Parroco non vi sono d’aiuto?
Sono molte le persone che si rivolgono alle Suore alla casa
Madre di Brentana e nessuno torna a casa a mani vuote. Le Suore offrono a tutti i bisognosi che bussano
alla porta del convento qualcosa da mangiare e altro. Don Paolo non ha soldi. Don Paolo aiuta ancora
delle famiglie che da Maresso, sua precedente parrocchia, si rivolgono ancora a
lui in cerca d’aiuto. Quando ciò accade viene in sede a prendere i pacchi viveri che poi consegna
personalmente. Ma la Parrocchia ci ha offerto il locale, paga tutte le spese,
elettricità, riscaldamento; dal Comune invece nulla in denaro da investire per
soddisfare i bisogni, solo la collaborazione per lo scambio di informazioni e
la segnalazione di casi che hanno bisogno del pacco viveri.
Non sono mai capitate richieste di denaro?
Noi non diamo soldi. E’ capitato solo un caso estremo ed
eccezionale. I soldi che abbiamo richiesto all’Assistente sociale li avremmo
usati per acquistare alimenti da distribuire. Ultimamente registriamo che sta
aumentando la rabbia poiché le persone sono più stressate a causa di questa
crisi. E’ capitato che qualcuno, certamente esasperato perché senza lavoro, perdesse la pazienza e si rivolgesse a noi in
malo modo, magari anche gridando: “… ma insomma io cosa mangio? Il comune mi ha
mandato da voi!...”.
Quali sono le principali richieste oltre a quelle che abitualmente riuscite a soddisfare?
Il lavoro e l’abitazione. Ma come già spiegato noi possiamo
fare ben poco se non indirizzare presso altri enti che sono meglio organizzati
di noi per cercare queste soluzioni. Per gli extra comunitari anche l’esigenza
di pulizia personale/igiene spesso è una priorità, ma non avendo a nostra
disposizione i mezzi non possiamo essere d’aiuto.
Ma quando vi serve qualcosa di particolare quali mezzi usate per comunicare e per appellarvi alla solidarietà o alla carità dei cittadini di Sulbiate?
Appendevamo alcuni avvisi nella bacheca posta all’interno
della Chiesa ma abbiamo capito che a qualcuno non sembrava il luogo giusto per
questo tipo di comunicazioni. Allora fuori dalla sede quando è necessario
appendiamo un cartello con scritto: “ABBIAMO BISOGNO DI…”
Se ci autorizzate Teorema potrebbe senza problemi fornire uno spazio on line, un banner con il vostro logo per segnare e aggiornare l’elenco delle vostre richieste e necessità. Vi potrebbe interessare?
Certamente.
Insomma ci sembra di capire che la vostra non è un’ azione di volontariato tra le più facili e, lasciatecelo dire, anche tra le più gratificanti. Qual è la ragione ultima che vi spinge ad andare avanti?
La certezza che nonostante i furbi di cui vi abbiamo parlato
molti hanno veramente bisogno di una mano e, senza la Caritas o enti che svolgono la stessa funzione, per poter
continuare a vivere con un minimo di dignità a chi si possono rivolgere? E poi
c’è quella frase del Vangelo: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti
abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti
abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a
visitarti?». 40E il re risponderà loro: «In
verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei
fratelli più piccoli, l'avete fatto a me». Ebbene… c’è
ragione più grande? Per questo siamo disposte anche a farci prendere in giro.
Un’ultima richiesta?
Mah … l’ultima richiesta?...che tutte le persone di buona
volontà ci aiutino per aiutare loro.
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