14 dicembre 2010

La nota del mattino del 14/12/2010

1. IN DUE ANNI LA MAGGIORANZA E’ PASSATA DA PIU’ CENTO A ZERO. I DATI DI FATTO CHE RESTERANNO DOPO IL VOTO DI OGGI.
Inutile fare i conti prima del voto di questa mattina sulla mozione di sfiducia presentata dal Pd e poi anche da Fli e Udc. Comunque vadano le cose, ci sono alcuni dati di fatto ormai incontrovertibili.
Il primo dato: due anni fa Silvio Berlusconi ha vinto le elezioni conquistando la maggioranza più ampia della storia repubblicana. Cento deputati in più delle opposizioni. Ora sta a zero o giù di lì, e solo grazie al calciomercato, a promesse di posti e prebende.
Il secondo dato di fatto lo ha segnalato oggi Massimo Franco su Il Corriere della Sera: il nuovo centrodestra nato nel 1994 con l’alleanza tra Berlusconi e An è definitivamente tramontata. An è esplosa. E quel centrodestra lì non esiste più.
Infine, ma non in ordine di importanza, c’è un dato di fatto che riguarda il Pd: uscito sconfitto dalle elezioni politiche, ha saputo recuperare organizzazione e linea politica, è uscito dall’isolamento precedente e, facendo da sponda a chi nel centrodestra e nel centro aveva il desiderio di cambiare le cose, ha favorito la crisi del centrodestra che ora è sotto gli occhi di tutti. Non solo, dopo un lungo lavoro di discussione e di approvazione il Pd oggi si trova con un programma ben definito, con strutture funzionanti (la manifestazione di sabato dimostra che il partito c’è, è in campo e funziona) ed è inevitabilmente il centro di ogni possibile governo di alternativa.
Insomma, comunque vada a finire, il governo è morto a causa del proprio fallimento e della propria incapacità nell’affrontare i problemi del paese. Che finisca oggi o tra qualche mese non fa differenza. Che cosa accadrà dopo è tutto da costruire. E il Pd, anche se il vivace dibattito interno a volte ne offusca visibilità e peso, è stato condotto da Pier Luigi Bersani al centro del ring. Pronto a dare il proprio contributo ad un governo di responsabilità nazionale che riformi la legge elettorale, affronti l’emergenza lavoro, delle famiglie e delle imprese, così come è pronto a fare un’opposizione durissima nel caso in futuro nascesse un nuovo governo con un diverso centrodestra, così come è pronto a combattere per vincere nel caso di elezioni.
Quel che è certo fin d’ora è che l’Italia attraversa una fase difficilissima, che nei prossimi mesi arriveranno al pettine tutti i nodi lasciati irrisolti da Berlusconi, che l’Unione europea potrebbe chiederci di rientrare dal debito con un percorso accelerato e certamente pesante. Il cammino della politica dunque non sarà affatto facile. E la responsabilità, come ha già avvertito il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando è stato il momento di approvare la legge di stabilità, sarà il tema centrale.

2. INTERNET BLOCCATO PER NON DISTURBARE MEDIASET.
Le ultime indiscrezioni sui messaggi dell’ambasciatore Usa in Italia, che emergono da Wikileaks, indicano che ancora una volta gli interessi personale della famiglia Berlusconi stanno bloccando il futuro dell’Italia. Questa volta non si tratta del gas russo o delle guardie del corpo femminili di Gheddafi, ma di Internet. Preoccupato per la libertà con la quale su Internet si possa fare opposizione, ma soprattutto di come con la futura banda larga si potrebbe fare concorrenza alla televisione generalista tradizionale, Berlusconi, attraverso il fido Paolo Romani, ha tentato di mettere un filtro all’attività di Internet con l’ultimo decreto. La Repubblica: “Così Berlusconi vuole censurare Internet" per "favorire le proprie imprese" commerciali e azzittire "la concorrenza politica". Gli ultimi due cablogrammi dell`ambasciatore Usa a Roma, David Thorne, diffusi da WikiLeaks, riferiscono le critiche, le perplessità e i sospetti dell`amministrazione Usa sulla "legge Romani". E il decreto anti-Internet che il governo italiano voleva far passare tra fine 2009 e inizio 2010. In un cablogramma del 3 febbraio 2010, Thorne sintetizza: "La legge darà possibilità di bloccare o censurare qualsiasi contenuto", e "favorirà le imprese di Silvio Berlusconi di fronte ai suoi competitor". La conferma, secondo l`ambasciatore, di un "modello di business familiare in cui Berlusconi e Mediaset hanno usato il potere del governo in questo modo sin dai tempi del primo ministro Bettino Craxi". …..”Thorne spiega al Dipartimento di Stato che "la legge sembra scritta per dare la governo il potere di censurare o bloccare qualsiasi contenuto di Internet sei l governo lo ritiene diffamatorio o che alimenti attività criminali". Il decreto "offrirebbe le basi per intraprendere azioni legali contro le organizzazioni di mezzi di comunicazione che dovessero entrare in competizione politica o commerciale contro membri del governo".

3. FIAT, UNA PARTITA PER DECIDERE SE VOGLIAMO ESSERE CINESI O EUROPEI.
Fiom, Fim e Uilm non hanno trovato un accordo sul tema della trattativa con la Fiat. Ma la trattativa con la Fiat non riguarda solo loro. La Repubblica: “Ottimista il presidente di Federmeccanica Luigi Ceccardi, che domani o giovedì incontrerà Cisl e Uil. «Non so se nascerà un`altra organizzazione per l`industria dell`auto (Federauto, ndr.) -- ha detto ai microfoni di Radio 24 - ma noi stiamo lavorando intensamente e credo che approderemo a un risultato positivo e soddisfacente per Fiat». In attesa di nuovi sviluppi in questa guerra di nervi e di posizioni, Marcegaglia, intervenendo alla presentazione del libro di Raffaele Bonanni «Il tempo della semina», ha anticipato uno dei nodi centrali della partita Fiat e che domani verrà affrontato, in un direttivo confindustriale che si preannuncia piuttosto agitato. «Parliamoci chiaro-, ha affermato rivolgendosi a Bonanni e al segretario generale Cgil Susanna Camusso - Marchionne vuol cambiare i meccanismi di rappresentanza dentro le sue aziende e di questo Confindustria dovrà discutere per capire se ne verrà danneggiato l`intero sistema». Traduzione: se a Marchionne non vanno bene gli accordi, esce da Confindustria e quindi può non applicare il contratto nazionale dei metalmeccanici che Confindustria ha sottoscritto.

4. ARRIVANO AL SODO I TAGLI DI TREMONTI E I PENDOLARI RESTANO A TERRA.
La Repubblica: “2011, il pendolare resta a terra, meno treni e pochi fondi, è allarme”. Nell’articolo si parla delle iniziative delle regioni per affrontare la carenza delle risorse. Tagli del 20 o 30 per cento dei treni e aumenti delle tariffe. Ciò che non viene detto è che questo accade
dal 1 gennaio a causa dei drastici e indiscriminati tagli alla spesa pubblica decisi dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

5. L’ITALIA INVECCHIA E HA BISOGNO DEGLI IMMIGRATI.
Dalla colf al muratore l’Italia apre le porte ad altri 80 mila stranieri. Entreranno dalla porta di ingresso principale. Ma sarà sempre più così. Come scrive Il Corriere della Sera: gli italiani invecchiano e ne avranno sempre più bisogno.

6. USA, OBAMA ALLE PRESE CON GLI OPPOSITORI ALLA RIFORMA SANITARIA.
La riforma sanitaria decisa dal presidente Usa Barack Obama e che con tanta fatica e tante mediazioni Obama è riuscito a far approvare dal Parlamento, è stata giudicata incostituzionale da un magistrato e rinviata al parere della Corte Suprema Usa. Ora si aspetta il verdetto. E’ un fatto indicativo di quanto le riforme di questo tipo incontrino resistenze negli Stati Uniti.

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