"Viviamo giorni strani, paradossali" -
"Gli ingiusti non si fanno giudicare".
Milano, 17 aprile 2011,
in occasione della Domenica delle palme, durante le celebrazioni in Duomo, l'Arcivescovo Dionigi Tettamanzi (in foto) pronuncia una "importante" omelia, sollevando "forti" domande.
"Perchè molti agiscono con inguistizia ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni?".
Il presule ha parlato anche di guerra e di immigrazione:"Perchè ci sono uomini che fanno la guerra ma non vogliono si definiscano come guerra le loro decisioni, le scelte le azioni violente?". Ha poi aggiunto:"...perchè tanti vivono arricchendosi sulle spalle dei paesi poveri, ma poi si rifiutano di accogliere coloro che fuggono dalla miseria e vengono da noi chiedendo di condividere un benessere costruito proprio sulla loro povertà?".
Partendo dal Vangelo del giorno che annuncia la venuta di un re umile e mite, che dona tutto se stesso ed annuncia la pace, ha analizzato la nostra situazione storica:
«Come sono oggi i giorni che viviamo? Potremmo definirli "giorni strani", i più dotti potrebbero definirli "giorni paradossalì"». Tettamanzi si è poi così interrogato: «Come sono, quindi, i giorni che oggi viviamo? Possiamo rispondere nel modo più semplice, ma non per questo meno provocatorio per ciascuno di noi, interrogandoci con coraggio sul criterio che ispira nel vissuto quotidiano i nostri pensieri, i sentimenti, i gesti. È un criterio caratterizzato da dominio superbo, subdolo, violento, oppure è un criterio contraddistinto da attenzione, disponibilità e servizio agli altri e al loro bene?» «Siamo allora chiamati a interrogarci sull'unica vera potenza che può realmente arricchire e fare grande la nostra vita, intessuta da tanti piccoli gesti - ha aggiunto l'Arcivescovo - la vera potenza sta nell'umiltà, nel dono di sè, nello spirito di servizio, nella disponibilità piena a venerare la dignità di ogni nostro fratello e sorella in ogni età e condizione di vita».
in occasione della Domenica delle palme, durante le celebrazioni in Duomo, l'Arcivescovo Dionigi Tettamanzi (in foto) pronuncia una "importante" omelia, sollevando "forti" domande.
"Perchè molti agiscono con inguistizia ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni?".
Il presule ha parlato anche di guerra e di immigrazione:"Perchè ci sono uomini che fanno la guerra ma non vogliono si definiscano come guerra le loro decisioni, le scelte le azioni violente?". Ha poi aggiunto:"...perchè tanti vivono arricchendosi sulle spalle dei paesi poveri, ma poi si rifiutano di accogliere coloro che fuggono dalla miseria e vengono da noi chiedendo di condividere un benessere costruito proprio sulla loro povertà?".
Partendo dal Vangelo del giorno che annuncia la venuta di un re umile e mite, che dona tutto se stesso ed annuncia la pace, ha analizzato la nostra situazione storica:
«Come sono oggi i giorni che viviamo? Potremmo definirli "giorni strani", i più dotti potrebbero definirli "giorni paradossalì"». Tettamanzi si è poi così interrogato: «Come sono, quindi, i giorni che oggi viviamo? Possiamo rispondere nel modo più semplice, ma non per questo meno provocatorio per ciascuno di noi, interrogandoci con coraggio sul criterio che ispira nel vissuto quotidiano i nostri pensieri, i sentimenti, i gesti. È un criterio caratterizzato da dominio superbo, subdolo, violento, oppure è un criterio contraddistinto da attenzione, disponibilità e servizio agli altri e al loro bene?» «Siamo allora chiamati a interrogarci sull'unica vera potenza che può realmente arricchire e fare grande la nostra vita, intessuta da tanti piccoli gesti - ha aggiunto l'Arcivescovo - la vera potenza sta nell'umiltà, nel dono di sè, nello spirito di servizio, nella disponibilità piena a venerare la dignità di ogni nostro fratello e sorella in ogni età e condizione di vita».
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