22 ottobre 2020

Fact-checking dem sul Mes

di Piero De Luca (deputato Pd) - HuffPost

Il MES conviene ma solo per i 300 milioni l’anno per dieci anni di minore spesa per interessi.

La linea sanitaria che può essere attivata fino al 2022, ad oggi, consente di risparmiare circa 300 milioni l’anno che equivalgono a 3 miliardi in 10 anni. Non si tratta di risorse indifferenti o di poco conto. Peraltro, se restituiti in 7 anni, i tassi Mes sono addirittura negativi e quindi il risparmio sarebbe superiore. Ed aggiungo che questo calcolo si fonda ovviamente sul tasso attuale dei BTP. Non sappiamo però quale saranno gli interessi sui nostri titoli in futuro, nei prossimi mesi. Qualora dovessero aumentare, il vantaggio economico di accedere al Mes diventerebbe ancora maggiore. Ad ogni modo, la convenienza legata al minor costo dei tassi di interesse non può essere disgiunta dal vantaggio ulteriore di disporre di un complesso di risorse fino a 37 miliardi immediatamente disponibili per interventi urgenti in campo sanitario, senza dover attendere nuove sempre rischiose emissioni di titoli sul mercato.

La linea di credito MES non ci consentirebbe di aumentare la spesa sanitaria.

Questa affermazione è falsa e non corrisponde a verità. La linea sanitaria MES consente di finanziare in modo sostitutivo spesa sanitaria (in deficit) già fatta nel 2020 oppure nuovi, futuri, investimenti anche indiretti nel comparto sanitaro fino al 2022.

Uno dei problemi è che se il Governo dovesse decidere di accedere al MES, il M5S non lo voterebbe in Parlamento.

Questo è il tema politico da affrontare con la maggioranza di Governo. Ma almeno si arrivi ad un punto di chiarezza che ci consenta politicamente di definire con nettezza le responsabilità del mancato utilizzo di queste risorse europee. Auspichiamo ad ogni modo un confronto serio, concreto e responsabile tra le varie forze politiche che sgombri il campo anche da equivoci ancora ricorrenti nel dibattito su vincoli e condizionalità. Questa linea sanitaria, lo ribadiamo, non prevede nessun obbligo di aggiustamento macroeconomico, nessunna sorveglianza rafforzata tradizionale, nessun intervento della Troika.

Una eventuale attivazione del MES produrrebbe un effetto stigma sui mercati.

Questo argomento è stato confutato da tutti i più importanti economisti intervenuti in audizione alla Camera. È vero semmai il contrario, se assumiamo decisioni irrazionali in caso di bisogno di risorse sanitarie attinte dal mercato a tassi più elevati. D’altro canto, anche lo Sure è uno strumento di finanziamento europeo del tutto simile, vincolato a spese per ammortizzatori sociali. E ricordiamo altresì che le risorse del Next Generation EU hanno vincoli e condizionalità di gran lunga superiori a quelle del Mes sanitario.

Ad oggi 13 Stati hanno chiesto di aderire al programma SURE e nessuno al MES.

Gli altri Paesi europei emettono titoli pubblici a tassi molto più bassi dei nostri, per cui la loro convenienza è minore o inesistente. Ad ogni modo, il nostro interesse non è volto a chiedere le risorse sanitarie del MES a prescindere. Il lavoro da fare è quello di definire quanto prima un piano dei fabbisogni reali e su quella base decidere se e, nel caso, quanti fondi servono al Paese. Potremmo avere bisogno ad esempio anche solo di una parte dei 36/37 miliardi.

La verità è che questo tema appassiona solo perché divide la maggioranza.

Questo tema non interessa al Paese finquando abbiamo la capacità di trovare le risorse adeguate per realizzare tutti gli investimenti necessari nel comparto sanitario. Siccome ad oggi abbiamo però ancora bisogno di importanti interventi per rafforzare il SSN considerata soprattutto l’emergenza Coronavirus - e a fronte di questo abbiamo previsto nella futura legge di bilancio 4 miliardi che rappresentano una somma importante ma non in grado di soddisfare tutte le esigenze - il problema di avere ulteriori fondi per spese e investimenti sanitari si pone invece fortemente non solo nel dibattito politico tra addetti ai lavori ma anche tra le famiglie e gli operatori sanitari italiani. I medici, gli infermieri, i nostri cittadini chiedono a buon diritto nel nostro Paese nuovi posti letto, più terapie intensive, ospedali e plessi più moderni, strumentazioni all’avanguardia, sviluppo della telemedicina, medicina territoriale rafforzata. Abbiamo il dovere di offrire risposte adeguate a queste esigenze. La linea di credito sanitaria potrebbe essere, se non si indicano alternative finanziarie reali, l’unico strumento in grado di realizzare questi interventi strutturali nel nostro sistema sanitario nazionale.

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