26 febbraio 2018
24 febbraio 2018
22 febbraio 2018
Gori Presidente
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21 febbraio 2018
Politiche 2018. La newsletter di Matteo Renzi
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Lunare. Così possiamo definire questa campagna elettorale: lunare. Guardate i nostri avversari, che non a caso scappano da un confronto diretto. Berlusconi propone in diretta TV da Fazio di sbloccare il contratto alle forze dell'ordine e fare il riordino delle carriere, incurante del piccolo particolare che questa cosa l'abbiamo fatta noi negli ultimi due anni. Salvini si propone con la consueta eleganza per guidare il Paese scommettendo sulla vittoria al Sud, sperando che nessuno si ricordi che cosa ha detto per una vita lui del Sud. Qui il video della sua notevole dichiarazione d'amore per Napoli. Di Maio ha candidato truffatori, scrocconi di case popolari, no vax, falsi dichiarati, santoni o aspiranti tali e persino qualche finto eroe. Però fanno la morale a noi che abbiamo candidato mezzo Governo, da Gentiloni a Padoan; personalità della società civile come Paolo Siani o Lucia Annibali; amministratori e parlamentari uscenti competenti e qualificati. Lunare. E in questa campagna lunare noi continuiamo a investire sul buon senso. All'elettore deluso, incerto, indeciso chiediamo di pensarci bene. A tutti chiediamo di conoscere il programma prima di decidere. Pensaci Italia. Pensaci bene. Pensaci se affidarti agli estremisti. |
20 febbraio 2018
Come si vota. Guida alle elezioni del 4 marzo
Il 4 marzo si avvicina e per la prima volta si voterà con il nuovo sistema elettorale, il Rosatellum. Un nuovo sistema che in breve tempo dovrà essere assimilato dai cittadini.
Come si vota
Si voterà domenica 4 marzo dalle ore 7.00 alle ore 23.00. Oltre che per l’elezione del Senato e della Camera si voterà anche per le elezioni regionali di Lazio e Lombardia. Rispetto alle passate elezioni si potrà votare solo nella giornata di domenica, quindi non ci sarà la possibilità di recarsi alle urne il lunedì. Agli elettori saranno consegnate due schede – una per gli under venticinque che non possono votare per il Senato – con cui esprimeranno le loro preferenze per eleggere deputati e senatori.
Le modalità per votare sono due, l’elettore può tracciare una croce sul nome del candidato all’uninominale oppure il simbolo di uno dei partiti. Il Rosatellum non prevede il voto disgiunto, quindi qualora l’elettore dovesse votare un candidato all’uninominale e una lista che non l’appoggia il voto verrebbe considerato nullo.
19 febbraio 2018
Elezioni Lombardia 2018
Ecco la squadra dei candicati della nostra zona
Jamila Abouri sarà con noi SABATO 24 dalle 17 alle 19
per un confronto tra candidati della Lista GORI
14 febbraio 2018
13 febbraio 2018
Il programma del M5s porta un disavanzo di 63 miliardi
Sotto la lente, le elezioni e l’economia /2 Rispetto ai calcoli del Movimento il reddito minimo non costa 15 miliardi ma quasi il doppio. Superare la Fornero genera aggravi per 15 miliardi invece degli 11 previsti. Con la riforma Irpef minori entrate per 16 miliardi, non per 4.
Tratto dall’articolo di ROBERTO PEROTTI professore alla Università Bocconi
Il costo totale del programma M5S, secondo lo stesso movimento, è di 78,5 miliardi (il 4,5 per cento del Pil), di cui più di tre quarti di maggiori spese. Secondo le mie stime, il costo totale è di 108 miliardi. A queste cifre bisogna aggiungere svariati ma imprecisati miliardi da almeno tre voci non quantificate nel programma del M5S. La somma delle coperture è di 79 miliardi secondo il M5S, 45 miliardi secondo le mie stime. Sottraendo le coperture dal totale dei costi, si ottiene un avanzo di 0,5 miliardi secondo il M5S, un disavanzo 63 miliardi (il 3,5 per cento del Pil) secondo le mie stime. Di seguito una breve spiegazione delle maggiori proposte.
Tratto dall’articolo di ROBERTO PEROTTI professore alla Università Bocconi
Il costo totale del programma M5S, secondo lo stesso movimento, è di 78,5 miliardi (il 4,5 per cento del Pil), di cui più di tre quarti di maggiori spese. Secondo le mie stime, il costo totale è di 108 miliardi. A queste cifre bisogna aggiungere svariati ma imprecisati miliardi da almeno tre voci non quantificate nel programma del M5S. La somma delle coperture è di 79 miliardi secondo il M5S, 45 miliardi secondo le mie stime. Sottraendo le coperture dal totale dei costi, si ottiene un avanzo di 0,5 miliardi secondo il M5S, un disavanzo 63 miliardi (il 3,5 per cento del Pil) secondo le mie stime. Di seguito una breve spiegazione delle maggiori proposte.
10 febbraio 2018
“Quello che ho capito del M5s”
Jacopo Iacoboni parla del suo “L’esperimento”
Il giornalista della stampa nel suo libro parla della poca trasparenza, della mancanza di meritocrazia e del punto di forza del Movimento“Pericolosi? Sì, ma non perché fascisti. Sono indifferenti a idee, sono un tool che può essere usato per qualunque cosa, e da chiunque. Questo è massimamente pericoloso. Se un domani scoprissero, per esempio, dai social e dai sondaggi, che l’Italia ama gli immigrati, diventerebbero immediatamente tutti pro-migranti”.
E’ così che Jacopo Iacoboni (Napoli, ’72), giornalista de La Stampa, vede i pentastellati. A loro ha dedicato un libro-inchiesta, intitolato: L’esperimento (Editori Laterza).
“Un libro – spiega – che ho dovuto, non che volevo scrivere. Quel poco o molto che so, che ho capito o scoperto sul Movimento 5stelle, ho pensato fosse necessario che lo sapessero tutti”. E cioè? Che il Movimento 5stelle, sebbene appaia come una creatura di democrazia dal basso, partecipata, nata per idea dei Vaffa day di Beppe Grillo, un comico famoso, è in realtà stato fondato soprattutto da un’altra persona, Gianroberto Casaleggio, che aveva in mente di duplicare i suoi giochi di ingegneria sociale in politica.
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Chi ha il coraggio di dire che il M5s è un pericolo per l'Italia?
La nostra classe dirigente non può più permettersi di essere neutrale. AppelloA poche settimane dalle elezioni presidenziali francesi, dunque circa un anno fa, la stragrande maggioranza degli imprenditori, della classe dirigente, degli intellettuali, degli editorialisti e dei direttori dei giornali della Francia scelse di utilizzare ogni mezzo a disposizione per spiegare che cosa avrebbe rischiato il proprio paese sottovalutando la minaccia di un partito antisistema come il Front national. A poche settimane dalle elezioni politiche tedesche, circa sei mesi fa, la stragrande maggioranza degli imprenditori, della classe dirigente, degli intellettuali, degli editorialisti e dei direttori dei giornali tedeschi scelse di utilizzare ogni mezzo a disposizione per spiegare che cosa avrebbe rischiato il proprio paese sottovalutando la minaccia di un partito antisistema come Alternative für Deutschland. A poche settimane dalle elezioni politiche italiane, la stragrande maggioranza degli imprenditori, della classe dirigente, degli intellettuali, degli editorialisti e dei direttori dei giornali ha scelto invece di non utilizzare alcun mezzo per spiegare che cosa rischierebbe il nostro paese a sottovalutare la minaccia di un partito antisistema come il Movimento 5 stelle. Mancano 24 giorni alle elezioni, ma allo stato attuale possiamo dire che la maggioranza dell’establishment italiano sembra avere fatto una precisa scelta: considerare il partito di Luigi Di Maio un partito come tutti gli altri, e i leader politici tutti indistintamente dei populisti. Tutti uguali, tutti pericolosi, tutti cialtroni, tutti impresentabili, tutti invotabili.
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