15 gennaio 2011

Mirafiori referendum: non stravince il SI. Ampio dissenso.


I lavoratori di Mirafiori hanno approvato l'accordo solo con il 54% dei voti favorevoli. Il Referendum che secondo alcune errate previsioni si sarebbe concluso con una maggioranza schiacciante di sì invece si è giocato sino all'ultimo sul filo di lana. Voti favorevoli 2736 (54.05%) voti contrari 2326 (45,95%). Ha partecipato il 96% degli aventi diritto.
In Foto Maurizio Landini della Fiom, il sindacato che insieme ai Cobas non ha firmato l'accordo.


Fassina PD (Adnkronos): ''Il risultato del referendum a Mirafiori va riconosciuto da tutti e deve far riflettere tutti. L'accordo viene giudicato dai lavoratori e dalle lavoratrici irrinunciabile, ma regressivo. In particolare, bocciano l'accordo gli operai piu' esposti all'intensificazione dei ritmi di lavoro''. In questo quadro, secondo Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro Pd, ''ora, si devono affrontare i punti piu' controversi''.
''L'azienda faccia la prima mossa: apra un confronto con tutte le rappresentanze sindacali per affrontare un dissenso cosi' ampio ed i tanti "si" cosi' forzati -suggerisce- Non si puo' governare una grande fabrica con la logica del comando e della deterrenza. Infine, il Governo smetta di lavorare ad alimentare il conflitto. Prenda un'iniziativa, convochi le parti e offra un contributo a risolvere i problemi aperti''.


Morgando PD (Adnkronos): ''Il risultato positivo del referendum garantisce l'investimento su Mirafiori e mantiene aperto il futuro industriale di Torino. Si e' trattato di un voto molto sofferto, che dovra' essere analizzato senza trionfalismi e senza forzature di alcun tipo. La decisione deve essere rispettata, comprendendo le ragioni per cui molti operai hanno rifiutato il loro consenso, ma senza contrapporre operai ad impiegati perche', come disse Luciano Lama nel 1980, ''anche i capi sono lavoratori''. Lo dice Gianfranco Morgando, segretario regionale Pd Piemonte.

''Con il loro si', accettando sacrifici non indifferenti, i lavoratori hanno fatto la loro parte -aggiunge-Ora spetta alla Fiat fare la sua. Marchionne in tempi rapidi deve dare certezze sui progetti industriali. Il PD lavorera' affinche' si possa riaprire il confronto sulla rappresentanza sindacale con il coinvolgimento di tutti gli interessati. In attesa di avere presto un governo in grado di occuparsi di politiche industriali e non solo degli scandali del premier''.

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