9 febbraio 2011

Lettera del papà di Eluana Englaro.

di Beppino Englaro

Questo è il testo integrale della lettera che Beppino Englaro ha inviato al quotidiano della Cei l’Avvenire in risposta a una precedente missiva di Fulvio De Nigris. Oggetto: la data del 9 febbraio istituita dal Consiglio dei ministri come giornata nazionale degli Stati vegetativi. Il direttore della Casa dei Risvegli, in particolare, scriveva a Englaro che «può essere l’occasione importante per pacificare gli animi, trovare un ragionevole punto di comprensione» e lo invitava a salire sul palco con loro la sera del 9 febbraio a Bologna. Ecco la replica del padre di Eluana:

Caro dott. De Nigris,
la ringrazio per la sua lettera che considero una manifestazione sincera di rispetto per la vicenda di mia figlia Eluana. Sono sempre più convinto che la perdita di un figlio lasci noi genitori in uno stato di prostrazione e di sofferenza che non ha eguali. Mi sembra doveroso però precisare ancora una volta che in tutti questi anni la mia battaglia non è mai stata contro qualcuno, ma per qualcuno, «in difesa» di qualcuno. Né mai – neppure lontanamente – ho pensato che le scelte della nostra famiglia potessero sovrapporsi alle scelte di altre famiglie e forse – a essere sinceri – mi è toccato in sorte un compito davvero arduo: quello di far valere i desideri e i diritti di una persona, mia figlia, percepita davvero come una minoranza in questo paese. La «minoranza» delle persone che la pensano in modo diverso.

Per questo sarò sempre al fianco di tutte quelle minoranze, i malati, le persone con grave disagio, che non hanno mezzi e strumenti per far valere le loro scelte e i loro diritti. Non ci sono eserciti da armare. Le sentenze della Corte di Cassazione hanno semplicemente ribadito ciò che noi tutti sapevamo e che era già scritto nella nostra Costituzione: non si può imporre il proprio punto di vista ad altri. Per questo, ritengo la decisione di fissare la data della “Giornata nazionale sugli stati vegetativi” proprio al 9 febbraio inopportuna ma soprattutto indelicata.

Nel ringraziarla per la sua lettera, mi auguro che questo paese abbia davvero lo slancio per far valere le ragioni di tutti. Credo di aver già detto e fatto molto. Per me – come lei comprenderà – il 9 febbraio sarà la giornata del silenzio

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