21 febbraio 2011

TRIPOLI IN FIAMME.


La situazione in Libia sta precipitando. Il figlio del colonnello dalla televisione smentisce la fuga del padre in Vanezuela. Tripoli è in fiamme gli spari sono continuati per tutta la notte. A Bengasi le strade sono diventate un campo di battaglia, dai tetti i cecchini sparano sulla folla. Sembra che in alcuni casi i militari si siano schierati con i manifestanti. La situazione è sempre più confusa. Non si raccolgono più morti e feriti per l'intensità degli scontri. Le morti dei civili sembrano essere salite a 285. Ma la televisione Libica trasmette solo immagini di sostenitori di Gheddafi. Sempre più difficile comunicare con la Libia la rete internet è bloccata, nessun giornalista può entrare nel paese.
Tutto il nord Africa è una polveriera pronta ad esplodere. L'Europa assiste preoccupata ed impreparata alla evoluzione degli eventi.
Il denominatore comune di tutte le rivolte sono istanze di dignità politica, sociale, economica, collettiva.

Ancora nessun pronunciamento chiaro da parte del nostro Governo.


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