13 settembre 2011

"muoriSulbiate". Sarà il nuovo nome dell'informatore locale?

Sergio Brioschi, cittadino residente a Sulbiate, dopo aver letto l'articolo di apertura del sindaco pubblicato sul nuovo numero di viviSulbiate (che a suo giudizio da oggi si dovrebbe nominare muoriSulbiate), si è sentito particolarmente offeso. Per questo motivo ha scritto alla Redazione la seguente riflessione che noi ben volentieri pubblichiamo per vostra conoscenza.


Io sono uno di quelli contrari all’Oulet.

Ho anche appeso fuori da casa mia il telo con la scritta “NO OUTLET”. Non solo ma con la bomboletta di vernice spray ho fatto teli simili anche per altri amici.

In un paese democratico manifestare le proprie opinioni è un diritto garantito, perciò niente di che.

Io sono, quindi, uno di quelli che si sente insultato dal sindaco nel suo articolo su outlet e pedemontana. E pensare che ho anche raccolto le firme per sensibilizzare, fare pressione e sostenere l’amministrazione affinché la galleria Ventura fosse confermata, ho anche messo la mia firma alla seconda lettera inviata al nostro governatore Formigoni sull’argomento, e alle ultime elezioni comunali ho segnato una la croce al nome di Maurizio Stucchi.

Mi sento insultato in modo personale perché accusato di essere il depositario di una “verità a prescindere” sarei cosi stupido di prendere decisioni senza approfondire gli argomenti.

Garantisco che qualche studio sull’argomento l’ho letto anche se ovviamente nessuno ha la verità. Un centro commerciale ha delle caratteristiche tali che, indipendentemente dalla situazione locale e peculiare, comporta una serie di conseguenze certe per il territorio in cui è insediato. Le ragioni della mia posizione contraria sono riportate in un documento diffuso, del quale ho partecipato alla stesura.

Esso è riportate in seguito.

Ragioni economiche.

1. Il centro commerciale rappresenta un modello di sviluppo non sostenibile e quindi senza prospettiva per il futuro. Crediamo che solo l’introduzione nel nostro territorio di esempi di sviluppo basato sul sapere e sull’innovazione tecnologica possa dare una risposta per una sana crescita economica che generi un benessere stabile ed un’occupazione qualificata per i nostri figli.

2. I centri commerciali/outlet non risolvono nessun problema economico neppure nel contesto in cui sono inseriti. Sono essenzialmente mezzi formidabili di profitto per poche società avulse dal contesto sociale locale.

3. I pochissimi posti di lavoro generati saranno tra i più dequalificati e con condizioni di lavoro ricattatorie: per pochi diritti, lavoro festivo, a turno e non garantito che condiziona pesantemente la vita famigliare.

4. Il danno economico per gli esercenti dei paesi satelliti al CC produrrà ulteriore danno sociale (disoccupazione, spostamento del centro di attrazione economica, ecc).

Ragioni ambientali.

1. E’ una struttura energivora sia a causa dei servizi richiesti al suo funzionamento: condizionamento, riscaldamento, trasporti, illuminazione. Sia per le risorse necessarie alla sua costruzione.

2. Lo spostamento di persone con propri mezzi da luoghi piuttosto lontani è una pratica energeticamente non più sostenibile.

3. Al momento non è previsto nessun impegno economico per la bonifica e recupero dell’area. Così stante le cose, i cementi armati sarebbero destinati ad insistere sul territorio per centinaia d’anni.

4. Richiede un consumo di suolo pesantissimo che si aggiunge alla devastazione della campagna per opera di Pedemontana e Ferrovia. Il territorio naturale sarà uno dei beni più rari e preziosi in un prossimo futuro.

5. E’ un generatore formidabile di traffico e quindi di inquinamento, che sommandosi agli effetti inquinanti della Pedemontana, con una condizione per la qualità dell’aria in Sulbiate già compromessa, renderà la situazione molto problematica per le categorie più deboli (anziani e bambini).

Ragioni sociali.

1. E’ una rilevante causa negativa di disturbo delle buone relazioni sociali del paese.

2. Inevitabilmente diventerà luogo di socializzazione e spazio di occupazione del tempo libero per ogni età in modo particolare i pensionati e gli adolescenti. Il centro del paese si sposterà nella nuova area.

3. Il danno economico per gli esercenti dei paesi satelliti al CC produrrà ulteriore danno sociale (disoccupazione, spostamento del centro di attrazione economica)

4. Un centro commerciale è l’antitesi delle buone pratiche per una migliore qualità della vita: km zero, prodotti più sani.

Ragioni locali.

1. La collocazione tra due frazioni spacca definitivamente il paese.

2. Problematiche di sicurezza in quanto il CC diventa un polo di attrazione per soggetti socialmente più deboli e per individui “borderline”.

3. Non ne esiste alcuna reale necessità del centro commerciale, nelle vicinanze del nostro paese ce n’è una sovrabbondanza. Ognuno di noi sperimenta quotidianamente quanto è semplice reperire un qualsiasi prodotto nel nostro territorio.

4. Storicamente i centri commerciali tendono inesorabilmente ad espandersi in continuità, infatti dal progetto primitivo che prevedeva 20000 m^2 si è passati ad un progetto di superficie doppia.

Ragioni legate alla Pedemontana.

1. La sua presenza, a cavallo della Pedemontana, rende inefficace le opere di mitigazione dell’impatto ambientale.

2. Rifiutiamo categoricamente il ricatto dello scambio tra il consenso al centro commerciale con la galleria di pedemontana per la semplice ragione che la galleria del progetto originario non è sul piatto della bilancia. Si sta giocando sulle parole spacciando per “galleria” una misera copertura. Si stanno irresponsabilmente facendo i conti trascurando le future vincolanti decisioni sull’argomento di Ferrovie e di Pedemontana.

3. I cittadini di Sulbiate hanno raccolto firme per il ritorno alla Pedemontana in galleria vera di 1 km non certo per fare un favore al centro commerciale.

Le ragioni saranno non condivisibili, forse nemmeno troppo intelligenti ma qualche spunto di ragionamento non mi pare che manchi.

Gli stessi argomenti possono essere approfonditi anche dalle immagini della presentazione: http://www.youtube.com/watch?v=laegbDTT1II&feature=youtu.be.

Invece provo ad elencare in ordine cronologico i motivi per il SI all’outlet che di volta in volta ho sentito, la raccolta sarà parziale e quindi carente ma un dibattito pubblico sulle ragioni del si ad una disponibilità a considerare la realizzazione di una grande struttura di vendita non ho avuto occasione di parteciparvi :

· Un centro commerciale porta turismo. Il paese di Sulbiate potrebbe trasformarsi ed erogare servizi (bed & breakfast) per chi viene a fare acquisti al centro commerciale e decide di passare il week-end per visitare la nostra zona. Non avrei il coraggio di scrivere ciò se la cosa, detta dal sindaco, non fosse stata ascoltata da molti testimoni in una riunione in cui il PD voleva sollecitare l’amministrazione a prendere più seriamente l’impegno del patto dei sindaci. Oltre al circolo PD, il vicesindaco e l’assessore alla cultura (oltre agli ex Fassina e Crespi) hanno sentito queste argomentazioni che secondo me non sono degne di un alcun commento.

· Il centro commerciale permette di salvare 100 000 m^2 di territorio. Questa affermazione, scritta sul giornale di Vimercate e riportata sul sito del comune pare semplicemente un non senso geometrico. Vedi: http://www.comune.sulbiate.mb.it/index.php?mact=News,cntnt01,detail,0&cntnt01articleid=269&cntnt01returnid=152

· Il centro commerciale porta lavoro. Studi qualificati che dicono l’esatto opposto se ne trovano molti. Il numero di posto di lavoro in un centro commerciale non compensano minimamente le predite di posti di lavoro nei negozi di vicinato. E pensare che al punto 9 del programma elettorale è esplicitamente scritto: mantenimento dei negozi di vicinato della piena occupazione”.

Nessuna delle tre ragioni ha una valenza rilevante da giustificare, secondo me, l’insediamento di una struttura cosi impattante sia dal punto di vista ambientale che sociale che per il traffico.

Certo che le aree sono già assegnate ma tra due mali sempre il minore si sceglie.

Per quanto riguarda la viabilità sembra proprio il cavallo di Troia, l’unico elemento che tiene malamente aperta la questione. Non si discute più in modo oggettivo dell’outlet ma del fatto che se si costruisse l’outlet ci sarebbe del traffico e che quindi il buon privato ha pronto la soluzione. Inoltre avremmo i soldi per costruire un coperchio sull’autostrada e forse sulla ferrovia che tra l’altro sarebbe utile a unire le due parti dell’outlet ahimè diviso dalla pedemontana! Sic!

Il problema del traffico sorge quasi esclusivamente per la presenza di un grande centro commerciale che deve essere collegato con il casello di Bellusco questo lo scopo vero dello studio proposto dal privato proprietario delle aree PE 19-20. In ogni caso quale il senso per dedicare energie ad una proposta di un privato che commissiona lo studio per analizzare un proprio problema (l’accesso un outlet). Dove sta l’onestà intellettuale nell’analizzare proposte commissionate da un ente privato che ha interesse economico sulla questione stessa? Quali domande sono state implicitamente ed esplicitamente poste agli esperti?

Bene hanno fatto, a mio modestissimo parere, i consiglieri che non si sono prestati a questo gioco.

Più limpido sarebbe stato che l’ente locale avesse gestito e commissionato lo studio, ponendo in primis l’obbiettivo della soluzione dei problemi dei cittadini di Sulbiate: come per esempio la minimizzazione delle pendenze, la riduzione del consumo del suolo per gli accessi al paese, la sicurezza del percorso, l’effetto delle intemperie ... Non l’ottimizzazione degli accessi al PE 19-20, non la minimizzazione delle code di un ipotetico centro commerciale. Mancano i soldi per lo studio: facciamo una colletta civica!

Probabilmente ho fatto diversi errori e ho sbagliato molte valutazioni, ma tra quelli elencati l’errore che oggi non rifarei è quello di votare per la persona che votai.

Sergio Brioschi

Nessun commento:

Posta un commento