17 Morti
88 Feriti
Per non dimenticare
12 dicembre 1969 – 12 dicembre 2010
Troppi anni sono passati dalla strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana. Moltissimo si è scritto sulle responsabilità degli ambienti fascisti e dei servizi segreti deviati rispetto a quella bomba.
Troppi anni perché non si è definita alcuna verità giudiziaria, mentre sulla verità storica ben pochi dubbi rimangono. Troppi anni perché i parenti delle vittime non hanno ottenuto giustizia.
Ha senso ricordare e ancora indignarsi? Sì, senza dubbio! Perché la memoria storica va mantenuta; è dovere che chi ha vissuto quel periodo tenere vivo il ricordo.
Occorre che le nuove generazioni riflettano su questa grande pagina oscura della storia d’Italia e sulla sua scia macabra di morti innocenti quali le vittime delle stragi di Brescia e di Bologna e delle altre.
Occorre che i giovani sappiano che il 12 dicembre 69 è terminato “l’autunno caldo” e che cosa esso ha significato in termini di diritti conquistati dai lavoratori. Diritti che ad ogni occasione sono oggi messi in discussione e ahimè cancellati.
Occorre che si continui a riflettere sulla sciagurata strategia della tensione e sulla teoria degli opposti estremismi iniziate allora con la vicenda di Pinelli e di Valpreda e la caccia al mostro anarchico.
Dalla strage di Piazza Fontana (la “strage di stato” come si definiva in quegli anni) inizia un filo che passa per tutte le bombe seguenti, i tentativi golpisti di Borghese, le trame della P2, il revisionismo storico sulla resistenza, la vicenda Gladio, l’assassino Moro: forse le mancate condannare e il segreto di stato è stato funzionale per non scoperchiare il coperchio su queste vicende compromettenti per molti.
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