Le principali notizie politiche del giorno.
1. DOPO 15 ANNI DI SBORNIA BERLUSCONIANA E DA UNA CRISI CHE METTE
TUTTO IN GIOCO SI ESCE CON UN NUOVO PATTO FONDATIVO PER L’ITALIA,
LA DEMOCRAZIA, IL LAVORO: ECCO LA PROPOSTA DEL PD LANCIATA DA
BERSANI.
In una lunga intervista a Repubblica il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, ha lanciato la proposta del Pd per uscire dal pantano e rilanciare l’Italia. Una proposta che sarà al centro della direzione del partito convocata per il 23 dicembre. “Un patto per la riforma della Repubblica. Un`alleanza per lavoro e crescita. Pier Luigi Bersani prepara una «piattaforma democratica». E la offre a tutte le forze di opposizione, Terzo polo in testa, per andare «non contro Berlusconi ma oltre Berlusconi, oltre il populismo. Non penso a un Cln anti-Cavaliere. Il Pd vuole aprire una fase fondativa». «Se ci saranno le elezioni in primavera non avremo paura di affrontarle e vincerle. Ma non toglieremo le castagne dal fuoco a Berlusconi. Lui ha detto al Parlamento "voglio tre voti in più per la stabilità". Adesso vediamo quale stabilità e quale governo è capace di garantire. Se alla fine si andrà al voto dovrà pagare il prezzo: del suo fallimento e dell`ennesima promessa non mantenuta». « Avevano 70 voti in più, ora ne hanno 3. Certo, nella nuova fase l`esecutivo di transizione sembra meno praticabile. Ma la sostanza politica c`è ancora. E il Pd, entro gennaio, vuole presentare una proposta a tutte le forze di opposizione di centro e di centrosinistra che può avere anche un profilo elettorale».
…«Partiamo dalla situazione che abbiamo davanti. Il governo Berlusconi punta solo a una
sopravvivenza spregiudicata. Cercherà di galleggiare rapinando qualche voto, spargendo veleni
come la voce di dirigenti del Pd pronti a passare con lui, mostrando quindi il volto peggiore della
politica. Tutti quelli che non vogliono cedere a questa deriva devono prendersi la responsabilità di essere non solo contro Berlusconi ma di andare oltre». Come? «Guardando in faccia quello che ci consegna il tramonto del berlusconismo, la crisi di sistema in cui ci ha precipitato. Costruendo da subito una risposta positiva. Per mettere in sicurezza la democrazia e dare una speranza di futuro ai giovani. Noi ci candidiamo a presentare una piattaforma per la riforma della Repubblica, per la crescita e il lavoro». Nel dettaglio cosa significa? «Posso dare dei titoli. Riforme istituzionali. Riforma elettorale. Misure per la legalità e sui costi della politica. L`informazione. La riforma della giustizia peri cittadini»…«Una riforma fiscale che carichi sull`evasione e le rendite alleggerendo lavoro, impresa e famiglie. Una nuova legislazione sul lavoro che affronti il dramma del precariato. Qualcosa l`abbiamo già detta: abbassare il costo del lavoro stabile, alzare quello del lavoro precario. Un pacchetto di liberalizzazione». ..Questa piattaforma con chi la discuterete? «Con tutte le forze di opposizione, con le forze sociali. E con il Paese. A gennaio comincerò un tour delle regioni per parlare dei problemi reali. C`è un Italia che vuole cambiare».
…Il Terzo polo una risposta ve l`ha già data. In caso di elezioni andranno da soli. Né Pd né Pdl.
Perché volete sbattere di nuovo il grugno? «Vedo che il terzo polo è stato battezzato con una certa urgenza per respingere le sirene berlusconiane. Li capisco, il timore è fondato. Ma se puntano a un ruolo di condizionamento del centrodestra presto dovranno convincersi che è un`illusione. Berlusconi non tratta, compra. L`idea stessa di un Berlusconi condizionato è un ossimoro. Perciò facciamo maturare nel Terzo polo una riflessione. Sapendo che l`idea e il confronto che proponiamo vivrebbero in ogni caso». …Di Pietro invece vi chiede un immediato matrimonio a tre. Volete abbandonare l`ex pm e Vendola? «No. Nessun abbandono di nessun genere. Ma chi vuol discutere con noi deve accettare di confrontarsi seriamente con l`esigenza che poniamo. Quella di una riforma democratica e di una riscossa italiana che richiedono da parte di tutti una straordinaria apertura politica».
2. L’ITALIA NEL PANTANO. CRESCITA LENTA, DISOCCUPAZIONE, CRISI. LA
CONFINDUSTRIA VEDE NERO E IL GOVERNO FA LO STRUZZO.
Il Servizio studi della Confindustria ha certificato ieri lo stato di salute dell’Italia: crescita
lentissima, disoccupazione, mancanza di slancio, crisi, mancanza di riforme adeguate. Insomma,
l’Italia è nel pantano. Ma il governo, per l’ennesima volta, ha adottato la tattica dello struzzo. Il
ministro Maurizio Sacconi si è messo addirittura a contestare i dati Istat e della Confindustria.La
Repubblica: “Un Paese «deludente», che «ancora una volta rimane indietro» e che lascia lievitare
il conto delle riforme mancate. Un Paese che non reagisce e che - al contrario degli altri - forse
nemmeno prova a trovare la sua via d`uscita dal tunnel. Dall`inizio della crisi l`Italia ha perso 540 mila posti di lavoro e, al momento, non si vede la possibilità di un loro recupero. Anzi, secondo il rapporto Confindustria nel 2011 la disoccupazione ufficiale toccherà il tetto del 9 percento, cominciando una leggera discesa solo l`anno successivo”….”Il Pil, dicono gli imprenditori rivedendo al ribasso le stime fornite a settembre, crescerà quest`anno solo dell`1 per cento e nel 2011 l`aumento non supererà l`1,1.«Una dinamica insufficiente a compensare la caduta dell`attività durante la recessione»: alla fine del 2012 il Pil risulterà ancora inferiore del 2,8 per cento rispetto al periodo pre-crisi. Un recupero perdente a fronte di quello messo in atto dagli altri paesi europei e destinato a pesare sugli anni che verranno”.”Certo, sottolinea il Centro studi «il miracolo tedesco ha poco del miracoloso e molto del faticoso, non è un fuoco di paglia» ma il risultato «di mutamenti strutturali» varati negli ultimi anni: dal welfare al mercato del lavoro e alla contrattazione, dal contenimento della spesa alla riduzione della pressione fiscale. E in più cambiamenti nelle università, internazionalizzazione, riconoscimento del merito. Fronti rispetto ai quali l`Italia delude”.
3. LA GERMANIA IMPONE IL RIGORE: AIUTI SI, MA SOLO A CONDIZIONI DURE.
Primo accordo raggiunto in sede europea per rendere stabile il fondo salva Stati utilizzato per
mettere in sicurezza l’Irlanda: non si fermerà al 2013, ma resterà stabile. Solo che la Germania ha imposto norme capestro: potrà essere utilizzato solo in caso di fallimento prossimo venturo e con penalizzazioni da far tremare i polsi. Insomma, non sarà un bancomat tanto semplice da usare.
4. GOVERNICCHIO, TERZO POLO, VESCOVI IN CAMPO. E BONDI METTE LA
FACCIA SU UN’ITALIA DA OPERETTA FOTOGRAFATA DALLA STAMPA
STRANIERA.
Silvio Berlusconi rinuncia alla ricerca di un’alleanza politica e punta solo a sopravvivere,
raschiando qualche altro deputato. Per questo si continua a parlare di compravendita e il Pdl sta
mettendo in atto anche operazioni di disinformazione sul Pd. I principali giornali stranieri
fotografano questa situazione con nitidezza. Il New York Times: “Il fallimento di Berlusconi è
personale, il suo restare in carica ha estenuato il paese”. Il Financial Times: “Berlusconi si aggrappa al potere con le unghie, ma la sconfitta è l’Italia”. The Economist: “Berlusconi è aggrappato al voto di fiducia, ma ora è un leader fortemente indebolito”. Gianfranco Fini, intanto, prosegue la propria strada. Il Corriere della Sera: «La mozione di sfiducia non è passata, una sconfitta ci può stare, ma dobbiamo guardare avanti perché questo governo è un fallimento e nasconde la polvere sotto il tappeto». All`indomani della nascita del Terzo polo, Gianfranco Fini, detta la linea della nuova formazione politica e annuncia battaglia in aula, dove il governo dovrà affrontare diverse prove: dal ddl sui rifiuti in Campania alle mozioni di sfiducia a Bondi e Calderoli”. Le gerarchie ecclesiastiche non sono entusiaste però della nuova formazione, come testimoniano oggi diversi articoli di quotidiani. Massimo Franco su Il Corriere della Sera: “Fra governo e Chiesa un sostegno reciproco. Difficile valutare se in questi giorni le gerarchie cattoliche abbiano dettato l`agenda delle alleanze politiche; o se si siano limitate a far proprie ed a rilanciare le preoccupazioni del governo. Gli inviti al «dialogo doveroso» arrivati ieri dal presidente dei vescovi, Angelo Bagnasco; la «benedizione e la protezione» invocate a ruota dal segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone «al popolo ed ai governanti italiani»; e nel recente passato i richiami dell`ex numero uno della Cei, Camillo Ruini, a salvaguardare la stabilità e a far avanzare il federalismo, sono una sorta di «appoggio esterno» al tentativo del centrodestra di riuscire a sopravvivere alla propria crisi. Le prese di posizione riflettono il timore di un`Italia senza baricentro, ed esposta non solo al pericolo della speculazione finanziaria, ma di un collasso della sua coesione sociale: in questo riecheggiando anche gli appelli del Quirinale. Nella successione temporale degli interventi dei cardinali italiani più influenti, tuttavia, qualcuno potrebbe notare anche una sottile concorrenza interna alla Chiesa: quasi nessuno volesse mancare all`appello al governo di Silvio Berlusconi perché vada avanti, perché non venga destabilizzato. In fondo, la tiepidezza con la quale la Chiesa ha registrato la nascita del Polo della nazione guidato, sembra, da Pier Ferdinando Casini, lo conferma”.
Il ministro Bondi si è appellato pubblicamente agli ex “compagni” del Pci, facendo una figura
barbina. La mozione di sfiducia ovviamente rimane all’ordine del giorno della Camera (Matteo
Orfini su Il Foglio ha spiegato per filo e per segno tutte le ragioni del Pd).
5. SUL CRINALE, TRA PROTESTA E VIOLENZA. L’ITALIA A UN BIVIO
PERICOLOSO.
Gli avvenimenti di Roma hanno fatto drizzare tutte le antenne. Alla giusta e pacifica protesta dei
giovani si è unita questa volta l’infiltrazione della violenza organizzata. E questa volta tra le due
parti non c’è stata una cesura culturale nettissima. A Roberto Saviano, che su Repubblica ha
invitato i giovani a non farsi strumentalizzare e usare, pena la sconfitta e il sostegno della reazione, molti giovani hanno risposto con insofferenza. L’inazione del governo, l’incapacità a governare i problemi ma anche la chiusura al dialogo hanno prodotto insoddisfazione e sofferenza. Ma a Roma è stato passato il segno. E il fatto che gli arrestati siano anche stati subito rilasciati ha suscitato molte reazioni. Il Corriere della Sera: “Il capo della polizia, si sa, parla poco. Ma quando lo fa, va ascoltato bene. Se poi in poche settimane lancia due volte lo stesso allarme, bisogna preoccuparsi. Antonio Manganelli è un uomo prudente e un ottimo capo della polizia. Se chiede che i suoi uomini - più in generale tutti gli addetti alla sicurezza - non siano lasciati soli a fronteggiare un`emergenza sociale sempre più evidente, nervosa, aggressiva, bisogna rispondere. E, se invece che risposte, a stretto giro arriva la pressoché generalizzata scarcerazione dei giovani arrestati martedì a Roma nel corso dei gravi incidenti, qualcosa non funziona. Su un tema forte come la sicurezza, sul quale si misura la vivibilità di un Paese e si vincono e perdono le elezioni, bisogna investire soldi, evitare chiacchiere e avere un polso democratico ma fermo. I giudici che ieri hanno deciso di rimandare a casa i giovani fermati martedì, tutti tranne uno, avranno avuto ottime ragioni. E, del resto, nessuno vuole una giustizia che punisca a caso, condannando nel mucchio. Certo, però, la decisione stride con quello che abbiamo visto dal vivo o in tv. Possibile che i veri «cattivi» siano fuggiti e le forze dell`ordine abbiano sbagliato praticamente tutti i fermi? Oggi in parlamento il ministro dell`Interno Roberto Maroni dirà quel che è ormai sotto gli occhi di tutti: le cosiddette «zone rosse», quelle dove isolare le Istituzioni, non servono a evitare le scorribande dei violenti. Ci piacerebbe che, con le nuove strategie operative, Maroni potesse annunciare anche un aumento di risorse e di mezzi”. Bersani (intervista a La Repubblica): «Tocca alla politica dare una risposta non ambigua di condanna rispetto alla violenza e noi lo facciamo, tocca alle forze dell`ordine fermare i violenti e pur nelle difficoltà l`impegno c`è stato. Bisogna però lavorare di più per prevenire infiltrazioni organizzate. Tocca agli studenti avere estrema attenzione nelle forme organizzative delle loro proteste, di rimarcare la distanza da ogni strumentalizzazione che può vanificare la loro voce, il loro comprensibile disagio».
6. UNIPOL, LA MAGISTRATURA SALVA L’UTILIZZATORE FINALE DELLA
FABBRICA DEL FANGO.
Il Corriere della Sera: “Spostò un mare di voti e fu cruciale nella rimonta del centrodestra alle
urne del2oo6 - secondo gli studiosi dei flussi elettorali - la pubblicazione il 31 dicembre
2005 sul quotidiano il Giornale, di proprietà del fratello del presidente del Consiglio, di una
intercettazione non soltanto non ancora depositata agli atti dell`inchiesta per aggiotaggio sulla
scalata di Unipol alla Bnl Co sarebbe stata addirittura molti mesi dopo), né trascritta o riassunta, ma esistente esclusivamente come file audio nei computer degli inquirenti: l`intercettazione, non
penalmente rilevante, tra il non indagato capo dell`opposizione (il ds Piero Fassino) e l`indagato
presidente di Unipol (Giovanni Consorte), captata dalla GdF cinque mesi prima sul telefono di
Consorte. Ora per questa vicenda Silvio Berlusconi aggiunge un nuovo record al suo variegato
carnet giudiziario: iscritto nel registro degli indagati, ma contemporaneamente proposto per
l`archiviazione dalla Procura di Milano guidata da Edmondo Bruti Liberati. La quale ha atteso
l`altro ieri (cioè il voto di fiducia alla Camera) per fare entrambe le cose nello stesso momento in
cui invece chiedeva al gip il rinvio a giudizio del fratello del premier (Paolo) «quale editore del
Giornale», e dell`amministratore (Roberto Raffaelli) della società Rcs Research control system che per conto della Procura svolgeva le intercettazioni dell`indagine Bnl-Unipol, per «concorso nella rivelazione e utilizzazione di segreto d`ufficio in favore del fratello Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio».
7. E INTANTO IL MONDO CORRE IN AVANTI. I NUOVI ACCORDI CINA-INDIA.
Il Sole 24 Ore. “…oggi la Cina si prepara a superare il rivale giapponese anche su un altro fronte:
quello della ricerca e sviluppo. Secondo quanto rivela uno studio di Battelle Memorial Institute, nel 2010 Tokyo e Pechino hanno investito nell`attività di R&D più o meno le stesse risorse, cioè circa 142 miliardi di dollari. Ma l`anno prossimo, avverte il think tank no profit americano, le spese cinesi in scienza e tecnologia balzeranno a 154 miliardi”. Il Messaggero. “…. Consapevoli di essere le due più grandi potenze emergenti, Cina e India hanno raggiunto un accordo strategico su una serie di settori che vanno dal commercio, al disarmo, dalle risorse idriche all`assistenza all`Afghanistan, `dalle tecnologie verdi allo scambio di giornalisti, fino alla collaborazione -delle banche centrali, con l`intesa di consultazioni regolari e incontri al vertice.
Tutto questo è stato ufficializzato ieri a New Delhi, dove il premier cinese Wen Jiabao ha
incontrato il primo ministro indiano Manmohan Singh. Al seguito di Wen Jiabao c`era 400 uomini d`affari cinesi con la penna in mano pronti a firmare contratti immediati per ben 16 miliardi di dollari…..Secondo uno studio della Deutsche Bank, entro il 2020 Cina e India saranno
rispettivamente la seconda e la terza economia mondiale, dopo gli Stati Uniti”.
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