6 dicembre 2010

La nota del mattino del 6/12/'10

1. BERLUSCONI ALLO SBANDO. CAMERA CHIUSA. PAESE IN BILICO. IL PD ARGINE DELLA DEMOCRAZIA OCCUPA LA PIAZZA: TUTTI A ROMA L’11 DICEMBRE PER FARE IL PRIMO PASSO DEL DOPO BERLUSCONI.
"Berlusconi è un uomo allo sbando" ha denunciato ieri Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc (Il Corriere della Sera). "E sarà sempre peggio" ha rincarato Carmelo Briguglio, parlamentare di Futuro e Libertà. Lo scontro politico tra il presidente del Consiglio ed i rappresentanti del cosiddetto Terzo polo si sta trasformando in una rissa da strada, mentre la Camera è chiusa in attesa del dibattito sulla fiducia (per un voto imposto dalla maggioranza, timorosa di cadute e incidenti parlamentari a ripetizione) e il paese è allo sbando. Berlusconi non è stato da meno di Casini e Fini nel fare a brandelli la dignità della politica. Sempre da Il Corriere della Sera: «Sono assolutamente consapevole che ho una certa età e che dovrò lasciare prima o poi, ma passerò il testimone quando avrò terminato il programma e comunque mai a maneggioni della vecchia politica che hanno a cuore solo le loro ambizioni personali, semmai a una nuova generazione di politici, seri e preparati». I numeri due, tre, quattro e oltre dei diversi partiti di governo si sono esercitati intanto a lanciare qualche amo per eventuali accordi dell’ultimo momento (legge elettorale, qualche altro nome per il governo).
La verità è che il paese è fermo, in bilico, in mezzo a un passaggio difficilissimo, interno e internazionale, dal punto di vista economico, sociale, politico. In questi dieci giorni che mancano al voto sulla fiducia si rischia davvero molto. Da qui, l’appello di Pier Luigi Bersani e del presidente del gruppo Pd alla Camera ai parlamentari di stare in mezzo alla gente, di organizzare la mobilitazione e di fare in modo che militanti e simpatizzanti si preparino in massa ad essere presenti, soprattutto a partecipare alla manifestazione che il Pd ha indetto per l’11 dicembre in piazza San Giovanni, a Roma (lettera di venerdì volta a criticare la gravità della decisione di sospendere i lavori dell’aula di Montecitorio). E’ il momento più pericoloso, ha spiegato in una lunga intervista il segretario del Pd Pier Luigi Bersani all’Unità, avvertendo che la caduta di Berlusconi sarà solo il primo passo per il superamento del berlusconismo. E che è un passo ancora da ottenere.
Sandro Gozi, deputato del Pd, ha proposto addirittura di tornare forzatamente in aula a Montecitorio per marcare la drammaticità di questo momento e l’avventurismo della destra.

2. TUTTI IN LIBERA USCITA. E RUINI ESCE ALLO SCOPERTO PRO BERLUSCONI.
In mezzo a tanto marasma, tutti i partiti, le organizzazioni, i gruppi, i singoli che vogliono cogliere qualche obiettivo, politico o personale, si stanno muovendo. Fistarol lascia il gruppo del Pd per il gruppo misto, in vista del Terzo polo (ma voterà la sfiducia). Il popolo viola, che ieri ha fatto il proprio congresso, ha fatto i conti con eventuali risultati elettorali (Unità). Marco Pannella e i radicali hanno ancora lasciato in sospeso la decisione se votare o no la sfiducia a Berlusconi. E
abbandonando le segrete stanze, anche alcuni personaggi di primo piano della Chiesa si sono spinti a cercare di influire sulla politica (Giorno, Resto Del Carlino, Nazione): il cardinale Ruini, che ancora ha un peso nonostante abbia lasciato i precedenti incarichi ufficiali, ha dichiarato senza mezzi termini che Casini non dovrebbe allearsi con il laicista Fini. Di fatto, una mano indiretta a Berlusconi. I fatti diranno se questa entrata a piede teso sul campo della politica avrà avuto o no un peso nelle decisioni finali.

3. MENTRE L’ITALIA E’ IN STALLO IN EUROPA SI DECIDE SE E COME RAFFORZARE IL FONDO DI SALVATAGGIO DEGLI STATI.
Mentre l’Italia è impantanata, in Europa oggi i ministri finanziari decidono se e come rafforzare il fondo destinato a salvare gli Stati in difficoltà. La Banca centrale europea è riuscita a contenere l’ultima fase acuta della crisi. Ma la crisi non è finita. E l’Italia, che dovrebbe giocare un ruolo importante, considerata la sua storia ma anche il suo interesse per i meccanismi di salvaguardia europei, di fatto si presenterà con un governo che è fonte, come dice Bersani, di pericolosa instabilità.

4. DUE PARTITE. A TORINO PER L’ITALIA. A TRIESTE PER IL POTERE.
In assenza di un governo in grado di decidere e di affrontare i problemi del paese, si svolgono in questi giorni anche altre partite decisive per il futuro di tutti. Una si svolge a Torino, dove sindacati e Fiat stanno trattando le condizioni per gli investimenti del gruppo automobilistico a Mirafiori (Marco Panara, Repubblica Affari & Finanza, e Federico Rampini, La Repubblica). L’altra, meno nota al pubblico, ma non meno importante per gli assetti di potere, si svolge a Trieste, nella sede delle Assicurazioni Generali, grande impresa multinazionale italiana e vero pilastro di ciò che i giornali hanno soprannominato "il salotto buono" della finanza nazionale (La Repubblica Affari & Finanza): Cesare Geronzi, già leader nel tempo di Cassa di Risparmio di Roma, Banca di Roma, Capitalia, Mediobanca e ora presidente delle Generali, sta ancora una volta in manovra per imporre la propria linea rispetto a quella di altri manager. Considerati i collegamenti diretti e indiretti delle Assicurazioni Generali con Mediobanca, Fiat, Banca Intesa e tutti gli altri principali attori del mondo finanziario, si può capire quanto sia importante la posta in gioco. Con il governo fermo (ma Berlusconi è azionista di Mediobanca, la quale è azionista di riferimento delle Generali), il paese in bilico e distratto, di fatto è in gioco l’assetto del grande capitalismo privato.

5. E INTANTO RAI, MEDIASET E SKY STANNO GIA’ SULLE FREQUENZE DA ASSEGNARE.
La Repubblica segnala oggi che in attesa dell’assegnazione di alcune frequenze, dopo Mediaset, ora anche Rai e Sky hanno occupato le frequenze in questione.

6. IL RAZZISMO COVA SOTTO LA PELLE. MA CI SONO GLI ANTIDOTI.
Le reazioni a Brembate e nel resto d’Italia alle vicende della cronaca nera, dimostrano che il razzismo (la paura del diverso, il bisogno di un nemico) inoculato per convenienza politica dalla Lega Nord e dal Pdl, incapaci di affrontare e governare un fenomeno globale, ha attecchito e riemerge alla prima occasione. L’odio cova sotto la pelle, aggravato ovviamente dalle difficoltà e anche dall’oggettivo sacrificio dei più poveri e più deboli, sui quali si scarica alla fine il peso del confronto diretto, sul territorio, dell’immigrazione. O si interviene governando il fenomeno dell’immigrazione e facendo in modo che non si scarichi tutto sui più deboli, o il veleno inoculato rischia di diventare strutturale.

7. CANCUN. SUL CLIMA BRACCIO DI FERRO SULL’EGOISMO.
Ancora si tratta al vertice mondiale sul cambiamento climatico a Cancun. Ma sulle conclusioni pesa ancora il rischio del fallimento. La Stampa. "Al collasso del negoziato ci si è andati davvero vicinissimi. «Colpa» del dissenso sul futuro del protocollo di Kyoto, che impone a 40 paesi ricchi vincoli costosi. Nei giorni scorsi il Giappone - spalleggiato da Russia, Canada, Australia, Ucraina e Stati Uniti, il cosiddetto Umbrella Group - ha riproposto il suo «no» alla conferma del protocollo di Kyoto, che scadrà a fine 2012. Una posizione giustificata dal fatto che i paesi non-Kyoto guadagnano competitività, e sono sottoposti a vincoli solo volontari e non impegnativi sul taglio delle emissioni di C02, ma che avrebbe inevitabilmente fatto saltare ogni possibilità di intesa nel negoziato Onu, che sulla carta mira ad estendere i tagli «legalmente vincolanti» a tutti. A guidare la controffensiva ci hanno pensato gli otto paesi dell’Alba (Alternativa bolivariana, la sigla che aggrega Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Repubblica Dominicana, Antigua, Honduras e St.Vincent), che sono riusciti a far venire sulle loro posizioni anche la Cina e tutti i paesi del gruppo G77 (tutto il sud del mondo, compresi India e Brasile). Alla fine, la presidenza messicana della COP16 ha proposto un documento che non solo conferma l’obiettivo generale della conferenza (contenere l’aumento della temperatura media mondiale entro i due gradi centigradi), ma ribadisce la validità e la proroga del protocollo di Kyoto. I paesi emergenti non-Kyoto «adotteranno impegni comparabili», mentre i paesi in via di sviluppo si doteranno di una «strategia di contenimento delle emissioni» assistita dai paesi sviluppati con trasferimento di tecnologie, finanziamenti e supporto alla formazione. Ancora, si parla di un processo di monitoraggio sulle azioni di mitigazione con invio di informazioni ogni due anni, di risorse per finanziare l’adattamento dei paesi in via di sviluppo con un fondo di 30 miliardi di dollari per il periodo 2010-2012 che arriverà a 100 per il 2020. Per ora marcia indietro dei giapponesi e degli australiani e vittoria per il superdelegato cinese Su Wei".

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