1 febbraio 2011

Nota del mattino del 01/02/'11

1. “L’UOMO DELLA LIBERTA’ CONTRO IL PARTITO DEL TASSA E SPENDI”. L’ULTIMA COMMEDIA DI BERLUSCONI PER ANDARE AL VOTO CON LA SOLITA CAMPAGNA ELETTORALE, DA NON SOTTOVALUTARE.
La lettera con la quale il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha lanciato ieri la sua proposta bipartisan su Il Corriere della Sera era un missile a testata multipla: se il Pd abboccava, il premier avrebbe imbrigliato l’opposizione in un dibattito stravagante sulla riforma dell’articolo 41 della Costituzione, cioè sul solito tema del ciascuno faccia ciò che vuole, garantendosi così tempo di sopravvivenza e la copertura mediatica dei problemi personali.
Avendo giustamente tutte le opposizioni risposto picche (leggasi più oltre la lettera di risposta
di Bersani) è scattata la seconda testata, quella vera: l’avvio della campagna elettorale sul tema
“con me fate quello che vi pare, senza limiti, con gli altri vi beccate le tasse”. E’ la stessa campagna elettorale con la quale ha vinto nel 1994, nel 2001 e nel 2008. La campagna è basata sul nulla. Berlusconi non ha mai fatto ciò che ha promesso. E ciò che promette non ha senso tecnico: togliere lacci e lacciuoli con una legge costituzionale (ci vorrebbero alcuni mesi a vararla, considerate le procedure) e parlare di defiscalizzare il Sud dopo aver previsto aumento delle addizionali Irpef e degli altri balzelli locali nei decreti sul federalismo è in palese contraddizione, è una solo commedia. Tuttavia, venerdì nel Consiglio dei ministri verranno approvati i disegni di legge e telegiornali e giornali compiacenti parleranno della grande scossa che verrà, degli stati generali dell’economia, del nuovo corso prossimo venturo. Lo schema è ridicolo, ma non per questo inefficace. Berlusconi ci ha già vinto le elezioni. Gli imprenditori cedono sempre al richiamo della libertà da tutto e da tutti. I grandi giornali ne restano affascinati. La commedia va non solo contrastata ma continuamente e ripetutamente smontata (così come il Pdl continuamente tenterà di rianimarla). E sul vero problema dei conti pubblici e dell’economia Italiano continuerà ad essere steso un velo, perché Berlusconi di far pagare gli evasori fiscali proprio non ha desiderio: ne parla, ma tanto per dire, perché sono il suo elettorato. Mario Deaglio, La Stampa: “La lotta all`evasione può essere la vera «frustata» al cavallo anche perché il livello attualmente stimato dell`economia sommersa è pari circa al doppio di quello degli altri Paesi europei, ossia un quarto del prodotto lordo. Riportare l`economia sommersa a un livello europeo è un obiettivo al tempo stesso decoroso ed efficiente sul quale sarebbe possibile raccogliere un largo consenso. Il percorso di uscita dalla crisi sarà comunque complesso. Non ci sono «uomini del destino» in grado di riparare con un tratto di penna, fosse anche una modifica costituzionale, a un guasto che si è accumulato in vent`anni”.

2. LA RISPOSTA DI BERSANI. LA PREPARAZIONE DELL’AFFONDO SUL PROGRAMMA DEL PD CON L’ASSEMBLEA NAZIONALE DI VENERDI’ E SABATO. LA RACCOLTA DI MILIONI DI FIRME.
La risposta di Bersani è stata chiara ( tale da far scattare subito la prevista trappola elettorale
predisposta dai fautori del premier: “Insolente” gli ha detto Berlusconi, la sinistra non accetta il
confronto bipartisan…Ecco il testo della lettera di risposta a Il Corriere della Sera: “Caro Direttore, il mio partito sta lavorando ormai da un anno ad un progetto per l`Italia. Alla nostra Assemblea nazionale di venerdì e sabato se ne discuterà la prima sintesi. Benché tanti dei nostri documenti approvati siano pubblici, si è trattato di un`operazione svolta, nostro malgrado, in
clandestinità, essendo l`agenda politico-mediatica sempre occupata da ben altri temi e contingenze. Noi ci siamo fatti un`idea piuttosto precisa della situazione italiana e dei possibili e difficili rimedi. Stiamo ragionando come un partito di governo temporaneamente all`opposizione. Con questa stessa attitudine, considero la proposta che il Presidente Berlusconi mi rivolge dalle pagine del «Corriere». Non nascondo la mia prima impressione: se la proposta è un astuto diversivo per parlare d`altro, mostra di essere davvero tempestiva; se è sincera, suona singolarmente estemporanea! D`altra parte negli anni trascorsi abbiamo imparato a nostre spese che Berlusconi ama gettare ponti quando è in difficoltà per abbatterli un minuto dopo. Ma non amo divagare o scherzare quando finalmente si può parlare di Italia. Nemmeno voglio dilungarmi in recriminazioni a proposito della sprezzante indifferenza con cui sono state ignorate dalla maggioranza in questi due anni le proposte pragmatiche dell`opposizione. Non posso tacere, tuttavia, dell`umorismo un po` macabro di cui Berlusconi fa sfoggio concedendomi «sensibilità» in materia di liberalizzazioni. Se chi ha fatto la liberalizzazione del commercio, dell`elettricità, delle ferrovie e di un certo numero di mestieri e di attività economiche è una persona «sensibile al tema», come definiremmo chi ha testardamente osteggiato tutto questo, chi ha affidato formalmente la riforma delle professioni agli ordini professionali, chi detiene personalmente posizioni dominanti in gangli vitali della vita civile? Ma passiamo oltre, e parliamo di cose serie. Negli ultimi dieci anni i nostri problemi antichi si sono drasticamente aggravati. Il Sud si allontana dal Nord, il Nord si allontana dall`Europa. Non c`è indicatore che non lo certifichi. La crisi ha accelerato il divario rispetto ai Paesi con cui siamo stati per molti anni in compagnia. Ci giochiamo il nostro ruolo nella divisione internazionale del lavoro; ci giochiamo la tenuta di un sistema di welfare e, in particolare, le prospettive di occupazione e di reddito della nuova generazione. Il fatto di essere, in Europa, il grande Paese a più bassa crescita e a debito più alto ci espone inevitabilmente a possibili tempeste. La positività e l`ottimismo tanto cari al Presidente del Consiglio possono venire solo dalla verità e dall`avvio di una riscossa e non dalla retorica oppiacea dei cieli azzurri che ha colpevolmente paralizzato le enormi energie potenziali del Paese (nemmeno può servire allestire astutamente bersagli immaginari: nella nostra proposta sul fisco discussa e approvata alla Camera si parla di evasione e di rendite, non di patrimoniali!). Mi predispongo a proporre, assieme al mio partito, una scossa riformatrice che riguardi assieme democrazia ed economia. Una riforma della Repubblica che investa il funzionamento delle Istituzioni, la legge elettorale, un federalismo credibile, la giustizia e la legalità, la concorrenza e i conflitti di interessi, l`immigrazione, i costi della politica, i diritti, la dignità e il ruolo delle donne. Un nuovo patto per la stabilità, la crescita e l`occupazione, fatto di riforma fiscale, di liberalizzazioni, di norme sul lavoro, di riforma della pubblica amministrazione, di politiche industriali e dell`economia verde, di ricerca e tecnologia. Staremo al concreto e ci rivolgeremo con il nostro progetto alle forze sociali, all’arco ampio dei partiti di opposizione e a chiunque voglia discutere con noi. Ma eccoci al punto. Quel che serve, in modo ineludibile, è uno sforzo collettivo in cui chi ha di più deve dare di più; in cui la riduzione delle diseguaglianze sia un motore della crescita; in cui tutti accettino di disturbarsi leggendo il futuro con gli occhi della nuova generazione. Uno sforzo paragonabile a quelli più ardui che abbiamo pur superato nella nostra storia repubblicana. Chi chiamerà a questo sforzo? Con quale credibilità? Con quale coerenza, con quale sincerità? Con quale capacità di unire un Paese diviso? Lo si lasci dire a un cosiddetto pragmatico: pensare di fare riforme difficili senza metterci la spinta di quei valori `sarebbe come pretendere di tenere in piedi un sacco vuoto. Per rivolgersi oggi credibilmente all`opposizione bisognerebbe che il Presidente Berlusconi fosse in grado di rivolgersi credibilmente al Paese. Non è così. Il Presidente del Consiglio non è in condizione di aprire una fase nuova: ne è anzi l`impedimento. Nessuna partita si può giocare a tempo scaduto. Ormai il Paese non chiede al Presidente Berlusconi un programma: gli chiede un gesto. Mentre l`Italia perde drammaticamente la sua voce nel mondo ed è paralizzata davanti ai suoi problemi, se ci fosse da parte del Presidente del Consiglio la disponibilità a fare un passo indietro, tutti dovrebbero garantire, e ciascuno nel suo ruolo, senso di responsabilità ed impegno. Se questa non sarà l`intenzione, il nuovo progetto per l`Italia dovrà essere presentato agli elettori. Noi ci accosteremmo a quella scadenza chiedendo a tutte le forze dí opposizione di impegnarsi generosamente non «contro» ma «oltre»; in una operazione comune, cioè, di ricostruzione delle regole del gioco e del patto sociale, capace di suscitare, in un Paese sconfortato, un`idea di futuro”.

3. SETTIMANA DI SVOLTA. GIOVEDI’ FEDERALISMO E VOTO IN AULA SUL
RINVIO DELLE CARTE ALLA PROCURA MILANESE. VENERDI’ LA RICHIESTA
DI RITO DIRETTO CONTRO BERLUSCONI A MILANO.

L’ultimo testo presentato dal ministro Roberto Calderoli per il decreto legislativo di attuazione del federalismo municipale non ha convinto ni comuni, non ha convinto il Pd e nemmeno il Terzo polo e l’Idv. Giovedì si vota. Stando alle previsioni delle presenze in commissione, è prevedibile un risultato di parità. Se così fosse il governo potrebbe andare avanti, ma con scarse possibilità di reggere. E la Lega Nord ha già annunciato che in quel caso prenderebbe seriamente in considerazione l’ipotesi di staccare la spina.
Sempre giovedì l’aula della Camera sarà chiamata a decidere sul rinvio delle carte alla Procura
della Repubblica di Milano sulla richiesta di ispezionare i locali del rag. Spinelli, uomo di fiducia del premier Berlusconi. Ma già è noto che venerdì o al più tardi sabato i Pm chiederanno al Gip il rito per direttissima. Il Sole 24 Ore: “I tempi verranno rispettati ed entro la fine della settimana i faldoni del procedimento penale numero 55781/2010 con i documenti che accusano il premier di concussione e prostituzione minorile saranno depositati al settimo piano del palazzo di giustizia”.

4. PETROLIO A 100 DOLLARI AL BARILE, INFLAZIONE EUROPEA AL 2,4. PRIMI SEGNALI DI RISCHIO PREZZI.
Le tensioni sui prezzi delle materie prime provocate dalla crescita economica dei paesi di nuova
industrializzazione si sono fatte più forti dopo l’ondata di rivolte di piazza nei paesi del Nord Africa, dove vi sono anche molti campi di estrazione del petrolio. Il prezzo del Brent ha toccato di nuovo 100 dollari al barile per la prima volta dal 2008. Nella media europea l’inflazione ha toccato il 2,4 per cento. E dunque per la prima volta dopo una fase di prezzi strutturalmente stabili si intravede qualche rischio inflattivo.

5. EGITTO. L’ESERCITO NON PRESSA LA RIVOLTA DELLE PIAZZE. LA UE INDECISA A TUTTO. ISRAELE HA PAURA DEL DOPO MUBARAK.
L’esercito egiziano per ora non pressa le masse scene nelle piazze in Egitto. I paesi occidentali,
Usa in primo luogo, chiedono un passo in avanti sul versante della democrazia. L’Europa sta ancora cercando una efficace linea comune. Da Israele però giunge un monito che lascia intravedere il timore di cambiamenti non previsti e non gestibili verso un futuro incerto: “Non
mollate il faraone”.

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