A cura dell'Ufficio Nazionale Circoli PD.
1. FINITA LA RICREAZIONE: IL PROCESSO BREVE TORNA AD ESSERE LA PRIORITA’.
Il buonismo costruttivo di Silvio Berlusconi è svanito non appena si sono riavvicinati gli appuntamenti con i magistrati. Non quelli su Ruby e le notti brave ad Arcore, ma quelli relativi a fatti precedenti, ad affari, denari e corruzione, come i processi Mills (corruzione di testimoni), Mediatrade (diritti tv).
La richiesta di riprendere immediatamente la discussione sul processo breve accantonato alcuni
mesi or sono perché considerato dannoso per il sistema giudiziario (cancellerebbe, oltre ai processi personali del premier, migliaia di altri processi) è stata presentata con una lettera al presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno. Oggi si riunirà l’ufficio di presidenza ed esaminerà la richiesta è di mettere subito in calendario la ripresa dell’iter parlamentare.
“E’ una vergogna” ha commentato il presidente del gruppo parlamentare Pd, Dario Franceschini. “E’ un disastro” hanno commentato i rappresentanti dell’Associazione nazionale magistrati.
Insomma, la ricreazione è finita. Berlusconi non ha più lo scudo del legittimo impedimento, svuotato di efficacia dalla sentenza della Corte Costituzionale. Deve presentarsi di fronte alla magistratura per reati di corruzione per i quali i suoi coimputati (l’avvocato Mills) sono già stati
condannati. E pendono sulla sua testa le accuse di concussione e di prostituzione minorile, relative agli ultimi avvenimenti, per i quali la procura della Repubblica di Milano tra oggi e domani presenteranno le carte al giudice per le indagini preliminari.
Da qui, la fine delle finzioni buoniste e l’attacco diretto alla magistratura. Per Berlusconi è una
questione di sopravvivenza. Come politico, ma anche come imprenditore, perché la fortuna dell’uno è legata alla fortuna dell’altro.
2. LA LEGA CEDE AL RICATTO: PRIMA VOTA LA LEGGE AD APERSONAM E POI
AVRA’ L’APPOGGIO PER IL FEDERALISMO. CHE PERO’ RISCHIA DI SALTARE.
La Lega Nord è finita nella palude berlusconiana. Teme di aver seguito troppo Berlusconi senza
ottenere una bandierina sul federalismo. E dunque si presta ancora una volta a votare leggi ad
personam e a fare la battaglia di Berlusconi pur di tentare di portare a casa uno straccio di
federalismo.
Ma il federalismo comunale, dopo la bocciatura di Napolitano, deve ritornare alle Camere. Il
federalismo regionale e i costi standard nella sanità entro il 7 marzo dovranno passare al vaglio
della commissione bilaterale istituita per esaminare i decreti delegati dove maggioranza e
opposizioni si fronteggiano 15 a 15.
Trattare davvero sui contenuti imporrebbe un confronto bipartisan e tempi più lunghi. Per questo i leghisti stanno tentando di tutto pur di modificare la composizione della bicamerale.
Ma è un tentativo disperato e difficile. La verità è che la Lega appoggerà Berlusconi senza alcuna certezza che il federalismo passi.
Per questa ragione sono tornate a circolare interpretazioni su vecchi accordi economici, impegni e debiti, come scrive oggi l’Unità, che legherebbero Umberto Bossi a Silvio Berlusconi.
3. DOMANI IL FINTO PIANO DEL GOVERNO PER IL RILANCIO: LE UNICHE COSE
VERE SONO IL RIPESCAGGIO DI ALCUNI PROVVEDIMENTI DI VISCO E BERSANI CANCELLATI DA TREMONTI.
Domani Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno l’ormai famosa scossa all’economia, la mossa tattica inventata da Giuliano Ferrara per ridare smalto a Berlusconi. Peccato che con rara chiarezza ieri Emma Marcegaglia e oggi Il Sole 24 Ore abbiano precisato che si tratta di pannicelli caldi (anche se il Tg1 si è sperticato ieri sera per trovare un industriale che invece sostenesse che la modifica della Costituzione è l’unica cosa che può cambiare davvero le cose).
Valerio Onida su Il Sole 24 Ore: “L’articolo 41 è un falso problema”.
Oggi si è scoperto che le uniche misure concrete in preparazione sarebbero il ripescaggio di
provvedimenti del centrosinistra cancellati dalla destra appena arrivata al governo. L’Unità:
“Sorpresa: ritornano la Visco lavoro, la Visco-Bersani e si «demolisce» la Tremonti bis. Paradossi della storia. Il pacchetto per la crescita a cui il governo starebbe lavorando per far ripartire l`economia (e che Giulio Tremonti pretende sia a costo zero), contiene parecchie misure avviate dai due governi di centrosinistra, e poi abbandonate (se non criminalizzate) da quelli di centrodestra”.
4. IL ROGO DEI BIMBI ROM A ROMA CERTIFICA IL DRAMMATICO
FALLIMENTO DI ALEMANNO, IL SINDACO CHE FACEVA PROPAGANDA
SULLA SOLUZIONE DEL CASO NOMADI.
Il titolo di Europa oggi è lampante: “La tragedia dell’Appio stende il sindaco della propaganda
antizingari”. Il numero dei campi attrezzati è rimasto lo stesso che c’era durante l’amministrazione precedente. Gli insediamenti abusivi sono passati con Alemanno da 80 a 209. E nel frattempo sono stati spesi ben 20 milioni di euro. E’ il fallimento drammatico della politica degli sgomberi.
Rosy Bindi, presidente del Partito democratico: DIRE) Roma, 7 feb. - "Giusto il richiamo a non
strumentalizzare una grande tragedia come quella di Roma. Ma per capire ed evitare le tragedie
servono parole di verità. E la verità è che, in questi anni di governo della destra, sulla pelle dei Rom si è costruita una cinica campagna di demonizzazione e paura, per giustificare politiche di
ordine pubblico e locali, che hanno accresciuto la marginalità e l'esclusione degli stranieri e dei Rom". "Anziché puntare alla cultura della convivenza e a risanare le periferie integrando queste
comunità si è scelta la via più facile e propagandistica degli sgomberi senza alternative, le persone e soprattutto i bambini sono stati trattati come cose, che potevano essere spostate da un insediamento all'altro. E se non ci sono responsabilità dirette nel rogo che ha ucciso i quattro fratellini, ci sono comunque responsabilità politiche che andrebbero finalmente ammesse". "Il
fallimento di questa destra, incapace di affrontare con una logica inclusiva di solidarietà i problemi della convivenza tra culture ed etnie differenti è evidente ed è anche e soprattutto un
fallimento morale".
5. FIAT. SABATO L’INCONTRO GOVERNO MARCHIONNE E SACCONI CHIEDE CHE LA FIAT NON CONVOCHI LA CGIL.
La Repubblica: “TORINO - L`incontro tra Silvio Berlusconi e Sergio Marchionne sarà sabato a
Palazzo Chigi. Dopo una giornata di contatti tra gli staff del governo e del Lingotto è stato il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani a dare l`annuncio: «L`appuntamento è per sabato mattina con il Presidente del Consiglio, Gianni Letta, Tremonti e il sottoscritto». Sarà un incontro in cui il governo «chiederà all’ad della Fiat un percorso condiviso con le istituzioni e con le parti sociali, quantomeno quelle che a loro volta vogliono condividere», dice il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, quasi a prevedere la scelta di Marchionne di escludere la Cgil da un eventuale incontro sul piano di Fabbrica Italia. Per il ministro del lavoro Cisl e Uil devono essere considerate un interlocutore privilegiato perché vanno considerate un solo sindacato: «Cisl e Uil – dice Sacconi parlando a Bologna - sono come aggregato il primo sindacato italiano» e rappresentano «la maggioranza dei lavoratori che hanno accettato di prendersi la responsabilità del bene collettivo». Per questo, secondo Sacconi, «è necessario mantenere il dialogo coni sindacati che sono riformisti» mentre la Cgil e la Fiom perseguirebbero «una logica luddista». La risposta a Sacconi è arrivata poco dopo direttamente da Susanna Camusso: «Noi siamo in ritardo? Lui invece ha un`impostazione nuovissima. Infatti la Fiat va negli Stati Uniti. La verità è che è il governo ad arrivare in ritardo dopo aver appoggiato Marchionne”.
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