A cura dell'Ufficio Nazionale Circoli PD.
1. UNA NORMALE GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE: BERLUSCONI LANCIA UN ATTACCO PREVENTIVO A QUIRINALE E CONSULTA IN VISTA DEL BLITZ SULLA PRESCRIZIONE BREVE. E POI VIA: BATTUTE DA BAR A RAFFICA SU MILAN, INTER E GLI ARBITRI COMUNISTI.
Assente al tribunale di Milano, dove si svolgeva la prima udienza del processo Mediaset che vede Silvio Belusconi imputato di frode fiscale, e cioè di frode allo Stato di cui è il più alto rappresentante insieme al presidente della Repubblica, il capo del governo si è presentato a Milano ad un incontro nella sede della Confcommercio. Consueta ripresa indiretta tv. E botte in libertà. A qualche ora dalla morte di un nostro alpino in Afghanistan il presidente del Consiglio ha lanciato alcune bombe preventive contro il Quirinale, la Corte Costituzionale e l’opposizione comunista. La ragione: difendono la Costituzione e quindi bocciano tutte le leggi che la stravolgono, comprese quelle firmate da Berlusconi. Un attacco preventivo: nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri varerà un disegno di legge destinato ad introdurre, per la salvezza di Berlusconi dai processi, una prescrizione brevissima a favore degli imputati incensurati, oltre alla riforma della giustizia e allo stop alle intercettazioni; un passo, quest’ultimo, che secondo tutta la magistratura rappresenterebbe il più importante favore alla criminalità organizzata da quando la mafia mise le bombe nel 1993 nel tentativo di fare un negoziato con lo Stato. Berlusconi non vuole ostacoli, insomma: ha quattro processi da evitare. Il 5 marzo Mediatrade (frode fiscale e appropriazione indebita); il 12 marzo Mills (corruzione di testimoni); il 6 aprile Ruby (concussione e prostituzione minorile); l’11 aprile Mediaset, frode fiscale.
Dal Pd e dalle altre forze politiche numerose dichiarazioni di sostegno a Napolitano e di condanna per l’ennesima esternazione-spallata contro le regole. Ma la verità è che la salvezza personale e dei propri affari sono le sole cose che interessano Berlusconi. Tutto il resto non conta. Nemmeno la fine che fanno i soldati italiani in missione. E infatti, appena ha finito le dichiarazioni da fuoco di sbarramento verso Quirinale e Consulta, Berlusconi ha ripreso a sparare battute a raffica. Battute e sorrisetti complici in diretta televisiva sul Milan che si batte contro il Sud (ieri c’era la partita contro il Napoli), scambi di battute con il ministro della Difesa La Russa su Milan e Inter. Ancora battute e risate nel convegno organizzato a Milano insieme al ministro Michela Brambilla. Per finire, durante il pranzo con i parlamentari del Pdl di Milano, a dire che gli arbitri comunisti hanno rubato due partite al Milan. Pier Luigi Bersani: “Almeno in una giornata di lutto nazionale dal presidente del Consiglio mi sarei aspettato più sobrietà e moderazione”.
2. L’ITALIA TORNA IN PIAZZA. OGGI SIT IN DEL PD SULLA SCUOLA. L’8 MARZO LE DONNE. IL 12 MANIFESTAZIONE PER LA COSTITUZIONE, LA BANDIERA I DIRITTI. LA GELMINI CITA A SPOPOSITO LA COSTITUZIONE.
Dopo il fuoco di sbarramento dei giorni scorsi, oggi il Pd ha organizzato davanti a palazzo Chigi un sit in di protesta per difendere la scuola pubblica dagli attacchi della destra. Vi parteciperanno Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Dario Franceschini, lo stesso segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. La scelta di difendere la scuola pubblica dal nuovo
assalto della destra, dopo i tagli di otto miliardi di euro decisi dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti e controfirmati dal ministro Mariastella Gelmini, era inevitabile. La scuola è un baluardo per la formazione dei giovani e per dotare le giovani generazioni di capacità critica e di discernimento. E non bisogna dimenticare che ha un assetto ben preciso stabilito dalla Costituzione, come oggi ha ricordato Salvatore Settis. “Secondo l`on. Gelmini «il pensiero di chi vuol leggere nelle parole del premier un attacco alla scuola pubblica è figlio della erronea contrapposizione tra scuola statale e scuola paritaria. Per noi, e secondo quanto afferma la Costituzione italiana, la scuola può essere sia statale, sia paritaria. In entrambi i casi è un`istituzione pubblica, cioè al servizio dei cittadini». Ma la Costituzione - ha spiegato Settis - non dice affatto questo, dice il contrario (art. 33). Dice che «la Repubblica detta le norme generali sull`istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi». Che «enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato». Dice che «la legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali». L`art. 34 aggiunge che «l`istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita», e prescrive che la Repubblica privilegi, con borse a aiuti economici alle famiglie,«i capaci e meritevoli anche se privi di mezzi». La Costituzione stabilisce dunque - ha scritto Settis - una chiarissima gerarchia. Assegna allo Stato il dovere di provvedere all`educazione dei cittadini (obbligatoria per i primi otto anni) e di garantirne l`uguaglianza con provvidenze ai «capaci e meritevoli». Fa della scuola di Stato il modello a cui le scuole private devono adeguarsi, e non ipotizza nemmeno alla lontana due modelli di educazione alternativi e concorrenti.
Ma la scuola è solo uno dei temi della mobilitazione popolare in queste settimane. L’8 marzo vi saranno le donne in piazza e il Partito Democratico farà una iniziativa pubblica per consegnare a Berlusconi le firme degli italiani che ne chiedono le dimissioni. Il 12 marzo tutti in piazza, anche se senza bandiere di partito, ma con la costituzione e la bandiera italiana in difesa delle regole, dei diritti, della scuola pubblica e contro ogni tentativo di bavaglio all’informazione, in particolare sulle intercettazioni. Alla manifestazione, organizzata da Articolo21 e alla quale hanno aderito diversi movimenti, parteciperanno dirigenti e militanti del Pd.
3. IL PD PREPARA LO SCONTRO NELLE AMMINISTRATIVE. LA LUNGA MARCIA VERSO IL SUPERAMENTO DEL BERLUSCONISMO.
Con le primarie a Torino il Pd ha fatto un nuovo passo in avanti nella preparazione dello scontro diretto con la destra per le amministrative di primavera. Tutti i sondaggi danno in ripresa il Pd e in forte consolidamento il centrosinistra. La destra ancora non ha deciso chi sono i suoi candidati a Torino, Napoli, Bologna. A prescindere dalla possibilità o meno di andare presto al voto politico per cambiare il governo del paese, vincere alle amministrative sarà decisivo per superare la lunga fase del berlusconismo. L’obiettivo primario, più che le discussioni interne o sui meccanismi di vita interna, è dunque battere la destra e imporre un sindaco di centrosinistra.
4. LA MAGGIORANZA COSTRETTA A INGOIARE LA PATRIMONIALE PERCHE’ BOSSI POSSA AVERE LA BANDIERINA FEDERALISTA. MA CON LA DESTRA LE LIBERALIZZAZIONI RESTANO UN SOGNO.
Oggi pomeriggio alla Camera è molto probabile che il governo ponga la fiducia sul decreto di attuazione relativo al federalismo municipale, già rinviato alle Camere da Napolitano e al quale si oppone il Partito democratico perché è un pasticcio e perché contiene una vera e propria stangata fiscale su artigiani e commercianti, in particolare al Nord. La fiducia servirà ad evitare sorprese. Solo in questo modo Bossi potrà sventolare una bandierina prendendo per l’ennesima volta in giro i propri concittadini, come dimostrano tutti i calcoli e le stime condotti fin qui sulle ripercussioni di quel provvedimento.
Alla Camera sarà battaglia dura, perché c’è bisogno di federalismo, ma non di questo federalismo, sbagliato, pasticciato. Dopo questo passaggio, tuttavia, la posizione della Lega, di sostegno del governo ad ogni costo, sarà sottoposta a verifica: buona parte della base non sopporta tanto volentieri di dover coprire le malefatte di Berlusconi.
Ciò di cui l’Italia avrebbe bisogno e il governo e la maggioranza hanno invece cancellato dall’orizzonte sono le vere liberalizzazioni. Il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, lo ha detto ieri senza mezzi termini, ricordando gli interventi fatti e quelli annunciati da Pier Luigi Bersani. Ma quella è un’altra Italia. La si potrà vedere solo quando il centrosinistra avrà vinto la propria battaglia.
5. BERLUSCONI AMA IL CEMENTO, NON L’ENERGIA VERDE. Il governo italiano ha chiarito la sua politica energetica: via libera al cemento armato, cioè al programma per la costruzione di centrali nucleari (che comportano enormi lavori in cemento, per la felicità dei costruttori). Stop invece allo sviluppo delle energie rinnovabili: oggi al preconsiglio dei ministri verrà presentato un provvedimento in tre mosse: per il fotovoltaico viene fissato un limite al 2020 che lo congela al livello che si raggiungerà nel giro di un anno. Per l`eolico viene previsto un taglio retroattivo del 30 per cento sugli incentivi in vigore. Per gli impianti sopra i 5 megawatt vengono previste aste al ribasso che indeboliscono le tutele contro il malaffare.
6. LIBIA, SI MUOVONO GLI USA. L’EUROPA SI E’ SVEGLIATA. MA L’ITALIA RIMANE AL PALO DEL BUNGA BUNGA.
Gli Stati Uniti si avvinano con la propria flotta alla Libia e vogliono imporre l’esilio a Gheddafi. L’Europa, sia pure dopo qualche tentennamento, ha imposto l’embargo alle armi. Si pensa al congelamento dei beni di Gheddafi. E l’Italia? La posizione descritta da Berlusconi oggi in una lunga intervista a Il Messaggero è chiara: aspettiamo che gli altri decidano. Esilio? “Aspettiamo, ora è meglio non entrare in questi dettagli. Noi siamo e saremo perfettamente in linea con quanto deciderà la comunità internazionale. Ed è per questo che sono in stretto contatto con il presidente Obama e con il presidente del consiglio Europeo Herman Van Rompuy». L`Onu ha chiesto all`Italia un ruolo attivo? «Ho parlato con Ban Ki-moon e ho dato il pieno appoggio dell`Italia a qualunque iniziativa decideranno”. Come dire: una politica estera attiva, piena di iniziative italiane….
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