A cura dell'Ufficio Nazionale Circoli PD.
1. LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA E’ UNA BANDIERA PER LA DESTRA CHE SERVE SOLO A FARE PROPAGANDA. E INTANTO IL GOVERNO, CON I TAGLI CIECHI DI SPESA, FA DERAGLIARE L’ITALIA REALE. ULTIMI ESEMPI: ENERGIA, CULTURA, SCUOLA.
Dopo il congelamento di altri 27 milioni di euro destinati al Fondo unico per lo spettacolo è spuntato un ulteriore taglio da 50 milioni. Il ministro Bondi ha allargato le braccia: “Ci penserà chi verrà dopo di me”, come se lui non fosse ministro. Si stanno fermando tutte le iniziative culturali. Molti enti, a cominciare dall’Accademia di Santa Cecilia rischiano di restare in panne. Gli investitori negli impianti fotovoltaici, le banche, i consumatori sono rimasti bloccati: dopo aver indicato qualche mese fa gli incentivi per gli impianti di fotovoltaico, il governo li ha sospesi in attesa di rivederli. Tutto bloccato in uno dei pochi settori dove l’occupazione è cresciuta negli ultimi due anni. Le banche hanno sospeso i finanziamenti. Gli operatori sono in rivolta. La scuola è ridotta a pezzi dai tagli del ministro Tremonti.
Sono solo gli ultimi esempi di ciò che sta accadendo in Italia. Ma il governo parla d’altro: ieri ha presentato la riforma della giustizia, un intervento che prevede la modifica di ben 13 articoli della Costituzione e che incide in modo radicale sull’autonomia della magistratura. Il Pd, attraverso il segretario Pier Luigi Bersani, ha detto che se Berlusconi vuole discutere di giustizia, per renderla
più efficiente e offrire un servizio migliore ai cittadini, deve partire dalle proposte del Pd. Il presidente del gruppo alla Camera, Dario Franceschini, ha descritto in una intervista a La Repubblica il carattere di pura propaganda e di azione mediatica di distrazione dalla realtà che ha questa iniziativa del governo.
La Repubblica. «Una cinica truffa», dice Dario Franceschini….«Un`operazione pericolosa alla quale reagiremo in Parlamento e con la mobilitazione democratica».«La disponibilità del ministro fa parte della presa in giro generale. Che comincia con l`espressione usata da Berlusconi in conferenza stampa. "Abbiamo approvato la riforma". Ma quale approvazione! Il testo costituzionale ha bisogno del voto delle Camere in doppia lettura. Tempi biblici, quindi. E siccome non passerà mai con la maggioranza di due terzi, subito dopo ci sarà come prevede la Costituzione un referendum che non richiede il quorum. Vale a dire che se va a votare anche il 10 per cento del corpo elettorale e vince il no, la riforma sparisce. Di questo stiamo parlando». «Siamo davanti a un`operazione di immagine pericolosa. Che punta solo a sollevare un polverone e ad alimentare l`immagine dei magistrati sovversivi nel momento in cui ripartono i processi contro il premier. I pubblici ministeri vanno fermati, questo è il messaggio. E un provvedimento punitivo. Noi dobbiamo reagire». Quanto ai contenuti, sono gravi. «L`incrocio di alcune norme punta a togliere autonomia alla magistratura. La separazione delle carriere cambia la natura giurisdizionale del lavoro dei pm. A questo si accompagna la limitazione dell`obbligatorietà dell`azione penale per cui le priorità vengono stabilite dal Parlamento e quindi dalla politica. Immagino di cosa
sarebbe capace questa maggioranza. Dove rotolerebbero nella lista i reati di corruzione. Infine la responsabilità civile dei magistrati, che già esiste, diventa una minaccia contro il singolo magistrato mentre oggi del risarcimento a favore del cittadino accusato ingiustamente si fa carico lo Stato». «Vista l`impostazione di fondo c`è poco da correggere. E fa riflettere che il governo, in una giornata in cui centinaia di imprese occupano Roma per protestare contro il decreto che blocca i finanziamenti alle energie rinnovabili e mette in ginocchio tante piccole aziende, si occupi di una norma che non andrà da nessuna parte».
2. SINDACI E AMMINISTRATORI DEL PD RIUNITI A MILANO LANCIANO LA CAMPAGNA ELETTORALE DELLA RISCOSSA. PD IN RISALITA IN TUTTI I SONDAGGI.
Parte da Milano la riscossa elettorale che il Partito democratico vuole cogliere nelle prossime elezioni amministrative. Da ieri e fino a questa sera, oltre 500 tra sindaci, presidenti di province, deputati, amministratori, dirigenti del Pd sono riuniti a Milano per fare il punto sui problemi reali dei territori e preparare la rincorsa al voto. «Oltre gli steccati c`è la tua città, c`è il tuo Paese» è il titolo di questo appuntamento. «Questa è la prima volta – ha detto ieri Davide Zoggia, responsabile Enti locali - in cui gli italiani hanno la possibilità di esprimersi dopo le traversie del governo Berlusconi e quindi chiediamo loro di esprimersi per il buon governo, per i candidati del centrosinistra, ma anche per dare una spallata al governo Berlusconi». Ieri pomeriggio quattro gruppi di lavoro hanno affrontato temi che vanno dal federalismo alla riforma della pubblica amministrazione, dalle buone pratiche da adottare al bilancio. Nei quattro gruppi sono state discusse anche le proposte programmatiche varate dalle assemblee nazionali in cui il Pd ha messo a punto il suo progetto per la riscossa dell’Italia. Oggi riunione della plenaria con quasi tutti i candidati alle amministrative, da Piero Fassino, in pista a Torino a Giuliano Pisapia per Milano, a Roberto Cosolino candidato a sindaco a Trieste, Daniele Bosone che corre per la Provincia di Pavia. «Da questa assemblea – ha detto Maurizio Martina, segretario Pd Lombardia - verrà un messaggio molto importante, cioè che ci sono idee e persone all`altezza del governo dei territori nei quali si vota e c`è un`alternativa alla propaganda di Pdl e Lega. Qui in Lombardia il tradimento da parte delle aspettative del centrodestra è ormai evidente a tutti». Oggi chiusura con l’intervento del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Continuano intanto a consolidarsi le indicazioni di crescita nei sondaggi da parte del Pd. L’ultimo è uscito ieri, commissionato dal Tg3. In controtendenza Sergio Chiamparino, sindaco uscente di Torino e presidente dell’Anci, ad una trasmissione radiofonica (Un giorno da pecora) tra le altre cose ha detto “il Pd non ha futuro”. La Repubblica: “Al telefono, appena arrivato a casa a Torino, Chiamparino chiarisce: «È una frase decontestualizzata. Non ho parlato con Bersani, ho sentito Migliavacca. L`ho spiegato anche a lui. Quando ho qualcosa da dire non faccio battute, cerco di costruire un discorso compiuto. Comunque una fase si è chiusa, le elezioni non ci sono più a breve. Ora arrivano le amministrative. Poi si dovrà aprire una fase diversa»….La Repubblica ha riportato anche una dichiarazione rilasciata alle agenzie dal coordinatore della segreteria Maurizio Migliavacca. «Chiamparino ha esperienze politiche e di governo importanti, tali da poter dare una mano al Pd. Spiace quindi ascoltare battute che, ad ogni occasione, creano disorientamento e non aiutano il lavoro di ricostruzione di cui ha bisogno il Paese e di cui il Pd è protagonista». In un’altra trasmissione radiofonica (a Radio24) Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, ha lanciato alcune frasi provocatorie. Massimo Gramellini su La Stampa: “Il professor Cacciari ha riassunto ai microfoni di Radio 24 la sua lunga esperienza di sindaco di una grande città (Venezia).
«La cosiddetta società civile ti invade ogni giorno l`ufficio perché ha la prostituta nel viale, o il casino nel bar sotto casa, o il mendicante, o la strada dissestata... Un esercito di infanti incapaci di arrangiarsi su qualsiasi faccenda umana e terrena. E io rispondevo: va bè, ti faccio l`ordinanza, così smetti di rompermi le palle». In effetti, nel migliore dei mondi possibili la società civile invade l`ufficio del sindaco per discutere di filosofia o dei grandi temi che riguardano la comunità. Ma nel mondo in cui ci tocca abitare, i cittadini si rivolgono al sindaco come a un amministratore di condominio e rovesciano sul suo tavolo i piccoli affanni della vita quotidiana, che - per il fatto stesso di avvenire davanti al portone di casa - sono quelli che li angustiano di più. Saranno «un esercito di infanti», come li chiama Cacciari. Ma in che modo, di grazia, dovrebbero «arrangiarsi»?.....”
3. PETROLIO, INFLAZIONE, DEBITI: IL RISVEGLIO DEL NORD AFRICA PRESENTA IL CONTO. L’EUROPA DI NUOVO SOTTO ATTACCO. E L’ITALIA COMINCIA GIA’ A PAGARE DI PIU’ PER COLLOCARE I TITOLI DI STATO.
Arriva il conto. E rischia di essere salato, anche perché la speculazione sta già cavalcando l’onda. Oggi si riuniscono i rappresentanti dei 17 paesi dell’euro per decidere il nuovo patto di stabilità interno voluto da Germania e Francia. Ma nel frattempo sono scoppiate di nuovo altre crisi sul mercato dei titoli di Stato, rinfocolate dal declassamento prima della Grecia e del Portogallo, ieri della Spagna, da parte delle agenzie di rating. Il Portogallo è ormai costretto a pagare interessi più alti di otto punti percentuali rispetto a quanto paga la Germania. E anche per l’Italia, che pure ha una situazione più solida del Portogallo, ma ha pur sempre uno dei più alti debiti pubblici, sta arrivando il conto: ieri alle aste dei Bot, nonostante una forte richiesta, i tassi di interessi sono cresciuti. Questo significa che la spesa pubblica per il debito da rinnovare sta già crescendo. Il declassamento ha funzionato da detonatore, dato che gli operatori finanziari davano già per scontato un aumento prossimo dei tassi di interesse di riferimento da parte delle Banca centrale europea, a causa della tensione sui prezzi al consumo provocata dai rincari delle materie prime alimentari e ora anche dal prezzo del petrolio. I problemi relativi all’approvvigionamento petrolifero, a causa della crisi del Nord Africa e della possibile espansione della rivolta anche ai paesi del Medio Oriente, hanno inoltre messo in allarme tutte le borse del mondo, che hanno cominciato ieri a perdere colpi. Il timore è chiaro: per colpa del petrolio la crescita dell’economia potrebbe arrestarsi, aprendo una nuova fase di gelata, con ripercussioni pesantissime sulle società industriali. “Se il prezzo del petrolio resterà intorno ai 115 dollari al barile l’Italia rischia di vedere rallentare la propria crescita dello 0,7 per cento rispetto al Pil” ha detto ieri il direttore generale della
Confindustria, Gianpaolo Galli. Per capire di che cosa si sta parlando basti ricordare che per l’intero
2011 le ottimistiche previsioni del governo Berlusconi avevano fissato una crescita pari all’1,3 per
cento rispetto al Pil.
4. LIBIA. L’OPZIONE MILITARE FA PROSELITI. L’ITALIA NON RIESCE AD
AVERE UNA POSIZIONE CHIARA.
No fly zone, bombardamenti limitati, flotte schierate: molti paesi occidentali, a cominciare da Francia e Gran Bretagna, hanno abbandonato ogni prudenza linguistica quando parlano di Libia. Il presidente francese Sarkozi ha addirittura ipotizzato un intervento autonomo della Francia. Insomma, una babele di voci. In questo contesto il governo italiano spicca per la propria indecisione a tutto. Di fronte alle ipotesi
in circolazione ieri il Partito democratico, attraverso l’on. Emanuele Fiano, responsabile della sicurezza, ha chiesto al governo di riferire in Parlamento.
5. UN VENTO DI DESTRA ARRIVA DAGLI USA.
Il governatore del Wisconsin è riuscito ad avere la legge per la quale tutta la destra repubblicana faceva il tifo in Usa e per la quale invece si stavano battendo contro democratici e sindacati: il parlamento statale del Wisconsin ha approvato la cancellazione del diritto alla negoziazione sindacale sui contratti del pubblico impiego (quella per il settore privata già è stata cancellata). Come ha scritto Massimo Gaggi oggi su Il Corriere della Sera, la battaglia è ora destinata ad allargarsi in tutti gli Usa.
Nessun commento:
Posta un commento