28 marzo 2011

Nota del mattino del 28/03/2011.


1. MEDITERRANEO, SPONDA SUD: PETROLIO IN MANO AI RIBELLI LIBICI. GHEDDAFI IN DIFFICOLTA’. LA NATO IN COMANDO. ASSAD TENTA LA CARTA DELLA TRATTATIVA IN SIRIA. ALTRE TENSIONI IN YEMEN.
Oggi il comando delle operazioni in Libia passa nelle mani della Nato. Ma intanto i ribelli hanno riconquistato negli ultimi giorni tutti i siti più importanti per il petrolio e il gas della Libia (Es Sider, Ras Lanuf, Brega, Zueitina, Tobruk). I ribelli hanno fatto accordi per esportare petrolio con il Qatar: «In meno di una settimana produrremo dai 100.000 ai 130.000 barili al giorno» ha annunciato un loro portavoce.
Finiti il petrolio e i il gas nelle mani dei ribelli, Gheddafi sta cercando una via di uscita diplomatica. Silvio Berlusconi ha già dichiarato il desiderio di trovare una soluzione diplomatica.
In Siria il presidente Assad sta tentando la strada della mediazione con i ribelli. Ancora non ha fatto nulla, ma ha promesso di abolire le leggi speciali e le dimissioni del governo. Difficile che basti. Molto dipenderà da che cosa accadrà oggi e domani nelle piazze siriane. In Yemen e Bahrein ancora tensioni.

2. LAMPEDUSA: IL GOVERNO GIOCA AL TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO. LA LEGA SFRUTTA L’EMERGENZA IN FUNZIONE ELETTORALE. E BERLUSCONI COSTRINGE LOMBARDO (SICILIA) A CHIEDERE…
Lampedusa scoppia. Non solo per gli arrivi dei barconi che si susseguono uno dopo l’altro. La verità è che il governo, come hanno denunciato Livia Turco, Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema alla conferenza nazionale del Partito Democratico sull’immigrazione, ha giocato al tanto peggio tanto meglio: ha evitato di gestire il problema per farlo esplodere sotto i riflettori e le telecamere per sfruttare il tema dell’immigrazione in campagna elettorale e per mettere in difficoltà il governo siciliano, reo di aver lasciato la maggioranza di centrodestra.
In altri momenti drammatici, l’Italia ha dovuto affrontare emergenze altrettanto importanti, ma le ha gestite. Questa volta invece si è voluto far esplodere il problema. E adesso che bisogna gestire il disastro la Lega mostra i muscoli. Intervista del ministro Maroni a Il Corriere della Sera: «La Tunisia aveva promesso un impegno immediato per fermare i flussi migratori, ma le barche continuano ad arrivare. Se non ci sarà un segnale concreto entro i prossimi giorni, procederemo con i rimpatri forzosi». Il ministro dell`Interno Roberto Maroni alza il tiro in materia di contrasto agli sbarchi. Fa propria e rilancia la linea della Lega, poi analizza la posizione dell`Italia nella coalizione che partecipa ai raid in Libia: «Per provare a uscire dal pantano, l`unica soluzione è quella diplomatica proposta da Franco Frattini in accordo con la Germania». Domanda. Venerdì al rientro da Tunisi lei si era mostrato fiducioso sulla collaborazione con il governo locale. Che cosa è cambiato? «Sono arrivate altre mille persone che dicono di essere tunisine. E poi, a bordo di due barconi provenienti dalla Libia, circa mille tra somali ed eritrei. Non siamo in grado di sostenere questi ritmi e dunque bisogna adottare un nuovo atteggiamento»…. Domanda. Lei ha annunciato un piano per la distribuzione dei profughi con una stima di 50.000 persone che potrebbero arrivare dalla Libia in Italia. Crede davvero di riuscire ad assisterle?
«Sono rimasto male impressionato per l`atteggiamento di alcuni amministratori locali che ufficialmente mostrano buona volontà e poi sottobanco cercano motivi per evitare di essere coinvolti. Lo ripeto: l`unica regione esclusa sarà l`Abruzzo. Altrove si procederà secondo il piano che ho sottoposto alle regioni, che prevede un tetto massimo di 1.000 profughi ogni milione di abitanti». Domanda. Chi decide dove alloggiarli? «I governatori in accordo con province e comuni». Domanda. E se ci saranno rifiuti? «Allora saremo noi a individuare le aree…».
Il governatore della Sicilia Lombardo ha lanciato ieri l’allarme. Berlusconi lo riceverà mercoledì. Ed è già prevedibile che metterà sul tavolo anche il tema di uno scambio politico che riguarda la maggioranza di centrodestra.
BATOSTE ELETTORALI PER MERKEL E SARKOZY. IN GERMANIA DILAGANO I VERDI. IN FRANCIA SOCIALISTI E LEPENISTI.
Dopo 58 anni il partito della cancelliera tedesca Angela Merkel è costretto a cedere la guida del Land del Baden-Württemberg, uno dei più importanti motori tecnologici e industriali del Paese. Stando ai risultati provvisori alle elezioni regionali di ieri la formazione conservatrice ha perso il 5,2 per cento dei voti, fermandosi al 39 per cento. Trionfano invece i Verdi, che per la prima volta nella storia si avviano a esprimere un governatore regionale, il docente di etica Winfried Kretschmann. Sull`onda del dibattito sul nucleare il partito ecologista ha centrato il 24,2 per cento dei voti, un dato che non aveva mai raggiunto prima in un`elezione regionale. Rispetto al 2006 si tratta di un balzo di 12,5 punti, sufficienti per scavalcare anche la Spd, che, col 23,1 per cento (-2,1%), raccoglie invece il peggior risultato di sem- pre in Baden-Wiirttemberg. Pesante tonfo per la Fdp, finora al governo con la Cdu: i liberali dimezzano i propri voti e riescono di un pelo a superare lo sbarramento del 5 per cento. Verdi ed Spd insieme governeranno con 71 seggi, uno in più della maggioranza assoluta in parlamento e 4 in più di Cdu e Fdp. I trend del Baden-Württemberg sono stati confermati in parte dalle contemporanee elezioni in Renania-Palatinato. I Verdi, finora fuori dal parlamento regionale, conquistano il 15,3 per cento dei voti, salendo del 10,7 per cento rispetto al 2006. La Spd, al governo da 16 anni con Kurt Beck, resta sì primo partito col 35,7 per cento, ma perde ben il 9,9 per cento dei voti. Buona affermazione per la Cdu, che guadagna il 2,4 e sale al 35,2 per cento. Catastrofico, invece, il dato della Fdp: i liberali dimezzano i loro voti e, con appena il 4,2 per cento, restano fuori dal parlamento regionale. Un risultato, questo, che può innescare il prossimo terremoto politico a Berlino. Non è infatti escluso che Rainer Bruderle, presidente della Fdp in Renania-Palatinato e alleato al governo nazionale di angela Merkel, si dimetta da ministro federale dell`Economia. Il crollo dei liberali è attribuito anche alla sua gaffe sul nucleare, svelata alla vigilia del voto: in una riunione a porte chiuse coi vertici della Confindustria tedesca Briderle avrebbe spiegato che il dietrofront di Berlino sul nucleare era una mossa tattica dovuta solo alle elezioni regionali.
Batosta elettorale anche il presidente gfrancese Sarkozy, nonostante la prova muscolare in Libia. Al secondo turno delle amministrative, vittoria dei socialisti e del Fronte nazionale di Le Pen. Secondo l`ultimo sondaggio Ipsos, al primo turno delle presidenziali Sarkò sarebbe superato sia da madame Le Pen sia da tre dei quattro possibili candidati socialisti, Aubry, Hollande, StraussKahn. Sarkozy passerebbe al secondo turno (sempre dopo Le Pen) solo se i socialisti decidessero di candidare Ségolène Royal.

3. GIUSTIZIA, SETTIMANA DECISIVA PER GLI INTERVENTI SALVA-BERLUSCONI ALLA CAMERA. OGGI SHOW DEL PRESIDENTE A MILANO, CON LA CLAQUE.
Stamane Silvio Berlusconi varcherà la soglia di un`aula del tribunale di Milano per un processo a suo carico. Si tratta dell`udienza preliminare per il caso Mediatrade, nel quale è accusato assieme ad altri 11 imputati, tra cui il figlio Pier Silvio e il presidente di Mediaset Confalonieri, di frode fiscale e appropriazione indebita. Ad accoglierlo troverà, tra gli altri, i suoi fans mobilitati dal Pdl per sostenerlo.
La presenza in tribunale si spiega questa volta con l’esigenza di “mostrare” la propria buona volontà nella settimana della spallata per le gli interventi salva-Silvio alla Camera. Oggi infatti approda all’esame dell’aula di Montecitorio il processo breve e dunque anche la norma per la prescrizione breve per gli incensurati (studiata esattamente per ottenere la prescrizione nei processi più pericolosi per il presidente, come quello per corruzione nei confronti dell’avvocato Mills, già condannato come corrotto). Nonsolo. Dopo l`ok di stretta misura (11 a 10) ricevuto dalla Giunta per le autorizzazioni, da martedì alla Camera la richiesta di sollevare il conflitto di attribuzione per togliere il processo Ruby al tribunale di Milano e passarlo al tribunale dei ministri sarà al vaglio della Giunta per il regolamento dove il centrosinistra è in maggioranza. E` probabile che la decisione finale venga lasciata all`Aula di Montecitorio. Ma resta da vedere se il voto arriverà prima dell`inizio del processo al tribunale di Milano o se le opposizioni riusciranno a dilazionarei tempi fino a dopo il 6 aprile.

4. PD. OGGI IN DIREZIONE LA RINCORSA PER IL VOTO AMMINISTRATIVO E LE INIZIATIVE PER ANDARE OLTRE IL BERLUSCONISMO. INTERVISTA DI BINDI. LE RIUNIONI DI AREADEM E 360.
Questa mattina si riunisce la direzione nazionale del Partito Democratico. Al centro del dibattito, la situazione politica. La Direzione sarà il trampolino di lancio per la corsa finale verso le elezioni amministrative.
Nel fine settimana si sono svolte diverse riunioni. A Iseo si è riunita l’Associazione 360 organizzata dal vicesegretario del Pd, Enrico Letta. A Cortona si è riunita Areadem. Il Messaggero: «Un patto tra le opposizioni». In Parlamento innanzitutto. Ma anche nella società «sui terreni che sono già comuni»: Dario Franceschini ha concluso ieri con questa proposta il convegno di Areadem a Cortona. Del resto l`intera tre giorni, cominciata con una tavola rotonda a cui hanno preso parte, oltre al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini e Fausto Bertinotti, è ruotata intorno al tema dell`«alleanza costituente». Oggi si riunirà a Roma la direzione del Pd. L`asse tra Bersani e Franceschini è ormai l`ossatura della maggioranza interna. E se il segretario sembra intenzionato a centrare la sua relazione sulla crisi di Berlusconi e sulla crescente responsabilità che grava fin d`ora sul Pd, a partire dai voti determinanti sull`intervento in Libia e dall`astensione sul federalismo regionale, il capogruppo alla Camera ieri ha insistito sull`alleanza delle opposizioni (senza esclusioni verso Udc, Idv e Sei) come la base necessaria per un «progetto di ricostruzione».
Intervista del presidente Rosy Bindi a Il Corriere della Sera: «Sul federalismo regionale ci siamo confrontati nel merito, ma nessuno si illuda che ci siano possibilità di collaborare con i leghisti ». «Non sono al corrente di colloqui particolari tra il mio
partito e il partito di Bossi. Non è il caso che Bossi millanti una telefonata con Bersani che è stata smentita. Il dialogo non c`è, salvo quello che tutti conoscono, cioè l`intervista del segretario alla Padania e il nostro comportamento in Parlamento. Bossi ci ringrazia e fa bene, perché con il nostro lavoro in Bicamerale abbiamo impedito o contenuto i danni del "loro" federalismo. Abbiamo messo ancora una volta sub iudice quel provvedimento la cui attuazione non potrà essere avviata prima del 2013, e solo a condizione che ci siano le risorse. Questa è la clausola di salvaguardia. E sia chiaro che, se non cambiala politica economica del governo, le risorse non ci saranno mai. La riforma allora sarebbe da riscrivere. Al leader leghista suggerirei poi di no rivendere in Padania quel che ancora non c`è: è stato votato il presupposto per il federalismo, non è ancora l`attuazione della riforma». «Ci siamo astenuti perché sono state accolte tutte le nostre proposte: noi abbiamo dato per l`ennesima volta prova di essere un`opposizione non pregiudiziale, che si confronta nel merito. Se quel provvedimento fosse andato in aula sarebbe stato comunque approvato e senza i miglioramenti che ci sono stati. Politicamente non ci siamo comunque distratti. Proprio in queste settimane i leghisti sono stati promotori alle Camere della prescrizione breve, dell`inserimento della responsabilità civile dei magistrati nella legge comunitaria, del via libera al conflitto di attribuzione sul caso Ruby. Il Carroccio strumentalizza la tragedia di Lampedusa per lucrare consenso. Ha tenuto sotto scacco il Parlamento sulla Libia. Non ci sono possibilità di collaborazione con una forza così».
Domanda. Bersani ha tuttavia rivolto un appello al Carroccio: siamo noi a garantire l`orizzonte federalista, smettetela - ha detto - di tenere bordone a Berlusconi. Questa sembra un`avance. Lei come la interpreta? «Credo che Bersani abbia voluto ricordare alla Lega i misfatti di cui si sta rendendo corresponsabile: sostiene un premier con quattro capi di imputazione. Noi parliamo agli elettori della Lega, per ricordare che il federalismo lo abbiamo introdotto noi nella Costituzione, sta nel dna del Pd, non in quello nella maggioranza». Domanda. I1 Pd non pecca di tatticismo, in nome della spallata a Berlusconi? «Stiamo perseguendo un obiettivo strategico, che è quello di ricostruire l`Italia dopo Berlusconi. Questa è la strategia dentro cui ci muoviamo e che offriamo alle opposizioni e a tutto il paese, agli elettori della Lega come a quelli del Pdl. Se andassimo a votare Berlusconi non vincerebbe perché non ha più la maggioranza, ma dobbiamo conquistare anche il suo elettorato a un impegno di ricostruzione dell`Italia. Per mandare a casa Berlusconi occorre la capacità di muoversi anche nel breve periodo. Sappiamo bene che dobbiamo fare scoppiare le contraddizioni nella Lega perché - nessuno lo nega- il Carroccio ha ora in mano il governo più di quanto ce l`abbia lo stesso Berlusconi…».

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