10 maggio 2011
Nota del mattino del 10 maggio 2011.
1. ELEZIONI. IL PACCHETTO DI MISCHIA DEL PD ALLA SPINTA FINALE. PDL E LEGA DIVISI. BERSANI: DAI TERRITORI UN SEGNALE CHIARO PER IL CAMBIAMENTO. IL GOVERNO NON HA PIU’ LA FIDUCIA DEGLI ITALIANI.
Ultimi giorni di campagna elettorale prima del voto per le elezioni amministrative. In tutte le città e le province in gioco il Pd sta spingendo al massimo i candidati del centrosinistra. In giro si sente una ventata di aria nuova. Tutti i dirigenti del Pd sono in giro per l’Italia. Questi ultimi giorni saranno decisivi. Ieri, tra una iniziativa a Pavia a sostegno del candidato del centrosinistra per la provincia e un intervento a Roma per sostenere le proposte del Pd contro la precarietà nel lavoro, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha riassunto in una lunga intervista a Porta a Porta la posizione del partito su molti dei temi caldi.
Il rimpasto. Da l’Unità: “Sul «teatrino» messo in piedi dal premier può cominciare a calare il sipario, secondo Pier Luigi Bersani, anche grazie al voto amministrativo di domenica e lunedì. A questo punto, dice il leader del Pd, è perfino ininfluente quel che succederà la prossima settimana in Parlamento sul rimpasto: «Il governo faccia quel che vuole, chieda la fiducia, presenti una relazione, tanto qui siamo in presenza di un ribaltone, è il teatrino della vecchia politica», dice in un`intervista a "Porta a Porta", in cui parla del goverbo Berlusconi, Bossi, Scilipoti. Ma se da un lato è evidente che il governo sta in piedi perché «in Parlamento rubacchia un voto qui e là», l`esito delle urne potrebbe dimostrare che «ha perso la fiducia degli italiani».
Le elezioni. Io sono fiducioso, ha detto Bersani, in un risultato positivo nelle diverse città e province dove si vota. In particolare, andremo bene a Torino e a Bologna. Ma sono sicuro che ci saranno risultati positivi anche a Milano e Napoli. A Napoli abbiamo un candidato, il prefetto Morcone, che è la persona giusta per affrontare l’emergenza, dare efficienza all’amministrazione e garantire la legalità. A Milano il candidato del centrosinistra può dare una prospettiva diversa a una città malamente amministrata dalla Moratti.
La politica di Tremonti. Inadeguata e sbagliata. Bisogna pensare alla crescita e al lavoro. Bisogna fare almeno una riforma fiscale per alleggerire produttori, lavoratori e famiglie e spostare il peso su rendite finanziarie e evasione fiscale, bisogna combattere la precarietà del lavoro (un’ora di stabile stabile deve costare meno di un’ora di lavoro precario), bisogna fare le liberalizzazioni, bisogna fare, sia pure nell’ambito delle risorse disponibili, gli investimenti per dare lavoro.
Tremonti successore di Berlusconi? Sono la stessa cosa. Ma c’è da dire che «in nessun Paese democratico si ragionerebbe di designazione alla successione, dobbiamo tornare a una democrazia che funzioni. La verità è che nel centrodestra si è prossimi alla rissa in vista della fine di Berlusconi. Ma finché c’è lui, nessun altro gli succederà. Ci sarà sempre lui, magari con una maschera davanti».
La futura leadership del centrosinistra. Da Il Messaggero: “Il prossimo candidato premier del centrosinistra? «Io ci sono, in base allo statuto e anche personalmente», risponde alla domanda postagli a Porta a Porta Pier Luigi Bersani, precisando però che «siccome parliamo di un progetto, voglio discutere con gli altri e non metto me stesso davanti a una nuova soluzione di governo». Quanto allo schieramento, il leader del Pd rilancia l`idea di una vasta alleanza per avviare un’opera ricostruttiva del paese e superare il berlusconismo: «Al Pd - dice - tocca presentare un progetto di governo per il
Paese fondato su una decina di riforme sociali e democratiche e chiedere la disponibilità delle forze del centrosinistra e anche del centro per un`opera di ricostruzione che servirà dopo Berlusconi.
Se qualcuno non ci sta dica che altro fare». Rispetto al monito sulla «credibilità» della sinistra arrivato da Giorgio Napolitano nel corso di un convegno su Antonio Giolitti, Bersani si dice «d`accordissimo col capo dello Stato: se non riuscissi a proporre un`alternativa credibile mi riposerei». D`altra parte, osserva il segretario democrat, «noi non siamo avventizi, senza Prodi l’Italia non sarebbe entrata nell’euro nell`euro e Napolitano stesso è la testimonianza che la sinistra esprime personalità di straordinario rilievo per la vita del Paese».
Dibattito interno. Porta a Porta ha chiesto a Bersani di rispondere alla verifica chiesta da Veltroni (in realtà Veltroni ha chiesto una discussione non una verifica). Risposta: «Noi non facciamo verifiche ma discussioni in cui ognuno dice quello che vuole: li mio compito è di impedire che le discussioni finiscano sulla punta delle nostre scarpe, ma interessino gli italiani. Su questo credo che anche Veltroni sia d`accordo». Ieri, sulle agenzie di stampa è venuta la conferma che le parole usate da Bersani “sono le stesse usate da Veltroni nella sua intervista”.
Un’Opa di Vendola sul Pd? «Non è verosimile e mi pare un compito francamente impegnativo. Con Vendola vogliamo dialogare in una logica di governo, ma non rifaremo l`esperienza dell`Unione. La prossima volta il patto di governo sarà serio».
2. NEL GIORNO DI MORO NAPOLITANO RICORDA I MAGISTRATI UCCISI DAI TERRORISTI DELLE BR E DEI NAR.
Il presidente della repubblica ieri ha solennemente ricordato nel giorno della memoria delle vittime del terrorismo i numerosi magistrati fin iti sotto i colpi dei terroristi delle Br, di prima linea, dei Nar. Il presidente ha fatto un discorso commosso, sottolineando la necessità di rispettare chi svolge una funzione così delicata e importante nel nostro paese.
3. BERLUSCONI INVECE USA I PROCESSI PER LA PROPAGANDA E URLA SEMPRE PER ATTIRARE L’ATTENZIONE SU DI SE’. MA IN AULA HA PAURA E USA TUTTI GLI ESPEDIENTI PER ARRIVARE ALLA PRESCRIZIONE.
Esattamente in concomitanza con il discorso di Napolitano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha colto per l’ennesima volta l’occasione per trasformare la partecipazione a uno dei processi che lo riguardano per fare campagna elettorale. Anche ieri ha lanciato grida sguaiate contro la magistratura, definendo i pubblici ministeri di Milano un cancro della società. Più alza i toni e più è evidente l’intento di mettersi in comunicazione con la pancia profonda della destra, in modo da limitare le astensioni e richiamare tutti i suoi alla battaglia e al voto. In questo modo Berlusconi, che è candidato personalmente a Milano e a Napoli, fa accendere tutti i riflettori su di sé per far dimenticare i,l disastro amministrativo della Moratti a Milano e, a Napoli, il ruolo di Cosentino e le liste infiltrate da candidati arrestati con l’accusa di essere camorristi.
In aula, di fronte ai giudici, Berlusconi ha avuto però un ben diverso comportamento. Gli avvocati hanno messo in gioco tutte le procedure per allungare i tempi e puntare alla prescrizione. E Berlusconi ha detto di non conoscere nemmeno l’avvocato Mills, lo stesso che alla magistratura inglese ha scritto una lettera per confessare di aver ricevuto 600 mila dollari per coprire Berlusconi. Lo stesso Mills che, come noto, è stato già condannato per corruzione (come corrotto), in un processo dove la posizione di
Berlusconi (accusato di essere il corruttore) è stata stralciata a causa delle diverse leggi e leggine di impedimento ai processi.
4. DIS-PAR CONDICIO. BERLUSCONI DILAGA SULLE TV. ENNESIMO ESPOSTO ALL’AGCOM, L’AUTORITA’ DI GARANZIA. BERSANI: SE NON INTERVIENE VADO SUL TETTO DELL’AGCOM A PROTESTARE.
Da Il Manifesto: “Se l`Authority non interverrà per impedire che il Cavaliere dilaghi in tv nell`ultima settimana prima del voto per le amministrative, «mi arrampico sul tetto del garante per le comunicazioni. Si è visto che sono capace di farlo», avverte il segretariodel Pd, ricordando la sua performance sul tetto della facoltà di Architettura, a Roma, mentre si votava la riforma Gelmini. I tg a quel punto non potranno ignorarlo. Ma forse anche il garante -1`Agcom …esaminerà già oggi (evitando probabilmente la scalata del leader democratico) i ricorsi sulla par condicio per le amministrative. Compreso quello presentato domenica dal senatore del Pd Roberto Zaccaria, relativo alla giornata di sabato, al quale ieri se ne è aggiunto un altro firmato da esponenti di tutte le opposizioni, che scrivono: «Berlusconi continua imperterrito la sua campagna elettorale attraverso i tg e nessun altro leader politico può fare altrettanto: l`opposizione tutta intera ha un tempo che oscilla tra un quarto e un terzo del suo». L`esposto prende in considerazione le giornate di giovedì 5, sabato 7 e domenica 8 maggio raccontate daTg], Tg2, Tg4 e Tg5 nelle edizioni del pranzo e della sera. Rilevando che domenica la maggioranza ha avuto il 75% del tempo di parola e di notizia e l`opposizione il 25. E in particolare per quanto riguarda Milano, le opposizioni hanno constatato uno «squilibrio gravissimo» della coppia Berlusconi-Moratti rispetto a tutti gli altri candidati a sindaco. Nel ricorso precedente, Zaccaria aveva anche puntato l`indice contro il sistema per aggirare le sanzioni dell`Agcom, che prendonoin considerazione solo il «tempo di parola», quello in cui gli esponenti politici parlano direttamente. Nell`edizione serale del Tgl di sabato, ad esempio, Berlusconi parlava meno di Bersani, ma lo surclassava nel «tempo di notizia». Con il risultato che nel tempo di antenna (parola più notizia) il Cavaliere doppiava il segretario del Pd….”. “La risposta è appunto attesa per oggi. Il consiglio dell`Agcom era era già intervenuto il 28 aprile scorso, rilevando nel tempo di notizia «un`obiettiva sovraesposizione del premier, il quale, oltre tutto - si segnalava - è direttamente parte nelle elezioni in quanto capolista a Milano». L`Authority aveva chiesto ai tg un riequilibrio. Il risultato si è visto”.
5. L’OCSE DICE CHE L’ITALIA DEVE FARE DI PIU’ PER LA CRESCITA E IL LAVORO E SOSTIENE CHE I TAGLI PREVISTI DAL GOVERNO SARANNO INSUFFICIENTI. TREMONTI FA FINTA DI NIENTE E FESTEGGIA. LA VERITA’ LA DIRA’ DOPO LE ELEZIONI.
L’Ocse sostiene che l’Italia ha tagliato molto le sue spese. Però avverte anche che bisogna fare di più per la crescita e il lavoro (esattamente come dicono il Pd, la Confindustria, i sindacati, e tutti gli economisti: oggi ne parlano Alesina e Giavazzi su Il Corriere della Sera) e anche che i tagli di spesa previsti dal governo, cioè le manovre da circa 40 miliardi di euro previste per il 2012 e 2013, non saranno affatto sufficienti a raggiungere i risultati previsti.
Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sa bene queste cose, ma fa finta di prendere le analisi dell’Ocse come una promozione dell’Italia. Di stangata parlerà agli italiani dopo le elezioni, quando tornerà a spiegare che c’è bisogno di fare “manutenzione” dei conti.
6. GRECIA IN DIFFICOLTA’. LA GERMANIA NON VUOLE MOLLARE GLI AIUTI. MA SE SALTA ATENE, TUTTA L’EUROPA NE RISENTIRA’, A COMINCIARE DALL’ITALIA CHE HA UN ENORME DEBITO PUBBLICO.
Da La Stampa. In un’intervista a Lorenzo Bini Smaghi, l’economista italiano che fa parte del Board della Banca centrale europea, parla dei rischi di contagio in Europa, oltre che delle posizioni tedesche sugli aiuti ai paesi deboli. Ecco i pasaggi sul rischio di contagio: “La Banca centrale europea fa muro contro una ristrutturazione del debito greco. Eppure nei governi dell`area euro qualcuno comincia a pensarci; e i mercati restano convinti che prima o poi ci si arriverà. Sulla base della esperienza del Fondo monetario, alcuni ritengono che si possa fare senza traumi. Lorenzo Bini-Smaghi, l`italiano che siede nel board Bce, non è d`accordo. «Quello che molti analisti si dimenticano di esaminare - dice -, e che rappresenta la vera differenza rispetto alla esperienza passata, è l`impatto di un default o di una ristrutturazione sul Paese stesso. Da un lato il sistema bancario sarebbe in ginocchio, per le perdite registrate sui titoli di Stato detenuti nel portafoglio e perché perderebbe la possibilità di rifinanziarsi presso la Bce, non avendo più titoli di buona qualità da usare come collaterale. Infine, dato che non c`è la possibilità, come nel caso dell`Argentina, di finanziare lo Stato con moneta, il governo non avrebbe fondi sufficienti per pagare pensioni, salari, spesa corrente. Un vero e proprio tracollo economico»……Domanda: Peggio ancora sarebbe un`uscita dall`euro, con la quale di sicuro la Grecia non ripagherebbe più nulla... «Ho omesso naturalmente il contagio che un disastro greco produrrebbe per il resto dell`area, in particolare per quei Paesi che hanno appena avviato i loro programmi di risanamento». «Se si guarda con attenzione a ciò che non ha funzionato nel corso degli ultimi dodici mesi, individuerei soprattutto due aspetti. Il primo è che i Paesi che devono risanare i loro conti pubblici aspettano troppo, fino al punto in cui vengono messi nell`angolino dai mercati e perdono la capacità di rifinanziarsi. Questo è stato il caso della Grecia nella primavera dello scorso anno, poi dell`Irlanda nell`autunno e infine del Portogallo in questi giorni. Fortunatamente la Spagna ha agito d`anticipo, anche con riforme strutturali, il che ha consentito di distinguersi chiaramente dagli altri tre Paesi. Ma il rischio di contagio c`è sempre, come si è visto negli ultimi giorni».
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