23 maggio 2011

Nota del mattino del 23 maggio 2011.



1. DISTRAZIONE DI MASSA. BOSSI CHIEDE I MINISTERI AL NORD MA NON LI VUOLE: GLI SERVONO PER LITIGARE CON IL PDL DAVANTI AI SUOI ELETTORI. BERLUSCONI OCCUPA IL VIDEO PER COPRIRE I DISASTRI DELLA MORATTI. MARCIANO DIVISI E FORSE LO SONO DAVVERO. MA POSSONO ANCORA COLPIRE UNITI.
L’Italia ha vissuto un fine settimana all’insegna della distrazione di massa. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha invaso il video paragonando Milano a Stalingrado (città dove fu spezzata l’offensiva di Adolf Hitler e furono schiantate le armate naziste e fasciste). In realtà tutta questa enfasi su di sé, oltre a rispondere all’irrefrenabile desiderio di farsi vedere, ha l’obiettivo si spostare l’attenzione dalla penosa prova amministrativa di Letizia Moratti.
Sempre in questo fine settimana il nuovo-vecchio staff della Moratti ha ripreso una tattica già usata per far vincere la Moratti nelle elezioni precedenti: orchestrare una finta campagna di violenze. Un’altra operazione di distrazione di massa dal tema vero delle elezioni: scegliere il sindaco e la coalizione che possono dare a una città una buona amministrazione.
Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, e il ministro leghista Roberto Calderoli hanno invece scelto un’altra strada, ma con lo stesso obiettivo: per riconquistare i voti dei leghisti delusi dal comportamento un po’ troppo romano dei loro dirigenti e un po’ troppo vicino a Berlusconi ed ai suoi problemi, hanno rilanciato a tutta forza, grazie anche alla gran cassa di alcuni grandi quotidiani milanesi, l’idea di spostare almeno due ministeri al Nord, suscitando la prevedibile reazione del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e della presidente del Lazio, Renata Polverini. In realtà Bossi e Calderoli sanno benissimo che spostare due ministeri, per di più senza portafoglio, non significherebbe nulla per Milano. Ma il federalismo ha fatto passi in avanti e non è apparso agli elettori della Lega quel sol dell’avvenire che veniva predicato, serve un altro vessillo da sventolare e soprattutto serviva un pretesto per scatenare una prevedibile rissa con il Pdl e per mostrarsi di nuovo duri e puri.
La divisione tra Lega e Pdl è anche reale. Ma se marciando separati colpissero uniti a Milano, e vincessero, le divisioni verrebbero sicuramente meno. Se invece perdessero, come accadrà se il centrosinistra continuerà a fare bene il proprio lavoro, allora le divisioni di oggi serviranno a Bossi per avviare una difficile operazione di sganciamento.
2. DISTRAZIONE DI MASSA 2. IN TUTTA ITALIA IL CENTROSINISTRA NON DEVE MOLLARE NEMMENO PER UN ATTIMO. ANCHE SE E’ BERSAGLIATO DA SINGOLARI “NARRAZIONI” GIORNALISTICHE CHE PUNTANO A DESTABILIZZARE GLI ELETTORI.
Milano, Napoli, ma non solo. La tv oscura questo dato, ma è decisivo che il centrosinistra porti a termine l’opera avviata con il primo turno in tantissime città e province dove si va al ballottaggio. Per questo i quotidiani che direttamente o indirettamente sostengono il centrodestra si stanno esercitando in questi giorni a rilanciare alcune singolari narrazioni sul futuro del centrosinistra, sperando di destare divisioni e polemiche interne, da utilizzare poi come campagna elettorale e per raccontare che il centrodestra è sì battuto, ma gli altri….
3. DOPO LE PROTESTE E LE MANIFESTAZIONI DEL PD, OGGI L’AUTORITA’ PER LE COMUNICAZIONI SI RIUNISCE E DECIDE COME INTERVENIRE SULL’INVASIONE DELLE INTERVISTE A BERLUSCONI. I GIORNALISTI RAI PROTESTANO DI FRONTE ALLA RAI.
Dopo le proteste e gli esposti presentati dal Pd e dalle altre forze politiche dell’opposizione, oggi l’Autorità per le comunicazioni si riunisce per decidere come dare riequilibrio dopo l’occupazione televisiva da parte di Berlusconi. Tre i punti di violazione messi in luce dagli esposti preparati da Roberto Zaccaria: 1. L’enorme differenza dei tempi dedicati alla maggioranza e alle opposizioni. 2. Il fatto che Berlusconi abbia parlato di Milano avendo messo ben in evidenza il simbolo del partito e senza che sia stata data a Pisapia la possibilità di replica. 3. Il fatto che il premier abbia utilizzato le proprie televisioni per ottenere un sostegno indebito (perfino la legge superblanda sul conflitto di interesse varata dalla destra prevede alcuni limiti).
Oggi i giornalisti della Rai protesteranno di fronte alla sede della Rai a Roma per testimoniare il proprio disagio di fronte a queste forzature.
Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, invitato a compensare con brevi interviste l’invasione degli schermi di Berlusconi, ha deciso che il Pd non si fa dettare l’agenda delle proprie iniziative da Berlusconi (come è accaduto per Porta a Porta: Vespa ha prima concordato con palazzo Chigi che Berlusconi andasse mercoledì. Poi, per mantenere una parvenza di equilibrio, ha chiesto a Bersani di andare questa sera, lasciando così a Berlusconi l’ultima parola). il Pd è pronto a qualsiasi confronto diretto, non a prestarsi per coprire il finto equilibrismo. In ogni caso, secondo il segretario del Pd, ad ogni discussione che riguardi Milano, Napoli o altre città e province dovrebbero parlare i candidati del centrosinistra in quelle città.
4. NUCLEARE, RIFLETTORI ACCESI: OGGI RIPRENDE IL CAMMINO DEL DECRETO SVILUPPO DOVE CI SONO LE NORME CON LE QUALI IL GOVERNO PUNTA A FAR SALTARE IL REFERENDUM PER MANTENERE IL PROGRAMMA FARAONICO DELLE CENTRALI DEL CEMENTO.
Dopo il Senato, oggi riprende alla Camera il cammino legislativo del decreto sviluppo, che tra le altre norme contiene quelle che il governo vorrebbe utilizzare per tentare di sabotare il referendum sul nucleare. Il Pd si opporrà a questo tentativo: il governo vuole solo rinviare le scelte per poi riproporre il piano faraonico delle colate di cemento per centrali che sono già vecchie prima di cominciare a funzionare. Tra l’altro vi sono solo due centrali del tipo previsto anche per l’Italia in costruzione nel mondo: una in Francia, l’altra in Finlandia. E sia la Francia che la Finlandia stanno svenandosi per completarle e sono in estremo ritardo con i tempi previsti. La Germania invece sta già ragionando su come uscire dal nucleare.
5. OGGI L’EUROPA DISCUTE IL PIANO PER LA GRECIA E PER L’ITALIA SI VEDRA’ SE LA PAGELLA DELLE AGENZIE DI RATING INFLUISCE SUI MERCATI.
Dopo il comunicato con il quale l’Italia è stata bacchettata dall’agenzia di rating (danno il voto all’affidabilità del debitore e al tipo di strumento usato per il debito) Standards & Poor’s, oggi riaprono i mercati finanziari. Si vedrà così se e come questa comunicazione influirà sulla fiducia degli operatori. L’Italia ha un debito pubblico di notevoli dimensioni (Prodi lo ha lasciato nel 2008 ad un valore pari al 104 per cento dell’intera ricchezza prodotta in un anno dal paese, Berlusconi lo sta portando al 120). Non è dunque un tema secondario. Dopo le elezioni, peraltro, Tremonti si accinge a raccontare come stanno davvero le cose dei conti pubblici ed a fare per quest’anno una manovra
(poi la chiamerà in un altro modo) da 5-7 miliardi di euro. E per gli anni a venire a preparare una stangata da almeno 40 miliardi di euro.
Oggi intanto in Europa si decide anche che fine fa il piano di salvataggio per la Grecia.
6. SPAGNA. LA CRISI ECONOMICA COLPISCE DURO. ZAPATERO PERDE LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE. E I GIOVANI DI MADRID PROTESTANO CONTRO TUTTI I PARTITI PERCHE’ NON HANNO LAVORO.
La Spagna volta pagina e boccia il Governo Zapatero, in una fase critica per il Paese dell'Algarve, a causa della crisi economica e della difficile situazione del bilancio statale. Alle elezioni amministrative tenutesi nel week-end, il premier spagnolo ha pagato il conto di una politica di rigore sulla spesa pubblica necessaria per rimettere in sesto i conti pubblici.
Il partito socialista ha perso a Barcellona, Madrid, Siviglia. Netta la vittoria del Partido Popular di Mariano Rajoi, che si è aggiudicato circa il 37% dei consensi, mentre il Psoe è sceso al 27.
Migliaia di giovani occupano da giorni la piazza principale di Madrid e protestano la mancanza di lavoro: in Spagna la disoccupazione giovanile ha raggiunto punte del 40 per cento.
Memento: in Italia il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a dicembre è salito al 29% dal 28,9% di novembre, segnando così un nuovo record. Questa è la media nazionale. Anche in Italia nel Mezzogiorno si raggiungono punte del 40 per cento.
7. OBAMA COMINCIA IL SUO VIAGGIO IN EUROPA. OGGI A LONDRA. POI AL G8 NEL NORD DELLA FRANCIA. TRA GLI OBIETTIVI, IL LANCIO DI UN PIANO MARSHALL PER I PAESI DELLA COSTA SUD DEL MEDITERRANEO.
Il presidente Usa, Barack Obama, continua a lavorare per un diverso ordine mondiale. Dopo il suo discorso a Al Cairo con l’apertura nei confronti dell’Islam moderato, dopo i suoi interventi nei confronti dei paesi del Nord Africa e, nei giorni scorsi, per i negoziati tra Israele e autorità palestinese, da oggi comincia una visita in Europa volta a rafforzare ancora di più questa spinta per il cambiamento e verso la democrazia.
Tra gli altri obiettivi, vi è il lancio di una sorta di piano Marshall per i paesi della sponda sud del Mediterraneo (così si chiamò il piano secondo il quale, subito dopo la seconda guerra mondiale, gli Usa inondarono l’Europa di aiuti finanziari per la ricostruzione, generando una crescita economica della quale ha beneficiato tutto il mondo, a cominciare proprio dagli stessi Usa). Avrebbero dovuto pensarci gli europei. Ma il vento di destra che soffia in Europa provoca divisioni e impedisce all’Ue di avere una visione di largo respiro anche quando sono in gioco i suoi interessi.

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