19 luglio 2011

La nota del mattino del 19 luglio 2011.


1. IN UN’EUROPA POLITICAMENTE DEBOLE LA CADUTA DI CREDIBILITA’ DEL GOVERNO ITALIANO METTE L’ITALIA NELLA POSIZIONE PEGGIORE. CADE LA BORSA E CRESCONO I TASSI DI INTERESSE SUI TITOLI PUBBLICI.
In un’Europa divisa, da mesi impegnata in un braccio di ferro sterile tra i diversi paesi forti sul salvataggio della Grecia, la caduta di credibilità del governo Berlusconi ha messo nelle condizioni peggiori per affrontare la bufera e l’attacco della speculazione. Una manovra economica sbagliata e iniqua e un governo incapace hanno portato ieri la speculazione ad un attacco senza precedenti. La Borsa ha perso oltre il tre per cento. I rendimenti dei Btp a dieci anni si sono allontanati dal punto di riferimento del massimo di tranquillità per gli investitori, cioè i rendimenti sui Bund tedeschi.
Stefano Fassina, responsabile economia del Pd. “"Oggi i mercati ci dicono che la
sfiducia nel governo costa all’Italia ogni giorno di più. Berlusconi e i suoi ministri, per le scelte politiche e l’incapacità, sono parte del problema, non della soluzione". "Hanno fatto una manovra di finanza pubblica pesantissima, profondamente ingiusta e sbagliata dopo aver minimizzato i problemi per tre anni e non aver avviato alcuna seria riforma". "Hanno respinto tutti gli emendamenti proposti insieme da Pd, Udc e Idv. Si sono arroccati scaricando sui ceti medi e deboli una valanga di tagli e tasse. Non hanno toccato le rendite, hanno fatto l’ennesimo condono fiscale e perfino rinviato e depotenziato gli interventi sui costi della politica. E ora di cambiare. Il governo deve andare a casa per il bene del Paese".
Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. “"E' evidente, e la Borsa e i mercati oggi ce lo dicono, che è il governo Berlusconi il problema dell'Italia. E quindi è altrettanto evidente che non ci sono azioni che questo governo possa fare per far recuperare al paese la spinta necessaria a riprendersi". "E la credibilità di Berlusconi e dei suoi ministri - aggiunge il presidente dei senatori del Pd - è venuta meno. La credibilità di un governo che dall'inizio della legislatura ha ignorato i problemi che stavano aggredendo l'Italia, incapace di una qualsiasi riforma e che oggi propone una manovra finanziaria ingiusta, fatta di tagli e di tasse, che punisce sempre e solo i più deboli, famiglie e lavoratori, impedendo, al contempo, ogni minima crescita delle imprese italiane". "Questa manovra - aggiunge Finocchiaro - non regge e non rassicura nessuno, tanto meno i mercati. E oggi, nonostante quello che sta avvenendo i ministri leghisti annunciano l'apertura delle sedi dei ministeri a Monza. Che buffonata. Dopo aver ignorato le proposte dell'opposizione questo governo ancora gioca con la propaganda. Questa situazione non è più sostenibile: se Berlusconi ha ancora un minimo di responsabilità - conclude Finocchiaro - si dimetta per il bene del Paese".

2. COSTI DELLA POLITICA E CRESCITA. DAL PD PROPOSTE VERE E IMMEDIATE. DAL GOVERNO SOLO PROPAGANDA.
Ieri il Pd ha presentato le sue proposte per ridurre subito (e non alle calende greche) i costi della politica. Una differenza profonda dalle proposte che oggi si trovano su tutti i giornali e
da ieri propagandate su tutti i Tg, avanzate dal ministro Roberto Calderoli: una proposta di modifica costituzionale (che ha un iter parlamentare lunghissimo e che ha bisogno di maggioranza qualificate per essere approvata).
Ecco il comunicato con tutte le proposte del Pd. “Di fronte all’emergenza economica il Pd ritiene che la politica debba dare un contributo concreto di sobrietà e di responsabilità, lottando invece contro le concezioni demagogiche che rischiano di confondere tutto e non risolvere nulla.
Per questa ragione, il Pd ha da tempo messo a punto precise proposte e dato vita a concrete iniziative parlamentari sul tema dei costi della politica e delle riforme istituzionali. Al Senato ha anche presentato emendamenti alla manovra del governo insieme a Idv e Udc, misure che il governo e la maggioranza hanno respinto, impedendone l’approvazione, ma che restano validi punti di riferimento per gli interventi da realizzare.
· Riduzione del numero dei parlamentari. Il Pd ha presentato da tempo diverse proposte di legge per ridurre entro la legislatura, il numero dei parlamentari e cambiare le funzioni del Senato. Per esempio, una Camera con 400 deputati e un Senato Federale con 200 senatori. E’ possibile calendarizzare già dal prossimo settembre il provvedimento volto alla riduzione dei parlamentari.
· Retribuzioni dei parlamentari. Il Pd punta a modificare la legge del 1965 che lega la retribuzione dei parlamentari alla retribuzione dei magistrati italiani, per scegliere un nuovo parametro. L’obiettivo è di allineare l’Italia alla media delle retribuzioni dei parlamentari degli altri paesi europei.
· Vitalizi. Con una decisione interna alla Camera e al Senato (gli organi costituzionali hanno un’autonomia decisionale sul proprio bilancio) il Pd propone di rivedere entro la legislatura i vitalizi dei parlamentari riportandoli al sistema previdenziale in vigore per tutti gli altri cittadini iscritti all’Inps.
· Risparmi e trasparenza su affitti e servizi. Il Pd propone di lavorare concretamente all’interno dei bilanci di Camera e Senato per ridurre la spesa collegata agli immobili (affitti), per dare trasparenza e risparmiare sui servizi offerti.
· Gli emendamenti al Senato. Con gli emendamenti alla manovra proposti anche insieme a Idv e a Udc il Pd punta inoltre ad alcune riforme capaci di dare un contributo importante al contenimento della spesa pubblica. Tra queste proposte vi sono:
1. L’accentramento dei comuni più piccoli.
2. L’accorpamento delle province sotto i 500.000 abitanti (di fatto si arriverebbe ad un dimezzamento delle attuali province).
3. L’accorpamento delle società che fanno capo ai comuni (un comune non potrà avere più di una società: e così verrebbero meno migliaia di aziende, con i relativi consiglieri).
4. La totale incompatibilità dell’incarico dei parlamentari con qualsiasi altro incarico (sindaco, consigliere, presidente di provincia…).
5. Taglio delle auto blu e dei voli blu, limitandone l’uso a chi ne ha davvero bisogno.
6. Reintroduzione del tetto alla retribuzione dei manager pubblici.
Queste proposte costituiscono un punto fermo del Pd, un patrimonio di iniziative sulle quali daremo battaglia e che il Pd si impegna a realizzare.
Anche sul tema della crescita il Pd ha da tempo proposte e soluzioni migliori e più approfondite e credibili di quelle del centrodestra. Sono state presentate nei mesi scorsi in Parlamento, in incontri con Confindustria e sindacati, al Parlamento europeo. Sono racchiuse nel Pnr alternativo (lo si può leggere e scaricare sul sito del Pd).

3. OGGI SI RIUNISCE LA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD. SITUAZIONE ECONOMICA, LINEA POLITICA, PROPOSTA DI RIFORMA ELETTORALE.
Si riunisce questa mattina a Roma la direzione nazionale del Pd. Il segretario nazionale, Pier Luigi Bersani, affronterà nella sua relazione i temi della crisi economica e delle soluzioni da adottare, la linea politica, la proposta di riforma elettorale.
Bersani confermerà il giudizio fortemente negativo del Pd sui contenuti della manovra, confermando altresì la giustezza della scelta adottata sui tempi: di fronte ad un attacco speculativo che metteva l’Italia in difficoltà in modo serissimo e alla prospettiva dell’ennesimo voto di fiducia (comunque il governo avrebbe approvato la manovra), Pd e Idv e Udc hanno deciso di non portare per le lunghe il dibattito parlamentare e hanno presentato proposte comuni di modifica. Gli emendamenti comuni non sono stati accolti dal governo che porta la responsabilità economica e sociale della manovra. Ma questo passaggio ha dimostrato che insieme si può lavorare e che esiste già un’alternativa valida.
L’andamento del mercato conferma che il problema dell’Italia è però, dal punto di vista economico, la mancanza della crescita (come dice il Pd da tempo) e dal punto di vista politico l’incapacità di questo governo. Dunque il governo deve andare a casa.
La scelta maestra è quella del voto. Il resto sono solo subordinate.
La linea del Pd di presentare le proprie proposte al confronto con gli altri partiti dell’opposizione per preparare l’alternativa è oggi confermata.
Sulla riforma elettorale infine la direzione discuterà e voterà su una proposta in linea con gli obiettivi posti dall’assemblea nazionale.

4. DOMANI LA CAMERA VOTA SULLA RICHIESTA DI ARRESTO DI PAPA. LA PROSSIMA SETTIMANA IL SENATO VOTA SU TEDESCO. IL PD AL SI’.
Domani l’aula della Camera vota a scrutinio segreto sulla richiesta di arresto per il deputato del Pdl Papa, accusato dalla magistratura di essere un pilastro della cosiddetta P4. Berlusconi considera assai pericoloso l’eventuale arresto di Papa, perché teme una frana come quella che nei primi anni Novanta portò all’avvio della stagione di Mani pulite.

5. NAPOLITANO STOPPA BERLUSCONI: NIENTE RIMPASTI A VANVERA, NIENTE NOMINE TARGATE DALLA POLITICA IN BANKITALIA.
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha tentato ieri di farsi dare il via libera dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sull’ennesimo giro di valzer nel governo
per poter garantire meglio la tenuta della maggioranza e alla nomina di Vittorio Grilli, attuale direttore generale del Tesoro e dunque considerato vicino al governo, come successore di Mario Draghi. Napolitano ha gelato le speranze di Berlusconi con uno stop su tutta la linea.

6. PROCESSI BOLLENTI PER BERLUSCONI. SU MILLS E RUBY MILANO VA AVANTI.
Sconfitta su tutta la linea al tribunale di Milano sui due processi in corso nei confronti di Silvio Berlusconi: i magistrati che lavorano sul caso Ruby hanno deciso che nulla cambia nonostante l’avvio del conflitto di attribuzione da parte del Parlamento. Il processo va avanti e resta a Milano. Anche sul caso Mills (corruzione) i magistrati di Milano hanno deciso di andare avanti a passo di carica per evitare la prescrizione.

7. IL CROLLO DELL’IMPERO DI DON VERZE’, UN ALTRO EMBLEMA DEI SOGNI CHE SI TRASFORMANO IN INCUBO DELL’ITALIA BERLUSCONIANA. SI UCCIDE IL VICE DI DON VERZE’.
Un miliardo di euro di buco. L’arcipotente Don Verzè, un altro emblema del ventennio berlusconiano al pari del banchiere Cesare Geronzi, sta tramontando tristemente a causa dei propri guai finanziari. Il suo vice ieri si è suicidato.

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