24 ottobre 2011
La nota del mattino del 24 ottobre 2011
1. ITALIA UMILIATA. E COMMISSARIATA. IL PD LO HA DETTO DA TEMPO. QUESTO GOVERNO NON E’ CAPACE E RISCHIA DI PORTARCI A FONDO. ORA ANCHE LA CLASSE DIRIGENTE DEL PAESE LO DICE, MA FINO A IERI LO HA SOSTENUTO.
Da La Stampa. Dall’articolo del direttore, Mario Calabresi. “E’ odioso essere commissariati, essere cittadini di uno Stato a sovranità limitata, a cui premier stranieri dettano l`agenda delle riforme e impongono tre giorni di tempo per dare risposte. E irritante assistere ai risolini e agli ammiccamenti di Merkel e Sarkozy quando sentono parlare d`Italia e di Berlusconi: ciò non è accettabile ed è irrispettoso. È umiliante ascoltare che l`Europa ci considera alla stregua della Grecia, anzi - a quanto ci risulta - al vertice di ieri è stato detto che «in questo momento non solo l`Italia è in pericolo, ma è il pericolo». Il rispetto però celo si conquista con la credibilità e mantenendo gli impegni e tutto questo a noi manca da troppo tempo. Siamo il malato d`Europa perché il governo è paralizzato e non riesce a indicare una direzione di crescita e riforme. In tutto il Continente, pur tra mille divisioni, si concorda su una cosa: o il premier italiano cambia improvvisamente marcia o - per il bene di tutti - si fa da parte seguendo l`esempio spagnolo”.
Sempre da La Strampa. Retroscena di Amedeo La Mattina. “L o avevano avvertito sabato sera, alla cena del Ppe. Attento presidente, Merkel, Sarkozy, Barroso e Van Rompuy saranno duri, molto duri. Ti diranno che «il problema sei tu» e la tua capacità politica di affrontare le questioni che ti pongono in Europa, di tenere fede agli impegni, di fare le riforme. Anche di assicurare l`obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2013. In sostanza ti diranno, in maniera indiretta, che dovresti dimetterti. Solo così l`Italia potrà riprendere quota. Di fronte a queste anticipazioni, che gli sono arrivate da .fonte diplomatiche, Berlusconi è andato in escandescenza: «Ma questa sarebbe un`ingerenza inammissibile! Hanno deciso di farmi la guerra? Vediamo se sono capaci di dirmelo in faccia!». Quello che ieri è andato in scena davanti ai giornalisti, con le parole e i sorrisini di Merkel e Sarkozy, certifica come Berlusconi non venga considerato all`altezza della sfida. Nei colloqui a margine del vertice Ue il presidente francese e la Cancelliera tedesca non hanno chiesto al Cavaliere di mettersi da parte. Ma hanno espresso a più riprese la loro grande preoccupazione che l`Italia non sia in grado dì fare tutti i passi necessari per uscire dalla crisi. Più esplicito è stato il presidente della Commissione europea Barroso quando ha sostenuto che «non solo l`Italia è in pericolo, ma è l`Italia il pericolo per tutta l`Europa». In Europa sono stanchi di sentire le promesse di Berlusconi sulle riforme, di avere disatteso in parte la lettera della Bce, anche in quella parte in cui si chiede al nostro Paese di fare la riforma delle pensioni. Il presidente del Consiglio adesso vorrebbe farsi forte dell`ultimatum europeo per piegare Tremonti e convincere Bossi a modificare il sistema previdenziale. Avrebbe ricordato a Barroso che se una richiesta in tal senso fosse venuta da tutti i Paesi europei, la sua azione in Italia sarebbe stata più forte e convincente. Ma il capo dell`esecutico Ue gli ha risposto che non possono essere le Cancellerie straniere a indicare all`Italia quali riforme fare. Una doccia gelata quella di Barroso, che ha pure indicato a Berlusconi l`esempio spagnolo: Zapatero ha fatto riforme lacrime e sangue,
indicando allo stesso tempo la strada delle elezioni anticipate. Il messaggio è chiaro: se non sei capace di andare avanti, fatti da parte”.
2. CON LA SCUSA DEL COMMISSARIAMENTO BERLUSCONI TENTERA’ DI FAR PASSARE, INSIEME ALLE PENSIONI, GLI ULTIMI CONDONI. “LA PATRIMONIALE LEDEREBBE I MIEI ELETTORI” HA CONFESSATO. LE UNICHE, VERE PROPOSTE LE HA FATTE IL PD.
Con la scusa delle pressioni europee, Berlusconi tenterà di far passare la riforma delle pensioni, ma anche i condoni edilizio e fiscale ai quale tengono moltissimo i parlamentari del centrodestra. Ieri Berlusconi è stato chiaro: “Non posso mica fare una patrimoniale che inciderebbe sui miei elettori”. La verità è che le proposte che possono essere utili per la crescita e la stabilizzazione dei conti le ha fatte il Partito Democratico, dalle misure per la lotta all’evasione all’imposta ordinaria sui grandi patrimoni immobiliari, dalle liberalizzazioni al dimezzamento del numero dei parlamentari, dal cambiamenti dei pesi e degli equilibri tra lavoro stabile e lavoro precario alla possibilità per i comuni di fare investimenti, dalla ripresa della politica industriale e così via.
3. BERSANI: ECCO LE PROPOSTE CHE SERVONO AL PAESE
Gli italiani riconquisteranno rispetto e fiducia che meritano. Ma con questo governo niente basterà mai.
Tre anni di politiche dissennate, inique e inconcludenti hanno portato l’Italia dove non sarebbe dovuta stare: nella situazione più esposta, con il paese che è considerato un pericolo per l’euro e con gli italiani che devono riconquistare il rispetto loro dovuto.
Se oggi, con il ritardo che noi abbiamo denunciato da anni, si vuol mettere mano a misure per la crescita i capitoli sono quelli che abbiamo indicato più volte e che per larga parte abbiamo già presentato in Parlamento sotto forma proposte e disegni di legge e anche di emendamenti condivisi dalle opposizioni alla manovra proposta e approvata a colpi di fiducia dalla maggioranza di centrodestra.
- Una riforma fiscale che carichi su rendite e evasione per ridurre il peso del fisco su produzione e lavoro, anche anticipando misure immediate contro l’evasione fiscale e di imposizione ordinaria sui grandi patrimoni immobiliari, secondo le proposte che il Pd ha presentato concretamente in Parlamento in occasione della manovra di agosto, e di alleggerimento del costo del lavoro per sostenere anche attraverso questa via la crescita.
- Un programma di liberalizzazioni effettive, secondo i provvedimenti che il Pd ha più volte presentato in dettaglio in proposte ed emendamenti parlamentari.
- Una ripresa degli interventi di politica industriale ed energetica, con particolare riferimento al Mezzogiorno, riprendendo l’ispirazione di Industria 2015 che il governo ha boicottato.
- Una deroga selettiva al patto di stabilità interno per consentire ai comuni che ne hanno la possibilità di avviare immediati investimenti e di procedere ai pagamenti
verso le piccole imprese. Questa misura può essere agevolmente finanziata con un contributo straordinario a carico degli scudati.
- Misure sul welfare che, a fronte di interventi di riduzione della precarietà dei giovani, correggano in modo flessibile il meccanismo di uscita dal lavoro con incentivi.
- Un piano di dismissione e valorizzazione degli immobili demaniali, secondo il progetto presentato dal Pd.
- Un programma di interventi per ristrutturare l’assetto istituzionale centrale e locale, a cominciare dal dimezzamento del numero dei parlamentari, dallo snellimento degli organi di rappresentanza e di governo di Regioni, Province e Comuni, dall’accorpamento degli uffici periferici dello Stato, dall’eliminazione degli organi societari per le società in house dei comuni (oltre 50 mila incarichi) e così via.
“Queste sono alcune delle cose che si possono fare” dichiara il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Naturalmente va anche ricordato che tutto ciò che l’Italia e gli italiani possono fare rischia di avere un effetto davvero limitato se resta questo quadro politico. Con un governo così niente basterà mai. L’Italia è un grande paese. Gli italiani hanno risorse e mezzi per uscire dalla crisi e meritano ben altro rispetto da quello mostrato in questi giorni dagli altri partner europei. A questo punto è necessario dare un segnale di cambiamento politico chiaro per mettere il paese in condizione di riprendere il suo cammino e anche per recuperare a livello internazionale il rispetto e la fiducia che gli italiani meritano”.
4. IL VOTO IN TUNISIA. LA PRIMAVERA ARABA ALLA PROVA DELLA DEMOCRAZIA.
Da Il Corriere della Sera. “L`indice di circa 5 milioni di tunisini è macchiato di inchiostro nero. E la prova che ieri ha votato oltre il 70 per cento dei 7,5 milioni di cittadini aventi diritto. I risultati ufficiali saranno comunicati nel pomeriggio di domani. Fino a tarda notte le illazioni, incontrollabíli, sembravano confermare le previsioni della vigilia. In testa Ennahda, la formazione di ispirazione islamica, accreditata dai sondaggi di un 20-25% dei voti. Dietro, in ordine sparso i partiti laici. Ma l`afflusso corale di uomini, donne (velate e non), giovani (tanti giovani) è già un dato politico importante. Passerà alla storia come l`atto di nascita di una vera democrazia nel Nord Africa? Sarà un modello per gli altri, l`Egitto, la Libia? Si vedrà. Intanto conviene prendere nota di un fatto: i tunisini ci credono”.
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