1 ottobre 2011

Pedemontana-Grandate: respinto il ricorso al TAR.


Grandate, 30 settembre 2011 - Che la sfida fosse impari lo si sapeva sin dall’inizio, da un lato Grandate e suoi neppure tremila abitanti e dall’altro due ministeri (dei Trasporti e dell’Ambiente), Regione, Provincia e colossi del calibro di Concessioni Autostradali Lombarde, Cipe, Pedelombarda, Autostrada Pedemontana Lombarda, tutti coalizzati per costruire una strada che per chi è nato qui è come una profonda cicatrice sul volto del paese.

Un gigante di ferro e cemento che poggia i suoi piloni tra giardini delle villette, passa rasente ai muri delle case e non rispetta neppure il riposo dei morti, visto che sfiora il muro del cimitero comunale. E per fermare questo gigante che a Grandate hanno promosso un ricorso al Tar, per chiedere non lo stop dell’opera ma che almeno fosse più rispettosa del proprio territorio, come prevedeva il progetto originale in galleria. «Purtroppo il Tar non ha riconosciuto le nostre argomentazioni – spiega il sindaco, Monica Luraschi (in foto), alla quale brucia da avvocato di non esserci riuscita a vincerla quella causa così importante per lei e per la sua comunità – l’impressione è che non siano entrati più di tanto nel merito. Quello del Tar è più un giudizio di legittimità che si basa sull’analisi degli atti».

Sconfitto in tribunale adesso l’unica alternativa per il Comune è tentare la via del Consiglio di Stato, oppure sperare di trovare in extremis un accordo con Pedemontana se non per attenuare le opere almeno per rendere un po’ più tollerabili i lavori di cantiere. «Escludo il ricorso al Consiglio di Stato – prosegue il sindaco – anche se dovrà esprimersi il Consiglio comunale, la speranza di ribaltare il giudizio del Tar è remota e non abbiamo 20mila euro per pagare le spese della causa». A questo va aggiunta l’amarezza di sapere che la sconfitta del Comune sarà probabile preludio a quelle dei privati che, con cause individuali e collettive, si sono opposti all’infrastruttura. «Il sindaco dovrebbe compiere un gesto di responsabilità e dimettersi» sottolinea Dario Lucca del gruppoGrandate il mio paese.

Di sicuro Grandate si aspettano solo grattacapi dalla nuova strada che oltre a essersi portata via il terreno destinato alla nuova scuola è costata la chiusura della piazzola per la raccolta differenziata. «Nessuno ci ha ancora spiegato a cosa serve questa strada dal momento che il secondo lotto, quello che doveva creare la tangenziale di Como, non è mai stato finanziato. Più che le mie dimissioni ci si dovrebbe interrogare su chi in futuro se la sentirà di amministrare questo Comune, ormai abbiamo le mani completamente legate». L’impressione è che Grandate sia stato lasciato solo a lottare contro i giganti, un po’ quello che sta accadendo con la Varese-Como-Lecco che minaccia di devastare la brughiera di Cantù.

di Roberto Canali

fonte sito IL Giorno

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