Le fonti per lo studio della vita di
Antonino sono relativamente tarde: il più antico documento che ci
conosca, conservato nell'Archivio della basilica di S. Antonino in
Piacenza, è il Gesta Sanctorum Antonini, Victoris, Opilii et Gregorii
PP. X, che risale alla fine del IX o agli inizi del X sec., e che narra
abbastanza sobriamente la storia della sua vita e delle sue reliquie.
Gli studiosi posteriori hanno attinto a questa fonte cercando di
accertarne, per quanto possibile, i dati.
E' indubitata l'esistenza
del santo, già ricordato da Vittricio di Rouen nel suo De laude
Sanctorum della fine del sec. IV, e nel Martirologio Geronimiano.
Incerte storicamente sono le circostanze della vita di A.: ignoto il
paese di origine e certamente leggendaria la sua appartenenza alla
legione tebea. Una tradizione locale pone il martirio di A. nei pressi
di Travo (Piacenza), verso il 303. Il ritrovamento delle sue reliquie
(sec. IV), ad opera di s. Savino vescovo di Piacenza, è tramandato in un
alone di leggenda; ma innumeri privilegi nel corso del Medioevo
confermano la esistenza e il culto di esse. Ricognizioni delle reliquie
furono compiute dai vescovi Sigifredo (ca. il 1000), Malabaila (1510),
Bernardino Scotti (1562), Paolo Burali d'Arezzo (1569), Claudio Rangoni
(1615) e, infine, va ricordata que]la accuratissima compiuta nel 1878-79
dal servo di Dio, mons. Giovanni Battista Scalabrini.
Per molto
tempo si è attribuita ad A. una relazione di un viaggio in Terra Santa,
più volte pubblicata nel corso del Medioevo e del Rinascimento. Tuttavia
J. Gildemeister nel 1889 ne ha potuto reperire la redazione originale
in due manoscritti del sec. IX. Da questo esordio e dalle indicazioni
storiche e archeologiche contenute nella relazione, tutte riferentisi a
un periodo attorno al 570, appare chiaro che il viaggio ai Luoghi Santi
fu compiuto da un gruppo di cittadini di Piacenza, che si erano posti
sotto la protezione del santo della città. La relazione, quindi, è da
ascriversi non ad A. ma ad un Anonimo Piacentino, certamente uno-dei
pellegrini, che al ritorno volle fissare i suoi ricordi di viaggio.
Il
culto antichissimo, attestato già nel secolo che segue la morte del
santo, è sempre stato ed è tuttora assai vivo nella città e nella
diocesi di Piacenza, che lo ha scelto come patrono assieme a s.
Giustina, consacrandogli la prima cattedrale, I'insigne basilica di S.
Antonino, sorta nel sec. IV e dedicata a s. Vittore, e in seguito
rifatta nei secc. IX e XI. Molte altre chiese della diocesi di Piacenza
hanno A. come titolare. Nella liturgia piacentina gli sono consacrate
due feste: quella principale il 4 lugl., col rito di prima classe, e
quella del 13 novembre, giorno della invenzione delle sue reliquie, con
rito di seconda classe. Nel Martirologio Geronimiano A. è festeggiato al
30 settembre, data che sembra riferirsi al suo natale. Da Piacenza il
culto si è diffuso in molte diocesi d'Italia e della Gallia.
S. Antonio è il Patrono delle Parrocchia di Brentana Sulbiate oggi Comunità Pastorale Regina degli Apostoli con Aicurzio, Bernareggio e Villanova.
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