Settimana dal 24 al 29 ottobre.
A cura del Consilgiere Vittorio Arrigoni.
1) Lunedì 24 ottobre ’11 in Commissione 5 l’assessore G. Colombo ci ha illustrato il POF 2012/’13 che è stato predisposto coordinandolo con la formazione professionale ed articolandolo per ambiti territoriali.
I criteri adottati per la definizione del POF sono stati la stabilità del numero delle aule disponibili, la riduzione della mobilità sul territorio, l’evitare i doppioni con le scuole vicine, l’eliminare i corsi non richiesti dalle famiglie ed il tenere conto delle richieste delle scuole e degli enti locali .
Nell’ambito del Vimercatese sono stati riconosciuti i seguenti indirizzi ed articolazioni: servizi informativi aziendali, edile e territorio ( IPIA Floriani), automazione e biotecnologie ambientali (ITI Einstein). Sono stati eliminati i seguenti corsi IFP autorizzati negli anni precedenti e che non hanno avuto iscrizioni adeguate per due anni di seguito: operatore elettrico e operatore dei sistemi e dei servizi (IPIA Floriani).
Nella discussione ho osservato come gli indirizzi o le articolazioni nuove sono tutte richieste dagli istituti tecnici perchè cercano di modulare il loro POF alle mutevoli esigenze delle aziende che stanno affrontando una crisi pesante che richiede modifiche strutturali e produttive profonde.
Infatti i licei non hanno fatto richieste di nuovi indirizzi e viene autorizzato in tutta la provincia di MB un solo liceo musicale. Ho chiesto di verificare la distribuzione delle aule in tutta la provincia, perché a mio avviso il Vimercatese è sottodotato di aule rispetto alla media provinciale.
Ho sollecitato l’assessorato a chiedere alla GP di completare la costruzione dei nuovi istituti di Limbiate ( in corso), di Brugherio (appaltato) e di Arcore (da appaltare), da troppo tempo in discussione, per far fronte alle esigenze formative del territorio.
La parte di POF della formazione professionale verrà in commissione prossimamente.
Il POF provinciale per l’a.s. 2012/’13 andrà trasmesso in Regione Lombardia entro il 20.11 p.v. e la Regione delibererà entro i primi quindici giorni di dicembre ’11.
2) Martedì 25 ottobre ’11 in Commissione 8 l’assessore Meroni ci ha aggiornato sulla situazione dei lavori del nuovo istituto di Brugherio, dove, a due anni dalla posa della prima pietra, i lavori non sono ancora incominciati.
Nel 2010 l’assessorato aveva definito un nuovo progetto e previsto due milioni in più di finanziamento che, nella fase della definizione del bilancio, sono stai tagliati dalle spese di investimento. Il costo attuale dell’opera ( primo lotto) è di circa 6,950 milioni di euro di cui 4,7 milioni sono già disponibili (mutuo acceso dalla provincia di MI).
Si è deciso di finanziare la scuola di Brugherio con il mutuo previsto per l’ampliamento dell’istituto Porta di Monza, non più necessario (2,250 milioni). Nella primavera di questo anno è stato chiesto alla provincia di MI di chiedere all’istituto di credito irlandese, presso cui si è acceso il mutuo, di spostarlo su Brugherio. Operazione ancora non è ancora conclusa.
La provincia di MB sta sollecitando MI, dice Meroni.
Ho lamentato i ritardi e le inconcludenze delle province di MB e di MI , che pur avendo organizzazioni elefantiache non risolvono tempestivamente i problemi.
Questo dimostra anche che tra le due province non c’è una collaborazione proficua, ma che ognuno pensa solo a se stessa, alla faccia della provincia “amica” ( stessa maggioranza PdL e LN).
Per fortuna che la Provincia di Milano ha avviato la progettazione e/o la costruzione degli istituti di Limbiate, Brugherio ed Arcore, perché la nuova provincia di MB non ha definito alcun ulteriore progetto scolastico, nonostante le diverse esigenze emerse ( ISA Monza, Meda, ecc.).
3) In Commissione 9 il dott. Viscardi ci ha illustrato la normativa che regola il patto di stabilità per gli enti locali, con particolare riferimento alla provincia di MB che dovrà rispettarlo a partire dal bilancio di previsione del 2012.
Scopo del patto di stabilità è quello di limitare la capacità di spesa dell’ente che, per la provincia di MB, nel bilancio 2012, sarà di 8,2 milioni di euro, pari al 10,7% delle spese correnti del 2010.
A ciò si dovrà aggiungere una ulteriore riduzione di entrate a causa dei tagli stabiliti a carico delle province nella manovra finanziaria di fine luglio ’11, paria a complessivi 700 milioni di euro.
La stessa manovra prevede di classificare gli enti locali in quattro fasce di virtuosità al fine di ridurre ed eliminare i vincoli di spesa del patto di stabilità per gli enti che hanno i conti in regola.
Tali criteri dovrebbero valere per le province dal 2012 e per i comuni dal 2013.
Ma ad oggi il decreto di attuazione di questa norma non è ancora stato approntato e questo costituisce un grave elemento di incertezza per la predisposizione del bilancio.
Il dibattito che si è sviluppato in commissione ha messo in risalto il fallimento di ogni politica federalista , sbandierata dalla Lega Nord, perché gli enti locali virtuosi non vengono non solo premiati, ma neppure riconosciuti per la loro politica finanziaria responsabile.
La provincia di MB nel 2012, dovrà rendere ancora allo Stato 15,3 milioni di euro, non avrà alcun trasferimento dalla provincia di MI per la suddivisione del patrimonio , dovrà rispettare l’obiettivo del patto di stabilità (- 8,2 milioni di euro) e far fronte ad una ulteriore riduzione delle entrate trasferendole allo Stato, come quota parte dei 700 milioni di tagli previsti per le province.
Una situazione difficile ed incresciosa.
Dobbiamo premere su ANCI per fare in modo che i criteri di virtuosità vengano definiti dal Governo al più presto.
4) Giovedì 27 ottobre ’11, in apertura del consiglio provinciale il presidente del Consiglio provinciale Angelo De Biasio ha comunicato all’assemblea di avere ricevuto nei giorni scorsi un avviso di garanzia per abuso di potere in attività di controllo sulla strada che avrebbe commesso quando era assessore nel Comune di Biassono.
Un carabiniere lo ha denunciato perché De Biasio avrebbe svolto attività di polizia urbana senza averne le prerogative. Il presidente ha negato l’addebito ed ha dichiarato di aver svolto un’attività di coordinamento della polizia locale, come permesso dalla la legge. De Biasio ha chiesto poi al consiglio provinciale di pronunciarsi circa l’opportunità delle sue dimissioni dalla presidenza del consiglio medesimo. In una apposita lunga riunione i capigruppo non hanno rilevato questa opportunità; quindi Di Biasio resta presidente del consiglio provinciale di MB.
Il PD ha fatto però rilevare il comportamento scorretto di De Biasio e della Lega Nord che per Ponti, Arrigoni e Pozzati, senza che questi fossero raggiunti da alcun avviso di garanzia per la vicenda Serravalle perché totalmente estranei, la LN e De Biasio hanno chiesto le loro dimissioni, mentre per De Biasio, con avviso di garanzia del magistrato, la LN ha minimizzato la vicenda e difeso il suo uomo.
5) Allego il testo di una mia nota sulla vicenda Serravalle ASAM con l’obiettivo di confutare la tesi dei danni che sarebbe stati arrecati alla provincia di MB con la costituzione di ASAM e con l’acquisto dal gruppo Gavio del pacchetto azionario di maggioranza da parte della provincia di MI.
Vimercate, 31 ottobre 2011
AV
NOTA SULL’OPERAZIONE SERRAVALLE - ASAM
Voglio qui esprimere alcune considerazioni sugli ipotizzati danni, come sostenuto dall’odg presentato in consiglio provinciale di MB il 22 settembre ‘11 dalla LN, derivanti dall’operazione di acquisto del pacchetto di maggioranza della Milano-Serravalle e dalla costituzione di ASAM.
Per questi motivi l’odg chiedeva, tra l’altro, le dimissioni dal consiglio provinciale di Gigi Ponti, Vittorio Arrigoni e Vittorio Pozzati, colpevoli di avere sostenuto queste scelte nel consiglio provinciale di Milano.
I danni ipotizzati possono essere:
- l’inutilità ed l’onerosità dell’operazione di acquisto del pacchetto azionario di maggioranza;
- la riduzione dei dividendi delle società partecipate a favore della provincia di MB;
- l’esclusione della provincia di MB dalla governance delle singole società partecipate,
principalmente SEA e Serravalle, con la costituzione della holding ASAM.
1) Per una risposta compiuta alla prima ipotesi di danno bisogna risalire agli anni 2004/’05 quando la soc. Serravalle era bloccata dai conflitti tra la presidente Colli ed il direttore generale di Serravalle, nonché dai litigi tra Colli ed il sindaco di Milano Alberini, peraltro appartenenti allo stesso schieramento politico.
L’operatività della soc. Serravalle era al lumicino e gli investimenti praticamente bloccati.
Il sistema autostradale metropolitano era bloccato dai veti reciproci e dalle opposizioni dei comuni.
In vista delle elezioni provinciali del 2004 l’ alleanza di centro sinistra ritenne importante mantenere il controllo pubblico della società per utilizzarla come motore degli interventi necessari a potenziare la viabilità dell’area metropolitana con la Pedemontana e la TEM.
Successivamente alle elezioni provinciali vinte dal centro sinistra, l’opposizione del sindaco di Milano, Albertini, ed il pericolo di una vendita della quota comunale di Serravalle ai privati convinse la giunta Penati ad intervenire in modo autonomo e deciso acquistando una quota di azioni da Gavio (15%) per 243 milioni di euro.
Era una scelta in contro tendenza quella di aumentare la quota pubblica ( al 53%) in una importante società, mentre altri enti cedevano ai privati le loro partecipazioni strategiche, scelta dettata dalla volontà di recuperare il ritardo infrastrutturale dell’ area metropolitana milanese.
Il ritardo fu recuperato con l’iniziativa di Terragni, nuovo presidente di Pedemontana ( soc. di Serravalle) che, impostando un rapporto più aperto alle esigenze dei comuni, riuscì a sbloccare la definizione dei progetto dell’autostrada.
Per TEM l’azione di Penati portò alla definizione di un Accordo di programma tra Provincia di MI, Regione Lombardia, Ministero per le Infrastrutture ed i Comuni del melzese per la realizzazione del percorso autostradale sostenuto dal quadruplicamento della linea ferroviaria Milano-Treviglio ed il prolungamento delle line metropolitane M2 a Vimercate e M3 a Paullo.
La realizzazione pratica di queste infrastrutture sta incontrando diverse difficoltà anche perché il governo Berlusconi ha preferito finanziare opere di dubbia utilità come il ponte sullo stretto di Messina, invece di sostenere le nostre opere stradali e ferroviarie.
La congruità del prezzo pagato per l’acquisto del pacchetto azionario da Gavio era sostenuta, anche secondo diversi autorevoli economisti e commentatori economici, con il fatto che questo pacchetto permetteva alla provincia di MI di acquisire la maggioranza assoluta delle azioni e di aumentare il valore della società.
La scelta di acquistare il 15% delle azioni del gruppo Gavio fu sicuramente una scelta controversa e molto discussa dal mondo politico ed economico, ma fu condivisa dalla maggioranza che governava la provincia di MI, sulla base di ragioni forti orientate soltanto all’interesse pubblico.
La notevole spesa sostenuta per l’acquisto del pacchetto di maggioranza ha permesso di sbloccare investimenti per circa 7/8 miliardi di euro in opere infrastrutturali. E questo è un danno per MB?
2) Circa l’ipotizzata riduzione di dividendi delle società partecipate ricordiamo che il bilancio della provincia di MB del 2010 ha beneficiato di una entrata straordinaria costituita dal dividendo di 4,3 milioni di euro, distribuito da ASAM alle due province.
Per il bilancio provinciale del 2011, i 5,7 milioni di euro di dividendi previsti da SEA/ASAM non sono stati distribuiti alla Provincia di MB , non perché ASAM era impegnata a pagare il debito, come ha detto il Presidente Allevi ai giornali, ma soprattutto per la mancata quotazione in borsa di SEA e la conseguente impossibilità per il Comune di MI, per la Provincia di MI e di MB di attingere al fondo riserve di 160 milioni di euro di SEA.
Questo fatto ci induce a sottolineare che non si possono finanziare le spese correnti con dividendi societari che sono per loro natura non costanti negli anni. Questa è stata una mossa azzardata che non ha funzionato.
La responsabilità di questa operazione fallita è anche per colpa del sindaco Moratti che per far quadrare il bilancio 2011 di Milano ha previsto complicati giri finanziari sul destino di SEA che non si potevano concretizzare in tempi brevi ed in una congiuntura finanziaria così negativa.
Ha danneggiato di più SEA la costituzione di ASAM o l’abbandono di Malpensa da parte dell’Alitalia a favore di Fiumicino, per una scelta improvvida del governo di destra?
Certo ASAM deve pagare il debito alla banca che ha finanziato l’operazione, ma è in grado di distribuire dividendi congrui, avendo in portafoglio azioni di società importanti e strategiche come SEA e Serravalle. E questo è un danno per MB?
3)La terza ipotesi di danno è derivata dalla costituzione di ASAM che avrebbe tolto o ridotto la capacità operativa della provincia di MB nella governance delle singole società partecipate dalla provincia stessa.
In proposito risulta evidente che senza ASAM la provincia di MB sarebbe entrata in possesso del 20% del pacchetto azionario (35%) della provincia di MI in Serravalle, e cioè pari a 7%.
Inoltre avrebbe avuto il 20% del pacchetto azionario (18%) della provincia di MI in SEA, e cioè pari al 3,6%.
Ora con ASAM la provincia di MB ha il 20% delle azioni della holding, una quota azionaria ben maggiore, seppure sempre minoritaria. Come minoritarie sarebbero state le partecipazioni di MB nelle singole società.
Certo il 7% delle azioni per MB avrebbero pesato di più in una compagine azionaria di Serravalle molto frantumata e ancora priva di una guida sicura.
Ma alla provincia di MB conveniva una Serravalle ingovernabile o bloccata nella sua operatività?
ASAM è stato lo strumento aziendale necessario a MI per esercitare un forte governo del sistema infrastrutturale metropolitano.
Le realizzazioni di Pedemontana e TEM in fase di avvio sono a vantaggio di tutta l’area metropolitana, Brianza compresa. E questo è un danno per la Brianza?
Se ASAM non serve a Milano perché non viene sciolta? Se ASAM è dannosa per MB perché la provincia non esce da ASAM?
Quale strategia gestionale ed industriale ha oggi la provincia di MB per ASAM ?
La provincia di MB conosce la strategia gestionale di MI per ASAM? Si riconosce in essa o non la condivide?
In realtà non abbiamo mai sentito la GP o la maggioranza della provincia di MB esprimere una strategia industriale da proporre per MB in ASAM.
Nel consiglio provinciale non abbiamo mai incontrato il rappresentante della provincia di MB nel cda di ASAM, anche se compete al consiglio provinciale dare indirizzi e svolgere controlli sulle partecipate.
Ricordiamo che il rappresentante di MB in ASAM ricopre la carica di vice presidente, non svolge un ruolo qualunque e quindi ci dobbiamo aspettare una partecipazione alla governance più incisiva di quella a noi nota attraverso le sue lamentele comunicate agli organi di stampa.
E che dire delle difficoltà a convivere in ASAM con i soci milanesi se ricordiamo che questo soci sono l’espressione di una giunta “amica” dello stesso colore politico, ovvero PdL e LN.
Questa amicizia non si è tramutata in concordia operosa, come promesso in campagna elettorale dal PdL e LN, ma in aspre contese, come per la mancata suddivisione del patrimonio tra le due province di MI e MB.
E queste manchevolezze non provocano danni? Queste difficoltà a dialogare per cercare soluzioni condivise non creano ritardi e diseconomie per MB?
Chi si deve dimettere?
Vimercate, 10 ottobre 2011
AV
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