3 novembre 2011

La nota del mattino del 3 novembre 2011


1. PD. DECOLLA MANIFESTAZIONE 5 NOVEMBRE A ROMA GIA’ PRONTI 14 TRENI SPECIALI, DUE NAVI, 700 PULLMAN. BERSANI: TUTTI IN PIAZZA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO PER LA RICOSTRUZIONE DEL PAESE. PARLERANNO ANCHE HOLLANDE E GABRIEL. CONCERTI DI VECCHIONI E MARLENE KUNTZ.
La manifestazione nazionale indetta dal partito democratico per sabato 5 novembre in piazza San Giovanni a Roma si annuncia come un gradissimo appuntamento popolare. Già prenotati 14 treni, due navi, oltre 700 pullman. Il Pd sta predisponendo tutto perché la manifestazione sia una festa della democrazia, aperta a tutti, per lanciare le proposte dell’alternativa alla destra e per avviare la ricostruzione democratica, sociale ed economica del paese. Sarà anche l’occasione per ridare a piazza San Giovanni il posto che merita nella storia dell’Italia repubblicana, come luogo simbolo delle grandi manifestazioni democratiche. Insieme al segretario Pier Luigi Bersani, sul palco saranno il candidato alle presidenziali francesi Francois Hollande e il presidente della Spd tedesca Sigmar Gabriel a testimoniare anche concretamente il comune cammino dei progressisti europei in vista delle elezioni che impegneranno diversi paesi e che potranno riportare l’Europa fuori dalle secche dove è stata condotta dai governi delle destre. In piazza San Giovanni vi saranno, tra gli altri, i concerti di Roberto Vecchioni e dei Marlene Kuntz. “Il nostro intento – dichiara Bersani - è di riunire tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro paese per avviare insieme una ricostruzione democratica, sociale ed economica dell’Italia. Il nostro è un grande paese. Gli italiani sono un grande popolo. Abbiamo le risorse per riprendere il cammino che ci spetta, per riconquistare la dignità che meritiamo, per riprenderci il nostro futuro di donne e uomini, di persone libere, serie, capaci. Per realizzare questo obiettivo c’è bisogno di uno sforzo corale. Per questo chiediamo a tutti di venire in piazza con noi, alle diverse associazioni impegnate nella società, ai movimenti civili, a coloro che hanno a cuore il futuro degli italiani. L’appuntamento del 5 novembre in piazza San Giovanni, luogo simbolo della democrazia nelle storia repubblicana, sarà una festa di popolo, aperta alle donne e agli uomini che desiderano manifestare il proprio impegno. Le donne italiane, come sta accadendo anche in altre aree del mondo, a cominciare dalla sponda Sud del Mediterraneo, hanno mostrato chiaramente, con la propria mobilitazione, di essere uno dei pilastri fondamentali del cambiamento della società. A loro si rivolge il Pd e così pure a tutti gli uomini che hanno a cuore il futuro nazionale”.

2. MERCATI IN TEMPESTA E SPREAD ANCORA RECORD PER I TITOLI ITALIANI. A CANNES SI GIOCA SUI DESTINI DEL MONDO. MERKEL E SARKOZY METTONO SOTTO PRESSIONE LA GRECIA. OGGI TOCCA A ITALIA E SPAGNA.
Nuovo record per lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi questa mattina. Mercati finanziari in tempesta in attesa delle conclusioni della riunione del G20 a Cannes e delle decisioni che prenderà oggi il governo greco sul referendum per scegliere se restare o no nell’euro.
Da Il Corriere della Sera. Dall’articolo di Luigi Offeddu: “A notte fonda e in un luogo quasi surreale, il Palazzo dei Festival di Cannes, Francia e Germania presentano il loro conto alla Grecia, con l`assenso dell`Unione Europea: niente più aiuti, decine di miliardi congelati e soprattutto congelati quelli in arrivo a metà novembre, se il piano di riforme già concordato con l`Ue dovrà passare all`ulteriore vaglio di un referendum popolare, come annunciato l`altro ieri dal premier George Papandreou.
Non è solo rabbia, per una mossa greca che è parsa rimettere in discussione gli accordi presi. È soprattutto paura, per le sorti di tutta l`Eurozona tenute in bilico dal suo Paese più indebitato. Perciò il vertice G20 che inizia oggi a Cannes ha avuto nella notte questo prologo straordinario, perciò Papandreou - leader di un Paese che del G20 non fa parte - è stato lo stesso convocato d`urgenza (ma oggi saranno «a rapporto» anche due Paesi membri del G20, Italia e Spagna). E se davvero Atene vuole insistere nel ricorrere a quello che considera uno «strumento di democrazia», c`è una sola via d`uscita, dicono ancora i capi di Francia e Germania, della Ue e del Fondo monetario internazionale: che il referendum si svolga non sulle riforme ma sulla permanenza della Grecia nel sistema dell`euro; e che sia convocato al più presto, entro metà dicembre, così da ridurre i tempi dell`incertezza. Forse già il 4 o il 5 dicembre..”.
Da Il Corriere della Sera. Dall’articolo di Federico Fubini. “…Nato dopo il collasso del 2008, il G20 a questo punto avrebbe dovuto concentrarsi sull`architettura dell`economia globale nel ventunesimo secolo: la lotta alla fame nel mondo incidendo sul mercato dei future del grano, il ciclo di negoziati commerciali di Doha, il coordinamento nel mettere il guinzaglio alla grande finanza speculativa. Ma per tutto questo, stanotte gli «sherpa» e da oggi i leader non avranno tempo. Le loro energie saranno in gran parte dedicate a un unico obiettivo che per orali divide: come poter annunciare, alla fine del vertice, che il Fondo monetario internazionale disporrà di almeno mille miliardi di dollari. Quella cifra, mille miliardi dell`Fmi pronti per i Paesi europei appesi a un filo - oggi, Italia e Spagna - è il nuovo totem attorno a cui i grandi del pianeta si di euro li eserciteranno…”.
Oggi si riunisce il vertice della Banca centrale europea presieduto da Mario Draghi. Al centro della riunione, oltre all’esame della situazione economica, il tema dei tassi di interesse.

3. ADESSO SI SCOPRE CHE E’ VERO CIO’ CHE IL PD AFFERMA DA TEMPO: IL GOVERNO DELLE DESTRE NON E’ IN GRADO DI FAR USCIRE L’ITALIA DALLA PALUDE.
Decreti, maxiemendamenti, altre misure: i quotidiani oggi continuano ad illustrare con paginate e paginate per l’ennesima volta misure inesistenti e vuote prese dal governo. Questa notte il Consiglio dei ministri è riuscito a decidere poco o niente, mentre Berlusconi e Tremonti si scontravano all’arma bianca,. Quel poco che ha deciso, come le liberalizzazioni per le professioni, rappresenta di fatto il ritorno al decreto Bersani
del 2006: l’ennesima dimostrazione, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, che il Pd aveva ragione da vendere quando già oltre un anno or sono denunciava non solo che il governo della destra non è in grado di far uscire l’Italia dalla palude, ma anche che Berlusconi ha bruciato per insipienza (con il battimani di una classe dirigente che oggi vorrebbe vederlo andare via e che però non fa nemmeno un accenno di autocritica) tutte le risorse (abolizione dell’Ici per i ricchi, scudo per gli esportatori dei capitali, cancellazione dell’accordo con Air France e salvataggio di Alitalia e Air One, abolizione delle liberalizzazioni di Bersani e delle misure anti evasione di Visco) che nel 2008 potevano essere utilizzare per dare almeno una spinta alla crescita.

4. PD, IDV E TERZO POLO: SOLO L’USCITA DI SCENA DI BERLUSCONI PUO’ DARE ALL’ITALIA UNA VIA D’USCITA.
Da L’Unità. Dall’articolo di Simone Collini. “Finché rimane Berlusconi, si potranno approvare tutte le misure possibili ma non avremo la credibilità sufficiente per uscire dalla crisi. È su questa posizione che sono saliti al Quirinale Pier Luigi Bersani con una delegazione del Pd e Pier Ferdinando Casini con una del Terzo polo. Di fronte a un passo indietro da parte del premier, hanno detto a Giorgio Napolitano sia il primo che il secondo, sono disponibili ad assumersi ogni responsabilità per affrontare l`emergenza economica.
Ovvero, a sostenere un governo di transizione che segni una netta discontinuità politica e che sia guidato da una personalità che goda di credibilità in Italia e all`estero. «Senza un gesto chiaro di discontinuità politica ogni provvedimento potrà risultare inutile»,ha ribadito Bersani confermando al Presidente della Repubblica che il Pd è «pronto, con le sue proposte, a corrispondere alle esigenze segnalate dall`Unione europea». E Casini rimane convinto che si rischia di chiedere all`Italia «sacrifici del tutto inutili» perché «non si risolve il problema dell`Italia senza risolvere il problema di credibilità, ormai azzerata, del nostro presidente del Consiglio».

5. ANCHE NEL CENTRODESTRA SI SONO SVEGLIATI. TRA LE POSSIBILITA’ ANCHE IL VOTO A GENNAIO.
Da La Stampa. Dall’articolo di Ugo Magri. “E’ possibile che si vada molto rapidamente ad elezioni. Non a marco-aprile dell’anno prossimo, ma addirittura a gennaio. In altissimo loco, tra Roma e Francoforte, prende corpo l`idea che uno scioglimento delle Camere sarebbe il male minore nel caso in cui Berlusconi dovesse crollare. Ipotesi, quest`ultima, che sta crescendo a sua volta, perché in queste ore si moltiplicano i deputati Pdl col maldipancia. La differenza rispetto al passato è che una decina di loro sembrerebbero decisi a spingersi fino in fondo votando, contro il governo. Basterebbero ad affondarlo. Si rincorrono voci di incontri carbonari, pranzi e cene ad alto rischio di trigliceridi. Oltre ad Antonione, tra i capi della «congiura» spicca la Bertolini che un tempo inondava le redazioni con comunicati inneggiati a Re Silvio, ma da un po` di tempo tace. Gli epicentri del terremoto sono localizzati in Veneto e in Toscana. Per tutti quanti Casini avrebbe pronto un contenitore, la Costituente dei moderati; casomai le elezioni precipitassero e non si facesse in tempo a battezzare un nuovo partito, verrebbero aperte le porte dell`Udc. Altri cercherebbero posto in un`ipotetica lista Montezemolo, qualora l`ex presidente di Confindustria decidesse di scendere in campo nel Terzo Polo: così sussurra ai dissidenti (tra i quali si nasconde, come accadeva nella Russia sovietica, qualche infiltrato berlusconiano) quel
«pensionato della politica» in servizio permanente che è l`ex ministro andreottiano Cirino Pomicino. Prevede sornione che «qualcuno verrà allo scoperto oggi, altri domani, altri ancora dopodomani».
In via dell`Umiltà, sede del Pdl, l`«uomo del pallottoliere» Verdini è nervoso. La resa dei conti sarà all`inizio della prossima settimana, quando a Montecitorio tornerà il Rendiconto dello Stato”.

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