13 dicembre 2011

La nota del mattino del 13 dicembre 2011


1. IL PIANO EUROPEO A 26 NON REGGE DI FRONTE ALLA PRESSIONE DEI MERCATI E AI DUBBI DI MOODY’S. BORSE IN CALO. SPREAD AL RIALZO. IN GRAN BRETAGNA CRITICHE A CAMERON.
Gli accordi raggiunti venerdì 9 dicembre a Bruxelles tra 26 paesi europei e che si tradurranno in accordi interstatali sul rigore di bilancio, nell’attivazione in primavera del potenziamento del fondo salva Stati e in un finanziamento al Fondo monetario europeo che così potrà intervenire a sostegno dei più deboli non ha retto di fronte all’attacco della speculazione alla ripresa dell’attività sui mercati finanziari. La macchinosità del piano, il tempo necessario per metterlo in pratica e i dubbi espressi apertamente dall’agenzia di rating Moody’s hanno indebolito l’Europa invece di rafforzarla.
Borse e mercati dei cambi hanno registrato questa ondata di pessimismo. Perdite e scivolamenti nel rapporto tra dollaro ed euro sono stati i risultati.
Lo spread tra il rendimento dei Btp a dieci anni italiani e gli interessi sui corrispondenti titoli tedeschi di conseguenza è tornato a crescere, perché l’Italia, nonostante la forte manovra del governo Monti, ha un debito elevatissimo che la mette in difficoltà al primo soffio di vento.
Il premier britannico David Cameron è stato criticato in patria per non aver aderito all’accordo europeo. Cameron aveva chiesto una moratoria rispetto a nuove regole per la finanza in cambio del proprio sì, nel tentativo di difendere gli interessi della piazza finanziaria di Londra, che rappresenta la principale attività economica del paese.
Dopo la defezione di Cameron, la comunità europea ha deciso che sulle regole per la finanza e le banche andrà avanti senza troppi tentennamenti.
Il futuro dell’Europa resta uno dei problemi principali che abbiamo di fronte e che rischiano di mettere a rischio la qualità della vita dei cittadini in tutto il Vecchio Continente. Nessuno può pensare di salvarsi da solo. Nessuno può pensare di evitare il problema. La posizione della cancelliera Angela Merkel (rispecchia il clima di opinione in Germania), che sta imponendo a tutti una ferrea dieta rigorista e più in generale l’atteggiamento dei governi di destra e di centrodestra nei diversi paesi europei hanno una grande responsabilità.

2. GIORNO DECISIVO PER GLI EMENDAMENTI. OGGI ARRIVANO LE MODIFICHE PER PENSIONI E ICI. IL PD DECISIVO PER OTTENERE I MIGLIORAMENTI ALLA MANOVRA CHE IL DISASTRO BERLUSCONIANO HA IMPOSTO AL PAESE.
Vale la pena di ricordarlo: se l’Italia ha dovuto fare una manovra drammatica per dimensioni e ripercussioni lo dobbiamo all’incapacità e alla volontà politica del governo di Bossi e di Berlusconi, che prima hanno tolto di mezzo le norme di equità, trasparenza ed efficienza approvate dal precedente governo Prodi, poi hanno fatto di tutto per nascondere la crisi e infine hanno tentennato, senza sapere che cosa fare, portando l’Italia sull’orlo del baratro mentre i mercati ci facevano a pezzi.
La manovra del governo Monti manca però ancora di equità. Almeno vanno rivisti alcuni punti, a cominciare dall’aggancio delle pensioni al costo della vita e dalla fascia di esenzione dall’Ici sulla prima casa.
Il Pd con le proprie proposte ha ottenuto in sede di stesura che nella manovra fossero inseriti alcuni interventi, come il prelievo sugli scudati (che il Pd ha chiesto da tempo anche con gli emendamenti alle manovre del governo Berlusconi) e come la tracciabilità. In questi giorni, poi, è diventato il pilastro sul quale poggia la battaglia per introdurre nella manovra un maggior tasso di equità, per quanto possibile.
Dopo un lungo dibattito, oggi arrivano in commissione Bilancio gli emendamenti per alzare la soglia entro la quale le pensioni saranno indicizzate e la soglia di esenzione dall’Ici sulla prima casa. Domani la manovra passa all’aula di Montecitorio. Entro la settimana voto definitivo alla Camera. Poi toccherà al Senato.

3. OGGI INCONTRO BERSANI-CAMUSSO-BONANNI-ANGELETTI.

Ieri manifestazione unitaria dei sindacati contro la manovra e per chiedere maggiore equità di fronte alla Camera. Molti i parlamentari e i dirigenti del Pd che hanno partecipato al sit in, mentre nella commissione Bilancio si discutevano le modifiche al testo del governo.
Oggi il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, incontra nella sede del Pd, a Roma, i segretari generali dei sindacati confederali.

4. VENERDI’ E SABATO ASSEMBLEA NAZIONALE DEL PD A ROMA. IL FUTURO DELL’EUROPA E DELL’ITALIA AL CENTRO DEL DIBATTITO. PRESENTE HOLLANDE, APRONO LE DUE GIORNATE BINDI E LETTA. CONCLUDE BERSANI.
Venerdì 16 dicembre e sabato 17 si svolgerà a Roma l’assemblea nazionale del Partito democratico, composta dai mille delegati eletti nelle primarie del 2009. Lo slogan dell’appuntamento del Pd è: “L’Italia prima di tutto. Uscire dall’emergenza, preparare la ricostruzione”. I lavori si svolgeranno presso la Fiera di Roma e saranno divisi in due sessioni.
La prima sessione si svolgerà venerdì e riguarderà il tema: “Il Pd e il futuro dell’Europa”. I lavori cominceranno alle ore 15 con l’intervento della presidente dell’Assemblea nazionale, Rosy Bindi. La relazione su il Pd e il futuro dell’Europa sarà svolta da Lapo Pistelli, responsabile esteri del partito. Nel corso del dibattito interverrà il candidato progressista alle elezioni presidenziali francesi, Francois Hollande.
La seconda sessione si aprirà sabato mattina alle 9,30 e sarà dedicata al tema: “Il Pd e il futuro dell’Italia”. La relazione introduttiva sarà svolta dal vicesegretario del Pd, Enrico Letta.
Il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, concluderà i lavori sabato alle ore 14,00.

5. BOSSI E BERLUSCONI IN ROTTA DI COLLISIONE. LA DESTRA SI SCOMPONE.
Il leader della Lega Nord, in crisi di visibilità e di potere, lancia una sfida aperta e un attacco all’alleato Silvio Berlusconi, tentando di rioccupare la scena e di rifarsi una verginità di fronte al proprio elettorato dopo il fallimento del governo di centrodestra. “Non siamo più alleati” ha detto Bossi, perché Berlusconi sta con “i comunisti”. Dopo aver provocato un disastro epocale che ha reso necessario un intervento drammatico, Bossi tenta insomma di buttare tutte le colpe su Berlusconi e di lucrare politicamente sul malessere provocato dalla durezza della manovra varata dal governo Monti.
6. RAI: OGGI CDA SU MINZOLINI, BATTAGLIA ALL'ULTIMO VOTO PER CAMBIARE DIRETTORE.
Battaglia all'ultimo voto per la sostituzione di Augusto Minzolini alla guida del Tg1. Si deciderá oggi nel cda Rai. La proposta del Direttore generale Lorenza Lei di un interim del direttore della Tgr Alberto Maccari fino al 31 gennaio 2012 ha spaccato il consiglio. Resta la minaccia di dimissioni del presidente Paolo Garimberti che vuole una rimozione immediata del direttore, alla quale si è aggiunta quella del consigliere di area Pd Nino Rizzo Nervo, che chiede invece di dividere il voto su Minzolini da quello sulla nuova guida.

7. ULTIMATUM FIAT: TRATTATIVA FINITA. MA ANCHE UILM NON CEDE, “NON ACCETTIAMO DIKTAT”. OGGI GIORNATA DECISIVA.
Ultimatum della Fiat ai sindacati sul nuovo contratto: non ci sono più spazi per trattare, l'incontro convocato per questa mattina servirà solo per firmare. La Fiat dice anche che l'accordo dovrà essere definito sulla base della stesura del testo definitivo del contratto collettivo specifico del 29 dicembre 2010, quello cioè che ricalca il modello Pomigliano. La Fiom da tempo contesta questa impostazione. Ieri anche la Uilm ha puntato i piedi. "Non accettiamo diktat. Ci presenteremo e valuteremo sulla base dei documenti, alcuni concordati e altri da verificare, se ci sono le condizioni per firmare. Se non ci saranno non firmeremo", ha detto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm.

Nessun commento:

Posta un commento