8 marzo 2012

La nota del mattino del 08/03/2012.

1. DEMOCRAZIA PARITARIA: UNA LEVA PER CAMBIARE LA POLITICA. L’8 MARZO DI UN ANNO FA UNA DELEGAZIONE DI DONNE CONSEGNO’ A PALAZZO CHIGI MILIONI DI FIRME PER CACCIARE BERLUSCONI. IL CONTRIBUTO DELLE DONNE E DEL PD AL CAMBIAMENTO. MA BISOGNA FARE DI PIU’ NELLA POLITICA, NEL LAVORO, NELLA VITA SOCIALE.
L’otto marzo del 2012 non è solo il giorno delle donne, la ricorrenza in cui si ricorda e si discute della distanza che ancora separa uomini e donne nella società, nell’economia, nel potere in tutto il mondo e anche nel nostro paese.
Oggi ricorre anche un anniversario da ricordare in modo particolare: l’otto marzo di un anno fa una delegazione di donne democratiche, guidate dalla presidente del Pd, Rosy Bindi, consegnò a Palazzo Chigi milioni di firme raccolte in tutta Italia per chiedere le dimissioni di Berlusconi.
Questo ricordo è la testimonianza di quanto le donne abbiano pesato in questi anni nella battaglia politica per un’Italia migliore: le dimostrazioni delle donne nelle piazze del paese, a sollecitare il risveglio civico degli italiani contro la volgarità della destra, quegli scatoloni con le firme di milioni di persone portate dalle dirigenti e parlamentari del Pd. Sono fatti che non bisogna dimenticare.
Resta ovviamente tutto lo sforzo che ancora manca per avviare l’Italia verso una effettiva parità. Tutti i dati del mercato del lavoro, dell’occupazione, delle retribuzioni, ma anche tutti gli studi sui comportamenti sociali, sui diritti, sulle libertà, sulla distribuzione dei posti di potere in politica, ma anche e ancora di più nelle aziende, dimostrano che la strada da fare è ancora lunga.
Il Pd ha nel suo Dna questo impegno. E il modo migliore di vivere l’otto marzo sarà quello di verificare l’anno venturo i progressi che, al suo interno, e nel resto del paese grazie alle battaglie del partito sarà stato possibile ottenere.

2. LA DESTRA PRIGIONIERA DEGLI INTERESSI DI BERLUSCONI FA SALTARE TUTTI I TAVOLI. CERCA LO SCONTRO PER CONFONDERE LE ACQUE E TENERE SOTTO PRESSIONE MONTI SU FREQUENZE, TV, DDL ANTICORRUZIONE.
La sequenza della giornata di ieri mostra plasticamente che cosa sta accadendo.
a. Nella prima mattina Fedele Confalonieri dice in un’audizione parlamentare che Mediaset sta subendo un drammatico calo della raccolta pubblicitaria (tra crisi dell’economia e assenza di Berlusconi da Palazzo Chigi gli imprenditori hanno smesso di pompare soldi): Se continuerà così, Mediaset andrà in rosso e dovrà licenziare in modo anche drastico una fetta non irrilevante delle proprie maestranze.
b. Subito dopo, Fedele Confalonieri viene ricevuto dal presidente del consiglio Mario Monti e chiede che venga sbloccato il beauty contest, cioè il regalo delle frequenze digitali ai grandi operatori, a cominciare da Mediaset. Monti nell’incontro non gli garantisce nulla, anzi non gli offre nemmeno la speranza di un ripensamento sul blocco del beauty contest.
c. Silvio Berlusconi annuncia che non andrà a Porta a Porta da Vespa per non spiazzare Alfano che è il segretario del Pdl.
d. Però subito dopo Angelino Alfano, fedele alla consegna che secondo tutti i giornali è arrivata via telefono da Berlusconi mentre era in volo verso la Russia dell’amico Putin, avverte Monti che non potrà andare all’incontro previsto per la sera con Bersani e Casini, perché non intende parlare di Rai e di giustizia.
e. Il Pd protesta: l’ordine del giorno è generale, c’è tutto, naturalmente compresa Rai (sta scadendo il Consiglio di amministrazione) e la giustizia (c’è da approvare con
le opportune modifiche il ddl anticorruzione, la cui urgenza è testimoniata dalle cronache di tutti i giorni).
f. Dal Pdl parte una scarica di dichiarazioni ovviamente ben studiate (tutte uguali) per dire che il governo è nato per affrontare la crisi economica, Rai e corruzione non c’entrano nulla.
g. Mentre tutto questo accade, nella discussione parlamentare sul provvedimento sulle semplificazioni alla Camera, le posizioni di alcuni rappresentanti del governo imposti dalla destra, come il sottosegretario Gianfranco Polillo, provocano quasi uno scontro durissimo su temi quali la scuola, la sanità.
In conclusione, come scrive Stefano Folli su Il Sole 24 Ore “È come se Berlusconi si fosse all`improvviso seccato, vedendo che il suo reiterato sostegno al presidente del Consiglio non produce risultati apprezzabili in merito alle frequenze televisive, al destino di Mediaset e alla gestione della Rai. Tre questioni prioritarie per l`ex premier. Poi ci sono anche considerazioni più generali, legate al prossimo voto amministrativo. I sondaggi continuano a essere pessimi per il Pdl e suggeriscono una linea più ruvida rispetto al governo tecnico. Quanto alle convulsioni di cui è preda la Lega a Milano, sono un altro elemento di inquietudine per Berlusconi. La procura parla di un «sistema Pdl-Lega» nelle malversazioni e in ogni caso le difficoltà dell`antico alleato dimostrano quanto sia pericolosa la fine del vecchio assetto di potere. Per Monti la vicenda non è solo «un problema fra i partiti». Non toccherà la stabilità dell`esecutivo, ma rivela che qualcuno è più logorato di altri”.
Altri quotidiani parlano di “scontro tra i partiti”, come se Monti non c’entrasse nulla e il problema riguardasse non l’inattendibilità della destra, ma la rissosità della politica. Niente di preoccupante: è solo la solita lente ideologica della politica che fa schifo e della tecnica che è meglio di tutto. E’ la linea che si può leggere oggi in alcuni articoli de Il Corriere della Sera e de La Repubblica.

3. AMMINISTRATIVE, ALLEANZE PER IL FUTURO, PROGETTO POLITICO. LA STRATEGIA DEL PD NON CAMBIA, ANCHE SE GIORNALI E GRUPPI DI INTERESSE TIRANO LA GIACCA DI QUA E DI LA’.
Al di là della confusione determinata anche da tante incursioni giornalistiche, la linea del Pd per queste amministrative, ma anche per il dopo Monti è chiara. Ieri lo hanno ricordato e precisato per le amministrative il responsabile enti locali Davide Zoggia. E per il dopo Monti lo stesso Bersani registrando una trasmissione a Sky. Ecco le agenzie di stampa come hanno riportato i due interventi.
Zoggia. (ANSA) - ROMA, 7 MAR - "Sondaggi a parte, che lo danno stabile primo partito del paese, il Pd si prepara ad affrontare le prossime elezioni amministrative con alleanze chiare e definite, spesso confermando le coalizioni della tornata precedente. Sono alleanze solide che hanno cambiato in modo positivo il volto di tante città, piccole e grandi, e che gli elettori potranno giudicare per i programmi e i candidati alternativi a quelli del centrodestra, che peraltro appare diviso e allo sbando". A sostenerlo è il responsabile Enti locali del Pd, avide Zoggia. "Discutere oggi su intese e accordi futuri che nulla hanno a che fare con i problemi delle città al voto - prosegue l'esponente del Pd - risulta fuorviante e rischia di minare il lavoro costruttivo della stesura dei programmi. Quanto al rapporto con il governo, le intese per le amministrative non pregiudicano affatto l'appoggio a Monti che il Partito Democratico sta dando con lealtà e fattività, e che tanto viene apprezzato dai cittadini".
"Per il futuro - conclude Zoggia - la proposta del Pd è chiara: dare vita, sulla base di un programma nazionale ed europeo alternativo a quello del centrodestra (che ha idee diverse, come dimostrano anche in questi giorni i temi della Rai o del ddl anticorruzione), ad una alleanza tra progressisti e moderati per sostenere una lunga e positiva fase di ricostruzione democratica, civile ed economica del Paese".
Bersani. (ANSA) - ROMA, 7 MAR - "La democrazia respira con due polmoni a meno che non si vuole sospenderla. Non si può chiudere il libero dibattito e mettere tre partiti in un rassemblement. Dove esiste questo sistema? E' cervellotico". Così Pier Luigi Bersani, ospite di 'Rapporto Carelli' su Sky Tg24, rifiuta ipotesi di grande coalizione. "Dobbiamo fare - afferma Bersani - un bipolarismo mite, ragionevole e concreto". (ANSA).
(AGI) - Roma, 7 mar. - Pier Luigi Bersani non strappa la 'foto di Vasto' ma ribadisce quanto disse la scorsa estate sul palco accanto ad Antonio Di Pietro e Nichi Vendola. "Chiedo di non far vedere solo la foto di Vasto ma di far risentire il sonoro di quell'incontro, quando dissi che non si sarebbe potuto più ripetere il vecchio film delle alleanze fatte solo per vincere", ha detto il segretario del Pd intervistato a Rapporto Carelli su Sky Tg24.
"Dissi che servono regole nuove che garantiscano la governabilità e serve un appello comune all'incontro con le forze moderate e di centro che hanno a cuore la ricostruzione del Paese - ha ricordato il segretario del Pd - sono fedelissimo a quel sonoro".
Con questi punti fermi ha aggiunto: "ci sono secondo me le condizioni per avere un centrosinistra di governo".Bersani ha invitato "a non ridurre un ragionamento a una foto". Da mesi, ha insistito, "dico che serve un accordo che garantisca stabilità. Per esempio che le decisioni su cose su cui non si è d'accordo si prendano a maggioranza nell'assemblea dei gruppi parlamentari". Su questo, ha chiesto, "ci si sta? Se non è così, noi non siamo disposti". Bersani porta anche un esempio sulle possibili nuove regole di alleanza. "Ad esempio sulla Tav si deciderebbe a maggioranza nell'assemblea dei gruppi".
(AGI) - Roma, 7 mar. - Pier Luigi Bersani è disponibile a candidarsi a premier nel 2013, a patto che la scelta non avvenga nelle segrete stanze dei partiti: "io sono a disposizione ma non per una norma statutaria", ha tenuto a chiarire il segretario del Pd, intervistato a Sky Tg24 da Rapporto Carelli. "A me interessa l'Italia - ha aggiunto - se si riterrà che possa essere io sono a disposizione con tutte le mie forze, ma non lo decidono in quattro o cinque o con norme statutarie". (AGI)
In allegato l’intervista di Massimo D’Alema su Il Corriere della Sera. E l’intervista di Francois Hollande su La Stampa.

4. PER LA PRIMA VOLTA DA SEI MESI SPREAD BTP-BUND SOTTO QUOTA 300.
Roma, 8 mar. (TMNews) - Si attenuano ancora i rendimenti sui titoli di Stato dell'Italia, tanto da far abbassare il differenziale o spread dei Btp decennali rispetto ai Bund equivalenti della Germania al di sotto di 3 punti percentuali, o 300 punti base per la prima volta da oltre sei mesi. A metà mattina lo spread Btp-Bund è sceso fino a 298 punti base, minimo da inizio settembre, mentre il rendimento lordo dei titoli italiani è sceso al 4,79 per cento dal 4,95 per cento dell'apertura.

Nessun commento:

Posta un commento