1. LAVORO, IL GOVERNO FORZA E ROMPE CON L’IMPEGNO A FARE L’ACCORDO CON TUTTI. MONTI ESPLICITAMENTE CITA LA CGIL PER ESIBIRE LO STRAPPO. BERSANI: SU QUEL CHE C’E’ DI BUONO E SU QUEL CHE VA MODIFICATO INTERVERRA’ SERIAMENTE IL PARLAMENTO.
Il presidente del consiglio Mario Monti aveva preso un impegno chiaro con i tre leaders dei partiti che sostengono il governo di impegno nazionale: cercare fino all’ultimo l’accordo con tutte le parti sociali, senza cercare divisioni o accordi separati, di memoria sacconiana.
Ieri sera, in diretta tv, il paese ha assistito invece alla conferenza stampa con la quale Monti ha trovato il modo di esplicitare con il massimo del clamore che la Cgil è l’unica che ha manifestato la propria contrarietà rispetto alle modifiche all’articolo 18.
E’ stato questo l’epilogo di una lunga giornata nel corso della quale la Cgil aveva posto sul tavolo del governo anche la proposta della soluzione tedesca per l’articolo 18. Ma questo non è bastato al governo.
Nell’insieme dei cambiamenti annunciati e dei quali il governo ha discusso ieri con imprese e sindacati vi sono anche aspetti positivi, in particolare sul tema della lotta contro la precarietà e sull’ampliamento della copertura solidale alla generalità dei lavoratori. Ma, come ha detto ieri sera Bersani a caldo, su qual che c’è di buono e su quel che c’è da correggere si dovrà pronunciare seriamente il Parlamento.
Alcune informazioni sui contenuti.
APPRENDISTATO. E` la principale forma di avvio al lavoro prevista una quota da stabilizzare. In un contesto in cui il contratto a tempo indeterminato deve essere quello dominante perché aiuta la produttività e quindi la competitività, l`apprendistato - articolato nelle varie tipologie contrattuali previste - diventa la formula principale di ingresso nel mondo del lavoro per i giovani. In pratica il primo step verso un`assunzione a tempo indeterminato. L`azienda che vuole prendere dei nuovi apprendisti - se già ne ha utilizzati altri - dovrà averne stabilizzato una certa quota nel passato recente. E` eliminata la figura del referente, mentre viene introdotta quella del tutore obbligatorio. Gli incentivi contributivi restano gli attuali. Gli apprendisti faranno parte della platea che, in caso di perdita di lavoro, è tutelata dall`Aspi, la nuova assicurazione per l`impiego.
CONTRATTI A TERMINE. Le assunzioni saranno più onerose si salvano i lavoratori stagionali La riforma non fa scomparire le varie tipologie di contratto a tempo determinato, ma introduce vincoli per evitare abusi e utilizzi eccessivi. Assumere con questo tipo di contratti costerà di più a livello contributivo: sarà applicata un`aliquota
addizionale dell` 1,4% (che si somma a quella dell`1,3%). Dalla maggiorazione sono esclusi i contratti stagionali e sostitutivi. Per contrastare «la reiterazione», viene confermata l`attuale normativa che prevede che il contratto a tempo determinato non può durare cumulativamente più di 36 mesi, altrimenti scatta l`assunzione a tempo indeterminato. Se la trasformazione avviene per scelta, la riforma prevede un premio di stabilizzazione: l`azienda potrà recuperare sei mesi di aliquota contributiva aggiuntiva precedentemente versata. Per i contratti part-time e quelli intermittenti (denominati anche job on call) sono previsti maggiori vincoli burocratici.
ASPI. Indennità per chi perde il posto tetto a 1.119 euro al mese. L`assicurazione sociale per l`impiego sarà lo strumento che servirà a sostenere il reddito dei lavoratori che perdono il posto. A regime, ovvero nel 2017, andrà a sostituire l`indennità di mobilità e l`indennità di disoccupazione. Fino al 2016 è previsto un periodo di transizione che mantiene l`indennità di mobilità in misura diversa a seconda delle fasce di età. Usufruirà dell`Aspi chi nell`ultimo biennio ha lavorato almeno 52 settimane: lo stesso requisito attualmente richiesto per l`indennità di disoccupazione. La novità è che nella platea vi rientrano anche gli apprendisti (finora esclusi). L`assegno coprirà un periodo di 12 mesi (18 per gli over 55) e sarà pari al 70% degli ultimi due anni di retribuzione nei primi sei mesi, con un decalage di un 15% ogni sei mesi. E` previsto un tetto massimo di 1.119 curo al mese. C`è anche una mini-aspi per chi ha totalizzato solo 13 settimane di contribuzione negli ultimi 12 mesi. CASSA INTEGRAZIONE. Resta la Cig straordinaria ma l`utilizzo sarà limitato. La tutela del posto di lavoro, nel momento in cui un`azienda entra in crisi, sarà assicurata solo quando c`è la possibilità reale che l`azienda si riprenda e non fallisca. Rimane quindi in vigore la cassa integrazione ordinaria. Resta anche la cassa integrazione straordinaria, ma non potrà essere utilizzata per la causale cessazione attività. Scompare invece la cassa in deroga utilizzata per le piccole aziende e attualmente a completo carico della fiscalità generale. Tutte le imprese, anche artigiani e commercianti che finora pagavano solo lo 0,40%, dovranno versare i contributi, per finanziare il sistema. che sono pari all`1,3%. Si sta trattando affinché l`aggravio di costo nel periodo di transizione sia meno oneroso per le aziende con meno di 11 dipendenti. PARTITE IVA. Stretta sulle finte consulenze prevista anche la regolarizzazione. Arriva una stretta sulla cosiddetta flessibilità malata, quella che dietro la consulenza esterna maschera, per pagarli di meno, veri e propri rapporti di subordinazione: si tratta delle partita Iva con prestazioni di mono-committenza e delle associazioni in partecipazione. Nel primo caso, se la prestazione prevede una postazione di lavoro presso l`azienda e da essa il collaboratore ricava più del 75% del proprio reddito, non potrà durare più di sei mesi nell`arco di un anno: altrimenti scatta l`assunzione a
tempo indeterminato. Sono escluse le collaborazioni di professionisti iscritti ad albi professionali. Sui contratti di associazione in partecipazione - attualmente usati anche per le commesse nei negozi - si prevede la limitazione ai solo ai familiari di primo grado.
FONDO ANZIANI. A carico dell`azienda per incentivare l`uscita anticipata degli over 60. Il combinato disposto tra il nuovo schema degli ammortizzatori sociali, dei licenziamenti e della riforma della previdenza varata a fine 2011 dal governo Monti, potrebbe comportare difficoltà per i lavoratori intorno ai 60 anni di età. Se l`azienda entra in crisi potrebbero essere i primi nella lista degli esuberi. Una volta scomparsa l`indennità di mobilità, sarebbero coperti per un periodo troppo breve (18 mesi) per arrivare alla pensione. Nasce cosi l`idea del fondo per incentivare l`esodo degli anziani. Sarà facoltativo e a carico dell`azienda che verserà mensilmente all`Inps la provvista per una prestazione economica pari alla pensione che questi lavoratori avrebbero preso in base alla normativa vigente, più la contribuzione figurativa. Ne potranno usufruire i lavoratori a cui mancano 4 anni per andare in pensione secondo la nuova normativa.
LICENZIAMENTI DISCRIMINATORI. Per quelli discriminatori le tutele estese anche alle piccole aziende. I licenziamenti definiti come discriminatori vengono considerati nulli e, di conseguenza, è come se non fossero mai stati effettuati. Il reintegro nel posto di lavoro nel caso in cui il giudice ravveda la discriminazione vale per tutte le aziende, sia sopra che sotto i quindici dipendenti e con il pagamento delle retribuzioni e dei contributi di tutto il periodo tra il licenziamento e la sentenza del giudice, Insomma, tutto rimane come è sempre stato. Le situazioni di discriminazione sui luoghi di lavoro possono essere le più varie: esse vanno da motivi di tipo religioso a motivi di tipo razziale. In linea generale, viene giudicato discriminatorio il licenziamento conseguente all`atto di risoluzione del rapporto deciso dal datore di lavoro nei confronti del dipendente che svolge attività o esprime libere idee dentro e fuori l`ambiente dove lavora.
LICENZIAMENTI DISCIPLINARI. Se sono disciplinari il giudice decide su reintegro o indennizzo. Per i licenziamenti di carattere disciplinare è previsto il rinvio al giudice che deciderà per il reintegro nei casi gravi o per l`indennità che sarà al massimo di 27 mesi tenendo conto dell`anzianità anagrafica e contributiva del lavoratore licenziato. Sarà il magistrato del lavoro a stabilire se ha ragione l`azienda o il dipendente. Anche in questo caso, come per i licenziamenti per motivi discriminatori, la gamma è abbastanza vasta e spesso ricorrente in diverse aziende: si va dall`assenteismo ai comportamenti non corretti nell`ambito dei luoghi di lavoro. Al giudice spetterà l`ultima parola tra le parti in causa.
In genere, il licenziamento disciplinare viene spiegato e giustificato in base a cause che sono considerate ascrivibili ad inadempimento del dipendente, a prescindere dalle norme previste dalla contrattazione collettiva.
LICENZIAMENTI ECONOMICI. In caso di motivazione economica indennizzo da 15 a 27 mensilità. Viene cancellato il vecchio istituto del reintegro in azienda. Nella proposta del governo è previsto che per i licenziamenti economici venga erogato esclusivamente un indennizzo variabile tra le 15 e le 27 mensilità, calcolato in base all`anzianità anagrafica e contributiva. In sostanza, nessun giudice potrà intervenire in tutte quelle situazioni di crisi aziendale che potranno richiedere riduzioni dell`organico. Le imprese potranno procedere ai licenziamenti attraverso l`erogazione di una indennità più o meno rilevante che comunque non potrà superare i 27. mesi. Dunque, nessuna possibilità per il lavoratore dI essere reintegrato per via giudiziaria. Chiaramente le aziende che chiederanno lo stato di crisi dovranno dimostrare, conti alla mano, che effettivamente la loro situazione finanziaria ed economica non è più sostenibile.
LETTERE IN BIANCO. Si torna a prevedere una procedura che eviti le lettere di dimissioni in bianco. Ma non sarà la stessa norma varata dal governo Prodi e abolita ovviamente dal governo Berlusconi.
Da L’Unità, articolo di Simone Collini.
http://pdonline.ecostampa.net/rassegna/imgrsnew.asp?numart=1CGUJZ&annart=2012&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B1R96L6AOGLXI&video=0
Da La Repubblica articolo di Massimo Giannini:
http://pdonline.ecostampa.net/rassegna/imgrsnew.asp?numart=1CGT4N&annart=2012&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B1R96L6AOGLXI&video=0
2. TORINO, LA VIOLENZA FA UN SALTO DI QUALITA’ E DI GRAVITA’: FERITO CONSIGLIERE COMUNALE CON 5 COLPI DI PISTOLA.
Questa mattina un consigliere comunale di Torino, Alberto Musy è stato ferito da 5 colpi di pistola. E' successo sotto casa sua, in via Barbaroux, nel centro della città. Musy è stato trasportato all'ospedale Molinette di Torino. La notizia è rimbalzata sui social network ed è stata confermata dalla Polizia di Torino. A diffondere la notizia del suo ferimento era stato un tweet del deputato Gianni Vernetti di Alleanza per l'Italia: "La notizia è terribile - ha scritto Vernetti - poco fa qualcuno ha sparato cinque colpi di arma da fuoco contro Alberto Musy consigliere comunale a Torino. E' vivo". Subito sono scattate le dichiarazioni di solidarietà, ma anche le richieste alla magistratura di chiarire subito la natura di questa vicenda perché le modalità del
ferimento di Musy purtroppo somigliano a quelle che i più anziani non hanno mai dimenticato dagli anni di piombo.
3. DEMOCRAZIA SENZA PARTITI, LA STORIA SI RIPETE E RIAPPARE LA TENTAZIONE ELITARIA.
Il partito dei tecnici, il partito di Monti, il partito degli illuminati: in Italia a ondate torna di moda e fa proseliti l’idea che la democrazia partecipativa, dove il popolo conti qualcosa, non va bene e puntualmente l’idea di un governo dei sapienti e dei capaci s’affaccia nelle riflessioni dei giornali e dei ceti più abbienti. Non è una novità: il governo dei filosofi non l’hanno inventato nel Novecento, ogni tanto nei secoli qualcuno ci ritorna. Peccato che nella realtà abbia sempre fatto cilecca, o preparato l’avvento di ben altri regimi.
Interessante da questo punto di vista l’articolo di Gianni Cuperlo su L’Unità.
http://pdonline.ecostampa.net/rassegna/imgrsnew.asp?numart=1CGV0O&annart=2012&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B1R96L6AOGLXI&video=0
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