Lea Garofalo. Donna contro la mafia. |
L’Associazione
Libera nomi e numeri contro le mafie di Monza-Brianza farà di questa data, a
partire de quest’anno, un appuntamento annuale fisso, affinchè quel luogo di S.
Fruttuoso possa diventare nel tempo un luogo simbolo di memoria e di impegno
contro la presenza mafiosa in tutto il territorio della Brianza.
Ma
chi era Lea Garofalo? Lea era una donna che comprendeva dentro di se, due
condizioni inconciliabili: quella di essere nata “donna di mafia” e quella di
essere diventata “donna contro la mafia”.
Lea
Garofalo è stata spinta a questa scelta dall’evento più bello che può capitare
alla vita di ognuno di noi: la nascita della figlia Denise.
Lea
era nata in un paese della Calabria che si chiama Petilia Policastro in
provincia di Crotone, ed era la sorella di un boss ‘ndranghetista Floriano
Garofalo. Da piccola ha respirato l’aria della mafia. Giovanissima si innamora
di Carlo Cosco, che appartiene ad un’altra famiglia di ‘ndrangheta rivale della
sua, col quale all’età di 19 anni fa una figlia: Denise.
Man
mano che la figlia cresce, Lea, che prende parte alle attività di narcotraffico
del marito, si interroga sul futuro della figlia e, quando Denise ha circa 10
anni, decide di varcare la soglia, di collaborare con la giustizia, raccontando
le faide tra la sua famiglia e quella del suo ormai ex compagno Carlo Cosco.
Nel
novembre del 2009, Carlo Cosco, con la scusa di voler parlare del futuro della
loro figlia, la convince a raggiungerlo a Milano.
Da
quel viaggio Lea non farà più ritorno. Il 24 novembre, Massimo Sabatino e
Carmine Venturino, rapiscono Lea e la consegnano a Vito e Giuseppe Cosco,
questi la torturano per ore e poi la uccidono con un colpo di pistola. Ed è su
un terreno di S.Fruttuoso a Monza che Lea viene sciolta in 50 litri di acido
per impedirne di ritrovamento del corpo. Ma cosi non è stato. Il coraggio di
Lea lo ha ereditato Denise, che nel processo ha testimoniato contro gli
assassini di sua madre.
Libera
vuole far conoscere questa storia, ne vuole tenere negli anni viva la memoria
per rinnovare costantemente il quotidiano impegno contro le mafie. Con l’aiuto
prezioso dell’associazione culturale S.Fruttuoso, si sta lavorando per
allestire una mostra dell’artista Ernesto Galimberti, che esporrà un gioco di
porte, proprio quelle che hanno varcato Rita Atria e Lea Garofalo.
Se
Lea ha varcato con coraggio la porta della legalità a costo della sua vita, a
noi è chiesto di varcare quella della consapevolezza abbandonando
l’indifferenza.
Fonte sito CGIL Monza Brianza.
Articolo di Valerio D'Ippolito.
Ndr: l'altro ieri il corpo di Lea è stato ritrovato in un campo della Brianza.
Non è stata sciolta nell'acido, ma bruciata e sepolta. Qui l'artcolo della Stampa.
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